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HELLAS VERONA / Scudetto

27 Gennaio 1985: VERONA - ASCOLI 2 a 0

Hellastory: Scudetto

dal nostro inviato Massimo

Ultima di gennaio e giornata di grande importanza: di nuovo al Bentegodi, i gialloblù devono assolutamente vincere dopo un digiuno lungo 4 gare per rispondere all'Inter che li hanno agguantati in testa. Vediamo come sono andate le altre partite. Cominciamo con i nerazzurri, diretti interessati. Ebbene, l'Inter rallenta la sua corsa e si blocca al Partenio contro l'Avellino (dove noi ci avevamo lasciato le penne ...), ridimensionando almeno in parte la nostra debacle di 15 giorni fa. Il Torino ne approfitta e regola a fatica la Cremonese (Corradini) raggiungendo quota 23, mentre Roma e Sampdoria non vanno oltre lo 0 a 0 rispettivamente a Como e in casa del Napoli. Pochissime reti e grande equilibrio, dunque. Non va meglio per la Juventus (pari a Bergamo) e il Milan (pari a San Siro con i viola). Insomma, la partita con l'Ascoli è decisiva perché può chiudere la fase critica e rilanciare il Verona in testa alla classifica. Ma non sarà affatto facile.

LE ALCHIMIE DELLA GARA. Senza Ferroni ed Elkjaer ancora convalescenti e relegati in panchina solo a dare morale alla truppa, Bagnoli va per le spicce e urla a suoi: «Uccidete la colomba bianca!» .

Basta piangersi addosso, basta ascoltare la stampa che vuole convincerci della fine di questa impresa eroica, basta inibizioni e minchiate mentali. Adesso è arrivato il momento di andare in campo convinti dei propri mezzi, di arrivare sempre prima degli altri su tutte le palle e di bombardare la porta avversaria oltre ogni misura. E' arrivato il tempo dell'azione, di liberare la testa. Concentrazione, efficienza e metodo: questo è quello che serve. E nient'altro! Non fermatevi a guardare la colomba, non rimanete ipnotizzati dal suo candore e dalla sua eleganza, non credete ai vostri occhi: lei è nemica, subdola e pericolosa. Oggi veste le sembianze bianconere di una formazione di provincia in lotta per salvarsi, ma domani avrà quella potente ed aggressiva di una grande abituata a vincere scudetti e coppe. Sparate tutto quello che avete dentro e fate in fretta! Così, con lei, vi liberete da questa oppressione, da questi dubbi su voi stessi che vi tormentano e verificherete che non c'è niente di candido e di poetico di fronte a voi. Andate in campo e liberatevi da voi stessi.

MINUTO PER MINUTO. 30.000 spettatori stipati, nessuno dei quali percepisce il freddo intenso nella giornata tersa. Il Verona indossa di nuovo la maglietta blu, quella delle emozioni (mentre la gialla è quella dei miracoli) e ubbidisce agli ordini dell'arbitro D'Elia di Salerno.

Dopo 8' Marangon testa la difesa dell'Ascoli e poco dopo tocca a Volpati. Boskov, che ha rimpiazzato in panchina Mazzone per sollevare le sorti dei marchigiani, schiera una sola punta (Cantarutti) e infoltisce il centrocampo dando così grande libertà ai 2 terzini veronesi che sono molto bravi a costruire il gioco e a dialogare con i compagni. Solo il compianto ex Dirceu prova ad organizzare la manovra ospite, ma deve vedersela con Sacchetti, cioè quanto di peggio gli potesse capitare.

Proprio Sacchetti, pienamente recuperato, ci prova al 15' con una spettacolare rovesciata, e quindi tocca a Fontolan di testa splendidamente servito da Fanna. Al 25' altra occasione: cross di Volpati, Fontolan di testa fa da sponda per Di Gennaro che sfiora il palo con un tiro al volo. E' praticamente un assedio.

