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PROSSIMO IMPEGNO
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Mancano 10 giorni al debutto del Verona in campionato e due settimane alla chiusura del mercato estivo, che si appresta ad entrare nella sua fase più intensa. Commentando l'incoraggiante vittoria nel derby di Coppa Italia con il Vicenza, mister Mandorlini ha dichiarato di non essere ancora del tutto soddisfatto della rosa a sua disposizione (Egoisticamente dico che mi piacerebbe riuscissimo a fare qualcos'altro. So che non è facile in questo mercato per cui siamo tranquilli e attendiamo fiduciosi). Il tempo stringe insomma, ma il mercato gialloblu dovrebbe vivere ancora qualche nuova operazione, dopo le recenti ufficializzazioni dell'arrivo in prestito di D'Alessandro e Natalino. Proviamo allora a fare il punto della situazione, ripercorrendo quanto fatto finora in entrata ed in uscita, e delineando le prossime mosse necessarie per rendere competitivo l'Hellas in vista del difficile campionato cadetto.
UN MERCATO IN ECONOMIA. L'aspetto che maggiormente spicca del mercato gialloblu di quest'estate è innanzitutto Il basso valore degli investimenti effettuati. Gli unici sforzi economici di un certo rilievo sono stati compiuti per la conferma (tramite risoluzione positiva delle comproprietà) di Halfredsson e Mancini. Nessun denaro fresco è stato invece investito per i nuovi arrivi, rappresentati da giovani di talento ottenuti con la formula del prestito con diritto di riscatto (Galli, Tachstidis, Doninelli, Ferreira, D'Alessandro e Natalino) e aventi innanzitutto lo scopo di rimpolpare la rosa considerando il limite imposto dalla serie B di tesserare solamente 19 giocatori esclusi gli Under 21 (ossia i nati a partire dal 1990 in poi). La scelta di un mercato al risparmio è figlia innanzitutto della necessità: Martinelli ha già investito parecchi soldi nelle scorse due stagioni per permettere al Verona di riguadagnare il campionato cadetto e, come emerso dai numerosi appelli fatti in estate, da solo non ha più le possibilità economiche per effettuare nuovi investimenti di rilievo, che appesantirebbero ulteriormente il già gravoso monte oneri di gestione. In secondo luogo, va sottolineata la volontà da parte della dirigenza gialloblu di mantenere il blocco di giocatori che ha portato alla promozione, puntellando la squadra titolare con rinforzi mirati ed allargando il ventaglio delle alternative a disposizione di Mandorlini.
IL RUOLO DEI RIENTRANTI DAI PRESTITI. Nel contesto descritto, il mercato del Verona ha avuto finora quali principali protagonisti i giocatori rientrati a Verona dai prestiti. Non a caso, nella formazione titolare dell'Hellas che ha sconfitto il Vicenza, nove calciatori su undici erano reduci dalla promozione dello scorso anno, e le due sole novità sono state rappresentate da Pugliese, di ritorno dal Varese, e Gomez, rientrato dal Gubbio. Ad essi va aggiunto Dianda, che nel 2010-11 ha conquistato la promozione in B con lo Juve Stabia, e che sebbene non sia stato convocato per la gara di Vicenza, si è messo in luce con un ottimo precampionato e tornerà certamente utile nel corso della stagione.
I VUOTI ANCORA DA COLMARE. Per quanto detto, la formazione tipo del Verona di oggi assomiglia molto a quella che ha ottenuto la promozione. Se si escludono i citati Pugliese e Gomez, tra i nuovi arrivati solo Natalino e D'Alessandro sembrano possedere i numeri per giocarsi con successo una maglia da titolare. Tutti gli altri nuovi innesti dovranno invece fornire un ricambio all'altezza ai protagonisti della promozione, un ruolo comunque da non sottovalutare in un campionato lungo ed impegnativo come quello cadetto. Risulta tuttavia difficile non essere daccordo con la valutazione fatta da Mandorlini: l'Hellas appare ancora incompleto. Manca un secondo portiere all'altezza: Nicolas ha mostrato parecchie incertezze nel corso delle amichevoli estive tanto che per la sfida con il Vicenza in panchina è andato il giovanissimo Da Vià; in difesa potrebbe essere utile un centrale d'esperienza (di recente si è fatto il nome di Biasi), anche se il talentuoso Natalino costituisce già un'ottima alternativa a Ceccarelli e Maietta; il centrocampo appare tutto sommato adeguatamente fornito, mentre in attacco la sensazione è che non guasterebbe l'innesto di un giocatore con il fiuto del gol (esterno o punta centrale poco importa). Nelle ultimissime ore si è fatta di nuovo insistente la voce che vorrebbe a Verona Bjelanovic: per quanto si tratti di un giocatore ben conosciuto da Mandorlini e con un passato importante, l'impressione è che difficilmente il croato potrà rappresentare l'uomo gol necessario all'Hellas. Senza contare che il suo eventuale arrivo, getterebbe ancora più ombre sulla posizione di Pichlmann, autore di un pre-campionato poco convincente.
