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Dimissioni irrevocabili. Cannella si dimette da direttore sportivo dell’Hellas Verona dopo circa 1 anno dalla sua assunzione, coincisa con l’acquisto delle quote di maggioranza da parte del Conte Arvedi.
O meglio, diciamo che non siamo sicuri di poter dire con esattezza quando Canella ha iniziato a collaborare con il Verona. Chi dice assunto dal Conte grazie ad una fortuita conoscenza, chi dice tramite uno scambio di favori tra amici comuni (Casillo e compagnia cantante?), chi dice che sia stato addirittura socio di minoranza in società.
In realtà il suo primo avvistamento ufficiale è stato nella sede del calciomercato a fine agosto 2006, quando Pastorello aveva già lasciato andare Sensibile ed aveva praticamente ceduto il Verona al Conte. Successivamente Cannella dirà di essere stato assunto sì da Pastorello, ma addirittura nell’inverno precedente con una non meglio precisata carica societaria. Vediamo quindi che per Verona il nome Cannella non è mai stato sinonimo di chiarezza.
Le premesse affinché di chiarezza non ce ne fosse, a dire il vero, c’erano tutte. Cannella è stato per molti anni uomo di fiducia di Casillo e di Aliberti, presidenti pluri-indagati di Avellino e Salernitana e la sua presenza in terra scaligera, a detta di chi è abituato a pensar male, non premetteva nulla di buono. Fin da subito è parso chiaro come Arvedi pendesse dalle labbra di Cannella in tutto e per tutto. Arvedi si è sempre dichiarato non preparato a dirigere una società di calcio e quindi si è dovuto affidare ad una persona che ne sapesse qualcosa di più. Cannella, appunto. Tanto, troppo potere quindi nelle mani del Peppe, che forse ha intravisto la possibilità di diventare un grande manager del calcio, come Moggi e Galliani, lui che era abituato a fare solo il direttore sportivo comandato a bacchetta dai vari Cellino, Dal Cin e Casillo, gente che comanda e non demanda, come invece fa il Conte. Il gramo risultato ottenuto è sotto gli occhi di tutti. Prima la prova di forza nei confronti di Ficcadenti, poi la campagna acquisti di gennaio risultata scadente soprattutto nell’unico ruolo da rinforzare veramente, l’attacco. Mi giudicherete dopo gennaio, soleva dire. Bene. La retrocessione in serie C e nuovamente una campagna acquisti al limite della decenza ed infine, davanti all’ennesima catastrofe sportiva, le dimissioni. Proprio come farebbe un grande manager.
C’è chi predica bene e razzola male, ma c’è anche chi razzola male e predica peggio.
Cannella nei momenti di difficoltà rilascia deliranti interviste con una puntualità degna di un orologio svizzero. Dopo la campagna acquisti di gennaio sbatte sui quotidiani nazionali il tifo veronese, reo di non averlo fatto lavorare con tranquillità con i facinorosi che lo minacciavano anche di notte, al telefono. Dopo la retrocessione dichiara prima di darsi 8 in pagella per quanto fatto e poi, prima di iniziare il mercato, dirà che il Verona sarà la Juventus della serie C.
Durante le trattative per la cessione della società dirà di essere uomo di Pastorello, lasciando intendere chissà quali possibili intrecci tra la vecchia e la nuova proprietà, alimentando i già insistenti incubi dei tifosi. Infine, chiederà scusa a tutto l’ambiente e alla città per la propria incompetenza dicendo di essere pronto a farsi da parte. Una sceneggiata penosa condita dalle lacrime di coccodrillo di chi sta per abbandonare la nave prima dell’ennesima sciagura.
Personaggio subdolo e arrogante quanto forse a Verona non si era mai visto. Il suo fare strafottente nei confronti di chi gli rivolge domande, che sia la stampa o il tifoso per strada, denota una ostentata sicurezza in realtà sintomo di un profondo sentimento di inadeguatezza verso gli altri e verso il ruolo da coprire. Basti pensare che tutte le scelte di mercato sono cadute sempre su persone che orbitavano attorno alla ristretta orbita delle sue conoscenze personali. Non ultima la scelta di Franco Colomba.
Verona lo ricorderà come il peggior direttore sportivo dei tempi recenti. Peggio di Pasquale Sensibile.
Lungi da noi pensare alla malafede (non sia mai), resta evidente l’incompetenza del personaggio.
Valeriano
Hellastory, 18/09/2007