FORSE CI SIAMO LIBERATI - Hellas Verona: Le Ultimissime su HELLASTORY.net
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HELLAS VERONA / Le Ultimissime

FORSE CI SIAMO LIBERATI


FORSE CI SIAMO LIBERATI

La partita di sabato contro il Foggia è una di quelle gare da interpretare.

Sotto il profilo del gioco espresso e della tenuta fisica c'è da mettersi le mani nei capelli, né più né meno di quello che abbiamo sempre visto quest'anno.

Se invece la guardiamo sotto altri aspetti possiamo trovare sicuramente più soddisfazione.

Ci siamo accorti che la partita era “strana” quando abbiamo visto l'esultanza della squadra al primo gol di Di Carmine. Noi tifosi abbiamo esultato timidamente, quasi con sufficienza e disillusione. La squadra invece ha esultato come nemmeno il Liverpool al quarto gol allo scadere. Incredibile. Pensavamo ci stessero prendendo in giro ma evidentemente non era così. La loro esultanza era sentita e c'è stata una mezza invasione di campo da parte dei panchinari, tra tutti spiccavano per entusiasmo i due portieri di riserva Ferrari e Berardi.

Rimettendo in fila tutti gli eventi allora abbiamo iniziato un po' a capire lo stato d'animo della squadra. Già in precedenza, nel primo tempo, in occasione di una rissa scoppiata a causa di un fallo su Henderson, avevamo già visto che gli animi erano abbastanza accesi. Sempre Ferrari e Berardi nell'area tecnica davano di matto in maniera particolare. C'era una tensione incredibile, squadra evidentemente bloccata prima del gol de Foggia, squadra visibilmente scossa una volta andati in svantaggio. A bordo campo Pazzini si scaldava con Lee ed ogni volta che il coreano tornava da un allungo il nostro capitano lo caricava urlandogli nelle orecchie. Ovviamente sapeva che sarebbe entrato da lì a poco e che avrebbe dovuto fare la differenza. Dal lato della panchina si vedeva anche il nostro amico D'Amico dimenarsi come un ossesso ma sinceramente di lui ci curiamo poco, preferiamo prendere come cartina tornasole la coppia di portieri, entrambi consapevolmente destinati ad essere panchinari a vita dietro il monumentale Silvestri, eppure così carichi per una partita alla quale nemmeno noi tifosi riuscivamo a dare troppa importanza.

L'esultanza di Di Carmine e del resto della squadra scacciava un fantasma. Fantasma che possiamo definire come “Fabio Grosso” , nonostante lo schifo visto quest'anno sia riconducibile a più fattori e non solo alla pur colpevole guida tecnica. I giocatori nel momento in cui sono riusciti a segnare, meglio ancora con un attaccante “spuntato” , si sono improvvisamente svegliati da un incubo infinito. Un incubo che era continuato anche a Cittadella, anche dopo l'arrivo di Aglietti in panchina.

E' stato un caso o no, che dopo il gol dello svantaggio siano riusciti a reagire e a trovare prima il pareggio e poi il gol della vittoria? Quanto ha inciso Aglietti su questo risultato? A livello di gioco probabilmente poco. Si è vista qualche verticalizzazione in più e qualche scambio veloce ma niente di trascendentale. A livello di carattere sicuramente la scossa c'è stata. I giocatori sembravano essere più determinati. Certo, tutti loro avevano qualcosa da dimostrare. Per dire, Colombatto a lungo ai margini della squadra entra e si avventa come un folle sul pallone che ci regalerà il rigore. Se non fosse intervenuto il difensore quel pallone sarebbe andato perso quasi sicuramente. Ci ha provato, ci ha messo tutto quel che poteva, ci è riuscito.

Questa è una squadra anaffettiva. Incapace di scatenare emozioni e partecipazione da parte del pubblico. Gran parte di questo atteggiamento (o non-atteggiamento) dipendeva dall'allenatore che a nostro parere non riusciva a trasmettere niente a livello caratteriale. Pensare che un nuovo mister (sicuramente più sanguigno) possa cambiare da solo la testa di questo gruppo in breve tempo è utopia. Qualcosa deve scattare autonomamente nella testa dei ragazzi e qualcosina è evidentemente scattato al primo gol di Di Carmine.

Resterà, crediamo, ancora per le prossime partite (speriamo plurale) una squadra con grosse lacune, una squadra con poco gioco e con degli evidenti limiti tecnici dovuta a sovrastima di alcuni elementi, però potrebbe diventare una squadra “forte” mentalmente, vittoria dopo vittoria.

Tuttavia va ricordato che le altre partecipanti ai play off hanno fatto pietà tanto quanto l'abbiamo fatta noi e che in fondo una di queste pietose compagini dovrà pur conquistare il terzo posto utile per la promozione.

Magari la nostra squadra si è illusa di aver superato tutti i propri problemi, una specie di calabrone che non potrebbe volare ma lui non lo sa e vola lo stesso. Anche se non è nemmeno vero, il calabrone può benissimo volare, infatti vola e non gliene frega niente di sapere se fisicamente potrebbe farlo o meno e la stessa cosa dovrebbe valere per questa squadra, senza troppe seghe mentali.

Poi ci immaginiamo Ferrari e Berardi che caricano il gruppo durante tutta la settimana con quella grinta mostrata in panca e ci torna la speranza.

(Che poi questa cosa meriterebbe un approfondimento e vi promettiamo che se vinciamo i playoff andiamo ad intervistare i nostri due eterni secondi per capirne di più).

Valeriano



Hellastory, 13/05/2019

IL NUOVO VERONA TRA COMPROMESSI E COMPETENZE


Alla fine, non è partito nessuno. O meglio, sono andati via quelli che a giudizio di Sogliano (e nella percezione di gran parte dei tifosi) avevano concluso il loro percorso sia tecnico che motivazionale con il Verona: Veloso, Ceccherini, Lasagna, Verdi, Tameze. Forse, l'unica rinuncia importante è stata Depaoli, ma il riscatto a 2,5 mln era eccessivo. Tanto vale allora puntare su un Tchatchoua qualunque e vedere come va. Di conseguenza, l'unica plusvalenza è stata Sulemana, in ottica restyling di bilancio al 30 giugno. Indubbiamente qualcosa è cambiato gli ultimi giorni. Il direttore sportivo, già contro la Roma giustificava la mancata rivoluzione di rosa promessa a Baroni, per «le difficoltà in uscita». Difficoltà che evidentemente sono venute a mancare a causa della fallita triangolazione Berardi > Juventus e Ngonge > Sassuolo e per la volontà, piuttosto evidente, di non rinunciare a Hien.

[continua]

Qual è stato il miglior gialloblu in campo in

H.Verona-Bologna?



H.Verona    Bologna


Bonazzoli F.

Dawidowicz P.

Djuric M.

Doig J.

Duda O.

Faraoni M.

Folorunsho M.

Hien I.

Hongla M.

Lazovic D.

Magnani G.

Montipò L.

Ngonge C.

Serdar S.

Suslov T.

Terracciano F.


 


Riepilogo stagionale e classifica generale




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