IL CAMPIONATO PIU' BELLO DEL MONDO
Comincia oggi il Campionato più bello del mondo. Seguiremo partita dopo partita l'intera stagione, le storie che sono state vissute, l'Italia di allora, tutto quello che ha segnato in maniera indelebile il nostro destino.
CHE CAMPIONATO SARA’? Il mondo del calcio italiano è euforico perché sta per disputarsi quello che è veramente considerato come il più incerto e più ricco campionato del mondo! Contribuiscono a renderlo tale il sorteggio arbitrale integrale e l’arrivo dei migliori campioni in circolazione. La Federcalcio, con l’obiettivo di mitigare il processo di spreco economico, ha imposto alle società italiane un temporaneo blocco – salvo le neopromosse, e della durata di tre stagioni – dell’ ingaggio di calciatori stranieri provenienti dai campionati esteri. Ma questo, anziché mitigare il fenomeno, è finito per trasformarsi in un’opportunità unica perché tutti i dirigenti si sono affrettati alla ricerca dei maggiori campioni prima del 30 giugno, ultima data utile per poterli tesserare, anticipando di fatto i competitor stranieri. L'opinione pubblica comincia ad interrogarsi sulla moralità di operazioni simili: gli ingaggi offerti ai calciatori non rispecchiano la società in cui viviamo, inoltre sono ancora aperte le gravi ferite lasciate dal terremoto di quattro anni prima. In questo contesto si inserisce la riforma fiscale di Visentini che introduce il registratore di cassa e il relativo rilascio dello scontrino fiscale, con l’obiettivo di riscuotere l’IVA. Ma il calcio vive di risorse proprie.
Il 5 luglio al San Paolo di Napoli sono in vendita le maglie azzurre con il numero 10 ed il nome Maradona stampato. Sono oltre 70.000 i tifosi in delirio a pagare 1000 lire per assistere allo stadio ai primi palleggi dell’idolo destinato ad oscurare tutti. Il Napoli però non si limita all’ingaggio di Maradona: arrivano la spalla argentina Daniel Bertoni dalla Fiorentina, il bomber Domenico Penzo in cerca di rilancio, il centrocampista De Vecchi e, ciliegina sulla torta, Salvatore Bagni, in rotta di collisione con l’Inter. Uno squadrone.
Il mercato vive anche la vicenda Giordano-Juventus. I campioni d’Italia puntano sul bomber laziale per rinforzare la squadra in vista della Coppa dei Campioni con l’intento di ricostituire la coppia Rossi-Giordano anche in ottica nazionale. Assieme a lui si vuole far arrivare anche il jolly Manfredonia. Le due società trovano l’accordo: alla Lazio sarebbero andati i giocatori Briaschi, Favero e Limido, acquistati dalla Juventus dalle rispettive società, più la cessione definitiva del cartellino del talento Mickael Laudrup, oltre ad un conguaglio in denaro. Tuttavia, i tempi sono cambiati: un trasferimento va in porto solo con l’accordo del giocatore e Giordano, idolo di una tifoseria laziale naturalmente in rivolta, si mette di traverso rifiutando il trasferimento a Torino. L’intera operazione naufraga.
