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HELLAS VERONA / Le Ultimissime

JUVENTUS - VERONA 1-0

Hellastory: Le Ultimissime

dal nostro inviato fabio_s

Juventus-Verona, campionato di serie B 2006/2007: fa un certo effetto associare questa sfida a un così misero palcoscenico. Vent'anni fa Juventus e Verona si giocavano scudetti, coppe Italia, ottavi di finale di Coppa dei Campioni. Sabato 9 dicembre si giocavano tre punti in un campionato di serie B...chi avrebbe potuto dirlo! La sfida si disputa dopo tanti anni al Comunale di via Filadelfia, ironia della sorte teatro di quelle straordinarie sfide tra campioni irripetibili: da una parte i Platinì, i Boniek, i Rossi, gli Scirea e i Cabrini, dall'altra i Briegel, gli Elkjaer, i Galderisi, i Tricella e i Di Gennaro...oggi da una parte ci sono i Palladino, i Bojinov, i Boumsong e gli Zebina, dall'altra, dalla nostra parte, ci sono i Pedrelli, i Perticone, gli Iunco e i Mancinelli. Altro palcoscenico, altri obiettivi e altri interpreti, ma non per questo altro fascino. Con questi sentimenti mi avvicino allo stadio «Olimpico» di Torino, illudendomi di trovare uno stadio caldo rispetto al gelido Delle Alpi degli anni scorsi...illusioni appunto, il gelo è atroce sia dal punto di vista atmosferico che di impatto dell'impianto, nuovo sì, ma austero e maledettamente scomodo da raggiungere. Mi accomodo con Federica e le sue sorelle in tribuna laterale est, sotto di me c'è Pegolo che si scalda per una partita in cui dimostrerà una volta di più di essere un grande portiere. Quando entrano i nostri per il riscaldamento mi accorgo che gioca dall'inizio Italiano e che di punta ci saranno solo Iunco e Cossu. In tribuna alcuni «intenditori» juventini si lamentano che giochi quel caprone di Zalayeta (quello che ha segnato al Barcellona in semifinale di Champions league!)...potrei spiegargli che lo scambierei volentieri con tutti i nostri «attaccanti» insieme, o che cosa significhi avere davanti ben altri calibri, quali Nieto e Da Silva, ma mi convinco dell'inutilità del tentativo e continuo a godermi il riscaldamento, chiedendomi ovviamente se i nostri ragazzini riusciranno a reggere l'urto dei «mostri» che si scaldano nell'altra metà del campo.

Non ci vuole molto a convincermi che sì, i ragazzi riusciranno a reggere l'urto! Il Verona entra in campo concentratissimo e cortissimo. Sotto di me posso ammirare il bellissimo duello tra Palladino e Pedrelli, due giovani dal sicuro avvenire. Al centro, Perticone controlla agevolmente un lentissimo Zalayeta e Turati non ha problemi con un «pingue» Bojinov.
Pegolo trema solo su un terrificante tiro di palladino che si stampa sulla traversa al minuto 20; poco prima Bojinov si era divorato un gol alla Da Silva. Ma il Verona regge benissimo per tutto il primo tempo, Italiano lotta, contrasta, sbuffa e smista palloni preziosi a destra e sinistra, Iunco, che regala circa 30 centimetri al suo marcatore Boumsong, crea parecchi grattacapi alla lenta difesa juventina in cui spicca un imbarazzante Zebina, Pulzetti morde le caviglie di tutti i centrocampisti bianconeri. Certo, di occasioni gol non se ne parla, se si esclude un bellissimo taglio di Ita per Iunco fermato in dubbio (dalla mia posizione) fuorigioco, ma il primo tempo si chiude sullo 0 a 0 senza troppi patemi e con l'impressione netta di un Verona ben messo in campo e che non merita la posizione di classifica in cui si trova. Non si può certo dire che la partita sia bella, la Juve sorniona attende che qualcuno dei suo innumerevoli fuoriclasse tiri un colpo fuori dal cilindro mentre l'Hellas non riesce a superare la trequarti avversaria.

