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HELLAS VERONA / Scudetto

23 Dicembre 1984: COMO - VERONA 0 a 0

Hellastory: Scudetto

dal nostro inviato Massimo

L'antivigilia di Natale non ferma il Campionato, anzi lo ravviva. Il Torino pareggia a Bergamo, la Roma supera a fatica la Cremonese desolatamente ultima e la Juventus (gol di Briaschi e Platini) mostra a Maradona che il suo Napoli è ancora solo un'ipotesi di grande squadra. La crisi del Napoli, da questa sera in piena zona retrocessione, è oramai ufficiale nonostante l’opulenta campagna acquisti estiva. La partita più importante si gioca a Milano ponendo di fronte l'Inter alla frizzante Sampdoria di Bersellini: Altobelli e Rumenigge cancellano con la loro classe la vivacità doriana e mostrano al campionato i muscoli. Questo significa, in definitiva, che i nerazzurri si sono finalmente scrollati di dosso il loro torpore iniziale e adesso seguono da vicino il Verona con 19 punti in classifica, in compagnia del Torino. Due brutte gatte da pelare. Noi oggi siamo andati in gita al lago per la seconda trasferta consecutiva, e siamo a Como, a testare la consistenza di questa neopromossa e a confermare la nostra.

COSA STA SUCCEDENDO INTORNO A NOI? E' stata una settimana piena di eventi significativi. Il 21 dicembre assistiamo al lancio della sonda sovietica Vega 2, con l’obbiettivo di studiare Venere e la Cometa di Halley. Il giorno dopo, con 128 punti e un grande distacco su Tigana, Platini conquista per il secondo anno di seguito il Pallone d'Oro. Terzo classificato il nostro Elkjaer. Infine, mentre si sta disputando questa giornata di campionato e la gente è in giro per completare gli acquisti natalizi, nella galleria di San Benedetto Val di Sambro, provincia di Bologna, già teatro della strage del treno Italicus nell’estate del 1974, esplode un ordigno sul rapido 904 proveniente da Napoli e diretto a Milano. La detonazione causa 16 morti e 161 feriti. Le indagini portano ad una pista di matrice mafiosa. Una vera tragedia.

23 Dicembre 1984: COMO - VERONA 0 a 0

LE ALCHIMIE DELLA GARA . Si dice che le città più belle del mondo lo sono perché hanno un fiume su cui specchiarsi di giorno e su cui brillare di notte. Non so se questa diceria è sempre vera, certo che Roma, Firenze, Pisa, Torino e la nostra Verona sono tra i centri più belli dal punto di vista architettonico, culturale e paesaggistico. Poi, alzando gli occhi oltre, mi accorgo che anche Parigi, Londra, New York, Vienna, Budapest e Praga godono di questo privilegio e mi rassicuro sulla attendibilità del detto popolare. Ma come la mettiamo con quei centri che si adagiano sulle rive di un lago? Non ricordo analoghe dicerie in merito, ma l'impressione è la stessa: lo specchio d'acqua si allarga e tutta la città ne rimane coinvolta. Quasi compromessa. Da semplice seduttrice, cambia se stessa e ferma il tempo intorno a lei presentando una dimensione spazio-tempo completamente diversa. Le città sul lago sono eleganti, misteriose, lente, distaccate. Ciò che è consuetudine per gran parte della Svizzera, è unicità per noi. Personalmente Lecco è quella che preferisco perché si concede quasi totalmente; Stresa e Bellagio le più raffinate, Iseo la più misteriosa; Como, infine, la più lungimirante perché si porge di fronte alle montagne in bella vista, ma ha il cuore nella pianura e gli affari a Milano. Volutamente non faccio cenno ad alcun comune del lago di Garda, per molti versi lontane da questa filosofia ma ugualmente meravigliose.

I lariani hanno conquistato con merito la serie A e sono motivatissimi a preservarla. Il direttore sportivo Sandro Vitali è un vecchio volpone: innanzitutto sfrutta al meglio i prodotti del suo settore giovanile utilizzando il talento di Todesco, Fusi, Invernizzi e soprattutto Matteoli; poi si rinforza chiamando Ottoni e Morbiducci dal Perugia e Guerrini dalla Sampdoria; infine inserisce la classe del tedesco Hansi Muller, compagno di nazionale di Briegel, e del centravanti svedese Corneliusson, anche lui nel giro della nazionale. In panchina siede un tecnico di poche parole ma di grandissimo spessore come Ottavio Bianchi. Per comprendere a pieno le sue capacità, ricordo che l'anno prossimo Ferlaino lo chiamerà a Napoli per costruire una squadra degna di Maradona e che nel 1986/87 diventerà Campione d'Italia.

