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HELLAS VERONA / Scudetto

14 Aprile 1985: VERONA - TORINO 1 a 2

dal nostro inviato Massimo

Ripassando con la nostra memoria le suggestive pagine della conquista dello scudetto o, chi non ha avuto questa fortuna, leggendo i miei appuntamenti settimanali, emergono una quantità di episodi stupendi, di partite memorabili, di sensazioni bellissime che hanno portato a emozioni uniche. Ciascuno di noi avrà le sue preferite e, tutti insieme, rispettando il gusto e l'abbondanza, converremo con gioia in questa moltitudine di suggestioni. Ma se dovessi chiedere quale è stata la pagina più triste, l'unica ferita aperta di questa stagione, non ho alcun dubbio sulla risposta unanime: la sconfitta interna con il Torino. Questo è stato davvero un episodio scioccante e sorprendente per tutti. In una sola partita tifosi, giocatori e dirigenti hanno temuto di perdere tutto e di mettere in discussione quanto di buono avevamo accumulato sino a quel momento compromettendo così il successo finale. E' venuto il momento di rivivere le aspettative di quella gara, l'esito finale e le conseguenze dell'incontro. Un passaggio delicatissimo della nostra storia.

14 Aprile 1985: VERONA - TORINO 1 a 2

LE ALCHIMIE DELLA GARA In una intervista rilasciata all'Arena, Galderisi censurò la partita con il Torino con poche e amare parole: "Non me ne parlare". Difatti, questa sarà una giornata davvero storta per il nostro bomber.

Eppure le aspettative iniziali erano molto elevate. Il Verona, in testa ininterrottamente dalla prima giornata, tiene le cinque inseguitrici a 6 punti di distanza; non solo, le 6 gare che rimangono saranno giocate ben 4 volte al Bentegodi e solo 2 in trasferta, a Milano e a Bergamo, città dove comunque l'affetto dei tifosi non mancherà sicuramente. Bagnoli ha recuperato da tempo tutti i suoi cavalieri e pertanto i lunghi e sofferti infortuni di Sacchetti, Ferroni ed Elkjaer adesso appaiono solo come un ricordo. Insomma, la gara con il Torino, formazione grintosa e mai doma, viene nel momento giusto: con una vittoria ci saranno ottime possibilità per decretare con largo anticipo la fine del Campionato. E la conquista dello scudetto. Andiamo piano, però.

Mi chiedo: quante volte il nostro faticoso procedere verso mete ambiziose e mai raggiunte in precedenza si interrompe proprio sul più bello? Già, quante volte è accaduto e potrà ancora accadere? Magari è il Caso che interviene a modificare il percorso, oppure la nostra paura di non farcela che si materializza e inventa mostri che in realtà non esistono. Siamo noi che, in questi momenti, veniamo meno a noi stessi e nel nostro tradimento perdiamo il senso delle cose, la loro logica e ispirazione. Oppure, semplicemente, deve andare così. Lo sapremo mai di chi è la colpa?

Andiamo con ordine. Trascorsa la Pasqua l’attività riprende con l’andata delle semifinali di Coppe Europee. Come accaduto l’anno precedente, l’Italia conta ancora su due presenze (Juventus e Inter), risultato che permetterà a tre italiane di poter disputare la nuova edizione della Coppa UEFA. Mercoledì 10 è una serata pressoché perfetta: la Juventus in Coppa dei Campioni stacca praticamente il biglietto per la finale di Bruxelles infilando 3 gol al Bordeaux, mentre l’Inter in Coppa UEFA compie un ottimo passo in avanti segnando 2 gol al Real Madrid. Sabato 13, ad intralciare la serenità pre campionato, su alcuni giornali compare la notizia del passaggio all’Inter di Pietro Fanna e Luciano Marangon a fine stagione. Sarà mai possibile?

Bagnoli conferma in blocco la squadra di Genova, quella imbattuta dall'inizio del Torneo. Ricordo infatti che ad Avellino mancavano contemporaneamente Ferroni, Galderisi ed Elkjaer. Anche il Torino arriva al Bentegodi nella sua formazione migliore, con Pileggi e Beruatto a presidiare rispettivamente le fasce al posto di Corradini e Sclosa, comunque a disposizione del mister in panchina.

Arbitra il signor Lombardo di Marsala e il Bentegodi è stipato all'inverosimile.

