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HELLAS VERONA / Flashback

10 Ottobre 1982, Verona-Avellino

Hellastory: Flashback

dal nostro amico Icio

La mia 'una su mille' è Verona - Avellino 3-0 del campionato 1982-83.
Non l'ho scelta semplicemente perché è una vittoria né per il punteggio rotondo, piuttosto perché rappresenta una rivalsa.

L'antefatto è la mia prima partita in A del Verona, dal vivo e al Bentegodi, non ho ancora sette anni e potete immaginare l'attesa, la curiosità e la delusione di fine gara. Era il 29 ottobre 1978 e il tabellino alla fine recita Verona - Ascoli 2-3 con tripletta di un indiavolato Trevisanello per loro e doppietta del nostro Calloni. Quel campionato si concluderà con una infausta retrocessione.

Per rivedere il Verona in A dal vivo devo aspettare quattro anni. L'anno è il 1982, l'estate aveva appena visto la nazionale italiana Trionfare al Mundial spagnolo e divenire 'Campione del Mondo'. In autunno, il 10 ottobre 1982, va in scena Verona - Avellino.

Il Verona di Bagnoli era appena tornato in A, e non era ancora 'Il Verona di Bagnoli' ma una neopromossa che alla quinta di campionato al Bentegodi riceve l'Avellino per una sfida salvezza; l'Avellino ha 3 punti in classifica e il Verona 4. Per chi quegli anni li ha vissuti sa che l'Avellino non è squadra materasso, infatti sarà squadra capace di restare in A per una decade.

10 Ottobre 1982, Verona-Avellino

L'Avellino viene da quattro campionati di fila in A di buon livello e nell'ultimo campionato a 16 squadre si era piazzato 8º. Tra le sue fila giocano l'ottimo portiere Tacconi, in difesa il roccioso Favero e il navigato e ruvido capitano Di Somma, il giovane e talentuoso Vignola a centrocampo. In attacco a sostituire il brasiliano Juary andato all'Inter, un altro giocatore sudanericano; un'ala di ottima tecnica e velocità, un'autentica freccia. Si tratta del nazionale peruviano Geronimo Barbadillo, considerato all'epoca tra i migliori giocatori sudamericani. Barbadillo, viene subito soprannominato Tartufòn, chi dice per la sua improbabile capigliatura, chi perché pare ricordasse il protagonista di una popolarissima pubblicità natalizia di dei primi anni 80. Al Bentegodi, ad ogni sua pericolosa sgroppata sulla fascia, viene apostrofato dagli spalti con un 'ciocolatin!', del tutto ironico e per nulla dispregiativo. Oggi si griderebbe allo scandalo, ma quello era un calcio di un'altra epoca dove tutto veniva vissuto con leggerezza, o almeno agli occhi di un bimbo pareva essere così...

Il Verona sull'ossatura della squadra che ha vinto il campionato di B aggiunge giocatori di categoria come Marangon, Fanna, Sacchetti, Guidetti e Spinosi e ciliegina sulla torta il brasiliano Dirceu. Ma io sono li per vedere sopratutto il mio preferito, il bomber Nico Penzo .

La partita viene indirizzata subito sui binari giusti, dopo 14 minuti è proprio Penzo a portare in vantaggio il Verona. Ma l'Avellino non molla e cede definitivamente solo nel finale quando all'80º Totò Di Gennaro segna il secondo gol, e nel calcio dei due punti a vittoria il 2-0 era quasi sempre una pietra tombale sulla partita. Al 90º va a segno anche il subentrato Gibellini. Per il Gibo quello rimarrà l'unico gol in carriera segnato nelle 7 presenze in A. Poco dopo Gibellini, nel mercato autunnale di riparazione, preferirà andare in B al Bologna visto il suo scarso impiego nel Verona.

Finirà 3-0, e dopo la terza vittoria consecutiva inizia a farsi largo tra i tifosi la consapevolezza che quel Verona valga di più della semplice salvezza, e la storia lo dimostrerà vedendo il Verona rivaleggiare a lungo con la Roma per il primo posto e, dopo un calo fisiologico, piazzarsi infine al 4º posto.