Fortunatamente Bagnoli recupera Briegel: il Como è una formazione coriacea e non molla un centimetro, per questo occorre recuperare tutte le alternative possibili. Bruni e Sacchetti oramai titolari inamovibili si muovono a protezione di Di Gennaro mentre Fanna è impiegato nuovamente come attaccante in coppia di Galderisi. Nessun problema dietro con il recupero in settimana di Fontolan, ex bandiera lariana con ben 248 partite in riva al lago e Volpati (anche lui 69 partite in azzurro). Per inciso, Volpati e Fontolan disputarono insieme da queste parti la stagione 1977/78 in serie B. In panchina ci sono i soliti Spuri, Fabio Marangon, Donà e Turchetta più Terracciano diventato a questo punto più di un semplice porta fortuna.

Tra i lariani, una parola merita il portiere Giuliano Giuliani, destinato a sostituire nel prossimo campionato il nostro Garella. Non faccio giudizi di merito e nemmeno tecnici, ma quando un ragazzo di 32 anni stronca la sua giovane vita per un disegno del Caso che non riusciamo assolutamente a comprendere né ad accettare, molti significati devono essere riletti in maniera diversa e lasciano il tempo che trovano. Giuliani è, come altri al pari suo, una ferita aperta dalla quale non riuscirò mai a trovare altro che un temporaneo sollievo.

23 Dicembre 1984: COMO - VERONA 0 a 0

MINUTO PER MINUTO Il Verona usa la maglietta gialla dell'Olimpico e parte subito all'attacco per chiudere velocemente la pratica. Briegel, deve correre il doppio per recuperare il suo regime di marcia rallentato dalla squalifica di domenica scorsa e serve alla perfezione Galderisi che viene però anticipato da Giuliani.

Dopo 10 minuti corner di Sacchetti, Galderisi sfugge un attimo a Ottoni e schiaccia di testa di poco fuori. 2' dopo, nuovo angolo ma dalla parte opposta: batte Fanna e Briegel testa l'abilità e i riflessi di Giuliani tra i pali: strepitoso.

Il Verona domina in campo e sembra passare da un momento all'altro. Purtroppo al 19' Bruni si infortuna ed è costretto a uscire dal campo: Bagnoli ha solo due soluzioni, o inserisce Donà o la terza punta Turchetta. Il problema è che il primo non dà sufficienti garanzie (magari Terracciano avesse un paio di anni e di esperienza in più!), mentre il secondo allunga inevitabilmente la squadra. Ma tant'è, entra Turchetta che si sposta a destra (Fanna va a sinistra), coperto da Sacchetti che occupa la zona di campo di Bruni. Nuovo Verona, dunque con il 4-3-3, ma l'equilibrio tattico cambia.

Occorrono buoni 10 minuti perché i nostri riescano a trovare i giusti collegamenti e il Como ne approfitta. Ora il Verona comincia a soffrire. Una punizione di Muller chiama Garella, alla mezzora, e lui risponde. Al 36' Giuliani interrompe un nostro alleggerimento e serve lungo Matteoli che lancia Centi ma il nostro portiere c'è ancora. Ultima azione del primo tempo, Muller pennella un pallone per la testa di Bruno di poco alta sopra la traversa.

Nella ripresa le due squadre sono più guardinghe. Al 57' Muller è costretto a uscire dal campo e viene sostituito da Todesco, un'aletta veloce e scattante che ricorda molto fisicamente il nostro Bruni. Adesso sono i lariani a sbandare. Al 59' Briegel serve Di Gennaro appostato a centro area, splendida girata e Giuliani è ancora chiamato a fare il protagonista.

Al 72' Turchetta scende in dribbling sulla destra, crossa per Briegel che in tuffo colpisce a colpo sicuro, la palla però sbatte a terra e il Como si salva a stento.

A pochi minuti dalla fine l'ultima opportunità per i gialloblu, assoluti protagonisti di questo secondo tempo: da Fanna a Briegel, lancio lungo a Di Gennaro che in mezza rovesciata costringe Giuliani ad un nuovo miracolo. E finisce così, 0 a 0, una partita davvero impegnativa.