Tutte le concorrenti allo scudetto si sono rafforzate: la Roma riesce a strappare Maurizio Iorio, rivelazione della stagione precedente di cui detiene già metà del cartellino, al Verona e rinforza la rosa con gli arrivi degli esperti Ruben Buriani e Roberto Antonelli. Con Maldera si compone una colonia di ex milanisti proprio nell’anno in cui Niels Liedholm lascia la Capitale per tornare al Milan. Al suo posto arriva dal Portogallo Sven Goran Erikson, il quale, tuttavia, per regolamento non potrà sedere in panchina. Non meno attiva si dimostra la Fiorentina: oltre al brasiliano Socrates, i viola, in attesa del recupero di Giancarlo Antognoni, ingaggiano Claudio Gentile lasciato partire dalla Juventus e Leonardo Occhipinti, reduce da un ottimo campionato nelle file del Pisa. L’Inter del neo presidente Pellegrini, dal canto suo, presi Rummenigge e Brady, completa la rosa con il rinato Franco Causio, acquistato dall’Udinese, ed Andrea Mandorlini, terzino che da tre stagioni si esprime ad altissimi livelli. Molto attiva anche l’altra milanese che, oltre agli inglesi Wilkins ed Hateley, acquista il portiere Terraneo dal Torino, l’ex capitano romanista Agostino Di Bartolomei e l’attaccante Pietro Paolo Virdis, pronto a vivere in rossonero il miglior periodo della sua carriera. Desta curiosità anche il Torino sulla cui panchina è ritornato Gigi Radice. Assieme al grande Leo Junior, in granata arriva in prestito il bomber Aldo Serena, mentre tra i pali viene ingaggiato Silvano Martina. L’Udinese, mantenuto Zico a furor di popolo e lasciati partire Causio e Virdis per capitalizzare, punta sulla voglia di rilancio di Franco Selvaggi e su quella di emergere di Andrea Carnevale.
Le tre neo promosse, Atalanta, Como e Cremonese, si muovono in modo oculato. I bergamaschi ingaggiano due svedesi: il talentuoso Glenn Stromberg e la scommessa Lars Larsson, mentre il Como, ceduto Mannini alla Sampdoria del neo tecnico Bersellini, punta sul centravanti Corneliusson e sulla voglia di rivalsa di Hansi Müller. La Cremonese, dal canto suo, non ingaggia stranieri, cede la promessa Gian Luca Vialli alla Sampdoria e punta tutto su Chiorri.
ELKJAER E BRIEGEL. Il danese lo avevo visto alla televisione e mi aveva impressionato. Il Verona voleva un attaccante forte fisicamente per evitare il ripetersi degli errori della coppia Iorio – Galderisi che, pur avendo fatto molto bene insieme, mostravano limiti identici nei terreni pesanti e contro difensori prestanti fisicamente. Inoltre, essendo due giocatori d’area non sempre riuscivano ad esprimersi al meglio in quanto finivano per occupare gli stessi spazi. Elkjaer invece amava conquistare spazi con la corsa e la potenza e, inevitabilmente, avrebbe potuto liberare Nanu, sempre molto svelto sotto porta.
Briegel invece lo avevo conosciuto un paio di anni prima a Napoli. E fu un incontro impressionante. La squadra tedesca del Kaiserslautern era scesa al san Paolo per disputare contro gli azzurri una gara di Coppa. Mi recai allo stadio in compagnia di alcuni amici napoletani per gustarmi la partita e la facile vittoria della squadra italiana nettamente più quotata. Circa un'ora prima dell'inizio della gara, esce dallo spogliatoio un gigante rosso che inizia a riscaldarsi da solo. Sulle prime nessuno ci ha fatto caso. Ma dopo un quarto d'ora di ripetute, lui accelerava e io, al contrario, immedesimandomi in lui mi sentivo stremato. Dopo mezzora cominciamo a capire che quello è un giocatore tedesco, che si chiama Briegel, è nel giro della nazionale e ha un passato nell'atletica. A questo punto cominciano gli inevitabili e coloratissimi sfottò dei tifosi napoletani verso l'energumeno teutonico. Dopo tre quarti d'ora lo stadio lo accompagna con applausi e incitamenti contando nel fatto che quell'esagerato riscaldamento lo avrebbe certamente condizionato durante la partita. Pronti, via: il gigante rosso si posiziona davanti a tutti nell'insolito ruolo di centravanti, come unica punta in sostituzione del titolare che era infortunato o squalificato. Ma l'impressionante potenza e freschezza atletica del giocatore non cessò affatto, la partita finì 1 a 2 per i tedeschi con doppietta proprio di Briegel. Che giocatore!
