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PROSSIMO IMPEGNO
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Abbiamo avuto solo conferme dalla prima amichevole stagionale dell'Hellas: ora sappiamo per certo che l'attuale attacco del Verona, dopo essere stato il peggiore della passata serie B, sarà il peggiore della prossima C1, sarebbe il peggiore in C2 e forse anche in serie D; abbiamo avuto la definitiva certezza della pochezza dei nostri rincalzi, che non sono stati in grado di segnare un solo gol agli orgogliosi dopolavoristi tirolesi; c'è stata l'ennesima dimostrazione della fragilità psicologica ( e non solo) di Iunco; sappiamo di sicuro che lo sport nazionale finlandese è e resterà lo sci da fondo ed infine c'è stata la conferma che l'anima (che verrà probabilmente dimezzata) di questa squadra sono i veronesi. Nient'altro da segnalare, se non la buona propensione di Franzese alle uscite e la sua scarsa capacità di disporre la barriera (ma può essere stato un caso).
Poco da dire della partita, se non che Colomba, che sembrerebbe intenzionato a schierare un 4-4-2, si deve subito rendere conto che avrà a che fare con una squadra titolare dotata di buona predisposizione a creare occasioni, che vengono regolarmente sbagliate e con un gruppo di volonterosi riservisti meno belli (si fa per dire) da vedere, ma altrettanto pratici, nel senso che non creando nessuna occasione ottengono il medesimo risultato dei titolari: non segnare alcun gol. Riguardo i singoli, detto di Iunco, Ferrarese, Corrent, Franzese e del rozzo Humre, mi è parso di vedere in Di Giulio un buon uomo d'ordine di centrocampo e in Dianda un discreto sostituto suo o di Corrent; in Iakolevski un ragazzone dal gran fisico, ma dalla scarsa propensione al gioco del calcio e negli altri rincalzi un gruppo di ragazzotti che la maglia dell'Hellas dovrebbero indossarla solo per andare a vedere la partita in curva. Ma tant'è, questo è quel che passa Cannella. La partita non vale un minuto in più ne' del mio ne' del vostro tempo, altri sarebbero i problemi da affrontare prima di quelli (angoscianti) del campo. Attendo con ansia smentite dai fatti.
L'inizio del terribile calendario di febbraio offre un paio di impressioni a caldo: 1) che il Verona è vivo e combatte, 2) che però è stato indebolito in attacco dal mercato di gennaio perché giocatori come Ngonge e Djiuric non sono facili da sostituire. A bocce ferme, quindi con maggior consapevolezza, possiamo invece realizzare che nel corso di gennaio abbiamo assistito a 3 eventi importanti, 2 dei quali francamente inusuali. In primo luogo, l'importante cessione di talento finalizzata a sistemare i conti societari. In secondo luogo, una serie di operazioni di mercato volte essenzialmente a lasciar andare quei giocatori che non si sentivano più parte del progetto. In terzo luogo, la bocciatura del sequestro delle azioni del Verona in sede di appello. Se però i primi due li abbiamo metabolizzati dal punto di vista affettivo oltre che tecnico costringendo i tifosi ad affidarsi completamente alla bontà del lavoro di Sogliano e Baroni e alla speranza che i nostri avversari non si siano adeguatamente rinforzati nel frattempo, il terzo apre a scenari che non riusciamo a valutare nella sua complessità.
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