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HELLAS VERONA / Le Ultimissime

DAI NOSTRI INVIATI: AREZZO-HELLAS VERONA 2-1

Hellastory: Le Ultimissime

DAI NOSTRI INVIATI: AREZZO-HELLAS VERONA 2-1
DAI NOSTRI INVIATI: AREZZO-HELLAS VERONA 2-1

La trasferta aretina si presentava alquanto insidiosa sia per motivi di natura statistica (tutte le squadre di vertice avevano già giocato ad Arezzo e nessuna aveva mai perso, Spinesi la nostra bestia nera, Abbruscato col veleno dell'ex) che di natura tecnica (gli squalificati, il brutto momento di forma che stavamo attraversando, l'assorbimento della partenza di Italiano).

La giornata è fredda con un gelido venticello che batte le campagne aretine ma per fortuna un bellissimo sole scagiona ogni dubbio in merito a quelle che potranno essere le condizioni del terreno di gioco.

Arriviamo allo stadio poco tempo prima dell'inizio della partita e dai cori che già riecheggiavano in tutto il viale dello stadio capiamo immediatamente che i butei avevano già preso possesso della loro curva. Ci accomodiamo anche noi ed iniziamo a goderci la bellezza dei nostri colori che sembravano perfettamente adeguarsi alla luminosa giornata ed alle nostre speranze.

Pronti via, si parte. La partita è abbastanza equilibrata, nessuna delle due squadre attacca con convinzione, nessuna sembra prendere il sopravvento sull'altra quando all'improvviso un lancio da centrocampo innesca Waigo che entra tutto solo in area a tira debolmente addosso a Pagotto. Partono dalla curva le prime imprecazioni e i primi buh rivolti al giocatore di colore, non tanto per motivi razziali quanto soprattutto per motivi tecnici, come un gentile butel cercava di farci capire. Dopo pochissimo i butei della curva si scaldano di nuovo quando da un bel cross di Dossena la testa di Artistico costringe Pagotto all'angolo, sebbene in una parata più spettacolare che difficile. La prima frazione si conclude solo con queste due azioni degne di nota ma la nostra sensazione, condivisa anche dalla maggior parte dei butei (quelli sani), è che pur con tutti i problemi che abbiamo ce la possiamo fare, che l'Arezzo sia una squadra alla nostra portata. L'Hellas ha tenuto benissimo il campo, è stata più squadra, i giocatori hanno lavorato per gli altri, si sono dati una mano e ciò lo si vedeva ad occchio nudo. Dalle parti di Biasi e di Comazzi non è passato un pallone, Pegolo non è mai stato severamente impegnato mentre là davanti la solita grinta di Behrami e la vena di Adailton hanno ben supportato il generoso Artistico e l'impreciso Waigo

Ti aspetti che l'Hellas ricominci la seconda frazione da dove aveva terminato ed invece (con lo scadente Waigo ancora in campo) l'Arezzo inizia a premere sull'acceleratore infilzando alla prima vera occasione la porta gialloblù, mal protetta dalla propria difesa. E' una doccia freddissima per i butei ma cinque secondi dopo nemmeno l'ombra e il freddo che iniziano a calare sulla curva impediscono di riprendere più forte di prima il costante e pedissequo incitamento ai nostri colori. Mentre però ti aspetti la nostra classica reazione qui viene clamorosamente meno l'Hellas che conoscevamo, l'Hellas della rabbia e della voglia di riscatto, quella forza innata della squadra che aveva caratterizzato la rimonta di tante partite. Nonostante l'ingresso di Rosina al posto di Waigo (bravo il neo acquisto soprattutto per caparbietà, tecnica e voglia di fare) l'Arezzo inizia a prendere di mira il nostro punto debole, la fascia destra, dove Vigna ha sempre la meglio su Turati e dove Pasqual (gran bel giocatore) è un ciclone inarrestabile che spazza via tutti coloro che cercano di fermarlo (il povero Turati compreso). Si carpisce benissimo che sarà quasi impossibile rimettere al posto il match perché davanti non pungiamo, ci vorrebbe una carambola o un colpo da biliardo per uscire con almeno un punticino. La Dea Bendata scende però dal cielo e ci viene in aiuto consegnando allo splendido sinistro di Adailton una palla che toglie il metaforico ragno dall'incrocio dei pali. Ovazione completa della curva dei butei! Ci abbracciamo, esultiamo e ci diciamo tutti che forse è anche ora di provare a vincere e lo stesso pensiamo staranno facendo anche i giocatori gialloblù tutti uniti nei festeggiamenti attorno al loro comandante Ficcadenti. La squadra si ricompatta a dovere anche se la sensazione dei minuti successivi è quella che un punto va più che bene ma invece accade l'assurdo, l'incredibile. Una innocua ed innocente punizione di Gentile buttata nel mezzo dell'area piccola si trasforma nella nostra ghigliottina o meglio in quella di Pegolo che si fa battere la palla davanti agli occhi coi quali la vede mestamente entrare in porta. Pazzesco, incredibile prendere per un portiere un gol così! Ci guardiamo esterrefatti negli occhi, quasi increduli, ed anche se gli incitamenti riprendono come prima obiettivamente pensiamo che la Dea Bendata non ti può aiutare due volte…..purtroppo avevamo ragione, il triplice fischio uccide tutte le nostre residue speranze.

