Mi sono divertito a vedere il Verona in Coppa Italia. Era da un po' che non capitava, anche perché le rare buone prestazioni dell'anno scorso contro le grandi erano smontate dal successivo sguardo alla classifica. Venerdì sera c'era un mix di preoccupazione dovuto all'esordio, alla scarsa conoscenza dei nuovi e soprattutto all'avversario di tutto il rispetto (durante la gara non si è avvertita la differenza di categoria per merito del Foggia che ha qualità, amalgama ed intraprendenza da vendere). Avevamo tutto da perdere, ed è andata bene.
Pecchia sta facendo un buon lavoro. Agevolato dall'arrivo di giocatori tosti come Nicolas, Ganz, Fossati, Zuculini e Luppi la squadra sembra addirittura più forte dell'anno scorso. Quanto meno ha
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Hellastory, 08/08/2016
Anche se del tutto provvisoria, qualche idea ce la stiamo facendo sul nuovo Verona di Pecchia. Quanto meno, cominciamo a distinguere ciò che funziona e ciò che manca. In questa fase non è possibile fare di più, né entrare in merito all'efficacia del lavoro svolto (di questi tempi, tutti si sentono più forti dell'anno precedente) né sul clima che si respira (di questi tempi, tutti parlano di un ambiente sereno e proficuo). Ci sono da tutelare obiettivi di marketing aziendale (abbonamenti) e di promozione individuale. Da parte nostra, dobbiamo anche tener conto del limitato contributo offerto finora da Juanito, Wszolek e Fares a causa di infortuni e convalescenze e che il mercato in corso può aprire e chiudere gli equilibri attuali. Però,
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Hellastory, 18/07/2016
L'anno scorso, di questi tempi, godevo della serenità dell'ignorante. Toni aveva appena vinto la classifica dei cannonieri e venduto l'anima al diavolo per conservare all'infinito una freschezza fisica che raramente si accompagna all'esperienza; era appena arrivato un certo Pazzini, suo erede naturale; con lui, il capitano della Svezia campione d'Europa Under 21 (Helander); due nazionali Under 21 (Bianchetti e Viviani); il redivivo Romulo in fase di (completo) recupero (i tempi, come al solito, un optional). Mandorlini, pur nella sua primitiva concezione calcistica (1 modulo e 1 schema), aveva dato dimostrazione di tenere insieme il gruppo e di non sentirsi a disagio con la categoria. Infine, c'erano tre pilastri internazionali (Rafa Mar
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Hellastory, 11/07/2016
Visto che passerà qualche settimana tra l'ultimo canone della stagione (questo) e lo spazio riservato all'interno del Dossier di fine campionato, pongo ora qualche interrogativo che spero possa trovare nel frattempo risposta. Il Verona di Setti ci ha lasciato due precise sensazioni. La prima è di frustrazione per non aver mai lottato veramente per non retrocedere. Ho persino invidiato i tifosi di Frosinone, Carpi e Palermo che, tra mille ansie e preoccupazioni, qualche speranza di salvezza l'hanno avuta e che hanno comunque visto la propria squadra lottare fino a che ha potuto. Noi no. Noi non ci siamo mai scrollati di dosso l'ultimo posto in classifica da ottobre in avanti impotenti di fronte al mondo intero. Soprattutto, di fron
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Hellastory, 16/05/2016
Quando arrivò a Verona ci siamo chiesti tutti se il suo passaggio sarebbe stato incolore come quello di altri grandi a fine carriera (Rossi, Boninsegna, Domenghini, ma anche i vari Saviola, Rafa Marquez, Pazzini...) giunti con addosso il peso dell’età, degli acciacchi fisici, della mancanza di stimoli. Spremuti da una carriera troppo ricca di emozioni per aver ancora qualcosa da dare. Non ancora eccessivamente vecchi per lasciare il calcio, forse alla ricerca di un ultimo tramonto rosso intenso che però sfociava inevitabilmente in un grigio malinconico partita dopo partita. Dalle sfide internazionali, agli scudetti, alla lotta per non retrocedere o per fare un buon campionato di B. Per una neopromossa un giocatore del genere avrebbe potu
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Hellastory, 09/05/2016