MALE IL MERCATO IN USCITA. Se nel complesso si può valutare positivamente il mercato in entrata di Gibellini, bravo a confermare con i pochi mezzi a disposizione la rosa della promozione e a portare in prestito alcuni dei giovani più interessanti delle squadre di Serie A (sfruttando anche l'indubbio appeal di una piazza come Verona), non altrettanto si può dire per le operazioni in uscita. Giocatori come Selva, Anderson, Garzon e Scapini hanno lasciato la squadra alla scadenza del contratto, sono finiti i prestiti di Martina Rini, Paghera, Vergini e Napoli, mentre non sono state rinnovate le comproprietà di Massoni e Caroppo. Fatte salve queste operazioni piuttosto scontate, le uniche cessioni finora perfezionate sono state quelle relative a Ciotola, finito in prestito al Como, e Di Gennaro, per il quale si è dovuti arrivare ad una rescissione del contratto senza incassare nulla. A 15 giorni dalla chiusura del mercato restano invece ancora da definire le posizioni di Campagna, Bertolucci, Campisi e Vriz ed arrivati a questo punto è probabile che le loro cessioni, se si concluderanno, saranno a condizioni tutt'altro che vantaggiose per il Verona.
LA SORPESA HERRERA. Un discorso a parte va invece fatto per i giovani di proprietà ceduti in prestito per maturare. Il centrocampista Viviani è andato al Lecco, il giovane attaccante Torregrossa al Monza, mentre la guizzante ala panamense Herrera all'Avellino. Quest'ultimo è probabilmente il giocatore meno conosciuto dai tifosi gialloblu, ma è anche quello che in futuro potrebbe regalare le maggiori soddisfazioni. Classe 1992 e con un passato nelle giovanili di Parma, Treviso ed appunto Verona, lo scorso anno Herrera ha disputato un campionato positivo in serie D con il Pordenone, segnando 4 reti in 30 partite. Richiesto da molte squadre di Lega Pro, è stato ceduto nel mese di luglio all'Avellino (neo-promossa in prima divisione). Ebbene, nelle prime due uscite ufficiali stagionali degli irpini, Herrera si è messo in luce con due eccellenti prestazioni: il panamense ha infatti segnato una doppietta nelle vittoria per 3-0 con il Portogruaro nel primo turno di Coppa Italia ed ha contribuito con una buonissima prestazione al sorprendente successo di 1-0 contro il Varese (squadra di serie B) al turno successivo (7 il voto assegnatogli dalla Gazzetta). Ma, al di là delle reti segnate, Herrera ha impressionato per le doti tecniche ed atletiche; l'augurio, ovviamente è quello di ripetere quanto fatto nella scorsa stagione da Juan Taleb Gomez.
QUALI PROSPETTIVE? Il valore della rosa del Verona attuale è stimato dal sito transfermarkt.it pari ad 8,2 milioni di euro: D'Alessandro è il giocatore più caro, con una valutazione di 850 mila Euro, seguito da Halfredsson (625 mila Euro), Pugliese (600 mila Euro), Natalino e Gomez (500 mila Euro). In serie B, la squadra gialloblu si trova solamente al diciassettesimo posto (ossia all'ultima posizione utile per evitare i play-out), davanti solamente a Juve Stabia (7,75 milioni di Euro), Ascoli (7,025), Gubbio (6,1), Cittadella (5,925) e Nocerina (5,55). Anche nell'ipotesi che le valutazioni del sito siano attendibili (l'economia ci insegna che a determinare il prezzo è l'incontro tra domanda ed offerta, ed è pertanto difficile fare una valutazione in assenza di almeno uno di questi due elementi), appare quasi banale sottolineare che il reale spessore di una squadra non può essere misurato dalla semplice somma del valore dei suoi componenti. La presenza di un'idea di gioco già rodata, l'affiatamento del gruppo, le capacità tattiche dell'allenatore, l'esperienza dei calciatori ecc. sono tutti elementi intangibili che non trovano spazio nelle quotazioni di mercato ma che hanno permesso nelle ultime 2 stagioni a squadre inizialmente poco accreditate come Cesena e Novara di conquistare la promozione in Serie A al primo campionato di nuovo in B. Verosimilmente è soprattutto su queste caratteristiche che dovrà contare anche il Verona di Mandorlini, sfruttando quanto di buono è già stato costruito nell'ottimo girone di ritorno dello scorso campionato.
Enrico
Beh insomma, non possiamo certo lamentarci. Abbiamo chiesto al Verona di onorare la maglia, di lottare fino alla fine, di non mollare mai. Partivamo da una situazione drammatica ed hanno recuperato punti partita dopo partita, sprecando pure qualche occasione importante per venirne fuori definitivamente. Ma non importa. Questo fa parte del gioco e dello stress. Ora però la stagione ce la giochiamo tutta in 90 minuti, più eventuali rigori. Sarà una sfida veloce a chi ne ha di più.
[continua]Riepilogo stagionale e classifica generale
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