14 Aprile 1985: VERONA - TORINO 1 a 2

MINUTO PER MINUTO Non so quanto incida la scaramanzia nella vita quotidiana. Eppure ha la forza di condizionarci. Voce irrazionale: Garella si è sempre sentito insuperabile quando indossava il maglione rosso, quello utilizzato contro Juventus, Sampdoria e Lazio. L'alternativa è stato il maglione color verde, meno simpatico e magico ma altrettanto funzionale (ricordo per tutte la promozione in serie A). Oggi però, per dovere di ospitalità, veste quello grigio. "E' un colore che proprio non mi va giù" ha detto in un'intervista "Oggi potrebbe accadere qualcosa che non mi piace" ha commentato ai compagni di squadra. Ne prendiamo tutti atto. Voce razionale: cosa c'entra il colore? col grigio hai fermato la Roma all'Olimpico e sei diventato Garellik.

Bagnoli, secondo logica, chiede ai suoi di partire subito forte per incutere paura al Torino. Una volta in vantaggio, sarà molto più facile gestire la partita.

Bene, al 4' minuto Elkjaer inserisce il turbo, salta in velocità ben 4 avversari e si trova solo davanti a Martina. Un attaccante qualunque avrebbe sparato una bomba micidiale fregandosene di tutto, ma Preben è un poeta, segue un istinto diverso e noi dobbiamo rispettare la sua espressività: decide pertanto di dribblare anche il portiere che si allunga e gli aggancia la caviglia. Rigore sacrosanto! Elkjaer alza le braccia al cielo felice e così tutto lo stadio. Rincorsa di Galderisi, tiro secco ma centrale, Martina si accartoccia e respinge corto … irrompe di nuovo Galderisi per la ribattuta in rete, ma ancora una volta Martina – assolutamente strepitoso – si allunga e para! Incredibile quello che è successo, davvero incredibile!

Al minuto 9, un lungo lancio di Di Gennaro per la testa di Briegel a pochi passi dalla porta: 99 volte su 100 è gol, ma anche questa volta c'è Martina a difendere i pali della porta granata. Un nuovo miracolo, ma contro di noi.

Dopo 3 minuti Fanna va in fuga sulla fascia e centra, irrompe Marangon in posizione di ala sinistra per la deviazione vincente, ma la palla esce di un niente. Il Verona di questi primi 15 minuti è la più bella espressione di calcio che abbia mai visto giocare. Solo un niente, sfortuna o imprecisione, stanno condizionando l'esito della gara che ci dovrebbe vedere in vantaggio di 2 o 3 gol.

Passano i minuti e il Torino, con pazienza e metodo, riesce a calmare l'impeto dei gialloblù. Pileggi, Beruatto, Dossena, Junior e Zaccarelli ingolfano la metà campo, sono giocatori di esperienza, molto tecnici e sanno stare bene in campo. Davanti Serena tiene impegnati Fontolan e Tricella, e Schachner, attaccante velocissimo, è una mina vagante. Ferroni è sempre in affanno contro di lui oggi. Al 33' minuto, su lancio di Junior, l'austriaco supera in velocità Mauro e scarica un destro che Garella accompagna fuori con lo sguardo. Lui non appare preoccupato nell'occasione, io invece sì. Molto.

Il primo tempo, tiratissimo, si chiude così: 0 a 0. E' un risultato che ci va un po' stretto, ma il Torino ha dimostrato di esserci e ha comandato l'ultima mezzora di gioco.

La ripresa comincia nello stesso modo, anzi peggio. E' chiaro che Bagnoli non è riuscito a prendere nessuna contromisura. Oramai il folto centrocampo granata ha preso il sopravvento e ha pericolosamente diviso la squadra in 3 tronconi separati costringendo i nostri a continui e affannosi recuperi per non soccombere in ogni zona del campo. Questa è la peggiore situazione possibile. Spaventa soprattutto il fatto che adesso il Verona è diventato preda del Torino, ribaltando l'avvio dominante. E questa condizione non era assolutamente prevista.

Al 53' minuto nuova azione offensiva degli ospiti che insistono sulla nostra tre quarti di campo. Lancio lungo in area, Schachner anticipa di testa Ferroni e serve alla perfezione un pallone a centro area a Serena che con una splendida girata fa secco Garella. Tanto tuonò che piovve: Verona 0 e Torino 1.

