Lo scorso sabato mentre il Verona subìva una deludente sconfitta nel sentito derby contro il Vicenza, a poco più di 30 chilometri di distanza (Soave) un'altra squadra gialloblu si toglieva una piccola soddisfazione: stiamo parlando della formazione primavera guidata da mister Bonazzi, capace di battere per 3-2 i nerazzurri dell'Inter (vincitori lo scorso anno del prestigioso Torneo di Viareggio). Di questa partita si è letto qualcosa per via dell'ottima prestazione del francese Lepiller, giocatore nell'occasione fuori-quota autore di una doppietta decisiva e rimasto finora ai margini della rosa a disposizione di Mandorlini. Ma poco si sa e si dice in generale della primavera gialloblu e, ancor più nel dettaglio, del contributo del settore giovanile scaligero al mondo della prima squadra. Hellastory ha provato ad affrontare il tema a modo suo, gettando in due puntate uno sguardo sul passato, presente e futuro di questo complesso rapporto.
ITALIA: UN PAESE PER VECCHI: Di calcio giovanile in Italia si parla solo per lamentare l'ormai cronica mancanza di investimenti e talenti del movimento azzurro. Il campionato di Serie A arranca, le prestazioni delle principali squadre italiane nelle competizioni europee sono da qualche anno deludenti e sebbene le nazionali di Prandelli e Ferrara stiano registrando dei segnali di ripresa, scorrendo i nomi dei convocati appare ancora evidente il gap di qualità da colmare rispetto a squadre come Spagna, Olanda e Germania (rimanendo solo in europa). A dare conforto a queste opinioni c'è la freddezza dei numeri: la Serie A nella stagione 2009-10 si segnalava come il torneo più vecchio dell'Europa calcisticamente migliore (allargando la ricerca a tutto il continente, era il secondo in assoluto, alle spalle del modesto torneo cipriota): 27,4 era infatti l'età media dei giocatori in Italia contro i 26 della Spagna, i 25,9 dell'Inghilterra, i 25,7 della Germania ed i 24,7 in Francia.
L'età d'ingresso nel calcio che conta in Italia (che sia il campionato di A o la nazionale maggiore) è storicamente più elevata di quello delle altre migliori tradizioni calcistiche ed i giovani - anche quelli più promettenti - vengono regolarmente spediti in prestito nei campionati minori prima di affermarsi con la prima squadra (le eccezioni sono rarissime: negli ultimi anni si ricordano De Rossi, Marchisio, Balotelli e davvero pochi altri). Una piccola inversione di tendenza, in termini di età media dei giocatori messi in campo, la si sta osservando solo di recente, favorita dalla crisi economica e sull'esempio di squadre quali Udinese e Palermo. Si tratta di società che hanno abbassato notevolmente l'età media della rosa, ma che sono lo specchio di un nuovo fenomeno emergente che si presenta altrettanto preoccupante per il movimento azzurro. Anche a causa dell'impossibilità di effettuare investimenti rilevanti per acquistare buoni giocatori già pronti, si decide finalmente di puntare sui giovani, ma anziché far maturare e crescere i talenti italiani creando centri di formazione all'altezza di quelli presenti negli altri paesi europei, si preferisce andare alla caccia delle migliori speranze del calcio giovanile europeo, sudamericano ed africano, impiegando così meno denaro ed effettuando investimenti molto più mirati e redditizi nel breve termine. Così i principali giovani talenti emersi in A negli ultimi anni (si pensi anzitutto a Sanchez e Pastore, i due protagonisti del mercato 2011) sono il frutto di questo «rastrellamento» di talenti su uno scenario globalizzato, che ben poco ha da dare al movimento italiano. Più giovani in campo quindi, ma con investimenti nei settori giovanili sempre estremamente bassi: le nostre società investono infatti il5,63% dei loro ricavi (Fonte: ReportCalcio 2011) mentre in Spagna, Inghilterra, Germania l'investimento si aggira attorno al 10% (con risultati, specie nel caso tedesco, davvero notevoli).
Un ulteriore dato può descrivere bene l'insieme di questi fenomeni: tra i calciatori di serie A solo il 12,5% (la media europea si aggira intorno al 22%) è stato formato nei vivai delle varie squadre. Un'autentica miseria. Il divario con il calcio degli altri è enorme, anche in questo caso. In Francia si sfiora il 30%, la Spagna è attestata poco al di sotto del 25%, l'Inghilterra è al 17,5%, la Germania al 17%.