LE ALCHIMIE DELLA GARA Il 16 settembre comincia il campionato e la partita più importante si gioca senza alcun dubbio al Bentegodi. L'attenzione mediatica di tutta la settimana è rivolta inevitabilmente all'esordio italiano del grande Diego Armando. Man mano che ci avviciniamo alla gara, assume sempre più rilevanza però aspetto tecnico. In particolare, gli addetti ai lavori si pongono vari interrogativi sulla disposizione difensiva del Verona, atteso ad una grande prova per poter fermare il campione argentino. Conoscendo Bagnoli, che ha sempre curato con grande attenzione l'assetto difensivo, le teorie più gettonate in merito alla marcatura di Maradona sono essenzialmente due: da una parte l'utilizzo di Ferroni a uomo, del resto questo è sicuramente il difensore più veloce e grintoso a disposizione; dall'altra la creazione di una gabbia a zona che prevede l'impiego di Volpati a destra e Briegel a sinistra.
In realtà le cose vanno in maniera differente e ce ne accorgiamo sin dalle prime battute di gioco. Infatti, il giorno prima della partita, durante il ritiro, il tecnico gialloblu comunica a gesti a Briegel che «tu domani fermi Maradona». Il gigante, che capisce poco l'italiano ma bene il bagnolese, annuisce con la testa e ripete «Sì, sì: io domani fermo Maradona». Il dottor Frankenstain ha educato così la sua creatura.
Adesso cerco di essere un pò più chiaro sul significato della scelta di Bagnoli. Supponete di far gareggiare un robusto, gigantesco fuoristrada, contro un'auto sportiva. A prima vista, non c'è confronto: quando il fuoristrada parte, la veloce vettura è già molto avanti e più sono i chilometri che devono percorrere le due vetture, più il divario aumenta. 90 minuti di gioco, sono un percorso lunghissimo. Concettualmente parlando Briegel non può nemmeno vedere Maradona, veloce, agilissimo e tecnico. Ma chi propone questa insolita gara, ha dimenticato di fornirci un elemento essenziale, quasi scontato per noi: la gara non si disputa né in un percorso cittadino, né in autostrada. Ma in un terreno accidentato e sterrato, tutto salite e discese, con persino il guado di un piccolo fiume. Chi vince adesso secondo voi? Vi ho fregato? Certo! Allo stesso modo in cui il Verona ha fregato il Napoli. Il terreno di gioco del Bentegodi offre sì, di tanto in tanto, 15-20 metri per lo scatto e le giocate tecniche, ma se lo intaso di gialloblu e costringo il talento sudamericano a un continuo corpo a corpo con il potente fuoristrada veronese, gli tolgo lo spazio necessario per esprimere tutto il suo valore, lo obbligo a sbattergli sempre contro e lo isolo dal resto dei compagni. Più passa il tempo e più i muscoli e i cavalli del nostro lento ma inarrestabile 4 x 4 dominano la strada e impolverano la povera spider costretta ad arrancare.
Il Verona si presenta anche privo di Fontolan, non in perfette condizioni fisiche e Sacchetti convalescente in quanto reduce da un infortunio: Volpati arretra terzino destro, Briegel è a disposizione di Maradona, Ferroni gioca al centro della difesa con Tricella, mentre Marangon è libero di effettuare scorribande sulla fascia sinistra. A centrocampo Bruni e Di Gennaro. In attacco Galderisi ed Elkjaer con Fanna a supporto. Il Napoli di Marchesi risponde con una difesa piuttosto rocciosa ed esperta imperniata in Bruscolotti, Ferrario, Boldini e De Vecchi davanti al giaguaro Castellini; grande linea mediana con Celestini, Bagni e Dal Fiume; in attacco, a fianco di Maradona, l'argentino Bertoni (bestia nera dei gialloblu) e un grande ex, Nico Penzo.
MINUTO PER MINUTO. Il Napoli parte forte, galvanizzato dal suo campione, ma il Verona non cede un metro di terreno. Passata la tensione iniziale, alle prime difficoltà, il fuoristrada gialloblu allunga con le sue marce ridotte e vede la veloce vettura avversaria. Anzi, i ragazzi di Bagnoli si fanno sempre più audaci.
Al 25' si sblocca la partita e il Verona passa in vantaggio: Fanna batte un corner e sul pallone irrompe come una furia Hans Peter Briegel, posto sul primo palo, che salta più alto di tutti e batte Castellini.