E' capitato ancora in passato che i nostri subissero il vantaggio degli avversari, ma in ogni circostanza il Verona è riuscito immediatamente a pareggiare. Oggi però Radice, amico-rivale di Bagnoli, ha capito tutto: dopo 11 minuti fa uscire Danova, un difensore puro, e inserisce Corradini un cursore di fascia molto forte nel gioco aereo. Bastano Ferri e Francini per bloccare i convulsi e disordinati Galderisi ed Elkjaer di questo pomeriggio. Adesso, il Torino insiste e cerca addirittura il raddoppio.

Passa 1 minuto e Serena difende un pallone sull'out sinistro, lancia Junior che pennella un pallone tagliatissimo in area di rigore: si lanciano contemporaneamente sulla palla Ferroni e Schachner ma il difensore, pur in anticipo, non ci arriva e così l'attaccante austriaco prima controlla e poi fredda Garella in uscita disperata. Sono scioccato: il Torino ora comanda per 0 a 2!

14 Aprile 1985: VERONA - TORINO 1 a 2

A questo punto i granata rallentano e decidono di aspettare la reazione scaligera che in realtà non tarda a venire. Al 77' minuto Tricella lancia sulla destra Volpati, l'ex granata crossa in area per la testa di Briegel, passato a fare la terza punta in area ospite, e il tedesco incorna di precisione sotto la traversa. Questa volta, Martina non può arrivarci: Verona 1, Torino 2.

Mancano ancora 13 minuti e tutto può ancora succedere. Ma non è affatto così. Gli uomini di Bagnoli, sospinti dal calore del Bentegodi provano a divincolarsi dalla ragnatela ospite ma troppi oggi sono fuori condizione. Il Torino si accorcia e, di conseguenza, abbiamo grosse difficoltà ad entrare in area di rigore. Corradini monta una guardia serrata su Briegel, è proprio il giocatore adatto a farlo, e solo ora capiamo la grande funzionalità della mossa del tecnico granata.

Col Verona in grave affanno, ci si mette contro anche la sfortuna. Al minuto 85' Briegel, l'attaccante scaligero più lucido, viene affrontato rudemente da Corradini ed è costretto a uscire portato fuori di peso dai sanitari: la smorfia di dolore del panzer mi fa temere il peggio. Entra precipitosamente in campo Bruni.

Al minuto 88, l'ennesimo affondo gialloblù crea finalmente una bella palla in area per Galderisi, sfortunato protagonista di inizio partita: Nanu scatta, si allunga e tira con istinto più che con precisione la palla del sicuro pareggio che però … si infrange in pieno sul palo! Questa è proprio la conclusione di una partita nata male e finita peggio!

Il Torino restituisce così al Verona lo sgarbo del girone di Andata.

IL SIGNIFICATO DELLA PARTITA “Togliete gli scudetti dalle bandiere!" È l’appello accorato di Claudio Garella ai tifosi dopo la sconfitta. Un bagno di umiltà, il campionato non è ancora finito.

La sconfitta del Verona coincide ovviamente con la vittoria contemporanea di tutte le contendenti: l'Inter supera di misura la Fiorentina (1 a 0), la Juventus l'Udinese (3 a 2) e la Sampdoria il Milan (2 a 1, unica eccezione trattandosi ovviamente di uno scontro diretto). A parte il Torino, nessuna sembra essere in gran spolvero, ma la caduta improvvisa del Verona risveglia sicuramente nuove e inattese speranze. I gialloblù pertanto si fermano a quota 36, mentre le inseguitrici raggiungono 32 punti.

Adesso ci tocca Milano rossonera, prossima tappa del Campionato. I gialloblù andranno ad affrontare il Milan privi di Fontolan squalificato e di Briegel infortunato. Tra l'altro, in settimana anche Sacchetti, sostituto naturale del tedesco, darà forfait per problemi fisici. Contro gli uomini di Liedholm ci giocheremo un pezzo di scudetto, questo è chiaro.

