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Quattro anni fa di questi tempi, Alfredo Aglietti era agli sgoccioli della sua avventura a Verona. Dopo due stagioni e mezzo di alti e bassi con la maglia gialloblu si trasferì infatti nel gennaio 2000 al Chievo. Ma che fine ha fatto Aglietti? Dove gioca ora? Le risoste sono in un bell'articolo apparso sull'Unione sarda di cui sotto vi riportiamo i pezzi più interessanti.
Villacidro. Un campione atterrato per la causa biancoceleste nel Medio Campidano. Alfredo Aglietti, 33 anni, da neanche una settimana attaccante della Villacidrese, lo ha conosciuto sul serio il calcio vero, quello dei fuoriclasse. Ha collezionato due stagioni in A con le maglie di Napoli (la sua stagione migliore: 28 presenze, 9 gol) e Verona più cinque in B con Reggina, Chievo e ancora Verona, tra il 1995 e il 2001. E qualche campionato in C1 e C2. In tutto ha segnato quasi 150 gol.
«La mia carriera è stata strana. Ho bruciato le tappe: in cinque anni mi sono ritrovato dalla D alla A con il Napoli». Stagione 96-97, la migliore forse nella carriera di Aglietti. «Il mio rimpianto è che in quell'anno riuscii a segnare nove gol, giocai abbastanza bene ma nonostante tutto non sono più stato considerato granché: l'allenatore, Gigi Simoni, mi disse che era colpa di quel modo strano che ho di correre. Anzi - dice scoppiando in una risata - mi ha detto che ero proprio brutto. Questo, forse, mi ha penalizzato». È nato a San Giovanni Valdarno, a pochi chilometri da Arezzo: non gli manca il senso dello humor e l'accento tipico toscano. È sposato con Sonia e ha due figli, Mattia e Tommaso. Supera il metro e ottanta di altezza, viso allungato e barba incolta, raccontare di se stesso - per Aglietti - è un divertimento. Si considera un trequartista, «ma non decido io dove giocare» e conosce bene Righi col quale ha condiviso gioie e dolori nella Rondinella (92-93). Ha giocato insieme a Fabrizio Cammarata, bomber del Cagliari, nel Verona per due anni in B e in A, tra il 1998 e il 2000. «Sono stati anni stupendi», dice Alfredo: «Eravamo un gran gruppo, si usciva sempre insieme con mogli e fidanzate. Nell'anno in cui arrivò Fabrizio, però, mi ricordo che scoppiò un putiferio in ritiro per l'assegnazione delle maglie. Lui mi voleva portare via la maglia numero undici, che avevo già, senza considerare l'anzianità. Alla fine con la squadra decidemmo di organizzare un'asta per acquistare la maglia con cui giocare e devolvere il ricavato in beneficenza». Chi prese la numero undici? «Fabrizio, che spese un milione e mezzo di vecchie lire».
Aglietti ha giocato con tanti giocatori importanti come Brocchi, Pecchia, Corani, Nicola Legrottaglie e gli ex rossoblù Allegri e Firicano. Proprio all'ex libero del Cagliari sono legate le ultime due stagioni con l'Arezzo in C1. «Sono stati anni difficili: ho scelto troppo presto di avvicinarmi a casa. Ma pensavo anche alle esigenze della mia famiglia». Quest'anno dopo aver rescisso il contratto con la società toscana si è prima accasato a Milazzo (ma anche lì non è andata benissimo: «Ãˆ accaduto di tutto», poi è arrivata la chiamata della Villacidrese. «Sono stato contattato mercoledì scorso e nel giro di poche ore ho deciso. La squadra è di valore, in tanti mi hanno parlato bene del posto, la società è ambiziosa e l'allenatore sa il fatto suo. C'è voglia di fare bene: lotteremo fino alla fine per la C2». Il futuro: «Vorrei fare l'allenatore ma non sarà facile: se il campo dirà che valgo andrò avanti, altrimenti lascerò».
[Leggi la scheda di Alfredo Aglietti]
Hellastory, 19/11/2003