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Semifinale

LA SEMIFINALE CON LA LAZIO

Quando i ragazzi gialloblu si radunano per partire alla volta di Salsomaggiore, c'è meno tensione rispetto alla stagione precedente. L'esperienza dello scudetto conquistato nel 1966-67 è stata un'importante iniezione di fiducia per il settore giovanile del Verona, e i ragazzi a disposizione di Caceffo sono ormai abituati a gestire situazioni di questo tipo.

Il 22 maggio 1968 sono in programma le semifinali del torneo Primavera per le squadre di B: Foggia - Monza alle ore 15.30, arbitro Lops, e Lazio - Verona alle 17.30, arbitro Bronzino.

In semifinale il Verona affronta quindi la Lazio, che dagli addetti ai lavori è data per favorita nella conquista del titolo. Il Verona tuttavia sfoggia orgoglioso le maglie con lo scudetto conquistato 12 mesi prima, e non è affatto intenzionato a cedere lo scettro.

Di fronte a circa tremila presenti, i giovani gialloblu partono subito fortissimo, e dopo un quarto d'ora di gioco sono passano in vantaggio grazie ad un forte tiro rasoterra di Pangrazio che sorprende il portiere laziale Cavazza. La Lazio è disorientata e subisce il raddoppio subito dopo quando, a conclusione di una veloce azione in verticale, Pasetto scarica un tiro da fuori area che bacia il palo alla destra del portiere e si insacca. Al 28' ancora Pasetto protagonista: salta Barbieri con un pallonetto, e scarica al volo in porta, trovando questa volta Cavazza pronto alla parata. Il primo tempo si conclude con il Verona in meritato vantaggio per 2-0.

La formazione del Verona che ha sconfitto in semifinale la Lazio
La formazione del Verona che ha sconfitto in semifinale la Lazio. In piedi da sx: Pastorello, Giacomi, Gobbi, Pangrazio, Pasetto, Negri; accosciati da sx: Migliorini, Marcolongo, Fusaro, Cinquetti, Fratton.

Il Verona ha speso molto nel corso del primo tempo, e nella ripresa accusa un fisiologico calo anche per il pomeriggio caldo. Caceffo è anche costretto a sostituire Marcolongo, non in perfette condizioni, dopo nemmeno un quarto d'ora della ripresa, rinunciando di fatto all'uomo di maggior esperienza del centrocampo gialloblu. Al suo posto entra Pierluigi Marradi.

Al 22' c'è un calcio di punizione per la Lazio: batte Celli con una violenta conclusione sulla quale Giacomi fa quello che può, ma il più lesto ad avventarsi sul pallone è Cinquepalmi che insacca e dimezza lo svantaggio per i suoi.

La Lazio prende fiducia e cerca di riacciuffare il pareggio, insistendo grazie alla giornata di vena di Celli e Papi, ma il Verona non rimane a guardare e ribatte colpo su colpo. Giacomi non corre particolari pericoli e alla fine è il Verona a festeggiare e a conquistare, per il secondo anno di fila, l'accesso alla finale per il titolo di categoria. L'avversario di turno sarà il Monza, che ha pareggiato 0-0 con il Foggia e ha passato il turno grazie al sorteggio.

Si prospetta una gara non semplice, tenuto conto che nel Monza militano alcuni elementi che già erano schierati nella De Martino che, circa un mese prima, aveva eliminato la squadra gialloblu nelle finali di categoria.

Paolo

22 maggio 1968, Semifinale

VERONA – LAZIO 2-1

VERONA: Giacomi, Migliorini, Negri, Fusaro, Gobbi, Marcolongo (dal 12' st Marradi), Pangrazio, Fratton, Pasetto, Cinquetti, Pastorello.

LAZIO: Cavazza, Carratoni, Vicari, Celli, Barbieri, Di Lullo, Fragasso, Bertoldo (Esposito), Cinquepalmi, Papi, Porcu.

RETI: Pangrazio al 15', Pasetto al 16' del pt; Cinquepalmi al 22' del st


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L'inizio del terribile calendario di febbraio offre un paio di impressioni a caldo: 1) che il Verona è vivo e combatte, 2) che però è stato indebolito in attacco dal mercato di gennaio perché giocatori come Ngonge e Djiuric non sono facili da sostituire. A bocce ferme, quindi con maggior consapevolezza, possiamo invece realizzare che nel corso di gennaio abbiamo assistito a 3 eventi importanti, 2 dei quali francamente inusuali. In primo luogo, l'importante cessione di talento finalizzata a sistemare i conti societari. In secondo luogo, una serie di operazioni di mercato volte essenzialmente a lasciar andare quei giocatori che non si sentivano più parte del progetto. In terzo luogo, la bocciatura del sequestro delle azioni del Verona in sede di appello. Se però i primi due li abbiamo metabolizzati dal punto di vista affettivo oltre che tecnico costringendo i tifosi ad affidarsi completamente alla bontà del lavoro di Sogliano e Baroni e alla speranza che i nostri avversari non si siano adeguatamente rinforzati nel frattempo, il terzo apre a scenari che non riusciamo a valutare nella sua complessità.

[continua]

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