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In occasione di Piacenza-Verona, il quotidiano «Libertà» è andato a sentire le parole di un grande ex delle due formazioni: Totò De Vitis. Sotto vi riportiamolo stralcio dell'intervista in cui Totò, che oggi fa parte dello staff piacentino, parla dell'Hellas.
A Verona hai vissuto quattro anni importanti...
«Sono stati quattro anni bellissimi, che mi hanno lasciato un sacco di ricordi e di amici: non appena ho mezza giornata libera, li vado a trovare. Dopo Piacenza, Verona è la mia seconda città, non ho dubbi. Una città bellissima, grande almeno il doppio rispetto a Piacenza, con una grande tradizione calcistica. Fra l'altro, nei primi due anni ho abitato a Bussolengo, un paese a metà strada fra Verona e il lago, un posto davvero incantevole».
Ricordi belli non solo dal punto di vista ambientale, ma anche per i risultati ottenuti...
«Sì: abbiamo vinto un campionato di B, poi siamo retrocessi, abbiamo fatto un campionato di metà classifica, infine siamo stati nuovamente promossi. Insomma, sono stati anni decisamente intensi».
Il secondo anno e parte del terzo, con Cagni in panchina.
«Sì, Gigi è rimasto per un anno intero, poi a un certo punto dell'anno successivo è stato esonerato. Ma anche a Verona ha lavorato bene».
E il Verona di oggi? «Una squadra solo apparentemente in crisi, ma che ha giocatori di indubbie qualità».
Fra questi Vincenzo Italiano, un centrocampista che arrivato a 25 anni, però, non è ancora esploso e che potrebbe interessare anche al Piacenza... Italiano è un giocatore di categoria superiore: ha qualità tecniche importanti, una grande capacità di tiro, una consistenza fisica più che sufficiente. Ci ho giocato insieme, lo conosco bene. Credo che per lui, per la sua maturazione, sia indispensabile cambiare aria. È vero, il Piacenza si è interessato a lui la scorsa estate, ma le sue sono qualità importanti e il prezzo ne è una conseguenza. In altre parole: costava e costa troppo».
Per il Piacenza resta un obiettivo: battere anche il Verona e passare un ottimo Natale.
«Io mi accontenterei che la squadra ripetesse la prova contro il Torino, quella stessa intensità: il risultato ne sarebbe la conseguenza logica. In generale, continuo a pensare che questo Piacenza, se gioca al massimo della voglia e della concentrazione, se la può vedere con qualunque avversaria. Senza problemi».
Hellastory, 19/12/2003