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Trent'anni fa, nel 1990, l'Italia stava vivendo una favola sportiva che, come saprete bene perché l'avete vissuta o perché ve l'hanno raccontata, avrebbe segnato una vera epoca.
Personalmente sono molto legato a quella manifestazione. Avevo 13 anni e figuriamoci, non perdevo nulla di quello che succedeva; entravo nel periodo della vita dove si riscontra la maggior "ricettività calcistica" e vabbè, anche altre cose che non sto qui ad elencare visto che sono ovvie. Credo sia stato anche l'ultimo mondiale in cui ho seguito veramente (e con vera passione) la nazionale italiana, prima di rendermi conto che se nella nazionale non giocano giocatori della mia squadra quella formazione non solo non mi rappresenta ma addirittura si configura come un'orda di giocatori nemici, contro i quali la mia squadra si deve scontrare per tutto il campionato. Ma questo è un problema mio quindi non è materia di discussione. Tra l'altro riguarda stranamente solo la nazionale di calcio maggiore, non la Under 21 e nemmeno le nazionali degli altri sport.
A questo punto inizio a pensare che debba essere successo qualcosa di particolare durante il mondiale di Italia '90. Forse l'immane delusione che si è succeduta alla grande attesa e alla grande speranza. Forse vedere lo stadio di Napoli che tifava più per l'Argentina che per l'Italia è stato determinante a livello di inconscio. Chi lo sa. Fatto è che 30 anni fa vivevamo veramente le notti magiche ed era uno spartiacque tra gli sfavillanti anni '80 dove l'Italia si sentiva ancora in grado di fare la figa e l'inizio degli anni '90 dove ci siamo accorti che invece la figa la stava facendo la Germania e noi cominciavamo ad attaccarci le toppe sui buchi dei pantaloni.
Anche il calcio fino agli anni '80 era un'altra cosa. Giravano meno soldi e quindi avremmo potuto anche permetterci di stoppare un campionato con tre mesi di anticipo per poi ricominciarne uno nuovo a luglio, senza particolari sconquassi economici. Un po' come del resto hanno fatto tutti gli altri sport del mondo dove girano meno soldi. Se ci pensiamo è un paradosso: di solito chi ha meno soldi deve lavorare incessantemente per guadagnarsi di che vivere mentre chi ha "la carta" può permettersi di prendersi più tempo libero e a volte anche di non lavorare. Viene quasi il sospetto a questo punto che questi milioni di milioni che girano non siano reali, solo giroconti che girando vorticosamente siano in grado di generare solo debiti e bilanci pompati. Ma è solo un vago sospetto, dimentichiamocene.
Così tra un amarcord e l'altro ci ritroviamo trent'anni dopo Italia '90 a vivere delle altre "notti magiche", partorite questa volta da una magia nera a forma di virus. Faremo l'esordio di questo nuovo campionato a parte, già falsato in partenza, al mirabolante orario delle 21.45 di sabato sera. Sarà una lunga maratona di partite dove non ci capiremo probabilmente nulla già dai primi giorni visto l'incalzare di gare giorno dopo giorno. Gli allenatori faranno veramente fatica a mettere in campo le formazioni, obbligati a turnover improbabili o a spremere oltremodo dei giocatori che avranno una preparazione sommaria sulle spalle.
Staremo a vedere cosa ne uscirà e la fortuna vuole che in questa situazione surreale noi siamo praticamente già salvi quindi mal che vada la classifica finale ci sorriderà e possiamo già pensare al nostro campionato numero 30 in Serie A.
Per finire, credo che il trentennale di Italia '90 sia una ricorrenza su cui valga la pena spendere poche parole. Ha più importanza invece fare un paragone tra come calcisticamente eravamo dignitosamente belli allora e di come siamo caduti in basso adesso. Che se è vero che "se il mondo cambia lo fa in peggio", figuriamoci se non vale per il calcio!
...che poi facciamo tanti discorsi ma alla fine non perderemo una partita che sia una, ovviamente, con la sfacciata incoerenza che solo chi ama alla follia la propria squadra può comprendere.
Buona ripresa del campionato a tutti.
Valeriano
Alla fine, non è partito nessuno. O meglio, sono andati via quelli che a giudizio di Sogliano (e nella percezione di gran parte dei tifosi) avevano concluso il loro percorso sia tecnico che motivazionale con il Verona: Veloso, Ceccherini, Lasagna, Verdi, Tameze. Forse, l'unica rinuncia importante è stata Depaoli, ma il riscatto a 2,5 mln era eccessivo. Tanto vale allora puntare su un Tchatchoua qualunque e vedere come va. Di conseguenza, l'unica plusvalenza è stata Sulemana, in ottica restyling di bilancio al 30 giugno. Indubbiamente qualcosa è cambiato gli ultimi giorni. Il direttore sportivo, già contro la Roma giustificava la mancata rivoluzione di rosa promessa a Baroni, per «le difficoltà in uscita». Difficoltà che evidentemente sono venute a mancare a causa della fallita triangolazione Berardi > Juventus e Ngonge > Sassuolo e per la volontà, piuttosto evidente, di non rinunciare a Hien.
[continua]Qual è stato il miglior gialloblu in campo in
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Riepilogo stagionale e classifica generale
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