|
PROSSIMO IMPEGNO
|
Dieci anni fa, il 16 agosto 2013, ci lasciava, all'età di 74 anni, Francesco Scaratti, protagonista in maglia gialloblù di 3 ottime stagioni di serie B negli anni Sessanta. L'apice della carriera di Scaratti arriverà, dopo le stagioni al Verona, con il trasferimento alla Roma dove giocherà per 6 stagioni, diventando pure il capitano della squadra giallorossa. Sulla carriera romanista di Scaratti si possono trovare molte informazioni sui siti giallorossi citati fra le fonti di questo articolo. Noi qui raccontiamo gli esordi di Scaratti e il suo periodo in gialloblù.
Francesco Scaratti nasce a Roma il 19 febbraio 1939 e cresce nel settore giovanile della Roma dove, nell'estate del 1957, si segnala come uno dei giovani più promettenti nel Torneo di Sanremo (Torneo Carlin's Boys), nella squadra allenata da Guido Masetti, veronese, ex portiere gialloblù per tre campionati negli anni Venti, e campione d'Italia nel 1942 con la Roma.
Quando Masetti viene chiamato a guidare la squadra romana della Romulea, iscritta al campionato di IV Serie, nel 1958-59, si porta dietro Scaratti, e lo fa esordire il 30 novembre 1958 nel derby contro la Nuova Cisterna. Così la cronaca del Corriere dello Sport: «C'era nelle sue fila un esordiente: Scaratti. L'ex romanista ha debuttato positivamente; eccellente dimostrandosi nel gioco di rilancio e maggiormente nel tiro a rete. Denota una certa tendenza alle fasi offensive. Lo abbiamo visto ovunque ce n'era bisogno, in avanti e in difesa.»
A nemmeno 20 anni compiuti, Scaratti già si segnala per le caratteristiche di generosità e agonismo che ne contraddistingueranno tutta la carriera. Pur tuttavia, non si può certo dire che il profilo di Francesco Scaratti sia quello del predestinato. Tanto per fare un esempio, citando un paio di nomi ben noti ai tifosi gialloblù, Bruno Bolchi, classe 1940, e Mario Corso, classe 1941, e quindi più giovani di Scaratti, nella stagione 1958-59 erano già titolari dell'Inter in serie A.
L'anno dopo il centrocampista romano va in prestito al Siena, in serie C, girone B, dove finalmente trova spazio da titolare e gioca a fianco di un altro prodotto del vivaio giallorosso, Carlo Mazzone. L'ottima stagione nel Siena gli vale la chiamata in serie A nella SPAL del presidente Mazza per la stagione 1960-61.
Scaratti debutta in serie A il 2 ottobre 1960 con la maglia della SPAL, in Atalanta – SPAL 1-1. Il tecnico spallino Ferrero lo schiera con il numero 9, ma non c'è nemmeno il tempo di rendersi conto come gioca perché, dopo appena 5 minuti di gioco, si scontra con il terzino bergamasco Roncoli e, dopo aver tentato inutilmente di rientrare in campo, è costretto ad abbandonare la partita per infortunio.
Per rivedere Scaratti in campo bisogna attendere il Capodanno del 1961: in un insolito turno giocato il primo gennaio, la SPAL gioca a Vicenza e viene sconfitta per 1-0 in una gara molto nervosa, con ben 3 espulsi. Questa la sua seconda ed ultima apparizione nella stagione 1960-61.
Ai primi di luglio del 1961, Francesco Scaratti passa all'ambiziosa Tevere Roma del presidente D'Arcangeli, militante in serie C e che gioca le partite interne al Flaminio. Si tratta di un ritorno «a casa», a Roma, ma anche di un notevole ridimensionamento dalla seria A alla serie C. Difficilmente si poteva pensare che Scaratti avrebbe avuto un'altra possibilità in massima serie.
Alla Tevere Roma, sotto la guida del tecnico Boldizsar, premiato dalla FIGC con la Targa d'Oro, «per meriti sportivi, soprattutto nel settore giovanile», Scaratti si fa apprezzare ed è uno dei giocatori più presenti. In occasione dell'amichevole pre-campionato del 4 settembre 1962, la Tevere Roma affronta la Roma che, trascinata dalla verve di Pedro Manfredini, si impone per 7-1. Le cronache tuttavia raccontano che, fra le fila della Tevere, destano buona impressione alcuni giovani fra cui lo stesso Scaratti, Pietrantoni, Rodaro e il veronese Renzo Selmo che faceva parte della rosa gialloblù nel campionato di serie A 1957-58.
