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PROSSIMO IMPEGNO
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dal nostro inviato Massimo
Ripassando con la nostra memoria le suggestive pagine della conquista dello scudetto o, chi non ha avuto questa fortuna, leggendo i miei appuntamenti settimanali, emergono una quantità di episodi stupendi, di partite memorabili, di sensazioni bellissime che hanno portato a emozioni uniche. Ciascuno di noi avrà le sue preferite e, tutti insieme, rispettando il gusto e l'abbondanza, converremo con gioia in questa moltitudine di suggestioni. Ma se dovessi chiedere quale è stata la pagina più triste, l'unica ferita aperta di questa stagione, non ho alcun dubbio sulla risposta unanime: la sconfitta interna con il Torino. Questo è stato davvero un episodio scioccante e sorprendente per tutti. In una sola partita tifosi, giocatori e dirigenti hanno temuto di perdere tutto e di mettere in discussione quanto di buono avevamo accumulato sino a quel momento compromettendo così il successo finale. E' venuto il momento di rivivere le aspettative di quella gara, l'esito finale e le conseguenze dell'incontro. Un passaggio delicatissimo della nostra storia.
LE ALCHIMIE DELLA GARA In una intervista rilasciata all'Arena, Galderisi censurò la partita con il Torino con poche e amare parole: «Non me ne parlare». Difatti, questa sarà una giornata nerissima per il bomber gialloblu.
Eppure le aspettative antecedenti alla gara erano molto elevate. Il Verona, in testa ininterrottamente dalla prima giornata di Campionato, tiene cinque inseguitrici a 6 punti di distanza; non solo, le 6 gare che rimangono saranno giocate 4 volte al Bentegodi e 2 in trasferta, a Milano e a Bergamo, città dove comunque l'affetto dei tifosi non mancherà sicuramente. Bagnoli ha recuperato da tempo tutti i suoi cavalieri e anche i lunghi e sofferti infortuni di Sacchetti, Ferroni ed Elkjaer adesso appaiono solo come un ricordo. Insomma, la gara con il Torino, formazione grintosa e mai doma, viene nel momento giusto: con una vittoria in questa partita, ci saranno ottime possibilità per decretare con largo anticipo la fine del Campionato. E la conquista dello scudetto.
A pensarci bene, anche un malaugurato pareggio o perfino una improbabile sconfitta interna, non possono cambiare molto nella sostanza: i gialloblu finirebbero per sprecare solo un paio di punti dell'ampio vantaggio che hanno sugli inseguitori. D'altra parte, non si incontrano tutti i giorni avversari scorbutici e dello spessore dei granata. Razionalmente parlando, la gara odierna non può sconvolgere più di tanto il cammino del Verona verso il successo finale, al massimo ne può rallentare un pochino la corsa, ma ci sta pure questo.
Razionalmente parlando, però.
Mi domando quante volte il nostro faticoso procedere verso mete ambiziose e mai raggiunte prima, si interrompe proprio sul più bello? Già, quante volte è accaduto e potrà ancora accadere? Non è il Caso che interviene a modificare il percorso, è la nostra paura di non farcela che si materializza e inventa mostri che in realtà non esistono, nasconde in una nebbia l'obiettivo e ci offusca ogni speranza e certezza. Siamo noi che, in questi momenti, veniamo meno a noi stessi e nel nostro tradimento perdiamo il senso delle cose, la loro logica e ispirazione.
Alla fine della partita, i gialloblu, storditi e senza parole hanno visto tutto questo davanti ai loro occhi preoccupati: l'Inter a «soli» 4 punti di distanza (chissà mai perché i nerazzurri sono sempre stati considerati gli avversari più temibili da parte dei nostri); la stanchezza fisica che affiora dopo aver tirato tutta la stagione con soli 16 giocatori; l'inesperienza a vittorie assolute; l'amplificazione mediatica che si sarebbe scatenata contro la squadra. Ma ad essere logici o, meglio, razionali, l'Inter è lontano «ancora» 4 punti; la partita si gioca dopo una sosta inoltre la stanchezza fisica è naturale dopo una battaglia del genere; molti gialloblu hanno già vinto manifestazioni importanti nei loro precedenti club di appartenenza; l'invadenza dei media dà nuova carica e accende spesso un utile processo di riflessione e auto-analisi. Anche se è proprio così che vanno le cose: la paura di vincere è sempre peggiore della paura di perdere.
Facciamo un passo indietro e torniamo al prepartita. Bagnoli conferma in blocco la squadra di Genova, quella imbattuta dall'inizio del Torneo. Ricordo infatti che il Verona sinora ha subito una sola sconfitta, ad Avellino, ma in quella circostanza mancavano contemporaneamente Ferroni, Galderisi ed Elkjaer. Anche il Torino arriva al Bentegodi nella sua formazione migliore, con Pileggi e Beruatto a presidiare rispettivamente la fasce destra e sinistra al posto di Corradini e Sclosa, comunque a disposizione del mister in panchina.
