La prima decade di luglio è finita, fra un mese circa finirà il calciomercato e fra poco più di un mese sarà già campionato. La squadra è partita in ritiro da pochi giorni, sono stati presentati in tono dimesso il nuovo store con le nuove mute, non è stata presentata la campagna abbonamenti. Non è stato presentato il direttore sportivo (e vabbè), non è stato presentato il nuovo mister, non sono stati presentati i due-tre nuovi arrivi tra i giocatori.

Insomma, se qualcuno voleva che la stagione partisse a fari spenti ci è riuscito a pieno. Dieci e lode.

Cosa sta succedendo a casa del Verona?

Sembra proprio che sia in atto una vera e propria sfida tra il presidente Setti e dei mulini a vento. Tutto quello che si poteva fare per far imbestialire i tifosi già su tutte le furie per la scorsa stagione, è stato compiuto in maniera esemplare.

C'era una cosa, una di numero, che ha veramente sbagliato Setti l'anno scorso: non comunicare ai tifosi (non alla stampa, attenzione. Il fatto che Setti non comunichi con una certa, particolare, parte della stampa non ci tocca minimamente da tifosi. Se la vedano tra loro, nessuno provi a tirare in mezzo i tifosi in questa battaglia prettamente personale).

Setti nella stagione scorsa non è stato chiaro, ha mandato avanti persone che ancor peggio hanno detto grosse non-verità, la gente si è giustamente imbufalita e ora, ciliegina sulla torta, lo stesso Setti, orgoglioso, permaloso e pure fumantino, persevera tenendo il muso ad oltranza. Blocca tutte le comunicazioni verso l'esterno, fa di testa propria tutto quello che può, guai a rompergli le scatole o ribalta la scrivania, infine si compra pure il Mantova con un tempismo degno di un intervento in ritardo di Rafa Marquez in area di rigore.

Sembra di essere tornati ai tempi del Conte Arvedi, quando i comunicati ufficiali venivano pubblicati a notte fonda (potrebbe essere un'idea!), quando nessuno osava andare a chiedere, dopo mesi, quando firmasse gli assegni degli stipendi per non rischiare di essere preso a male parole, quando le cose per forza di cose in campionato andavano malissimo perché regnava una grandissima incertezza in società.

Anche adesso dall'esterno si percepisce incertezza ed è la cosa che più fa paura ai tifosi gialloblu. Se dalla società non escono notizie la gente è portata pensare che non si stia lavorando o addirittura che si stia lavorando a cose strane, pensa a sotterfugi, pensa alle peggiori cose. In questo clima paludoso è quindi normale che imperversino i corvi, le cassandre, le vedove inconsolabili e pure i velavevodettisti e i comehoavutomododiscriveristi.

Poi c'è il tifoso, a cui nessuno pensa, che è anche la vera anima del Verona, col grande dubbio del “mi abbono o non mi abbono”, che poi si abbonerà perché sa che è giusto abbonarsi contro ogni logica, perché il tifo non è logica e il Verona va sostenuto. Perché se non ci fossimo abbonati in massa, contro ogni logica, in quegli anni bui in cui la società praticamente non esisteva (da Pastorello fino all'arrivo di Martinelli) e poi ancora in quell'anno in cui ci volevano fondere con quegli altri (primo anno di Martinelli) ora chissà che fine avremmo fatto.

Allora, presidente Setti, non può far finta che la stagione non sia iniziata e non può nemmeno far finta di non dover provare la scalata alla Serie A.

Esca allo scoperto che tanto i musi lunghi non fanno bene a nessuno, tanto meno a lei che ha tutto da perderci da questa situazione.

E' partita la stagione 2018-19, se ne è accorto?

Valeriano