Ma torniamo alla partita odierna. Al di là di questo, qualcosa oggi non ha funzionato. Le cause possono essere molteplici: la stanchezza fisica che affiora dopo aver tirato tutta la stagione con soli 16 giocatori; l'inesperienza a vittorie assolute; l'amplificazione mediatica sul fenomeno Verona; la bravura del Torino avversario diretto. Elkjaer, così commentò la gara:"Abbiamo giocato male. Il Torino ha meritato la vittoria. Il Verona non è stato quello che piace a me, è mancata la determinazione, la voglia di vincere e di soffrire " Poche parole che però sono come una sassata in faccia. Faccio notare che Preben non fa alcun cenno né al rigore sbagliato, né al palo colpito a pochi minuti dal termine, eventi decisivi che avrebbero certamente cambiato l'esito dell'incontro: nel DNA di un Campione, non esiste la sfortuna. O vinci perché sei il più bravo, o perdi perché qualcuno è stato più bravo di te. Amen.

Concludo con una considerazione di carattere personale: il Verona è una squadra fatta da giocatori eccezionali, uomini veri che hanno sofferto e conquistato con grande fatica tutto il successo che gli abbiamo accreditato. Nella sconfitta odierna, mi sento di amarli ancora di più perché non sono finti come quelli dei fumetti, invincibili e noiosi. A loro nessuno ha mai regalato niente. Di questo ne vado assolutamente fiero. Pertanto, oggi mi sento ancora più orgoglioso di quanto è accaduto, perché solo inciampando riconosciamo la capacità di rialzarci e riprendere. Se c'è stata una momentanea incertezza, questa è servita a qualcosa e ci darà in futuro nuovo coraggio e determinazione. Il primato di classifica ce lo siamo conquistato sul campo giocando meglio di tutti, senza mollare mai e vincendo partite memorabili! Dobbiamo assolutamente reagire e crederci, adesso più di prima. Oggi abbiamo perso solo una maledetta partita, ed è capitato finora solo 2 volte su 25.

Hellastory, 14/04/2005
Serie A 1984/85 | 25a giornata | 14/4/1985
AC VERONA HELLAS
AC VERONA HELLAS
1
  TORINO CALCIO
TORINO CALCIO
2
77' H.Briegel marcatori 53' Serena, 65' Schachner
C.Garella; M.Ferroni (I), S.Fontolan (I), L.Marangon (I), R.Tricella; H.Briegel (86' L.Bruni), A.Di Gennaro, D.Volpati; P.Elkjær Larsen, P.Fanna, G.Galderisi   S.Martina, Danova (64' Corradini), Francini, R.Zaccarelli, Junior, Ferri, Pileggi, Beruatto, Schachner (89' Comi), Dossena, Serena.
O.Bagnoli ALL Radice
A.Di Gennaro, G.Galderisi, L.Marangon (I) ammoniti Ferri

Arbitro
S.Lombardo (Marsala - TP)
Note
SPETTATORI: paganti 25.261, abbonati 17.533. Galderisi fallisce un calcio di rigore. I GOL. 0-1: traversone di Pileggi, Serena insacca in rovesciata; 0-2: Junior per Schachner cha va a rete in serpentina; 1-2: traversone di Volpati e testa di Briegel.



LA GUERRA DI TRINCEA HA FUNZIONATO


Il confronto diretto del Verona con l'Empoli è la sintesi di questo girone di ritorno. Una squadra rognosa la nostra, difficile da affrontare, disposta a concedere pochissimo all'avversario di turno. Sulla salvezza, onestamente, ero abbastanza sereno. Troppe combinazioni negative si sarebbero dovute verificare contemporaneamente. Ma vincere ad Empoli non l'avevo proprio messo in conto. Sogliano conquista la sua terza salvezza consecutiva. Era stato chiaro, durante la settimana: mentre altri fanno le celebrazioni per lo storico scudetto (che Dio benedica quegli eroi!), e altri ancora si lasciano andare a fantasie intorno ad un nuovo stadio (a questo punto, ipotizzo di proprietà), noi dobbiamo pensare unicamente alla salvezza. E non è affatto vero che tutto, nel mondo del calcio, sia scontato o già scritto in partenza: la Lazio, che aveva imposto il pareggio all'Inter in casa sua, non è riuscita a battere il Lecce all'Olimpico pur giocando un tempo intero in superiorità numerica. Perdendo, di conseguenza, anche l'opportunità di un piazzamento nelle coppe europee. Per non parlare del tracollo interno dell'Atalanta, evidentemente sazia, ad opera del Parma capace di fermare prima il Napoli campione d'Italia e di ribaltare il risultato a Bergamo nel secondo tempo. Ma anche il successo dei nostri ragazzi ha dell'incredibile vista la stanchezza emotiva con la quale sono arrivati a giocarsi la partita.

[continua]

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