Nell'estate del 1964, ecco la nuova chiamata in serie A, questa volta nel Mantova di mister Montez, un allenatore argentino che al raduno dichiara «I presuntuosi mi fanno schifo» e che oggi reggerebbe al confronto con Fulgencio (Leo Gullotta), tecnico della Marchigiana nel film di Sergio Martino Mezzo destro mezzo sinistro – 2 calciatori senza pallone. L'arrivo di Scaratti al Mantova passa pressoché inosservato dato che l'attenzione degli sportivi mantovani è tutta rivolta al prestito dall'Inter dell'attaccante argentino Marcello Pagani, che sarà il bidone della stagione, con 12 presenze e zero reti. Nella campagna acquisti del Mantova spicca anche il nome dell'ex portiere gialloblù Italo Ghizzardi, in arrivo dal Bari, che farà da secondo a Dino Zoff.
L'approdo di Scaratti al Mantova non è esattamente fortunato: il 26 agosto 1964, nel corso di un'amichevole con il Parma, entra in campo al 40' e dopo un solo minuto, in un contrasto aereo, cade malamente battendo capo e nuca, ed esce «semi-svenuto» con una sospetta incrinatura delle vertebre. Fortunatamente, l'infortunio si rivelerà poi meno grave del previsto.
A conferma delle sue doti eclettiche, Scaratti, nel Mantova 1964-65, viene provato anche come centravanti nelle partitelle di allenamento. La Gazzetta di Mantova del 24 settembre 1964 racconta, non senza scetticismo, l'esperimento del tecnico argentino Oscar Montez: «... ha provato centravanti Scaratti, che già aveva giocato all'attacco nelle fila della Tevere Roma, squadra dalla quale proviene. Mobilità e robustezza hanno caratterizzato il suo gioco ma non si son visti né l'estro, né l'intuito, né il tiro dell'elemento che occorrerebbe alla nostra squadra.»
Così Scaratti viene impegnato in fase di copertura, come in occasione del suo esordio ufficiale con la maglia virgiliana, che avviene il 4 ottobre 1964, alla quarta di campionato. Il Mantova, ancora a zero punti, e in situazione di emergenza, va a far visita alla Juventus. In settimana il giudice sportivo non ha graziato il difensore Scesa, punito con 2 giornate per l'espulsione contro il Milan, e Montez si deve inventare qualcosa per frenare l'attacco bianconero. Scaratti gioca con la maglia numero 4 con il compito di marcare Omar Sivori. La Juventus si impone per 1-0 con gol di Menichelli ma Sivori, che ha fatto ammattire Scaratti, rimedia due costole rotte per uno scontro con Zoff e rimarrà fuori due mesi.
Per il Mantova, che a fine campionato retrocederà in serie B, è una stagione decisamente negativa, e inadatta per l'inserimento di un ragazzo che, pur venticinquenne, è praticamente esordiente in A. I biancorossi sono alla ricerca di uno «stoccatore» e di un centrocampista dai piedi buoni per raddrizzare la stagione, caratteristiche che Scaratti non può avere.
Dopo solo 4 presenze con il Mantova, Scaratti non viene confermato perché la società virgiliana è disposta solo a prenderlo in prestito e non ad acquistarne il cartellino. Il Verona, che era in trattativa con il Mantova per Volpi e Correnti, preso atto della rinuncia dei virgiliani ad ingaggiare Scaratti, alla fine dirotta proprio sul centrocampista romano, che raggiunge la squadra gialloblù ad inizio novembre.
Scaratti fa la sua prima apparizione col Verona nell'amichevole con il Padova dell'8 novembre 1964, nella quale viene schierato con il numero 10 ma non entusiasma particolarmente, mostrandosi al solito più adatto alla fase di copertura e interdizione piuttosto che a quella di supporto all'attacco. Cadè non sembra intenzionato a rivoluzionare la squadra, e per l'esordio in campionato bisogna attendere più di un mese, il 13 dicembre 1964 nel pareggio 1-1 a Palermo. Cadè gli consegna la maglia numero 4 che fino ad allora era stata prevalentemente sulle spalle di Radaelli. Da lì in avanti Scaratti si guadagna il ruolo di titolare inamovibile, collezionando 24 presenze condite da 4 gol. La prima rete in maglia gialloblù è datata 11 aprile 1965, quando il Verona blocca il Lecco (allenato da Angelo Piccioli) sul punteggio di 2-2 dopo essere andato al riposo in svantaggio di 2 reti. Scaratti infila la rete del 2-2 su punizione a 10 minuti dal termine, bucando la barriera.
La stagione successiva (1965-66), sulla panchina del Verona arriva l'ex milanista Omero Tognon. Scaratti si conferma uno dei punti di forza della squadra veronese, e mette pure a segno la bellezza di 6 gol in 31 partite. Un ottimo bottino per un centrocampista, specie tenendo conto che è un Verona che non segna molto, solo 35 gol all'attivo e 32 subiti. Scaratti è il secondo miglior marcatore del Verona alle spalle del solo Lino Golin, autore di 7 reti. La sua giornata di gloria è il 2 gennaio 1966, quando segna una doppietta su punizione e regala al Verona la vittoria sul campo dell'Alessandria. I gialloblù disputano una buona stagione ma non riescono mai ad inserirsi nella lotta per la promozione e alla fine chiudono al sesto posto. Ad andare in A sono il Venezia, il Lecco e il Mantova.
