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HELLAS VERONA

 
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HELLAS VERONA / Scudetto

31 Marzo 1985: SAMPDORIA - VERONA 1 a 1

dal nostro inviato Massimo

Continua la caccia al Verona. I gialloblù vanno in Liguria, mentre dietro succede il finimondo: ben 5 squadre si feriscono a vicenda e sbattono contemporaneamente contro il muro dei 30 punti. Incredibile ma vero! Eccole: 1) l'Inter, in caduta libera, perde anche ad Udine; 2) la Juventus, in crescita, conquista in casa granata il derby frenando di conseguenza la corsa 3) del Torino; 4) il Milan abbatte facilmente l'Avellino; 5) ed ultima, è proprio la Sampdoria che oggi ospita il Verona. Oramai tutti sapete «cosa» è successo, non rimane che scoprire «come» è successo.

31 Marzo 1985: SAMPDORIA - VERONA 1 a 1

LE ALCHIMIE DELLA GARA. La Sampdoria è sorella del Verona, entrambe hanno molte cose in comune: oltre alla simpatia reciproca e all'affetto tra i tifosi c'è anche un progetto di crescita in atto espressione di dirigenti lungimiranti. Il rischio odierno è proprio questo: incontrare i blucerchiati in piena corsa verso obiettivi dichiarati e desiderosi di conquistare un posto in Coppa. Il tutto attraverso l'utilizzo del gioco e dello spettacolo. Per loro, l'arrivo dei gialloblù è quindi una festa ma anche un'occasione importante da cogliere al volo. Oltretutto, finora pochissime squadre sono riuscite a fare punti a Marassi.

La stampa nazionale, che sta prendendo in considerazione come plausibile un successo finale veronese, monta l'attesa con grandi titoli: «La partita più lunga dell'anno» titola la Gazzetta, «Vediamo se il Verona riuscirà a uccidere questo campionato» replicano alla televisione. Chi la spara più grossa, spara più lontano. Come nella vita, del resto. Il calcio è fatto di grandi attese, e lo spettacolo che possono fornire due contendenti simili è al di sopra delle aspettative.

Del resto, Sampdoria - Verona giocata ad ottobre è una cosa, ora – alla 24° giornata – un'altra: tutto ha un significato diverso, ogni punto conquistato vale il doppio a fine marzo e, di conseguenza, anche la parola spettacolo e clamore viaggiano con nuovi parametri.

Bagnoli recupera tutti i suoi uomini e piazza in campo il Verona che piace a lui: Ferroni torna ad essere titolare contro la sua ex squadra e Volpati avanza di 20 metri ponendosi così alle spalle di Di Gennaro sul centro destra; Fanna è più libero di fare quello che vuole sulla corsia e dialogare con le punte. La fascia destra è stata finalmente restituita al suo primordiale spessore: questo è il Verona dello scudetto. Agli 11 che scendono in campo, si aggiungono Sacchetti e Bruni, sempre pronti a cambiare qualcosa in corsa - se serve - e a trasformare a proprio piacimento il mostro più bello e spietato che c'è. Questo Verona mette davvero paura.

Per l'occasione arbitra il signor Casarin, l'arbitro del Palazzo. Un po' dimesso questa volta, per la verità, viste le nuove credenziali scaligere. Anche il Palazzo, furbo, si adegua presto alle circostanze. In genere è sempre svelto a capire l'aria che sta tirando. Infondo, può scattare l'operazione simpatia (vedi Cagliari e Lazio).

Per l'occasione, 8.000 tifosi gialloblù vanno in gita a Genova, per vedere il mare e tenere lontano gli inseguitori. E' presto per fare il bagno a Celle Ligure e Varazze, ma non per cercare i delfini in prossimità del golfo. E si sa che i delfini portano bene.

31 Marzo 1985: SAMPDORIA - VERONA 1 a 1

MINUTO PER MINUTO. Il Verona, in completo giallo, si muove in campo che è una meraviglia. Dopo 6 minuti, Elkjaer lancia Galderisi che entra in area di rigore, si libera con un paio di finte di Vierchowod e Renica e batte Bordon con un perfetto diagonale. Stupendo. Verona subito in vantaggio e il settore ospite esplode di gioia!

Bearzot, in tribuna, prende appunti: Nanu è un attaccante terribile, giovane e smaliziato; partita dopo partita sta acquistando forza e punta orgogliosamente alla maglia numero 9 della Nazionale, destinato a sostituire Bruno Giordano e Paolo Rossi in quel ruolo. Nel frattempo, Vierchowod, lo stopper azzurro, deve mostrare al CT tutto il mestiere che ha per tenerlo a bada. E non ci riuscirà neppure.

Al minuto 11 punizione per i blucerchiati: batte una fucilata delle sue Renica, lungo difensore col vizio del gol, nato nelle lande francesi in una località che si chiama Annecy, ma veronese di residenza e ascendenza: la palla si insacca con violenza alle spalle di Garella. Sono bastati solo 5 minuti alla Sampdoria per riequilibrare il risultato. Garella, nell'occasione, non ha convinto ed appare nuovamente il goffo portiere che ricordano da queste parti. Adesso che abbiamo assistito a 2 gol in così pochi minuti o ce ne aspettano altri 8 gol o la partita è destinata a morire qui. Vedremo.

Al 24', Fontolan sfiora un nuovo vantaggio gialloblù in una rara proiezione offensiva. E 9 minuti dopo una legnata di Di Gennaro chiama in causa Bordon. Dige è sempre più libero di fare ciò che vuole avendo le spalle coperte da un maestoso Volpati, che va su tutti i palloni da una parte, e dall'immancabile Briegel dall'altra.