Quattro anni prima tornavo a casa deluso ma ammaliato da quelle maglie gialloblù, da quella che avevo comunque già deciso diventasse la mia 'squadra del cuore', la squadra della mia città. Dico deciso, perché nessuno in famiglia mi aveva tramandato il tifo per il Verona, calcisticamente i miei punti di riferimento in famiglia erano mio zio interista e papà milanista e a scuola ero circondato da tifosi dell'altra strisciata. Comunque quattro anni dopo, quella partita con l'Avellino fu la mia rivalsa, la seconda volta al Bentegodi in A e la prima volta che vedevo il Verona vincere, e quel giorno vi dico che, a undici anni, mi sentivo invincibile e tifoso della squadra più forte di tutte, tutto era possibile.

Si, come si cantava allora: 'Oio minerale, par bater el Verona ghe vol la nassionale'.

Hellastory, 09/01/2022

Verona, 10.10.1982. Serie A, Giornata 5

Avellino 0

US AVELLINO
Tacconi, Cascione, Ferrari, Tagliaferri, L.Favero, Di Somma, Barbadillo, Aversano (38' Boccafresca), Skov, B.Vignola, Limido (46' Bergossi).
ALL. Marchioro

    Ferrari

ARBITRO

M.Mattei della sezione di Macerata (MC)

Spettatori: paganti 13.728, abbonati 9.129. La partita: Verona con grandi ambizioni (con Dirceu in cattedra) e Avellino in pieno caos. I gol. 1-0: punizione di Di Gennaro, testa di Volpati, entra Penzo che segna di piatto; 2-0: Fanna crossa da sinistra e rete, al volo, di Di Gennaro; 3-0: traversone di Tricella e gol in scivolata di Gibellini.

[1908]



LA STRATEGIA DI PRESIDIO E UN MERCATO FATTO DI PRESTITI


Povero Verona ... Prima la fragilità (tecnica e mentale) dimostrata all'Olimpico che conferma che anche quest'anno dovremo soffrire. Poi i rifiuti di mercato (Baldanzi, Richardson, Faivre) che, per motivi diversi, hanno tutti snobbato il Verona. Verona è una piazza poco appetibile o offre troppo poco? Comunque sia, per i tifosi del Verona ogni stagione è un continuo succedersi di momenti di passione con alternati picchi depressivi (molti) ed esaltati (pochi): si parte in estate con l'allestimento di una squadra decente in grado di salvarsi e si finisce con il riscontro sul campo. Il problema è che questo stress si risolve sempre solo negli ultimi giorni di trattativa e nelle ultime partite di campionato. Se questa è una situazione alla quale non finiremo mai ad abituarci, anche vedendo come si muovono nel frattempo le nostre avversarie dirette, credo che debbano essere rivisti i criteri che guidano le linee guida societarie e delle quali subiamo ansiogene conseguenze. Il Verona fa di un vanto la propria gestione oculata in termini di ingaggi e contenimento di costi. Corretto. Aggiungo che l'autofinanziamento nel mercato (compro sulla base di quanto riesco a vendere) è una regola quasi decennale introdotta da Setti che aveva un capitale limitato e anzi sosteneva se stesso con il risultato economico positivo della società. L'alternativa è prendere a prestito, magari con l'opzione del riscatto. Il Verona ha una struttura fragile e non può permettersi di sbagliare mercato, per questo punta su giocatori potenzialmente interessanti, magari provenienti da stagioni sfortunate. Spendere 10 milioni per un potenziale talento che poi o si infortuna o non riesce ad esprimersi sarebbe deleterio per il bilancio. Riuscire invece a strappare un'opzione ad una cifra prefissata aiuta la gestione societaria nel valutare l'opportunità di un successivo riscatto. Un buon esempio è stato il Cagliari che quest'estate ha riscattato Piccoli, Gaetano e Caprile spendendo subito 26 milioni e successivamente ha ceduto Piccoli alla Fiorentina per 25 ripagandosi di fatto l'intera operazione con il vantaggio di aver acquisito 2 giocatori (per loro) importanti.

[continua]

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