27 Gennaio 1985: VERONA - ASCOLI 2 a 0

Al 28' Sacchetti cattura il pallone sulla trequarti e lascia partire un missile terra aria che picchia sotto la traversa: irrompe Galderisi e di testa ribadisce in rete. Gigi giura che la palla era già entrata e che quindi il gol doveva essere assegnato a lui, ma Nanu ha sempre taciuto sull'accaduto. Ai tifosi non interessa assolutamente niente di quello che è effettivamente accaduto in campo e in società si tende a favorire sempre l'attaccante per la classifica dei cannonieri.

Palla al centro, Ascoli frastornato e Verona molto più sicuro di sé. Passano solo 4' e ancora Sacchetti (il migliore in campo oggi) ruba palla a Dirceu, s'infila in un corridoio lasciato libero e sferra un destro micidiale che finisce alle spalle di Corti. 1 – 2 letale per gli avversari!

Ancora Verona: Di Gennaro ha la grande occasione per triplicare ma il difensore Perrone alza sopra la traversa. Il regista gialloblù, tornato tonico dopo un breve periodo di appannamento, ci riprova in chiusura di tempo ma è ancora sfortunato perché Corti risponde da campione.

27 Gennaio 1985: VERONA - ASCOLI 2 a 0

Al riposo il Verona è sazio: la squadra ha giocato molto bene dando lezione di calcio e di concretezza. E' bastato un tempo per domare l'Ascoli, ora ci vorrà un tempo per controllare la partita e ascoltare le notizie che arrivano da Avellino. La missione che lo obbligava a liberare sè stesso è perfettamente riuscita.

Al 79' Bagnoli ci regala una nuova emozione: dopo 2 mesi e mezzo entra in campo Mauro Ferroni, fermato da un brutto incidente contro la sua ex squadra, la Sampdoria. Gli lascia il posto Briegel. E' festa al Bentegodi!

Ma il terreno è gelato e l'inverno non ammette sconti. Al primo scatto, Super Mauro si inchioda. Tutta la panchina si alza in piedi, Bagnoli snocciola una sequela di moccoli, il massaggiatore accorre a chiedere spiegazioni. Il terzino alza la gamba sinistra, è lì il problema. Una ricaduta? Un problema muscolare? Che disdetta, che sfortuna! Doveva essere la partita con la quale avremmo potuto pareggiare i conti con il passato, ma non è stato assolutamente così. Dura solo 180 secondi la gara di Ferroni e al suo posto entra Donà.

I SIGNIFICATI DELLA PARTITA. L'eliminazione della colomba non è stata né sanguinosa né cruenta come qualcuno poteva temere. Il bell'animaletto, simbolo del nostro impedimento, è scomparso senza alcun dramma dopo le reti di Galderisi e Sacchetti. Il Verona è tornato: adesso è nuovamente libero.

Non fosse per il nuovo infortunio di Ferroni, oggi avremmo solo motivi per essere felici: di nuovo una vittoria netta e indiscutibile; di nuovo al comando della classifica in solitudine (abbiamo 1 punto più dell'Inter); di nuovo in campo una squadra tosta e incontenibile.

Le fasi evolutive richiedono il loro tempo: il carico di energia, la difficile ripresa, il ritmo e, infine, la fuga. Lo sa benissimo chi fa sport, studia o lavora. Dopo ogni sofferenza, ci si trova uno o più gradini più in alto di prima e si entra di diritto in una nuova fase. E' la legge della natura. Il Verona ha patito i suoi infortuni, la panchina corta, la grinta degli avversari e l'imballaggio della preparazione atletica e mentale. Era fondamentale vincere oggi, prima della sosta del campionato. E' come chiudere una fase. Ma chiuderla nella maniera corretta. Ora, dopo l'Ascoli, il Verona è pronto ad affrontare le nuove sfide con maggiore consapevolezza di sé.

