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HELLAS VERONA / Le Ultimissime

IGOR TUDOR PER IL DOPO DI FRANCESCO


IGOR TUDOR PER IL DOPO DI FRANCESCO

Per una frazione di secondo è sembrato che il Verona fosse ripiombato nelle mani del povero Conte Arvedi e fosse vittima di uno dei suoi proverbiali colpi di testa: esonerato senza preavviso Eusebio Di Francesco e istantaneamente chiamato Igor Tudor a sostituirlo. Situazione a dir poco strana che va al di là del singolo risultato in terra felsinea.

Come tifosi prendiamo atto, chiudiamo la breve parentesi con l'allenatore pescarese e apriamo un nuovo capitolo con un altro croato, anche lui di Spalato, come Juric.

La società e Tudor si erano già sentiti e cercati a giugno ma poi la scelta era caduta altrove. Sicuramente qualcuno in società portava ancora in cuore l'idea che fosse il croato l'allenatore giusto per il Verona, forse per seguire sotto certi aspetti una sorta di continuità con Juric. Sempre a proposito di continuità societaria diciamo che Tudor non si porta appresso la nomea del fenomeno della panchina, così come non la portava Di Francesco ma del resto non ce l'aveva nemmeno Juric prima di venire qua.

Igor Tudor dopo il passato da calciatore da spigoloso e arcigno difensore centrale inizia la carriera da allenatore in patria, partendo dalle giovanili per poi fare da vice ad Edi Reja a Spalato e a Stimac con la nazionale. La carriera da allenatore non è tra le più tranquille. In pochi anni cambia diverse squadre, Hajduk Split, Paok Salonicco, Karabukspor, Galatasaray, Udinese, ancora Hajduk e infine torna vice, di Pirlo, alla Juventus. Fatto salvo le esperienze di Spalato e Juventus, non porta mai a termine un campionato dall'inizio alla fine: in Grecia viene esonerato, in Turchia si dimette per andare al Galatasaray ma poi viene esonerato la stagione successiva, a Udine arriva a campionato in corso al posto di Oddo, si salva, non viene confermato ma viene richiamato la stagione successiva al posto di Nicola, viene confermato dopo una bella stagione e poi ancora esonerato dopo un inizio di campionato insoddisfacente.

Curriculum sulla carta non entusiasmante per un allenatore che per ora non è riuscito a costruire qualcosa di suo ma che però è sempre riuscito nell'obiettivo affidatogli quando viene chiamato a sistemare situazioni difficili. Lo vediamo come «allenatore d'urgenza», tipo medico del pronto soccorso. In fondo a noi è esattamente quello che ci serve e lui ha firmato un contratto di una sola stagione.

Cosa ci dobbiamo aspettare quindi da Tudor?

Da buon ex difensore il suo credo tattico si basa principalmente sulla blindatura della difesa: prima cosa non prendere gol. Alla Juventus, Pirlo, nella sua inesperienza totale, lo aveva chiamato proprio per seguire esclusivamente la fase difensiva. Come secondo aspetto cura molto la costruzione del gioco partendo dal basso e con l'Udinese, nel periodo tra marzo e novembre 2019, dopo aver serrato la difesa, aveva lavorato molto sul palleggio e sul possesso palla cercando di migliorarsi in fase propositiva. Ma in questo momento Tudor dovrà fare con quello che si ritrova e farlo in fretta, quindi a livello di gioco quasi sicuramente chiederà di liberarsi della palla prima possibile per lanciare a rete i nostri attaccanti (immaginiamo Lasagna e Simeone) e gli esterni, come del resto fece a Udine nelle prime giornate.

Le questioni tattiche rischiano però di passare in secondo piano visto che l'aspetto su cui batterà principalmente Tudor è quello della mentalità con cui si scende in campo. Igor è un allenatore che martella i giocatori tutta la settimana e il giorno della partita pretende sempre il massimo. Chi non ci sta è fuori. Su questo tema ricorda molto il lavoro di Juric e indubbiamente questo atteggiamento è stato il valore aggiunto del Verona delle ultime due stagioni. Quando è mancata l'intensità sono iniziati i nostri dolori, come nella seconda parte della scorsa stagione con Juric e in questa prima parte di campionato con Di Francesco. Maurizio Setti ha sempre apprezzato questo modo di scendere in campo (come del resto noi tifosi) e probabilmente questo è il motivo principale della repentina virata verso il croato prima che sia troppo tardi.

Riportando le parole di Tudor stesso: «La mentalità è più importante della qualità: è una cosa indispensabile sempre. Se manca, non c'è niente. Io batto sempre su questo concetto. Quando mi incazzo, mi incazzo per questo. Non esiste che uno va piano mercoledi e giovedi e poi va a mille domenica.» Tanti dei nostri sono già abituati a lavorare in questo modo, non dovrebbe essere difficile riprendere queste buone abitudini.

Vedendo le cose sotto questa luce la scelta di Tudor potrebbe essere quella giusta per centrare la salvezza, d'altronde il campionato è ancora all'inizio e la rosa è ampiamente attrezzata.

Valeriano



Hellastory, 16/09/2021

MASTER OF NONE


L'inizio del terribile calendario di febbraio offre un paio di impressioni a caldo: 1) che il Verona è vivo e combatte, 2) che però è stato indebolito in attacco dal mercato di gennaio perché giocatori come Ngonge e Djiuric non sono facili da sostituire. A bocce ferme, quindi con maggior consapevolezza, possiamo invece realizzare che nel corso di gennaio abbiamo assistito a 3 eventi importanti, 2 dei quali francamente inusuali. In primo luogo, l'importante cessione di talento finalizzata a sistemare i conti societari. In secondo luogo, una serie di operazioni di mercato volte essenzialmente a lasciar andare quei giocatori che non si sentivano più parte del progetto. In terzo luogo, la bocciatura del sequestro delle azioni del Verona in sede di appello. Se però i primi due li abbiamo metabolizzati dal punto di vista affettivo oltre che tecnico costringendo i tifosi ad affidarsi completamente alla bontà del lavoro di Sogliano e Baroni e alla speranza che i nostri avversari non si siano adeguatamente rinforzati nel frattempo, il terzo apre a scenari che non riusciamo a valutare nella sua complessità.

[continua]

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