Parliamo
un po' del Verona attuale: ti ha sorpreso questa retrocessione?
"Sinceramente
sì, non mi aspettavo affatto un campionato così deludente. Ha
girato tutto storto, ma la colpa non può essere data solo alla
sfortuna. Si sono sbagliate molte valutazioni iniziali, ma in
particolare è stato evidente che senza i 20 gol che Toni aveva
assicurato nei precedenti campionati diventa difficile vincere tante
partite. Nei precedenti 2 campionati, ma soprattutto nell'ultimo,
stagione 2014-15, Luca Toni aveva mascherato con i suoi gol le
difficoltà della squadra."
Pazzini
ha deluso...
"In
effetti Pazzini non è mai stato un bomber da 20 gol a stagione, e si
sapeva anche che Toni non poteva durare in eterno e prima o poi
avrebbe avuto qualche difficoltà. Ma si pensava che magari potessero
segnare una decina di gol a testa e la squadra non ne avrebbe
risentito. Invece la squadra ha fatto una fatica incredibile a fare
gol."
Per
contro, la difesa continua a fare acqua: in 3 campionati di serie A
non si è mai trovata la soluzione per prendere meno di 60 gol.
"Ecco,
qui ci sono delle cose che appaiono piuttosto inspiegabili. Ho visto
giocare Helander e Bianchetti nelle rispettive nazionali Under 21 e
hanno sempre fatto ottime prestazioni: non è possibile che a Verona
si ridimensionino e non siano all'altezza. Probabilmente c'è
troppa aspettativa, troppa fretta che siano titolari inamovibili
subito, e non c'è stato modo di farli crescere accanto a un
difensore di esperienza come poteva essere Rafa Marquez, che però ha
dimostrato di non essere adatto al nostro calcio. Me lo ricordo
ancora come giocava nel Barcellona: era un difensore di un'eleganza
regale. A Verona non abbiamo mai visto il vero Marquez."
La
gestione dello spogliatoio come ti è parsa? Trovi giusto che ad un
certo punto Toni sia stato escluso dalle convocazioni?
"Non
lo so, non si possono dare giudizi se non si è dentro le situazioni,
non sarebbe corretto. Certo, vista da fuori, trovo che Luca Toni non
meritasse di essere lasciato fuori squadra per le trasferte di
Bologna e Napoli. La scusa che non è un uomo da portare in panchina
non regge. Ne è nata una polemica inutile e dannosa, senza
considerare che Toni merita rispetto non solo per la sua fantastica
carriera ma anche per quello che ha fatto a Verona. Ha segnato oltre
50 gol, si è conquistato subito la stima di tutti e la fascia di
capitano... credo che per lui si potesse avere un occhio di
riguardo."
* * *
E' arrivata l'ora di
chiudere l'album delle foto e di ringraziare Dino Gobbi per la sua
ospitalità, per i suoi racconti, e per il tempo che ci ha concesso. Con lui abbiamo
attraversato 50 anni di storia del calcio italiano, nonché
attraversato l'Italia da Nord a Sud seguendo le sue tracce sui
campi della serie C degli anni Settanta. Ma soprattutto abbiamo
rivissuto il biennio della Primavera del Verona vincitrice del
campionato. Fa venire un po' di emozione guardare le foto della
squadra Primavera con il tricolore cucito sul petto, schierata sul
terreno del vecchio Bentegodi.
Una formazione del Verona Primavera campione d'Italia schierata al vecchio Bentegodi.
In alto da sx: l'allenatore Caceffo, Pastorello, Negri, Pangrazio, Giacomi, Pasetto, Marcolongo; Fratton; accosciati da sx: Cinquetti, Migliorini, Fusaro, Gobbi.
Un
pezzo di storia se n'è andato con la scomparsa del campo in
Cittadella, ma la storia rimane inalterata nei ricordi di chi ha
vissuto in prima persona quei successi sportivi, e ne va giustamente
fiero. Un gruppo di ragazzi bravi ed affiatati, e due tecnici come
Conti e Caceffo su cui tutti hanno sempre speso solo belle parole.
Poco importa se poi molti di loro sono rimasti nell'anonimato o
hanno giocato nelle serie inferiori: le foto possono anche sbiadire,
ma l'impresa rimane, e quei ragazzi la storia dell'Hellas Verona
l'hanno scolpita in modo indelebile.