PRENDIAMOCI UNA PAUSA Il 30 gennaio la Juventus regola la Lazio (Platini) nel recupero di campionato e scavalca il Milan a quota 20. Nel frattempo, Bearzot chiama in raduno la nazionale italiana per una amichevole a Dublino. Il 5 febbraio, infatti, gli azzurri battono l'Irlanda 2 a 1 con reti di Rossi (su rigore) e di Altobelli guidati in cabina di regia dal nostro Di Gennaro, unico gialloblù in campo. C'è poi il festival di Sanremo, con ospiti illustri come i Duran Duran che, al grido di Wilde Boys, il 7 febbraio accenderanno i fans alle 22,00. Per la cronaca, la manifestazione si conclude con il successo dei Ricchi e Poveri col pezzo “Se m’innamoro”, seguiti dal giovanissimo Luis Miguel con “Ragazzi di Oggi” e dalla rediviva Gigliola Cinquetti con la canzone “Tu chiamalo Amore”. Ma questa edizione consacra Eros Ramazzotti e Zucchero.

Il 10 febbraio riprende il campionato e ci aspetteranno 4 partite di fuoco: a Udine, al Bentegodi contro l'Inter, a Torino con la Juventus e infine di nuovo in casa con la Roma. Se fino a questo momento nessuno di noi ha mai potuto o voluto considerare il Verona come una pretendente seria allo scudetto, queste prove del fuoco collocheranno esattamente i gialloblù nel ruolo che spetta loro. Indipendentemente dalle nostre speranze e di quelle dei nostri avversari. Per fortuna, aggiungerei.

Hellastory, 27/01/2005

LA STRATEGIA DI PRESIDIO E UN MERCATO FATTO DI PRESTITI


Povero Verona ... Prima la fragilità (tecnica e mentale) dimostrata all'Olimpico che conferma che anche quest'anno dovremo soffrire. Poi i rifiuti di mercato (Baldanzi, Richardson, Faivre) che, per motivi diversi, hanno tutti snobbato il Verona. Verona è una piazza poco appetibile o offre troppo poco? Comunque sia, per i tifosi del Verona ogni stagione è un continuo succedersi di momenti di passione con alternati picchi depressivi (molti) ed esaltati (pochi): si parte in estate con l'allestimento di una squadra decente in grado di salvarsi e si finisce con il riscontro sul campo. Il problema è che questo stress si risolve sempre solo negli ultimi giorni di trattativa e nelle ultime partite di campionato. Se questa è una situazione alla quale non finiremo mai ad abituarci, anche vedendo come si muovono nel frattempo le nostre avversarie dirette, credo che debbano essere rivisti i criteri che guidano le linee guida societarie e delle quali subiamo ansiogene conseguenze. Il Verona fa di un vanto la propria gestione oculata in termini di ingaggi e contenimento di costi. Corretto. Aggiungo che l'autofinanziamento nel mercato (compro sulla base di quanto riesco a vendere) è una regola quasi decennale introdotta da Setti che aveva un capitale limitato e anzi sosteneva se stesso con il risultato economico positivo della società. L'alternativa è prendere a prestito, magari con l'opzione del riscatto. Il Verona ha una struttura fragile e non può permettersi di sbagliare mercato, per questo punta su giocatori potenzialmente interessanti, magari provenienti da stagioni sfortunate. Spendere 10 milioni per un potenziale talento che poi o si infortuna o non riesce ad esprimersi sarebbe deleterio per il bilancio. Riuscire invece a strappare un'opzione ad una cifra prefissata aiuta la gestione societaria nel valutare l'opportunità di un successivo riscatto. Un buon esempio è stato il Cagliari che quest'estate ha riscattato Piccoli, Gaetano e Caprile spendendo subito 26 milioni e successivamente ha ceduto Piccoli alla Fiorentina per 25 ripagandosi di fatto l'intera operazione con il vantaggio di aver acquisito 2 giocatori (per loro) importanti.

[continua]

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