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Verona-Bologna. Stadio Marcantonio Bentegodi. Sfida salvezza. L'abbiamo mica già vissuta? Esatto.
Per esempio. Solo due campionati fa, un'era geologica calcisticamente parlando.
C'era Mandorlini con la sua truppa di fedelissimi e amatissimi giocatori. Ci attendevamo l'ennesima riscossa di quel magnifico ed irriducibile gruppo. Ma niente. Giaccherini e Donsah si sbarazzano di noi in pochi minuti, nemmeno un quarto d'ora. Sconforto. Mai in partita. Mai pericolosi. In quel momento in molti capirono come sarebbe finita la questione salvezza...
Ora come allora siamo nei bassifondi. Ora come allora ci giochiamo tanto, soprattutto la credibilità. In primis quella del rispetto verso noi stessi. Ma diversamente da allora non possiamo aggrapparci a nessun solido gruppo.
Cosa diversa accadde nel 1989/90 quando sempre un Verona contro i felsinei ci diede dimostrazione di cosa vuol dire essere una squadra con un allenatore. Ricordate? Partita con mille emozioni. Il Bologna di Cabrini e Giordano si dimostra osso durissimo. Ma il Verona dell'Osvaldo glorioso è commovente e tenace.
Andiamo in vantaggio con Gritti. Ripresi subito. In vantaggio nuovamente ad inizio ripresa con Pellegrini. Peruzzi para un rigore. Ripresi poi da un grandissimo gol del Bonetti sbagliato. Infine gol sotto la Sud ancora con il buon Tullio, che spinge a forza in rete una palla che sembrava non dovesse entrare mai e poi mai. Piccola riflessione; Tullio Gritti. Centravanti di scorta, vecchia volpe d'area. Avercelo ora un vice Pazzini così...
Il risultato finale di queste due sfide del passato è stato diverso. Il risultato finale della stagione, ahimè è stato il medesimo... E allora speriamo bene. Tipo il 5-4 perottiano ad esempio...
In fede
Matteo
Hellastory, 17/11/2017