dal nostro inviato Massimo
La ripresa del Campionato è piena di partite interessanti: si comincia con il clamoroso 4 a 0 con il quale l'Inter liquida la Juventus, Campione d'Italia (2 volte Rumenigge finalmente in gol dopo un digiuno molto lungo per le sue capacità, Ferri e Collovati); poi c'è il derby campano tra Napoli e Avellino e quello capitolino tra Roma e Lazio entrambi conclusi in perfetta parità 0 a 0; infine il big match della giornata, quello che mette di fronte le due inseguitrici del Verona: Torino e Milan. Partita bellissima e molto equilibrata per 80 minuti, fino a quando i due stranieri granata Schachner prima e Junior poi piazzano due mazzate micidiali e abbattono il diavolo rossonero. Giornata difficile e sfortunata per i milanisti visto che subiscono anche l’infortunio del bomber Mark Hateley uscito dal Comunale in barella. Il Verona, dal canto suo, va in trasferta a Cremona, squadra che milita nei bassifondi della classifica, per un impegno che si preannuncia piuttosto facile. Almeno sulla carta.
LE ALCHIMIE DELLA GARA. Cremona, in questo periodo dell'anno ha un fascino tutto particolare. Sarà per merito dei suoi colori autunnali, il rosso ruggine delle foglie e il verde muschio dei giardini, sarà per la prima nebbiolina che emerge dalla campagna e che rende misterioso tutto quello che avvolge, sarà per il gusto un tantino snob che caratterizza da sempre questa città. Isolata dalla via Emilia, conserva quel fascino unico e aristocratico che hanno tutti i piccoli centri che vivono esclusivamente della loro storia, cultura, tradizione. Ci sono splendide cittadine nella pianura Padana, trascurate dalle vie primarie di collegamento, che conservano una seduzione particolare nobilitata proprio al loro splendido isolamento. Vigevano, Pavia, Parma, Modena, Mantova. E Cremona appunto. Città dominata dal bellissimo Torrione, alto 111 metri, un simbolo e un faro che richiama da tutte le posizioni geografiche la vicinanza del centro abitato; il suo cuore rigorosamente medioevale; le infinite bottegucce di artigiani. Sono soprattutto liutai e dolciari. Eh sì, perché Cremona è terra di grandi musicisti (Monteverdi e Ponchielli) e di grandi maestri d'arte capaci di trarre sonorità ineguagliate da preziosi legni: al di là di tutto, nomi come i fratelli Amati, Stradivari e Guarnieri sono noti anche ai più profani. La medesima maestria, la troviamo anche nel gusto gastronomico: il famoso torrone, la mostarda, i tortelli con la zucca e il salame sono altrettanto celebrati a livello internazionale. Cremona dunque, vale sicuramente una visita.
Dal punto di vista sportivo, questa squadra non è altrettanto interessante. Alle prime esperienze in serie A, non riesce proprio a decollare. Quest'anno ha perduto anche quel piccolo fenomeno di Gianluca Vialli – finito alla Sampdoria - che sarà in assoluto il suo più grande talento di sempre. Il tecnico è uno tosto, Emiliano Mondonico, abilissimo a contenere le squadre avversarie e a non farle giocare, ma gli uomini a sua disposizione sono piuttosto modesti. Tra questi spicca l'ex gialloblu Bencina, 29 ottime presenze in B con noi nel 1979/80, e i discreti attaccanti Chiorri, ex doriano e Nicoletti, ex comasco veronese di nascita. Il giocatore più rappresentativo è però il furetto brasiliano Juary, reduce da buone esperienze ad Avellino e all'Inter, ma anche da un brutto infortunio. Per il resto, solo ragazzi molto giovani emersi dallo stesso fortunato vivaio che ha prodotto Vialli e curato con attenzione da Favalli e Cesini.
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La Cremonese ha solo 3 punti in classifica, ma alla prima giornata di campionato ha battuto in casa sua niente meno che il Torino. Adesso però viene da 3 sconfitte consecutive e la panchina del Mondo è in bilico. Occorre quindi assolutamente fare risultato contro il Verona, altrimenti si rischia di compromettere l'intera stagione già nel girone di andata.