Passano pochi minuti e i gialloblu raddoppiano. Siamo al 33' e Di Gennaro prova dalla distanza un tiro velenoso che sfugge alla presa del portiere napoletano. Galderisi, in agguato, non perdona. 2 a 0!
Al 40' Tricella incuneatosi nell'area di rigore su preciso lancio di Ferroni, sfiora il tris, chiamando Celestini ad un rinvio precipitoso.
Nella ripresa il Napoli si fa subito sotto e accorcia le distanze dopo 13' con il solito Daniel Bertoni che, pescato con precisione da Bagni, brucia Ferroni e Tricella e trafigge Garella.
Ma il Verona non molla e alla mezzora esatta Di Gennaro incorna di testa una punizione cross di Fanna ristabilendo le distanze: 3 a 1.
Il Napoli si innervosisce e 5 minuti dopo rimane in 10 per l'espulsione di Bruscolotti pescato dal guardalinee mentre commette una scorrettezza ai danni di Elkjaer.
A questo punto Bagnoli gestisce il risultato inserendo Turchetta per Galderisi e Donà per Bruni.
I SIGNIFICATI DI VERONA - NAPOLI. E' il collettivo gialloblu a impressionare in questa partita. Briegel, da solo non avrebbe mai potuto fermare Maradona. Certo il panzer tedesco ha qualità eccezionali, ma tutto il Verona si è mosso all'unisono disputando una gara perfetta come ammette sportivamente anche Maradona. Avrà modo di rifarsi, di conoscere il calcio italiano e di imporsi su tutti i campi di gioco vincendo alla fine ben 2 scudetti (1986-87 e 1989-90). Ma tutto questo accadrà in seguito ed è tutta un'altra storia, che ci riguarda poco per la verità.
Adesso contano i primi 2 punti conquistati, la conferma che i gialloblu possono affrontare chiunque, e che tutti, in questo campionato, dovranno fare i conti con la nostra squadra. Per tutta la settimana i 42.000 del Bentegodi si racconteranno la favola di come un possente fuoristrada abbia battuto una veloce e scattante spider. E' questa la prima formella del nostro splendido portale.
Massimo
Hellastory, 16/09/2024
Ascoli-Verona H. 1-3 Giornata 3
Verona H.-Udinese 1-0 Giornata 4
Inter-Verona H. 0-0 Giornata 5
Verona H.-Juventus 2-0 Giornata 6
Roma-Verona H. 0-0 Giornata 7
Verona H.-Fiorentina 2-1 Giornata 8
Cremonese-Verona H. 0-2 Giornata 9
Verona H.-Sampdoria 0-0 Giornata 10
Torino-Verona H. 1-2 Giornata 11
Verona H.-Milan 0-0 Giornata 12
Lazio-Verona H. 0-1 Giornata 13
Como-Verona H. 0-0 Giornata 14
Verona H.-Atalanta 1-1 Giornata 15
Avellino-Verona H. 2-1 Giornata 16
Napoli-Verona H. 0-0 Giornata 17
Verona H.-Ascoli 2-0 Giornata 18
Udinese-Verona H. 3-5 Giornata 19
Verona H.-Inter 1-1 Giornata 20
Juventus-Verona H. 1-1 Giornata 21
Verona H.-Roma 1-0 Giornata 22
Fiorentina-Verona H. 1-3 Giornata 23
Verona H.-Cremonese 3-0 Giornata 24
Sampdoria-Verona H. 1-1 Giornata 25
Verona H.-Torino 1-2 Giornata 26
Milan-Verona H. 0-0 Giornata 27
Verona H.-Lazio 1-0 Giornata 28
Verona H.-Como 0-0 Giornata 29
Atalanta-Verona H. 1-1 Giornata 30
Verona H.-Avellino 4-2
Verona, 16.09.1984. Serie A, Giornata 1
AC VERONA HELLAS
26' H.Briegel, 32' G.Galderisi, 75' A.Di Gennaro
C.Garella, D.Volpati, L.Marangon (I), R.Tricella, M.Ferroni (I), H.Briegel, P.Fanna, L.Bruni (89' D.Donà), G.Galderisi (83' F.Turchetta), A.Di Gennaro, P.Elkjær Larsen.