Quello che resta ai nostri occhi è un Hellas bellino, manovriero, in cui si vede indubbiamente la mano di Ficcadenti ma che presenta però delle falle di non poco conto: l'assenza di Italiano pesa sempre come un macigno, tecnico ma anche e soprattutto carismatico, in mezzo al campo, una cessione fuori da ogni logica cui, alla fine, sembra averci guadagnato solo una controparte; manca un vero terzino di fascia alter ego a Dossena e Cassani perché di vedere Turati in quella posizione davvero non ne possiamo più; lo stesso Artistico lotta e si impegna ma ci vuol ben altro per fare male. La cosa più preoccupante è però che quando ci sono giocatori che fanno bene (per esempio oggi Comazzi e Biasi) ce ne sono sempre altri che fanno mene bene e che sono SEMPRE decisivi per il risultato negativo (Pegolo, Waigo e Turati oggi, Biasi ad Empoli). Ci sembra quindi molto difficile come questa squadra, con questi elementi in rosa, possa agevolmente raggiungere i play-off e le tre sconfitte consecutive in trasferta sono lì a dimostrarlo. Il campionato è ancora molto lungo, questo sì, ma la speranza che Behrami non abbia sofferto di un grave infortunio e che Rosina giochi con molta più continuità a nostro parere possono coprire soltanto in parte alcune delle lacune tecnico-tattiche esistenti.

I MIGLIORI: come migliore della partita abbiamo scelto Adailton che l'ha spuntata sul bravissimo Comazzi solo per la perla su calcio piazzato. Bene anche l'altro centrale Biasi, Rosina per i suoi spunti e la costante insistenza nel rimediare al risultato, Mazzola perché ha dato sagacia tattica in mezzo al campo.

I PEGGIORI: nonostante la papera di Pegolo siamo rimasti sconcertati dalle prove di Waigo e di Turati e purtroppo i due sono recidivi. Il primo, oltre a mostrare deficienze tecniche sull'ABC del gioco del calcio in specie negli stop, manca completamente di cattiveria e caparbietà rendendosi protagonista nel rallentare il gioco. Il secondo non me ne voglia, magari il ruolo di terzino non è il suo, ma nel secondo tempo viene prima lavorato ai lati da Vigna e poi disintegrato da Pasqual, perde la bussola, diviene impreciso e purtroppo anche nervoso visto che gli costerà il cartellino rosso e la squalifica.

Alessandro e Marco



Hellastory, 07/02/2005

MASTER OF NONE


L'inizio del terribile calendario di febbraio offre un paio di impressioni a caldo: 1) che il Verona è vivo e combatte, 2) che però è stato indebolito in attacco dal mercato di gennaio perché giocatori come Ngonge e Djiuric non sono facili da sostituire. A bocce ferme, quindi con maggior consapevolezza, possiamo invece realizzare che nel corso di gennaio abbiamo assistito a 3 eventi importanti, 2 dei quali francamente inusuali. In primo luogo, l'importante cessione di talento finalizzata a sistemare i conti societari. In secondo luogo, una serie di operazioni di mercato volte essenzialmente a lasciar andare quei giocatori che non si sentivano più parte del progetto. In terzo luogo, la bocciatura del sequestro delle azioni del Verona in sede di appello. Se però i primi due li abbiamo metabolizzati dal punto di vista affettivo oltre che tecnico costringendo i tifosi ad affidarsi completamente alla bontà del lavoro di Sogliano e Baroni e alla speranza che i nostri avversari non si siano adeguatamente rinforzati nel frattempo, il terzo apre a scenari che non riusciamo a valutare nella sua complessità.

[continua]

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