A questo punto ci provano i due gioielli di casa, Mancini e Vialli, a fare qualche sgarbo ai nostri, ma Ferroni e Fontolan non sono d'accordo, e Tricella possiede tutte le combinazioni delle casseforti Conforti: in area gialloblù c'è il coprifuoco, impossibile entrare senza la sua autorizzazione. Il tempo finisce così, molto più lentamente rispetto all'effervescente avvio, conseguenza del rispetto reciproco e della paura di sprecare tutto.

31 Marzo 1985: SAMPDORIA - VERONA 1 a 1

Il ritmo cala ulteriormente nel corso della ripresa a causa anche dei primi caldi che condizionano le energie delle squadre. Vierchowod e Renica sono più attenti, non vogliono farsi sorprendere nuovamente e infilano qualche entrata dura su Galderisi ed Elkjaer. Insomma, tutto secondo copione.

Al minuto 78, Bagnoli chiama fuori Nanu, e lo sostituisce con Sacchetti. Messaggio forte, questo: il pari ci va bene. Fanna accentra per disorientare i duri difensori doriani e Gigi restituisce qualche pestone calabrese ai doriani che gli capitano a tiro, pestone questo fatto con arte, per carità, come si deve, aggiungerei: cattivo solo il necessario per calmare l'ardore dei padroni di casa che talvolta provano ad alzare la cresta. Tocca poi a Fanna lasciare il posto a Bruni, a pochissimo dalla fine, quando tutto appare compiuto. Non dovrebbero esserci altri problemi fino al fischio finale.

Invece no. C'è un ultimo sussulto al minuto 88: ammucchiata furibonda in area gialloblù con un feroce batti e ribatti a giustificare le intenzioni prepartita. Ma la deviazione finale, da pochi passi, è una svirgolata grottesca di Scanziani che finisce ridicolamente fuori. Come poteva permettersi di interrompere questo equilibrio perfetto?

Finisce 1 a 1, come volevano entrambi.

IL SIGNIFICATO DELLA PARTITA. Giornata decisiva questa. Negli spogliatoi dello Stadio Marassi giunge probabilmente la notizia più attesa : Osvaldo Bagnoli annuncia di aver rinnovato il contratto per un altro anno col Verona. La colonna portante di tutta l’epoca d’oro del calcio targato veronese rimane salda al suo posto. Inoltre, visti i risultati delle altre, 6 punti a 6 partite dalla fine sono un bel vantaggio, non c'è dubbio. Il Verona ha recuperato tutti i suoi giocatori e guarda con fiducia l'ultimo mese e mezzo della stagione. Soprattutto, non si riesce a capire chi possa opporsi.

Ora i giochi si fermano per dar modo ai calciatori di festeggiare la Pasqua. Prima, però, la nazionale azzurra è impegnata in un’amichevole contro il Portogallo che si sta preparando alle qualificazioni ai mondiali messicani del 1986. Bearzot convoca anche “Nanu” Galderisi, portando così a quattro i componenti della nostra squadra a vestirsi d’azzurro. Insomma, oggi ci sono molti motivi per festeggiare.

Hellastory, 31/03/2005
Serie A 1984/85 | 24a giornata | 31/3/1985
UC SAMPDORIA
UC SAMPDORIA
1
  AC VERONA HELLAS
AC VERONA HELLAS
1
10' A.Renica marcatori 5' G.Galderisi
Bordon, A.Renica, R.Galia, Pari (81' Casagrande), Vierchowod, L.Pellegrini (I), Scanzani, Souness, Mancini (59' Francis), Salsano, Vialli.   C.Garella; M.Ferroni (I), S.Fontolan (I), L.Marangon (I), R.Tricella; H.Briegel, A.Di Gennaro, D.Volpati; P.Elkjær Larsen, P.Fanna (89' L.Bruni), G.Galderisi (78' L.Sacchetti)
Bersellini ALL O.Bagnoli
- ammoniti R.Tricella

Arbitro
P.Casarin (Milano - MI)
Note
SPETTATORI: paganti 31.091, abbonati 10.314. I GOL. 0-1: Briegel lancia Galderisi che brucia in velocita Vierchowod e supera Bordon con un tiro che batte sul palo e finisce in rete; 1-1: punizione di Souness per Renica e stangata che Garella tocca ma non trattiene.



LA GUERRA DI TRINCEA HA FUNZIONATO


Il confronto diretto del Verona con l'Empoli è la sintesi di questo girone di ritorno. Una squadra rognosa la nostra, difficile da affrontare, disposta a concedere pochissimo all'avversario di turno. Sulla salvezza, onestamente, ero abbastanza sereno. Troppe combinazioni negative si sarebbero dovute verificare contemporaneamente. Ma vincere ad Empoli non l'avevo proprio messo in conto. Sogliano conquista la sua terza salvezza consecutiva. Era stato chiaro, durante la settimana: mentre altri fanno le celebrazioni per lo storico scudetto (che Dio benedica quegli eroi!), e altri ancora si lasciano andare a fantasie intorno ad un nuovo stadio (a questo punto, ipotizzo di proprietà), noi dobbiamo pensare unicamente alla salvezza. E non è affatto vero che tutto, nel mondo del calcio, sia scontato o già scritto in partenza: la Lazio, che aveva imposto il pareggio all'Inter in casa sua, non è riuscita a battere il Lecce all'Olimpico pur giocando un tempo intero in superiorità numerica. Perdendo, di conseguenza, anche l'opportunità di un piazzamento nelle coppe europee. Per non parlare del tracollo interno dell'Atalanta, evidentemente sazia, ad opera del Parma capace di fermare prima il Napoli campione d'Italia e di ribaltare il risultato a Bergamo nel secondo tempo. Ma anche il successo dei nostri ragazzi ha dell'incredibile vista la stanchezza emotiva con la quale sono arrivati a giocarsi la partita.

[continua]

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