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HELLAS VERONA / Scudetto

5 Maggio 1985: VERONA - COMO 0 a 0


5 Maggio 1985: VERONA - COMO 0 a 0


dal nostro inviato Massimo

Il Campionato consegna la terz'ultima giornata. L'Inter, senza più molte speranze di vincere lo scudetto ed eliminato anche in Coppa UEFA dal Real Madrid, vince una partita importante a Genova per 1 a 2 (Brady, Altobelli e Scanziani) e approfitta del deludente pareggio casalingo del Torino con l'Atalanta, per raggiungerlo in classifica - al secondo posto - a 36 punti. La lotta come anti Verona è tra queste due contendenti. Dietro, Maradona ferma la Juventus al san Paolo e i bianconeri condividono così il quarto posto con i blucerchiati. Roma e Milan sono risucchiati più giù, quasi a metà classifica. In fondo, con le già retrocesse Cremonese e Lazio, si fa preoccupante la sorte dell'Ascoli sconfitto a San Siro dai rossoneri: i marchigiani hanno un ritardo di 3 punti sull'Avellino. A Verona arriva il tranquillo Como di Ottavio Bianchi, squadra e tecnico abituate a non mollare mai niente a nessuno.


LE ALCHIMIE DELLA GARA

E' l'attesa a contraddistinguere questa strana giornata: l'attesa alla realizzazione di qualcosa di impossibile. Verona – Como è una gara sospesa in attesa della sua realizzazione. Potrebbe essere definitiva, quasi realizzativa se dovessero incastrarsi i risultati giusti, ma sarebbe troppo presto. Ci sarebbero ancora Atalanta ed Avellino da giustificare. I lariani arrivano a Verona sgombri da ogni impegno e tensione, sicuri dei propri mezzi e decisi ad onorare il loro Campionato. Con l'Inter, sono l'unica formazione ancora imbattuta tra le mura amiche, inviolata. Debole in attacco, ha raggiunto una splendida salvezza grazie alle coriacee prestazioni casalinghe e alla buona tenuta difensiva dove spiccano le prestazioni del portiere Giuliani, futuro gialloblù.

Nemmeno il Verona ha problemi di sorta. Bagnoli conferma il blocco che ha sconfitto la Lazio e spera di cogliere la nona vittoria interna, che significa matematicamente scudetto. Scudetto, ripeto.

C'è l'impressione che il mondo del Calcio italiano abbia già consegnato la sua resa definitiva al Verona, ma la Storia gli chiede di aspettare ancora un po', il tempo debito. Ci sarà tempo per una partita dell'ufficialità e una per la celebrazione del successo. Questa sarà dunque la partita della preparazione. E, per noi tifosi, dell'attesa.

MINUTO PER MINUTO Verona a ritmo lento e Como guardingo. I primi caldi, la mancanza di oppressioni di classifica, la stanchezza finora accumulata. Per questo si gioca soprattutto a centrocampo, evitando distrazioni di sorta.

Al minuto 24 Todesco impegna Garella che timbra così il cartellino.

Intorno alla mezzora i gialloblù si svegliano e puntano con maggiore convinzione gli avversari. Al 32' minuto, Briegel di testa sfiora il palo. Dopo 4 minuti, Marangon, da ottima posizione, spreca tirando addosso a Giuliani. E così si conclude un tempo assolutamente incolore.

Nella ripresa cambia poco. Al 54' Bianchi toglie l'opportunista Morbiducci, uomo di Ferroni, per il lungo svedese Cornelliusson più abile nel possesso palla. Galderisi rompe la noia con un diagonale pericolosissimo cui risponde in tuffo Giuliani. Bagnoli a questo punto prova a scuotere i suoi: fuori Ferroni e dentro Sacchetti con il naturale arretramento di Volpati in zona Todesco.

Ma l'occasione migliore è per i lariani: al minuto 69 Muller crossa per Todesco lasciato colpevolmente solo davanti a Garella, la mezzala ospite si lancia in tuffo sulla palla ma fortunatamente sbaglia il più facile dei gol.

Bagnoli è arrabbiatissimo e toglie subito dopo Marangon (75') in giornata nemesi-riflessivo-ascetica, inserendo al suo posto Bruni. Verona completamente rivoluzionato: Sacchetti arretra a calmare gli ardori di Todesco, Volpati va a sinistra a pestare come si conviene il tecnico Muller e Briegel avanza in attacco.