ALL. O.Bagnoli
SSC NAPOLI
58' Bertoni
Castellini; Bruscolotti; Boldini (72' Caffarelli); Celestini; Ferrario; De Vecchi; Bertoni; Bagni; D.Penzo; Maradona; Dal Fiume.
ALL. Marchesi
90' Bruscolotti
M.Mattei
della sezione di Macerata (MC)
ATALANTA - INTER | 1 - 1 |
AVELLINO - ROMA | 0 - 0 |
COMO - JUVENTUS | 0 - 0 |
LAZIO - FIORENTINA | 0 - 1 |
MILAN - UDINESE | 2 - 2 |
SAMPDORIA - CREMONESE | 1 - 0 |
TORINO - ASCOLI | 1 - 0 |
La Classifica:
PT | G | VC | NC | PC | VT | NT | PT | RF | RS | |
VERONA | 2 | 1 | 1 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 3 | 1 |
FIORENTINA | 2 | 1 | 0 | 0 | 0 | 1 | 0 | 0 | 1 | 0 |
SAMPDORIA | 2 | 1 | 1 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 1 | 0 |
TORINO | 2 | 1 | 1 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 1 | 0 |
UDINESE | 1 | 1 | 0 | 0 | 0 | 0 | 1 | 0 | 2 | 2 |
INTER | 1 | 1 | 0 | 0 | 0 | 0 | 1 | 0 | 1 | 1 |
JUVENTUS | 1 | 1 | 0 | 0 | 0 | 0 | 1 | 0 | 0 | 0 |
ROMA | 1 | 1 | 0 | 0 | 0 | 0 | 1 | 0 | 0 | 0 |
MILAN | 1 | 1 | 0 | 1 | 0 | 0 | 0 | 0 | 2 | 2 |
ATALANTA | 1 | 1 | 0 | 1 | 0 | 0 | 0 | 0 | 1 | 1 |
AVELLINO | 1 | 1 | 0 | 1 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
COMO | 1 | 1 | 0 | 1 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
ASCOLI | 0 | 1 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 1 | 0 | 1 |
CREMONESE | 0 | 1 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 1 | 0 | 1 |
IL CAMPIONATO / POCHI GOL, TANTE DELUSIONI
di Mimmo Carratelli, dal «Guerin Sportivo» n. 38 del 18 - 25 settembre 1984
Non s'accendono le stelle del torneo e le superfavorite partono al passo. Il trionfatore della prima giornata è Hans Peter Briegel che al «Bentegodi» annulla Maradona e dà il via alla sonora vittoria veronese.
VERONA. Il campionato spegne immediatamente, alla sua prima domenica tanto attesa, i fuochi pirotecnici di coppa. Su tutti i campi, e in particolare a Verona, Piedigrotta muore prima di cominciare. Cala il livello dei gol, scompaiono i virtuosismi, le grandi favorite dello scudetto segnano il passo sui terreni delle neopromosse, in trasferta brilla solo la Fiorentina e il Verona dei piccoli-grandi assi mette a segno il colpaccio del debutto. Non è granché per il campionato più bello del mondo irradiato sui due emisferi, Cina popolare e Caraibi compresi. Le polemiche esplodono in novanta minuti, le parole sono già pietre. Levatosi il sipario, sul palcoscenico manca l'acuto degli artisti più reclamizzati, da Maradona a Platini, a Zico. Assente giustificato Rummenigge. E così salgono alla gloria del gol, tra gli altri, Carletto Osti terzino spacca tutto, Andreone Carnevale centravanti di stazza, Pietropaolo Virdis l'incompreso di Sassari. II campionato, imponendo il clima diverso dalle allegrie di coppa, perde un po' la faccia. Canno- nieri di carriera o d'occasione di casa nostra danno la paga alle spingarde e ai giocolieri stranieri. Il conto è di otto gol «made in Italy» contro cinque delle bocche di fuoco straniere tra le quali si annuncia Souness, si presenta Hateley, fa capolino Schachner, brilla Daniel Bertoni (il più bel gol della giornata) ma soprattutto si esalta lo stangone di Rodenback, Hans Peter Briegel, che festeggia con una rete apripista il vittorioso duello con Maradona.