Il secondo tempo inizia com'era prevedibile con la Juventus tutta avanti alla ricerca del successo. I primi dieci minuti vedono il Verona arretrare e difendersi con molto imbarazzo. Pegolo salva con bravura di piede una prima occasione, poi vola a deviare in angolo un velenoso colpo di testa. Pedrelli comincia a perdere un pò troppo di vista Palladino (veramente un bel giocatore), che su un'incursione ficcante in area serve un bellissimo pallone indietro a Camoranesi: colpo di testa che si insacca imparabilmente nonostante il disperato tentativo del nostro portiere e la Juventus arriva all'ovvio vantaggio. E qui finisce il sogno di un pareggio che i nostri giocatori avrebbero sicuramente meritato per impegno, attaccamento alla maglia e buona volontà, ma le partite ahimè si vincono con i gol e noi continuiamo a vedere la porta avversaria con il binocolo. Il gol è una frecciata al mio cuore di tifoso gialloblù in un mare di bianconero soprattutto per il comportamento di Camoranesi, autore di un «commovente atto d'amore» verso la sua ex-squadra su alcuni quotidiani solo il giorno prima del match, tanto sincero che non trova nulla di meglio che esultare come un bambino proprio sotto il settore ospiti: che stile Mauro German! Da qui in avanti, la partita dice ben poco, a parte lo splendido duello tra Pegolo e Del Piero (entrato dopo il gol al posto di un inguardabile Bojinov) al quale il nostro portirone stoppa un pericoloso colpo di testa, ma soprattutto un velenoso diagonale su cui il nostro si butta con un balzo felino a mano aperta...da applausi a scena aperta. Il Ficca prova le carte che ha a disposizione per rimettere in parità la gara ma sono più o meno dei due di picche: Nieto davanti e Greco in mezzo. Poi, si rivede Comazzi al posto di Turati per l'ennesima volta messo KO da un infortunio. Nieto fa quello che può, che è veramente poco: di lui si ricorda qualche stop di petto, qualche appoggio, qualche punizione guadagnata ma soprattutto una abominevole girata dal limite dell'area con tiro in curva e con Cossu che giustamente si arrabbia per il mancato appoggio. Greco è un bel giocatore, si vede. Abbatte Del Piero che non ricambia la stretta di mano di scuse e questo la dice lunga sulla personalità. COntrasta e recupera qualche bel pallone e si rende protagonista con Iunco della più pericolosa azione del Verona: Iunco ruba palla e punta Boumsong «ubriacandolo» di finte, Greco si sovrappone e riceve palla entrando in area, ma poi sbaglia il cross con la palla che finisce sull'esterno della rete (rimane il dubbio che abbia provato il tiro).
La seconda occasione per pareggiare arriva su una bella iniziativa di Italiano che salta con un elegante pallonetto Kovac e tira al volo in direzione di Buffon: il tiro sembra proprio bello, ma trova sulla sua strada una maledetta testa bianconera che sventa il pericolo.
La terza arriva quasi alla fine su una punizione di Ita che taglia tutta l'area di rigore e sulla quale Iunco non arriva per poco alla deviazione vincente. La partita finisce qui, col Verona in attacco: cmq una bella iniezione di fiducia per il prosieguo del campionato.