IL SIGNIFICATO DELLA PARTITA. Il Natale del 1984 ci consegna il Verona in testa alla classifica, in perfetta solitudine, con 2 punti di vantaggio sugli inseguitori Inter e Torino. 21 punti, 8 vittorie e 5 pareggi, questo è il cammino esaltante dei gialloblu. Lo avessero sussurrato gli gnomi e i folletti di Cavalese, lo scorso agosto, avrei temuto per la mia infermità mentale.

Bagnoli ha i giocatori più forti in assoluto: compatti, irriducibili e imbattibili: le grandi sono state tenute a bada e le piccole sono state spazzate via. C'è solo il Verona, in testa alla classifica dalla prima giornata, e nient'altro.

Lo so che adesso comincia veramente il Campionato, che adesso le squadre più attrezzate entrano in condizione e che mancano ancora 5 mesi alla fine. Ma il domani è domani e non ci è dato conoscerlo. E poi, quando rientreranno dai loro infortuni Elkjaer e Ferroni, avremo anche noi nuove frecce da poter scoccare. Nel frattempo chiudiamo l'anno così, sperando che non cambi niente in futuro. Una volta tanto nella vita.

Buon Natale a tutti voi, oggi, 40 anni dopo.

Hellastory, 23/12/2004

Como, 23.12.1984. Serie A, Giornata 13

Como 0

AC COMO
G.Giuliani, Tempestilli, Ottoni, Centi, Albiero, Bruno, Muller (56' Todesco), Notaristefano (70' Gobbo), Morbiducci, Matteoli, Fusi.
ALL. Bianchi

    Tempestilli, Ottoni, Muller

ARBITRO

E.Ballerini della sezione di La Spezia (SP)

SPETTATORI: paganti 13.303, abbonati 5.309.

[2012]

LA STRATEGIA DI PRESIDIO E UN MERCATO FATTO DI PRESTITI


Povero Verona ... Prima la fragilità (tecnica e mentale) dimostrata all'Olimpico che conferma che anche quest'anno dovremo soffrire. Poi i rifiuti di mercato (Baldanzi, Richardson, Faivre) che, per motivi diversi, hanno tutti snobbato il Verona. Verona è una piazza poco appetibile o offre troppo poco? Comunque sia, per i tifosi del Verona ogni stagione è un continuo succedersi di momenti di passione con alternati picchi depressivi (molti) ed esaltati (pochi): si parte in estate con l'allestimento di una squadra decente in grado di salvarsi e si finisce con il riscontro sul campo. Il problema è che questo stress si risolve sempre solo negli ultimi giorni di trattativa e nelle ultime partite di campionato. Se questa è una situazione alla quale non finiremo mai ad abituarci, anche vedendo come si muovono nel frattempo le nostre avversarie dirette, credo che debbano essere rivisti i criteri che guidano le linee guida societarie e delle quali subiamo ansiogene conseguenze. Il Verona fa di un vanto la propria gestione oculata in termini di ingaggi e contenimento di costi. Corretto. Aggiungo che l'autofinanziamento nel mercato (compro sulla base di quanto riesco a vendere) è una regola quasi decennale introdotta da Setti che aveva un capitale limitato e anzi sosteneva se stesso con il risultato economico positivo della società. L'alternativa è prendere a prestito, magari con l'opzione del riscatto. Il Verona ha una struttura fragile e non può permettersi di sbagliare mercato, per questo punta su giocatori potenzialmente interessanti, magari provenienti da stagioni sfortunate. Spendere 10 milioni per un potenziale talento che poi o si infortuna o non riesce ad esprimersi sarebbe deleterio per il bilancio. Riuscire invece a strappare un'opzione ad una cifra prefissata aiuta la gestione societaria nel valutare l'opportunità di un successivo riscatto. Un buon esempio è stato il Cagliari che quest'estate ha riscattato Piccoli, Gaetano e Caprile spendendo subito 26 milioni e successivamente ha ceduto Piccoli alla Fiorentina per 25 ripagandosi di fatto l'intera operazione con il vantaggio di aver acquisito 2 giocatori (per loro) importanti.

[continua]

Qual è stato il miglior gialloblu in campo in

H.Verona-Cremonese?



H.Verona    Cremonese


Akpa-Akpro J.

Al-Musrati M.

Belghali R.

Bella-Kotchap A.

Bernède A.

Bradaric D.

Frese M.

Gagliardini R.

Giovane S.

Montipò L.

Nelsson V.

Niasse C.

Nunez Gestoso U.

Orban G.

Sarr A.

Serdar S.


 


Riepilogo stagionale e classifica generale




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