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HELLAS VERONA / Le Ultimissime

SPAL - VERONA 0 - 1

Hellastory: Le Ultimissime

SPAL - VERONA 0 - 1

dal nostro inviato P.R.C. (Paulo Roberto Cotechino)

Torno a Ferrara, al Mazza, dopo ventidue anni. L'ultima trasferta che ho fatto di persona risale infatti al 1987, ultimi di agosto o primi di settembre, non ricordo. Vincemmo 1-0 con gol di testa di Fontolan. Era la prima partita ufficiale della stagione, la serata tiepida e la vicinanza della città estense favorirono la trasferta di alcune centinaia di tifosi. Ci fecero accomodare in quella che era la "curva est", un prefabbricato metallico simile alle tribune dello stadio di Venezia. Anche ieri la partecipazione dei tifosi gialloblu a Ferrara è stata importante, eravamo davvero in tanti, peccato che la curva est non ci sia più e ci sia toccato prendere posto in un settore centrale, diviso a metà tra noi e il nulla, visto che la parte alla nostra destra è completamente vuota. Il Mazza è uno stadio piccolo e decrepito, ma mantiene il fascino degli impianti fatti ad uso esclusivo per il calcio, stadi all'inglese a ridosso del campo. La Spal (acronimo di Società Polisportiva Ars e Labor) è una delle tante nobili decadute del calcio italiano, da decenni in attesa di risalire dalle sabbie mobili della serie C, tengo le dita incrociate per scaramanzia, sono ottimista di natura, ma ho sempre paura che il Verona possa fare la stessa fine.
La giornata è fresca e molto umida, per strada ogni tanto pioviggina. Ci rifocilliamo in autogrill e poi, verso mezzogiorno, raggiungiamo Ferrara. Parcheggiamo ad un paio di chilometri buoni dallo stadio e ci concediamo un giretto in centro. Alle due siamo in fila per entrare e in pochi minuti siamo dentro.
Finalmente, dopo una settimana passata a spulciare i giornali, ad attendere fremente i vari tg locali, tra una selva di notizie che da ufficiali diventano ufficiose e poi si trasformano in bufale, tra conferenze stampa e bollettini medici, insomma, dopo una settimana focalizzata sulle vicende societarie, finalmente mi rendo conto di fremere per la partita. Non sono tranquillo. La Spal è una buona squadra e all'andata al Bentegodi giocò benissimo per almeno 2/3 della gara, vincemmo grazie a due prodezze balistiche di Corrent, ma sotto il profilo del gioco i ferraresi avevano lasciato un'ottima impressione. C'è anche da dire che contro le prime della classe, Pro Patria e Novara, il Verona ha fatto grandi partite. I gialloblu scendono in campo e inizio a vivere la partita. Non importano la categoria, i nomi dei giocatori, l'avversario, non importa: quando il Verona scende in campo entro in una sorta di trance che mi isola da tutto il resto, una sensazione che non riesco a spiegare ma che credo in molti colleghi tifosi capiscano. I padroni di casa partono forte e nei primi minuti arriva qualche brivido, in particolare avevo già visto in gol Arma, sfuggito alla difesa e pronto a infilare Rafael, grandissimo il recupero di Campisi che rimedia in angolo. Da qui in avanti la partita assume la connotazione che poi manterrà fino ai convulsi minuti finali: Verona padrone del centrocampo, aggressivo, sempre pronto a raddoppiare la marcatura e Spal molle, approssimativa nelle ripartenze, con un'unica punta spesso isolata e le ali per lunghi tratti estranee al gioco. Il Verona mostra personalità e cresce di minuto in minuto. Sembra gol quando Gomez (una buona partita la sua) sale in cielo e incorna a botta sicura, ma non ci mette abbastanza forza e il portiere di casa riesce ad intervenire, mentre è proprio gol il destro di Garzon che si infila all'incrocio, alla sinistra del portiere! Esulto per il vantaggio, ma mi spello le mani (tra l'altro ho dimenticato a casa i guanti e non fa certo male scaldarle) per l'eurogol di Garzon. Mi aspetto la reazione della Spal, ma il centrocampo gialloblu è una rete a maglie finissime da cui non passa nulla: i locali si affidano ai lanci lunghi ottenendo poco o nulla. Prima dell'intervallo ancora Garzon impegna il portiere con un bel tiro da fuori. La reazione dei padroni di casa arriva nei primi minuti della ripresa e stavolta ci va di lusso perchè Arma manca la deviazione da pochi passi sugli sviluppi di un calcio di punizione. A questo punto sale in cattedra l'arbitro che inizia a tirare fuori cartellini rossi all'indirizzo delle panchine. Butta fuori Remondina e poi anche qualche dirigente spallino, non si capisce bene perchè. Sul campo intanto la Spal ricomincia a spegnersi, anche perchè dopo il ballo iniziale i ragazzi in casacca gialloblu (come direbbe il buon Puliero), hanno rinserrato le fila e tengono in mano la gara. A mio avviso gli unici pericoli possono venire su calcio piazzato, troppo lenta e prevedibile la manovra biancazzurra per sorprenderci. I minuti scorrono via e comincio a pensare che ventidue anni dopo, questi baldi giovani sconosciuti forse mi faranno felice come all'epoca, quando la maglia gialloblu la indossavano giocatori ancora freschi di scudetto, di partite in nazionale e di Coppe Europee. Non guardo l'orologio per non soffrire troppo, canto ma non stacco gli occhi dal campo dove l'Hellas continua la sua partita grintosa e tatticamente perfetta. Entriamo negli ultimi minuti e la Spal, com'era prevedibile, si butta anima e corpo alla ricerca del gol. L'assalto dei padroni di casa si fa pericoloso, anche perchè l'ultimo dei nuovi entrati nei nostri avversari, riesce a dare profondità e fantasia alla manovra. Gli ultimi istanti di gara (lo so, sono minuti, ma sembrano ore e istanti contemporaneamente, i tempi di reazione del cuore non sono quantificabili in giri di lancette, ma in sussulti e batticuore) sono tremendi: rischiamo di prendere il pareggio due volte, ma Rafael si supera e alla fine, con il triplice fischio, finisce la tensione e inizia la felicità! Bravi ragazzi, Fontolan è stato lo stopper campione d'Italia, Garzon un onesto giocatore di terza serie, ma la gioia è la stessa.