Arbitra il signor Lombardo di Marsala e il Bentegodi è stipato all'inverosimile. E' venuto il momento di seguire da vicino questa avvincente partita perché ci farà comprendere alcuni aspetti nuovi del nostro Verona che abbiamo forse tralasciato in precedenza, e che – se possibile – ce lo faranno amare ancora di più.
MINUTO PER MINUTO Non so quanto incida la scaramanzia nella vita quotidiana. Nel mio caso, gli anni vissuti a Napoli hanno modificato spesso il senso di alcuni gesti e molti simboli hanno assunto un significato differente. La scaramanzia mi accompagna quotidianamente e talvolta riesce a condizionarmi gli intenti, ma non sono il solo ad essere così. Garella, ad esempio, si è sempre sentito insuperabile quando indossava il maglione rosso, quello utilizzato contro la Juventus, la Sampdoria, la Lazio e tutte le volte che gli è stato possibile: il maglione di Garellik. L'alternativa è stato il maglione color verde, meno simpatico e magico ma altrettanto funzionale (ricordo per tutte la sfida dell'Olimpico e la promozione in serie A). Oggi però, per dovere di ospitalità, veste quello grigio. «E' un colore che proprio non mi va giù» ha detto in un'intervista «Oggi potrebbe accadere qualcosa che non mi piace» ha commentato ai compagni di squadra. Ne prendiamo tutti atto.
Bagnoli, ragionando secondo logica, chiede ai suoi di partire subito forte per incutere paura al Torino. Una volta in vantaggio, sarà molto più facile gestire la partita.
Bene, al 4' minuto Elkjaer inserisce il turbo, salta in velocità ben 4 avversari e si trova solo davanti a Martina. Un attaccante italiano, tedesco o francese avrebbe sparato una bomba micidiale fregandosene di tutto, ma Preben è un danese, segue un istinto diverso e noi dobbiamo rispettare la sua espressività: decide pertanto di dribblare anche il portiere che si allunga e gli aggancia la caviglia. Rigore sacrosanto! Elkjaer alza le braccia al cielo felice e così tutto lo stadio. Rincorsa di Galderisi, tiro secco ma centrale, Martina si accartoccia e respinge corto … irrompe di nuovo Galderisi per la ribattuta in rete, ma ancora una volta Martina – assolutamente strepitoso – si allunga e para! Incredibile quello che è successo, davvero incredibile! Non – vuole – proprio - entrare!
Al minuto 9, un lungo lancio di Di Gennaro per la testa di Briegel a pochi passi dalla porta: 99 volte su 100 è gol, ma questa volta c'è ancora Martina a difendere i pali della porta granata. Un nuovo miracolo, ma al contrario per noi.
Dopo 3 minuti Fanna va in fuga sulla fascia e centra, irrompe Marangon in posizione di ala sinistra per la deviazione vincente, ma la palla esce di un niente. Il Verona di questi primi 15 minuti è la più bella espressione di calcio che abbia mai visto giocare. Solo un niente, sfortuna o imprecisione, stanno condizionando l'esito della gara che ci dovrebbe vedere in vantaggio di 2 o 3 gol.
Passano i minuti e il Torino, con pazienza e metodo, riesce a calmare l'impeto dei gialloblu. Pileggi, Beruatto, Dossena, Junior e Zaccarelli ingolfano la metà campo, sono giocatori di esperienza, molto tecnici e sanno stare bene in campo. Davanti Serena tiene impegnati Fontolan e Tricella, e Schachner, attaccante velocissimo, è una mina vagante. Ferroni è sempre in affanno contro di lui. Al 33' minuto, su lancio di Junior, l'austriaco supera in velocità il nostro Mauro e scarica un destro che Garella accompagna fuori con lo sguardo. Lui non appare preoccupato nell'occasione, io invece sì. Molto.
Il primo tempo, tiratissimo, si chiude così: 0 a 0. E' un risultato che ci va un po' stretto, ma il Torino ha dimostrato di esserci e ha comandato l'ultima mezzora di gioco.
La ripresa comincia nello stesso modo, anzi peggio. E' chiaro che Bagnoli non è riuscito a prendere nessuna contromisura. Oramai il folto centrocampo granata ha preso il sopravvento e ha pericolosamente diviso la squadra gialloblu in 3 tronconi separati costringendo i nostri a continui e affannosi recuperi per non soccombere in ogni zona del campo. Questa è la peggiore situazione possibile. Spaventa soprattutto il fatto che adesso il Verona è stato trasformato dal Torino in preda, da predatore che era stato all'inizio. E questa condizione non era assolutamente prevista.