CALMA. Che senso ha fare processi al primo impatto? Se vogliamo, tutte le squadre sono ancora in rodaggio. L'Italia juventina freme, ma i campionati non si vincono alla prima giornata. Napoli è scossa dalla delusione, il pibe è rimasto a secco, le magagne della difesa sono venute fuori. Anche Roma e Intere accusano ruggini di stagione, però mancavano di Falcao e Rummenigge. Suona di riscatto il pareggio dell'Udinese sul campo del Milan: la squadra di Zico e Vinicio era uscita con le ossa rotte dalla Coppa Italia. Il «caso» più allarmante, nella critica a spron battuto della prima giornata, è quello del Napoli. Il rovescio di Verona darebbe credito ai rilievi di Menotti, considerati a suo tempo malevoli, e di Omar Sivori, accusato di gelosia da menopausa. Indubbiamente, il Napoli ha problemi che Marchesi ben conosce, trascurati invece dai suoi tifosi in questa stagione di euforia. Come è fuor di luogo che il debutto da «domenica bestiale» di Diego Armando Maradona, battezzato da Brera «lo zingarino», lascia intatto l'ampio credito di cui l'estrella de Argentina gode.
BRIEGEL. Il tedescone, con i calzettoni oscenamente tirati giù, sul sedere pedalini da spiaggia, la camminata a ciondoloni, il piede proteso fin dietro l'ombelico di Maradona, si è cavata una grossa soddisfazione nel primo dei grandi duelli del campionato. Aveva domato il pibe, dopo dieci minuti di trebisonda, tre anni fa a Montevideo. Questa volta ha astutamente azionato mani e piedi dal primo momento per togliere ogni voglia maligna dalla cabeza del genio argentino. Lo ha poi umiliato andando a segnare il gol più importante del trittico veronese, il primo, quello che ha tolto il nervosismo e l'ansia della squadra di Bagnoli lanciandola in un trionfale e decisivo primo tempo. Gli inviati dei giornali napoletani si guardavano smarriti nella limitata tribuna stampa di Verona, ma qualcuno di loro sembrava anche soddisfatto perché proclamava «io l'avevo detto». Evidentemente, nessuno continua a credere a Cassandra, neanche a Napoli. Il colmo si è registrato quando, deluso dall'andamento delle cose, Cassandra di Partenope ha invocato l'ingresso di Carannante, giovane certamente pregevole. Ma se per raddrizzare le cose di un Napoli che ha preso Maradona, Bertoni, Bagni e Penzo bisogna ricorrere al promettente Carannante qualcosa nel golfo non funziona.
SIVORI. Intanto, Omar presente al «Bentegodi» ribadiva che una squadra che ha la fortuna di avere Maradona non può concedergli la miseria di mezza dozzina di palle a partita. Ne aveva contate dieci nella gara di coppa contro la Fiorentina, uno scandalo, un suicidio. Non sono state di più a Verona. La verità è che prima del Grande Wurstel, che ha invischiato il pibe nella sua «grassa» marcatura, è stato il Napoli a deludere la sua stella servendola così poco da far nascere il sospetto (certamente infondato) di snobbarla. Dieguito ha fatto la sua parte senza smargiassate e segni di fastidio e questo vuoI dire che non ci sono problemi di incompatibilità nella squadra azzurra. I problemi veri, come temevano i più attenti osservatori della formazione di Marchesi, sono nelle retrovie dove il «filtro» è affidato a gente dal passo lento e ci sono troppi brontoloni davanti a un Castellini che non ha da farsi perdonare nulla. Sivori ha aggiunto che per Maradona saranno un tormento maggiore le partite al San Paolo, dove gli avversari rafforzeranno la guardia. E non c'è dubbio che la caduta di Verona rende delicata per gli azzurri la partita di domenica prossima con la Sampdoria a Fuorigrotta. Napoli subito in salita? Si ripeteranno delusioni storiche? Marchesi non sembra turbato: sapeva dal primo momento che avrebbe dovuto lavorare duro su una squadra sostanzialmente rinnovata. E non ha mai confuso Maradona con San Gennaro.