LE PAGELLE

RAFAEL 8: la sua parata nel finale vale come un gol
MANCINELLI 6,5: grintoso, sicuro, i piedi non sempre fanno quello che suggerisce la testa, ma in Lega Pro va benissimo così;
CECCARELLI 6: tiene bene la posizione ma talvolta sembra un po' insicuro;
CONTI 6,5: del pacchetto difensivo è quello che sembra più concreto;
MORACCI 6: lotta con gagliardia senza strafare, anche per lui qualche problema in fase di impostazione;
GARZON 8: non solo il gol, davvero una gran partita;
BELLAVISTA 7: molto attento in fase di contenimento e perfetto nel dettare i tempi alla squadra;
CAMPISI 6,5: qualche passaggio sbagliato ma tanta corsa, tanti contrasti, tanto sudore;
PAROLO 6: non mi è piaciuto come in altre occasioni, ha buttato qualche pallone di troppo che per uno con i suoi piedi poteva essere giocato molto meglio, nel complesso non ha sfigurato;
GOMEZ 6,5: gol di testa contro il Monza, quasi gol di testa ieri, eppure a vederlo non si direbbe un granatiere! Non fa sfracelli ma tiene la palla quando serve, si smarca, rientra, insomma fa la sua parte;
GIRARDI 5,5: mi spiace, perchè l'impegno si vede, ma i risultati sono sotto gli occhi di tutti, non credo sia un problema di modulo, semplicemente non sta girando.



Hellastory, 19/01/2009

MASTER OF NONE


L'inizio del terribile calendario di febbraio offre un paio di impressioni a caldo: 1) che il Verona è vivo e combatte, 2) che però è stato indebolito in attacco dal mercato di gennaio perché giocatori come Ngonge e Djiuric non sono facili da sostituire. A bocce ferme, quindi con maggior consapevolezza, possiamo invece realizzare che nel corso di gennaio abbiamo assistito a 3 eventi importanti, 2 dei quali francamente inusuali. In primo luogo, l'importante cessione di talento finalizzata a sistemare i conti societari. In secondo luogo, una serie di operazioni di mercato volte essenzialmente a lasciar andare quei giocatori che non si sentivano più parte del progetto. In terzo luogo, la bocciatura del sequestro delle azioni del Verona in sede di appello. Se però i primi due li abbiamo metabolizzati dal punto di vista affettivo oltre che tecnico costringendo i tifosi ad affidarsi completamente alla bontà del lavoro di Sogliano e Baroni e alla speranza che i nostri avversari non si siano adeguatamente rinforzati nel frattempo, il terzo apre a scenari che non riusciamo a valutare nella sua complessità.

[continua]

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