L'HELLAS ED IL CALCIO GIOVANILE: PIU' OMBRE CHE LUCI: Spostandoci dall'ambito nazionale a quello del nostro Verona il quadro per molti aspetti non cambia. I tanti nuovi presidenti e/o direttori sportivi succedutisi alla guida dell'Hellas negli ultimi anni hanno fatto a gara nel riempirsi la bocca della necessità di rilanciare il settore giovanile. I risultati (e gli investimenti), però, sono stati quanto meno poco soddisfacenti. Il Verona non ha mai avuto una grandissima tradizione nel calcio giovanile: scorrendo l'albo d'oro del campionato Primavera si possono notare le due vittorie conquistate nel campionato riservato alle formazioni di B nei lontani 1966-67 e 1967-68; si tratta a ben guardare di ben poca cosa, rispetto a quanto ottenuto da altre formazioni provinciali come Atalanta (2 campionati primavera assoluti e 2 Viareggio), Lecce (2 primavera) Empoli (1 primavera ed 1 Viareggio) e Bari (1 primavera ed 1 Viareggio), sulla carta dotate di mezzi non superiori a quelli dei gialloblu. Ma anche solo rimanendo in provincia, è ormai arci-nota la supremazia del settore giovanile del Chievo, società che forse non a caso ha prima iniziato a lavorare meglio del Verona con i giovanissimi per poi ripetersi stabilmente nel calcio dei grandi (anche se nel campionato Primavera il sorpasso c'è stato solo a partire dalla stagione 2005-06). Di seguito sono riepilogati i piazzamenti ottenuti dal Verona primavera dal 1999 ad oggi: i risultati sono chiaramente modesti, con l'Hellas che solo in un'occasione (era il 2004-05) è riuscito a superare la fase iniziale a gironi, per venire poi malamente eliminato agli ottavi dalla Juventus (sconfitte per 1-4 e 0-2).
Campionati primavera: l'andamento dell'Hellas dal 1999:
Stagione |
Campionato |
N°Gironi |
Girone |
Posizione |
Giocate |
Punti |
Media Punti |
1999-00 |
Primavera |
3 |
B |
11°(14) |
22 |
22 |
1,00 |
2000-01 |
Primavera |
3 |
B |
5°(14) |
22 |
36 |
1,64 |
2001-02 |
Primavera |
3 |
B |
7°(12) |
22 |
30 |
1,36 |
2002-03 |
Primavera |
4 |
B |
7°(12) |
22 |
24 |
1,09 |
2003-04 |
Primavera |
4 |
B |
7°(13) |
24 |
31 |
1,29 |
2004-05 |
Primavera |
4 |
B |
4°(12) |
22 |
39 |
1,77 |
2005-06 |
Primavera |
4 |
B |
11°(13) |
24 |
16 |
0,67 |
2006-07 |
Primavera |
4 |
B |
10°(13) |
24 |
20 |
0,83 |
2007-11 |
Beretti |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
2011-12 |
Primavera |
3 |
B |
8°(14) |
5 |
7 |
1,40 |
Limitando la nostra analisi al calcio moderno - ossia a quello che convenzionalmente potremmo definire successivo all'avvento del Milan di Sacchi e che è stato caratterizzato per il Verona da molti bassi e pochissimi alti dopo i fasti dell'era-Bagnoli - abbiamo provato a verificare l'apporto quantitativo delle giovanili del Verona alla prima squadra. Nella tabella riportata sotto si sono elencati, stagione per stagione a partire dal 1990-91, rispettivamente:
- Il numero di giocatori in rosa provenienti dalle giovanili gialloblu (colonna «Tot»);
- Il numero di esordienti in stagione provenienti dalle giovanili gialloblu (colonna «New»);
- Il numero di giocatori titolari provenienti dalle giovanili gialloblu (colonna «Tit»);
- I cognomi dei giocatori in rosa provenienti dalle giovanili gialloblu, contrassegnando con «T» quelli titolari e con «(E)» gli esordienti
Ai fini dell'analisi si sono considerati solamente i calciatori che hanno giocato almeno in una stagione con una formazione giovanile dell'Hellas e che hanno disputato almeno 1 gara di campionato in gialloblu (non sono stati quindi conteggiati quelli impiegati solamente in partite di Coppa) ed i titolari si sono individuati considerando gli 11 giocatori con maggiori presenze in assoluto delle singole annate (Fonte dati: almanacco di hellastory.net).