Il finale è tutto gialloblù. Al minuto 78 traversone di Bruni, dalla destra, per Elkjaer che aggancia, supera il suo avversario diretto ma il danese vuole strafare scavalcando con un colpo di tacco il portiere avversario, cosa assurda perché gli riesce malissimo e così il Verona spreca questa ghiotta opportunità. Nelle ultime 4 partite, compresa la presente, il contributo alla squadra degli attaccanti veronesi è stato davvero modesto: tra rigori sbagliati, gol sfiorati per un soffio, errori tecnici ed eccessivi preziosismi non ne hanno azzeccata una. Meno male che il resto della squadra, la difesa in blocco e Pierino Fanna in particolare, hanno retto alla grande.

Però i nostri ci provano fino all'ultimo con determinazione. Al 83' minuto Di Gennaro risolve un batti e ribatti e scarica una conclusione a botta sicura. Giuliani è battuto ma Fusi, sulla linea di porta, ribatte un gol certo. Rinviando in questo modo i nostri festeggiamenti e ricordandoci che oggi, in definitiva, deve essere solo una tappa di avvicinamento.

IL SIGNIFICATO DELLA PARTITA Al Verona manca solo 1 punto per essere Campione d'Italia. A Bergamo, contro l'Atalanta o tra 15 giorni in casa con l'Avellino lo conquisterà sicuramente. Il Campionato è finito a San Siro, questo lo hanno capito tutti, giocatori, dirigenti, tifosi e avversari. Lo conquista con il merito di avere, fino ad oggi, il terzo miglior attacco (37 gol fatti) dietro alla Juventus (44) e all'Udinese (41) e la migliore difesa del Torneo (solo 16 i gol subiti).

La forza di questa squadra è la sua compattezza collettiva e l' impermeabilità difensiva. D'altra parte, e questo è l'ennesima conferma, per ottenere risultati importanti devi essere solido dietro. Una grande difesa dà sicurezza a tutta la squadra e consente ai giocatori di creare gioco certi di non essere mai «traditi» dietro. Raramente chi ha vinto qualcosa lo ha fatto puntando solo sulla sua capacità offensiva. E' un assurdo tattico oltre che logico, a pensarci bene.

Per questo motivo, il Verona sarà Campione d'Italia senza avere bomber nei primissimi posti della classifica dei cannonieri: Galderisi, il migliore con 11 centri è lontanissimo da Platini (18), Altobelli (17), Maradona (14) e Briaschi (12). Ma per fare un gol a Garella occorre recitare un rito voodoo e sperare contemporaneamente nelle congiunzioni astrali favorevoli.

Oramai è solo questione di tempo. I festeggiamenti, rinviati oggi solo per colpa di una respinta sulla linea di Fusi, sono già avviati: non interessa più il se ma il quando. E quindi archiviamo con tutta la benevolenza possibile questa brutta partita, l'unica soporifera che ricordiamo nella stupenda ed emozionante stagione che abbiamo rivissuto insieme.

Del resto, al ciclista che dopo una lunga fuga solitaria arriva in dirittura di arrivo, chi contesterebbe mai l'alzarsi in anticipo sulla schiena con le braccia alzate? E' la forza d'inerzia che lo porta comunque a tagliare per primo il traguardo. Eppoi, non è certo colpa sua se è andato troppo più forte degli altri.

Hellastory, 05/05/2005

BRAVO ZANETTI!


Quanto di buono avevamo visto a partire da metà febbraio (l'Atalanta ha dato evidentemente la scossa decisiva) si conferma in queste ultime partite con una difesa finalmente compatta e autoritaria e un centrocampo duttile. Fateci caso, ora tutti i gialloblù si sentono molto più a loro agio. Sanno cosa fare, non mollano mai. E il tutti di cui sopra va riferito davvero alla rosa allargata perché in questo momento il Verona fa punti e prestazioni pesanti anche senza Serdar, Tengstedt, Suslov che sono poi i giocatori più rappresentativi.

[continua]

Qual è stato il miglior gialloblu in campo in

H.Verona-Cagliari?



H.Verona    Cagliari


Bernède A.

Bradaric D.

Coppola D.

Duda O.

Ghilardi D.

Kastanos G.

Lambourde M.

Lazovic D.

Livramento D.

Montipò L.

Mosquera D.

Sarr A.

Serdar S.

Suslov T.

Tchatchoua J.

Valentini N.


 


Riepilogo stagionale e classifica generale




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