Certamente la Juventus si è accontentata del massimo risultato col minimo sforzo, ma questo 1-0 ci dice che il Verona è vivo, ha una sua fisionomia ben precisa e ogni uomo in campo sa quello che deve fare, con buona pace dei detrattori di Ficcadenti. Certo, i complimenti non portano punti in classifica e questo è preoccupante, ma la prova dei nostri mi rincuora. Soprattutto, ho visto un grande Italiano, evidentemente stimolato dal confronto con tanti campioni ha offerto una prova di grande sostanza e lo si è visto coprire tutto il campo mantenendo sempre lucidità nei passaggi e nei recuperi. Mi auguro che sia stata la prestazione di un giocatore che ha ritrovato l'amore per una maglia che veste ormai da 10 anni e non il mettersi in vetrina dopo un brutto periodo in vista del mercato di gennaio. Il vederlo uscire dal campo abbracciato a Camoranesi riaccende un pò di malinconia per quello che sarebbe potuto essere e non è stato, ma passa subito e fra me e me penso «Dai Vincenzo, hai l'occasione, segagli le gambe al maledetto!», ma anche questo è un attimo che finisce subito nell'abbraccio tra Pegolo e Buffon, due portieri simili per carattere e capacità tecniche, sicuramente il meglio che offre la odierna serie B, probabilmente il meglio che offre nel ruolo il panorama nazionale. Pegolo è il migliore in campo, almeno 5 interventi sono fenomenali e la parata su Del Piero va oltre la semplice bravura ed è lo specchio preciso del grande livello di maturazione che il nostro portiere ha raggiunto. Pegolo e Ita sugli scudi, dunque, ma un bravo a tutti gli altri, a cominciare da quel Mancinelli terzino sinistro che controlla benissimo il campione del mondo Camoranesi per quasi tutto il match e alla fine della partita quasi con timore scambia la maglia con Del Piero. Certo, potrei dire che Nieto è scarso...che Cossu è fumoso...che Iunco quelle finte, ma non credo che chi è sceso in campo si meriti una critica da parte mia. Sabato ho visto una squadra attaccata alla maglia, un Davide che ha lottato contro un Golia troppo superiore e purtroppo senza avere nemmeno una fionda per abbatterlo, ma che non ha mollato, ha lottato su ogni pallone e ha onorato i colori gialloblù. Personalmente, mi sono sentito ben rappresentato da ciascuno di loro e ciascuno di loro merita un 7.

Un'ultima parola ai tifosi gialloblù e al Ficca. Che dire dei 1000 butei, se non che hanno come sempre portato il loro colore e la loro voglia di spingere questo disgraziato Hellas oltre l'ostacolo? Certo, durante la partita gli Juventini mi hanno negato la gioia di sentirli, ma quel coro finale a partita finita e a stadio zitto, che ha lasciato disorientati i sostenitori bianconeri risuonando nel grigio e freddo impianto torinese, risuonerà per un bel pezzo nella mia mente! Al Ficca auguro solo di raggiungere l'obiettivo e continuare a lottare fino alla fine per ottenerlo. Potrei dire che uscire dal confronto con la Juventus avendo perso solo 1-0 è un grande risultato ed elogiarlo per come ha messo i giocatori in campo, ma so che si offenderebbe perchè ci si ritrova una volta di più con un pugno di mosche. Quindi, lo sprono a proseguire il lavoro che ha iniziato: le somme le tireremo solo alla fine.

Un caro saluto a tutti.



Hellastory, 11/12/2006

MASTER OF NONE


L'inizio del terribile calendario di febbraio offre un paio di impressioni a caldo: 1) che il Verona è vivo e combatte, 2) che però è stato indebolito in attacco dal mercato di gennaio perché giocatori come Ngonge e Djiuric non sono facili da sostituire. A bocce ferme, quindi con maggior consapevolezza, possiamo invece realizzare che nel corso di gennaio abbiamo assistito a 3 eventi importanti, 2 dei quali francamente inusuali. In primo luogo, l'importante cessione di talento finalizzata a sistemare i conti societari. In secondo luogo, una serie di operazioni di mercato volte essenzialmente a lasciar andare quei giocatori che non si sentivano più parte del progetto. In terzo luogo, la bocciatura del sequestro delle azioni del Verona in sede di appello. Se però i primi due li abbiamo metabolizzati dal punto di vista affettivo oltre che tecnico costringendo i tifosi ad affidarsi completamente alla bontà del lavoro di Sogliano e Baroni e alla speranza che i nostri avversari non si siano adeguatamente rinforzati nel frattempo, il terzo apre a scenari che non riusciamo a valutare nella sua complessità.

[continua]

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