Gialloblu dalle giovanili: i dati dal 1990-91 ad oggi:
|
Giovanili |
Stagione |
Tot |
New |
Tit |
Giocatori |
1990-91 |
3 |
3 |
0 |
Lamacchi (E), Cucciari (E), Piubelli (E) |
1991-92 |
5 |
4 |
0 |
Piubelli, Guerra (E), Tommasi S. (E), Sturba (E), Ghirardello (E) |
1992-93 |
5 |
1 |
0 |
Lamacchi, Pagani, Piubelli, Ghirardello, Pivotto (E) |
1993-94 |
8 |
4 |
2 |
Guerra (T), Lamacchi, Sturba, Piubelli, Fattori (E, T), Ottofaro (E), Tommasi D. (E), Garofalo (E) |
1994-95 |
7 |
3 |
2 |
Fattori(T), Tommasi (T), Lamacchi, Garofalo, Salvagno (E), Manganotti (E) |
1995-96 |
7 |
2 |
2 |
Fattori(T), Tommasi(T), Lamacchi, Salvagno, Ghirardello, Guardalben (E), Ferrarese (E) |
1996-97 |
4 |
1 |
2 |
Guardalben(T), Fattori(T), Ferrarese, Italiano (E) |
1997-98 |
4 |
1 |
0 |
Ferrarese, Italiano, Ghirardello, Candotti (E) |
1998-99 |
3 |
0 |
1 |
Italiano(T), Ferrarese, Ghirardello |
1999-00 |
1 |
0 |
0 |
Italiano |
2000-01 |
2 |
0 |
1 |
Italiano(T), Ferrarese |
2001-02 |
3 |
2 |
1 |
Italiano(T), Pegolo (E), Dossena (E) |
2002-03 |
11 |
8 |
4 |
Pegolo(T), Dossena(T), Italiano(T), Cossu (E, T), Biasi (E), Laner (E), Lovatin (E), Castioni (E), Papa Waigo (E), Pisanu (E), Abbruscato (E) |
2003-04 |
11 |
4 |
6 |
Pegolo(T), Biasi(T), Dossena(T), Italiano(T), Cossu(T), Papa Waigo(T), Pisanu, Zomer (E), Turati (E), Foderaro (E), Iunco (E) |
2004-05 |
11 |
3 |
5 |
Pegolo(T), Biasi(T), Dossena(T), Cossu(T), Papa Waigo(T), Turati, Italiano, Iunco, Mancinelli (E), Fummo (E), Van Strattan (E) |
2005-06 |
6 |
0 |
3 |
Pegolo(T), Italiano(T), Iunco(T), Van Strattan, Biasi, Turati |
2006-07 |
11 |
3 |
3 |
Pegolo(T), Turati(T), Iunco(T), Biasi, Italiano, Mancinelli, Cossu, Foderaro, N'Ze (E), Dianda (E), Giraldi (E) |
2007-08 |
10 |
4 |
1 |
Mancinelli(T), Dianda, Ferrarese, Cossu, Iunco, Giraldi, Bozzola (E), Vriz (E), Iakovlevski (E), Ravelli (E) |
2008-09 |
2 |
0 |
0 |
Dianda, Mancinelli |
2009-10 |
0 |
0 |
0 |
- |
2010-11 |
4 |
3 |
0 |
Vriz, Emerson (E), Torregrossa (E), Viviani (E) |
2011-12 |
1 |
1 |
0 |
Jorginho (E) |
La tabella mette subito in evidenza come l'apporto dei gialloblu cresciuti nelle giovanili alla prima squadra abbia registrato un andamento altalenante.