BAGNOLI. Le incertezze di marcatura di Osvaldo Bagnoli per il big-match col Napoli erano tutta una mànfrina. L'impostazione tattica dell'allenatore veronese è stata ineccepibile. Briegel su Maradona era «inevitabile», essendo destinati Volpati e Ferroni sulle punte azzurre Penzo e Bertoni. Né la posizione di mezza punta centrale di Maradona ha mandato In crisi l'apparato difensivo gialloblù. La differenza, alla fine, l'hanno fatta il diverso cambio di marcia delIe due squadre nella zona centrale e la migliore propensione del Verona a correre sulle fasce esterne. Il Napoli ci ha aggiunto gli smarrimenti aerei della sua difesa. E' stato poi punito definitivamente nel secondo tempo quando sembrava che stesse prendendo quota e Maradona aveva cominciato ad esibirsi in alcune prodezze. Il Verona dunque non si era esaurito e aspettava astutamente, senza rischiare, il colpo della sicurezza. Si può già dire che il Verona ha chances da scudetto? E' squadra «quadrata», bene assortita, con buone soluzioni in fase offensiva: Bagnoli sa farla giocare con la concretezza giusta e il risultato sul Napoli è abbastanza eloquente. Il Verona, come era segnalato dai pronostici della vigilia, sarà comunque formazione di vertice: nella maniera più logica ha rinforzato la sua già solida intelaiatura; rinnovandosi non ha ribaltato né stravolto i suoi schemi già collaudati; ha preso stranieri d'urto e di potenza, non estrose e imprevedibili stelle.
ARBITRI. Qualche nervosismo di troppo ha contrassegnato il debutto del campionato, due le espulsioni, qualche gol è apparso non proprio regolare, sulle punizioni (così predilette dagli specialisti stranieri) la distanza è stata quasi mai rispettata, ma complessivamente l'avvio delle giacche nere nell'anno del sorteggio non ha dato luogo a clamorose contestazioni. E' un campionato carico di troppe attese perciò più facilmente esposto alle delusioni nelle sue domeniche meno esaltanti. Come si è verificato per la prima giornata. Come, forse, era quasi scontato. Il bello, in ogni modo, deve ancora venire. Devono accendersi soprattutto due stelle: Maradona e Platini.
ZANETTI, ABBIAMO UN PROBLEMA DIETRO?
Lazio e Torino, che peraltro sono formazioni superiori, hanno evidenziato un tema già affrontato durante l'estate: la difesa. È innegabile che Sogliano abbia lavorato con maggiore attenzione alla scoperta prima e all'arrivo poi di giocatori di qualità a centrocampo e in attacco, in ottica plusvalenze. E si vede. Ogni partita scopriamo un gesto tecnico superiore alla media da parte di Harroui, Kastanos, Tengstedt, e perfino di Livramento e Mosquera. Altri ne arriveranno da nuovi giocatori che al momento non conosciamo bene perché si stanno ancora integrando. Per non parlare dell'evoluzione esponenziale di Belahyane che creerà non pochi, ma piacevoli, problemi di turnover al mister al rientro di Duda e Serdar. Sulla difesa invece non si è lavorato. O non abbastanza. Gli arrivi nel finale di Daniliuc e Bradaric non sembrano decisivi in un reparto dove Frese e Okou faticano ad adattarsi al livello del nostro campionato. E neppure i ritorni di Faraoni (bloccato a Verona solo a causa di un ingaggio pesante) e Ghilardi (mai veramente preso in considerazione) sembrano essere un valore aggiunto.
[continua]Qual è stato il miglior gialloblu in campo in
H.Verona-Venezia?
Riepilogo stagionale e classifica generale
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