La stagione 1966-67 è tribolatissima per il Verona. Dopo un avvio stentato, la società solleva dall'incarico Tognon e affida la squadra al duo Pozzan – Liedholm. Il cambio in panchina, tuttavia, non porta ai risultati sperati e il Verona chiude il girone d'andata in piena zona retrocessione. La risalita è lenta e faticosa. Il 21 aprile 1967, alla trentesima giornata, un gol di Scaratti regala ai gialloblu una preziosa vittoria in casa della Salernitana, diretta concorrente nella lotta per la salvezza. Tuttavia, il Verona è costretto a giocarsi il tutto per tutto nell'ultima gara casalinga con il Livorno. Nella vittoria per 3-0 contro gli amaranto, che spazza via tutte le paure di una stagione interminabile, c'è anche la firma di Scaratti, che chiude i conti dopo le reti di Savoia e di Sega.
E' questo l'ultimo gol di Scaratti in maglia gialloblu, dato che la chiamata della sua Roma, in serie A, non si può rifiutare. Scaratti lascia il Verona dopo 3 anni, da lui stesso riassunti in poche parole nelle Figurine Gialloblù di Raffaele Tomelleri: «Arrivai a Verona a novembre del 64 (...). Venivo dal Mantova, fu un'avventura eccezionale. Fui trattato benissimo, fin dal primo momento.» Per lui 75 presenze e 12 reti con la maglia gialloblù. Nonostante abbia partecipato a campionati di serie B non esattamente esaltanti, l'impressione che rimane è che Scaratti abbia contribuito alla formazione del gruppo che nella stagione 1967-68 avrebbe riportato il Verona in serie A sotto la guida di Garonzi.
Francesco Scaratti ha anche «l'onore» di essere citato in un film di Federico Fellini, Roma, del 1972, sebbene la citazione non sia esattamente lusinghiera. Un addetto al casello autostradale di Roma, interpretato da Ennio Antonelli (1), sta ascoltando la radio dove viene annunciata la formazione della Roma che schiera Scaratti «ala tattica». Il commento spazientito del casellante è: «Scaratti ala tattica? Bel colpo! E quanno vincemo?»
Paolo
NOTE
(1) Ennio Antonelli (1927-2004) è stato un attore «caratterista», che ha recitato in molte commedie italiane, legando il suo nome in particolare ai film di Paolo Villaggio. Memorabile ad esempio la scena di Fantozzi contro tutti in cui interpreta il fornaio Antonello, zio di Cecco (Diego Abatantuono), che riesce a rifilare tonnellate di «sfilatini» ad un'ingenua Pina. In Fantozzi va in pensione interpreta invece il ruolo della «maschera» che caccia in malo modo dal cinema Fantozzi e signora che erano finiti a vedere il film «Le casalingue». In Arrivano i gatti, con protagonisti i Gatti di Vicolo Miracoli, è Braciola, una specie di talent scout che fa caporalato di comparse per le produzioni di Cinecittà.
Fonti
www.ilromanista.eu – RomAntica – all'inseguimento di un sogno: quando Scaratti inseguì la Roma[Vai alla pagina su Hellastory]
Lazio e Torino, che peraltro sono formazioni superiori, hanno evidenziato un tema già affrontato durante l'estate: la difesa. È innegabile che Sogliano abbia lavorato con maggiore attenzione alla scoperta prima e all'arrivo poi di giocatori di qualità a centrocampo e in attacco, in ottica plusvalenze. E si vede. Ogni partita scopriamo un gesto tecnico superiore alla media da parte di Harroui, Kastanos, Tengstedt, e perfino di Livramento e Mosquera. Altri ne arriveranno da nuovi giocatori che al momento non conosciamo bene perché si stanno ancora integrando. Per non parlare dell'evoluzione esponenziale di Belahyane che creerà non pochi, ma piacevoli, problemi di turnover al mister al rientro di Duda e Serdar. Sulla difesa invece non si è lavorato. O non abbastanza. Gli arrivi nel finale di Daniliuc e Bradaric non sembrano decisivi in un reparto dove Frese e Okou faticano ad adattarsi al livello del nostro campionato. E neppure i ritorni di Faraoni (bloccato a Verona solo a causa di un ingaggio pesante) e Ghilardi (mai veramente preso in considerazione) sembrano essere un valore aggiunto.
[continua]Qual è stato il miglior gialloblu in campo in
H.Verona-Venezia?
Riepilogo stagionale e classifica generale
Devi essere iscritto per visualizzare i dati dell'Almanacco del giorno |
HELLASTORY.net è online dall'11 maggio 2001
( 8550 giorni)
Ogni contenuto è liberamente riproducibile con l'obbligo di citare la fonte. Per qualunque informazione contattateci. Leggi la nostra Informativa Privacy. [www.hellastory.net] - {ts '2024-10-06 15:23:34'} - {ts '2024-10-06 22:23:34'} [browser] |