Le Idi di Marzo sono state un epoca storica di passaggio. Ma non secondo le intenzioni dei congiurati repubblicani (Cassio, Bruto, Casca e compagnia varia). Di fatto, loro strapparono con la forza Roma a Cesare ma la consegnarono poi a Ottaviano, passando così da un'eccellenza all'altra. Vuoi vedere che anche oggi, con il successo esterno del Verona a Torino, stiamo vivendo ad una forma di passaggio verso qualcosa di molto più importante? Vuoi vedere che, con tutti i de profundis che abbiamo dovuto cantare in questo periodo (Pescara, Sassuolo, Genova), allo stesso modo, ci tocca imparare un gloria?
Non c'è dubbio che la straordinaria vittoria di Torino si trasformerà in un ricostituente eccezionale. Non solo, aumenterà la consapevolezza dei propri mezzi ai gialloblu e introdurrà il virus della fragilità nei granata nella stessa identica misura. A partire da questo momento, ogni battaglia per noi non è persa in partenza. Mentre ogni partita per loro non è vinta in partenza.
A parte ciò, che non è poco, il miracolo di lunedì sera ha portato almeno altri tre benefici fondamentali.
Primo, finalmente il Verona può fare la corsa su qualcuno. A parità di punti, il Torino soccomberà proprio grazie allo scontro diretto. A partire da questo momento, insomma, non dobbiamo più solo guardarci alle spalle come è accaduto fino ad ora. Sassuolo e Padova sono ovviamente lì, un attimo dietro di noi. Adesso il Torino è diventato un obiettivo. Non c'è più solo una posizione da difendere, ma un'altra da raggiungere. Cambiano dunque la prospettiva e il modo di guardare la classifica.
Secondo, il Verona ha trovato un bomber. Gomez si è finalmente sbloccato e ha messo dentro 3 gol in 3 partite, raddoppiando in soli 15 giorni quello che aveva fatto finora dall'inizio del campionato. Questa è un'altra buona notizia: se pensavamo di andare avanti con Hallfredsson capocannoniere non avremmo avuto futuro. Ci vuole qualcuno, là davanti, che la butti dentro con regolarità, che concretizzi il lavoro della squadra e l'argentino è quello che ha la furbizia e la cattiveria giusta. Risolto questo problema, torneranno a segnare anche Ferrari, Hallfredsson e tutti gli altri. Per questo era fondamentale risolvere prima possibile il problema di chi è deputato a colpire.
Terzo, Mandorlini ha ritrovato il modulo offensivo che più lo convince. Una volta risolta la quadratura del centrocampo con l'eccezionale apporto di Tachtsidis e Jorginho a liberare Hallfredsson e Russo, occorreva scoprire anche la formula vincente davanti. Ebbene, al Verona serve un terzo giocatore (rispetto a Gomez e Ferrari) che faccia il movimento giusto di collegamento tra i due reparti, che si renda disponibile a farsi trovare largo sulle fasce, chieda l'uno/due con gli attaccanti, si sappia inserire in area partendo da dietro come terza punta. Per questo ruolo, delicatissimo, non potendo contare su D'Alessandro che è solo un esterno offensivo puro e neppure su Mancini che non è giocatore di categoria, l'uomo giusto doveva essere Berrettoni. L'anno scorso, con lui in campo i gialloblu iniziarono la rincorsa. In sua assenza però, il mister ha trovato Lepiller e sta ricevendo in cambio prestazioni sempre più convincenti. Poter
contare dunque sia sul francesino che sul recupero del romano per il finale di stagione mi sembra decisivo.
Guarda caso, il recupero del modulo più funzionale che c'è (davanti, dietro e in mezzo) esalta le qualità di tutti i gialloblu: Ferrari ha ricominciato a tenere palla e a fare a botte spalle alla porta, il greco dimostra di non essere più solo un semplice oplita ma è diventato anche un grande stratega, Gomez si è liberato dei suoi incubi e la butta dentro e via discorrendo.
Credo davvero che questa possa essere considerata la partita della svolta. Più si va avanti e meno spazio c'è per l'improvvisazione. Gli errori adesso si pagano cari e le soluzioni sono pietre filosofali. Ogni partita si trasforma in una conferma in un senso o nell'altro. Adesso che abbiamo sbranato, tra gli applausi, il Torino e viaggiamo a + 4 rispetto il girone di andata dobbiamo solo insistere con la stessa determinazione. In questo, la concentrazione e l'esperienza dello scorso campionato ci possono dare una mano.
Massimo
Colonna sonora: Come è profondo il mare, in ossequio a Lucio Dalla. La perdita è una mutilazione