Per il Verona è una sfida ambigua: finora il calendario è stato impietoso mettendolo di fronte a tutte le avversarie più forti in assoluto, almeno sulla carta (Inter, Juventus e Roma), il Napoli di Maradona e la Fiorentina di Passarella. Queste sono squadre che ti portano inevitabilmente a tenere alta la concentrazione perché ogni piccolo errore può essere fatale. La Cremonese è invece il classico avversario debole che può essere facilmente sottovalutato. Occorre mantenere la stessa attenzione per non sprecare punti facili. Per questo Bagnoli schiera la stessa formazione di sempre: tetragona dietro e temibile davanti. Non possono permettersi distrazioni. Fontolan segue il lunghissimo Nicoletti e Ferroni ripete un duello molto particolare contro il suo ex compagno di squadra Chiorri, un giocatore un po' discontinuo, ma in possesso di buona tecnica. Ci saranno molte battaglie, soprattutto a centrocampo, perché i grigiorossi puntano tutto sull'agonismo.
MINUTO PER MINUTO. Gialloblu in completo giallo e stadio Zini stracolmo.
Dopo soli 6' il Verona prova a passare con un'azione in velocità: da Tricella a Volpati, discesa sulla destra e cross perfetto per la testa di Elkjaer: parata in tuffo di Borin. Si combatte acremente e nessuno vuole mollare un metro di campo.
Al 22' brivido per Garella: Mazzoni, servito da Chiorri, si infila in area di rigore ma centra in pieno il palo! Bello spavento: la Cremonese gioca bene e non merita davvero l'ultimo posto di classifica.
Al 30' risponde il Verona con Briegel che serve Galderisi il quale mette in movimento Di Gennaro: botta ma pallone alto di poco.
Al 32' replica la Cremonese ancora con l'indemoniato Mazzoni che impegna Garella di pugno.
Finisce a reti inviolate il primo tempo. Il Verona ha capito che non sarà così facile espugnare questo campo: l'orgoglio e la determinazione dei padroni di casa stanno producendo risultati davvero lodevoli.
Bagnoli chiede ai suoi di chiudere presto la partita e i gialloblu partono subito all'assalto: dopo 5' buona occasione scaligera con una combinazione Tricella – Di Gennaro, ma Borin vola e devia in angolo.
Al 65' traversa del Verona, che pareggia il precedente palo cremonese, con Volpati di testa su centro di Di Gennaro.
L'assedio scaligero produce il suo effetto al 74'. Lancio lungo in area e ingenuo fallo di mano di Viganò: l'arbitro Redini di Pisa decreta il calcio di rigore che Galderisi trasforma con freddezza. Così come fece nella gara interna con l'Udinese. Siamo 0 a 1 per il Verona.
Immediatamente Mondonico corre ai ripari: dentro il terzo attaccante Juary, al posto di Mazzoni e 4' minuti dopo, la Cremonese ha una grossa opportunità per pareggiare: il brasiliano mette scompiglio nella retroguardia gialloblu e Ferroni lo sgambetta da tergo, rigore sacrosanto per i padroni di casa. Sulla battuta c'è Chiorri, Ferroni fa un cenno a Garella e il portierone veronese si tuffa sulla sua sinistra sventando in angolo. Stupendo!
Per la Cremonese, questa è davvero una mazzata incredibile. Infatti al 84' il Verona, sicuro di sè, raddoppia: Briegel salta un paio di avversari, entra in area di rigore e fulmina Borin di sinistro. Tutto da solo, bellissimo. Ma dov'è finita la difesa Cremonese?
Entra il mastino Donà per Fanna e all'ultimo minuto di gioco Bruni sostituisce Galderisi. Nel frattempo i grigiorossi, orgogliosamente, colpiscono un'altra traversa con il veronese Nicoletti. Davvero sfortunati in questa partita e risultato un po' troppo severo!
IL SIGNIFICATO DELLA PARTITA. A parte qualche bella giocata individuale, abbiamo assistito ad una partita piuttosto strana. La Cremonese ha colpito due volte il legno e ha sbagliato un calcio di rigore; il Verona, dal canto suo, ha colpito una traversa e ha segnato due gol di cui uno su rigore. Sulla carta poteva starci il pareggio. La differenza tra i primi e gli ultimi in classifica sta nella tutta nella gestione degli episodi: i gialloblu non sbagliano niente e i grigiorossi tutto.
Senza entrare troppo nel sottile, da questa trasferta il Verona doveva tornare a casa con una vittoria e così è stato. Anche perché il mese di novembre si preannuncia difficilissimo per i nostri impegnati, in rapida successione, a giocare al Bentegodi contro la Sampdoria, poi a Torino contro i granata e quindi ricevere il Milan prima della nuova sosta del Campionato. Un tour de force che potrà stabilire la tenuta di questa squadra.
Per il momento, i gialloblu giocano e pensano come una grande. Non concedono niente a nessuno. Approfittano di tutte le opportunità che si presentano. Hanno la testa sgombra da obiettivi e puntano solo a migliorarsi partita dopo partita.