Nel Verona dei primissimi anni '90 si segnala la sfortunata storia di Paolo Piubelli, centrocampista di grinta e discreta tecnica nativo di Negrar, che dopo aver esordito a 18 anni, aver disputato 17 gare in A nel 1991-92, aver segnato il primo gol in gialloblu ed vestito la maglia della nazionale Under 21 nel 1992-93, vede la propria carriera stroncata da un infortunio in un'amichevole del precampionato del 1994-95. Siamo ancora nel calcio che precede la sentenza Bosman, gli stranieri giocano solo nelle prime squadre e la formazione primavera scaligera coincide in pratica con la selezione dei migliori talenti della provincia. Tra questi si affermano presto il difensore centrale Stefano Fattori e, soprattutto il mediano Damiano Tommasi. I due debuttano tra i grandi nella stagione 1993-94 e si conquistano in poco tempo un posto tra i titolari. Il Verona, anche grazie al loro talento, si lascia alle spalle i due campionati anomini di Mutti e Reja e, con l'arrivo in panchina di Perotti conquista la promozione in A nel campionato 1995-96. Fattori e Tommasi nell'occasione sono i due gialloblu più presenti in assoluto: e se il primo è un difensore affidabile che però mostrerà più di qualche lacuna nel massimo campionato, il grintoso ed allo stesso tempo candido Tommasi è un talento con i fiocchi - il migliore espresso dal movimento gialloblu negli ultimi decenni - che viene ceduto a suon di miliardi nell'estate del 1996 e che da lì spiccherà il volo per una carriera che lo porterà a vincere un campionato ed a disputare il mondiale 2002.
Nel Verona di Perotti, è bene ricordarlo, trovano posto come discreti comprimari anche altri giovani provenienti dalla primavera: si tratta dei vari Lamacchi, Salvagno, Ghirardello, Guardalben e Ferrarese. Il Verona perde Tommasi ma lancia nel campionato 1996-97 un altro talento destinato a lasciare il segno nel calcio gialloblu: Vincenzo Italiano. Nato in Germania ma cresciuto in sicilia, Italiano è un centrocampista dal piede educato ed un carattere fragile. Utilizzato a sprazzi nella stagione del debutto ed in quella successiva, Vincenzo si afferma definitivamente nel 1998-99. In panchina siede Claudio Cesare Prandelli, ingaggiato in estate dal nuovo presidente Pastorello, e l'intera rosa viene profondamente rinnovata. Italiano è tra i pochi rimasti della "covata" proveniente dalle giovanili scaligere - insieme a Ferrarese e Ghirardello -, ma è l'unico a giocare un ruolo da protagonista nella splendida promozione in Serie A. Sarà così anche nelle stagioni successive, con il Verona che si ritaglierà tra alti e bassi 3 campionati consecutivi di Serie A. Nel 2001-02, l'anno di Malesani e di una retrocessione rimasta ancor oggi senza spiegazioni, debuttano in gialloblu Pegolo e Dossena.
Il tonfo pesantissimo della retrocessione in B, unito al progressivo disimpegno di Pastorello, apre spazi inediti ai giovani provenienti dalla primavera gialloblu. Più di una decina di loro entra a far parte stabilmente della rosa gialloblu: per alcuni si tratta solo di apparizioni estemporanee (Lovatin, Castioni, Zomer), altri invece diventano dei punti fermi. Il top lo si raggiunge nel 2003-04, quando ben 6 degli 11 giocatori più presenti provengono proprio dalle giovanili dell'Hellas: si tratta di Pegolo, Dossena, Biasi, Italiano, Cossu ed il senegalese Papa Waigo. Nel 2004-05 - l'anno della promozione in A sfiorata di pochissimo con Ficcadenti in panchina - i gialloblu provenienti dal settore giovanile accanto alle stelle Behrami e Bogdani giocano un ruolo decisamente importante, grazie anche al contributo delle seconde linee Turati, Iunco e Mancinelli. In seguito a questo momento di massimo, con l'arrivo della seconda parte del primo decennio degli anni 2000, cominciano a declinare sia i risultati dei gialloblu sia l'impiego di giovani provenienti dalle giovanili. L'assenza di investimenti che contraddistingue l'ultimo Pastorello travolge in pieno anche il settore giovanile - su cui invece il patròn vicentino aveva lavorato bene nei primi anni della sua gestione (soprattutto attraverso l'ingaggio di giovanissimi già in buona parte formati come Abbruscato, Cossu, Dossena e Waigo) - ed i risultati scadentissimi della formazione primavera evidenzia una carenza di talenti che non tarda a riflettersi sulla prima squadra.