E' stato detto e scritto di tutto sulle cause del crollo del Verona e continuerà ancora per molto tempo perché una debacle del genere non solo era impossibile da ipotizzare, ma nemmeno si riesce a giustificare. Anche chi vedeva un lento e inesorabile impoverimento della rosa è rimasto sorpreso dalla velocità della crisi. Il peso delle responsabilità coinvolge un po' tutti, dai vertici assenti ai giocatori senza personalità, e pertanto ognuno di noi ha finito con il porre l'accento su ciò che a suo avviso è mancato di più. Una guerra tra poveri. Un fatto però è certo: l'Hellas quest'anno non ha mai lottato per non retrocedere, di fatto non è mai riuscito a schiodarsi dall'ultimo posto in classifica. Ogni volta che sembrava s
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Hellastory, 20/04/2016
Cominciamo dalla fine. Anche perché siamo arrivati alla fine. Bigon, nel dopo gara, raccolto nella sua mestizia (era lui che ad ottobre parlava solo di sfortuna?) ammette che “la serie B è un dramma economico per il club, il paracadute permetterà solo di fare un buon campionato cadetto”. Bella prospettiva. In un colpo solo ci svela il futuro prossimo che ci attenderà e smonta la teoria complottistica di un Verona che ha scelto scientemente di retrocedere. Magari per mettere a posto i conti, fare lo stadio nuovo e liberarsi di contratti e giocatori fardello (Romulo e Pazzini su tutti). Questo è un colpo basso per noi che, non riuscendo a spiegare razionalmente tutto il casino che Setti ha combinato, ci eravamo illusi che ci fosse s
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Hellastory, 07/03/2016
È venuto giù il Bentegodi. Quello giusto però. Derby stravinto, dominato nel primo tempo e mai in discussione nella ripresa. Anche nei minuti nei quali gli ospiti (estranei in tutti i sensi) hanno accorciato le distanze. Quanti pericoli ha corso Gollini? L'Hellas di Delneri – è bene sottolinearlo, merito esclusivamente suo tutto ciò che sta accadendo – ha concesso solo uno sterile possesso palla. Tutti gli spazi erano chiusi, non è facile giocare contro di noi in questo momento. Velocità, determinazione, cattiveria agonistica ce le siamo prese noi. La differenza in campo - perché sugli spalti, in città e provincia non esiste un termine di paragone - l'ha fatta la nostra voglia di vincere. La corrente più forte a cui continuare ad aggrapp
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Hellastory, 22/02/2016
«Maestro, riusciremo ad uscire? Non senza difficoltà Adso!» (Il nome della rosa). Torniamo al presente. E restiamoci il più possibile, sperando che non finisca mai. Cosa c'è di più bello?
Più mi lamento di quello che poteva essere (società distante, gestione tecnica precedente, errori vari, infortuni a ripetizione) e più vengo smentito dalla tenacia di Delneri e dei gialloblu. Come dice Guglielmo da Baskerville: la sola prova dell'esistenza del diavolo, è il nostro desiderio di vederlo all'opera. Fintanto che il Verona continua a giocare in questo modo, senza timore reverenziale né complessi di inferiorità dettati dalla classifica, fintanto che in campo vedo questa rabbia e determinazione, non ho alcun
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Hellastory, 08/02/2016
Gennaio è sempre stato un mese di svolta, quello del cambiamento, perché da qui tutto comincia. E' dedicato al dio romano Giano Bifronte, custode delle porte e dei ponti, che guarda al passato da una parte e al futuro dall'altra. Gennaio è dunque un mese carico di aspettative e promesse. Ma parte esattamente da dove ha lasciato Dicembre. Non è mai un salto. Dopo il recupero degli infortunati durante la pausa natalizia, per il Verona c'è stato il mercato invernale, gli scontri diretti casalinghi con Palermo e Genoa e le trasferte impossibili con Juventus e Roma. Cosa porta e cosa lascia?
Il volto che guarda alle spalle vede una situazione compromessa. L'arrivo di Delneri non ha portato i risultati attesi, probabilm
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Hellastory, 02/02/2016