L'apporto numerico dei gialloblu cresciuti in casa si riduce infatti significativamente (specie nella formazione titolare) azzerandosi di fatto a partire dal 2008-09. L'ultimo calciatore cresciuto nel club scaligero ad aver giocato nell'Hellas da titolare è stato infatti Mancinelli nel 2007-08 ed i pochissimi esordi delle ultime 4 stagioni (Emerson, Torregrossa, Viviani e Jorginho) non sembrano ad oggi in grado di offrire contributi futuri di rilievo alla causa dell'Hellas (si veda di seguito una tabella con un'ideale formazione composta dagli 11 migliori gialloblu provenienti negli ultimi 20 anni dalla primavera scaligera; nessuno di loro ha esordito negli ultimi anni).
Top 11 giovanili gialloblu dal 1990-91 ad oggi:
|
Giovanili |
Giocatore |
Ruolo |
Pres. |
Gol |
Nazionale |
In gialloblu* |
Gianluca PEGOLO |
P |
198 |
-217 |
Under 21 (3/0)
| 2001-07 |
Andrea DOSSENA |
D |
107 |
3 |
A (10/0) |
2001-06 |
Stefano FATTORI |
D |
131 |
0 |
- |
1993-97 |
Dario BIASI |
D |
106 |
4 |
- |
2002-07 |
Andrea GUERRA |
D |
37 |
1 |
- |
1991-94 |
Damiano TOMMASI |
C |
78 |
4 |
A (25/2), Under 21 (4/0) |
1993-96 |
Vincenzo ITALIANO |
C |
260 |
25 |
- |
1996-2007 |
Claudio FERRARESE |
C |
81 |
3 |
- |
1995-2008 |
Andrea COSSU |
C |
127 |
9 |
A (2/0) |
2002-08 |
Papa Waigo NDIAYE |
A |
68 |
11 |
Senegal A (15/1) |
2002-05 |
Stefano GHIRARDELLO |
A |
62 |
14 |
- |
1991-99 |
*
Il dato si riferisce al primo ed all'ultimo anno in cui il giocatore ha vestito la maglia gialloblu, non considerando eventuali periodi intermedi di militanza in altre squadre
Concludendo, si può notare come l'apporto del settore giovanile gialloblu sia stato complessivamente discreto da un punto di vista strettamente quantitativo: nel periodo considerato i giocatori in rosa mediamente provenienti dalle giovanili sono stati pari al 20% (con una media titolari di 1,5 su 11), un dato in linea con quello dei principali campionati europei e superiore alla media nazionale. L'apporto qualitativo è tuttavia per molti versi insufficiente, e ciò quantomeno per tre motivi:
- In più di 20 anni di storia il settore giovanile del Verona ha saputo fornire al movimento azzurro solamente 3 giocatori in grado di disputare almeno una presenza con la nazionale maggiore (Tommasi, Dossena e Cossu) e 2 con quella dell'Under 21 (Tommasi e Piubelli). Anche allargando l'analisi ai 9 decenni precedenti, alla lista si aggiungono solo i nomi di Cera, Olivieri e Pivatelli per la nazionale maggiore e di Guidolin, Bergamaschi e Vignola per l' Under 21. Si tratta di un apporto modesto per una squadra che può vantare una storia ed un bacino di riferimento (la provincia di Verona conta quasi 1 milione di abitanti) decisamente importanti.
- Se si escludono le stagioni della promozione in A di Perotti nel 1995-96 e di quella fallita di pochissimo da Ficcadenti nel 2004-05, l'apporto dei gialloblu provenienti dalle giovanili scaligere è stato maggiormente accentuato nei momenti di crisi, riflettendo quindi più il frutto di situazioni di difficoltà economica e tecnica della società piuttosto che di investimenti mirati.
- Dopo 4 stagioni di Beretti il settore giovanile scaligero appare oggi completamente da rifondare. L'essere usciti dal giro del calcio che conta ha portato ad un forte impoverimento anche nella scoperta e crescita di giovani talenti che potrà essere ora colmato solamente con un lavoro serio ed in un'ottica di medio-lungo periodo.
Di questo, però, parleremo la prossima settimana nella seconda e ultima parte del dossier.
Enrico
[Leggi la scheda di Damiano Tommasi]
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