Al 53' minuto nuova azione offensiva degli ospiti che insistono sulla nostra tre quarti di campo. Lancio lungo in area, Schachner anticipa di testa Ferroni e serve alla perfezione un pallone a centro area a Serena che con una splendida girata fa secco Garella. Tanto tuonò che piovve: Verona 0 e Torino 1.
E' capitato ancora in passato che i nostri subissero il vantaggio degli avversari, ma in ogni circostanza il Verona è riuscito immediatamente a pareggiare stroncando così ogni tentativo di chiudere definitivamente la gara a nostro danno. Oggi però Radice, amico-rivale di Bagnoli, ha capito tutto: dopo 11 minuti fa uscire Danova, un difensore puro, e inserisce Corradini un cursore di fascia molto forte nel gioco aereo. Bastano Ferri e Francini per bloccare i convulsi e disordinati Galderisi ed Elkjaer di questo pomeriggio. Adesso, il Torino cerca addirittura il raddoppio.
Passa 1 minuto e Serena difende un pallone sull'out sinistro, lancia Junior che pennella un pallone tagliatissimo in area di rigore: si lanciano contemporaneamente sulla palla Ferroni e Schachner ma il difensore gialloblu, pur in anticipo, non ci arriva e così l'attaccante austriaco prima controlla e poi fredda Garella in uscita disperata. Sono scioccato, ma il Torino ora comanda per 0 a 2!
A questo punto i granata rallentano e decidono di aspettare la reazione scaligera che in realtà non tarda a venire. Al 77' minuto Tricella lancia sulla destra Volpati, l'ex granata crossa in area per la testa di Briegel, passato a fare la terza punta in area ospite, e il tedesco incorna di precisione sotto la traversa. Questa volta, Martina non può arrivarci: Verona 1, Torino 2.
Mancano ancora 13 minuti e tutto può ancora succedere. Ma non è affatto così. Gli uomini di Bagnoli, sospinti dal calore del Bentegodi provano a divincolarsi dalla ragnatela ospite ma troppi gialloblu oggi sono fuori condizione. Il Torino si accorcia ancora di più e, di conseguenza, abbiamo grosse difficoltà ad entrare in area di rigore. Corradini monta una guardia serrata su Briegel, è proprio il giocatore adatto a farlo, e solo ora capiamo la grande funzionalità della mossa del tecnico granata.
Col Verona in grave affanno, ci si mette contro anche la sfortuna. Al minuto 85' Briegel, l'attaccante scaligero più lucido, viene affrontato rudemente da Corradini ed è costretto a uscire portato fuori di peso dai sanitari: la smorfia di dolore del panzer gialloblu mi fa temere il peggio. Entra precipitosamente in campo Bruni.
Al minuto 88, l'ennesimo affondo gialloblu crea finalmente una bella palla in area per Galderisi, sfortunato protagonista di inizio partita: Nanu scatta, si allunga e tira con istinto più che con precisione la palla del sicuro pareggio che però … si infrange in pieno sul palo! Questa è proprio la conclusione di una partita nata male e finita peggio!
Il Torino restituisce così al Verona lo sgarbo del girone di Andata.
IL SIGNIFICATO DELLA PARTITA Innanzitutto, una considerazione di carattere personale: il Verona è una squadra fatta da giocatori eccezionali, uomini veri che hanno sofferto e hanno conquistato con grande fatica tutto il successo che gli abbiamo accreditato. Nella sconfitta odierna, io mi sento di amarli ancora di più perché non sono finti come gli eroi dei fumetti, né invincibili e noiosi, e perché a loro nessuno ha mai regalato niente. Di questo fatto ne vado assolutamente fiero. Pertanto, prima di analizzare il significato di questa partita, mi sento ancora più orgoglioso di quanto è accaduto oggi, perché solo inciampando riconosciamo la nostra capacità di rialzarci e riprendere a correre. Se c'è stata una momentanea incertezza, questa è servita a qualcosa e ci darà in futuro nuovo coraggio e determinazione.
La sconfitta del Verona coincide ovviamente con la vittoria contemporanea di tutte le contendenti, eccetto il Milan che affronta una rivale diretta: l'Inter supera di misura la Fiorentina (1 a 0), la Juventus l'Udinese (3 a 2) e la Sampdoria i rossoneri (2 a 1). A parte il Torino, nessuna sembra essere in gran spolvero, ma la caduta improvvisa del Verona risveglia sicuramente nuove e inattese speranze. I gialloblu pertanto si fermano a quota 36, mentre le inseguitrici raggiungono tutte 32 punti.
Il problema è adesso Milano, prossima tappa del Campionato. I gialloblu andranno ad affrontare il Milan privi di Fontolan squalificato e di Briegel infortunato. Tra l'altro, in settimana anche Sacchetti, sostituto naturale del tedesco, darà forfait per problemi fisici. Contro gli uomini di Liedholm ci giocheremo lo scudetto, questo è chiaro: una nuova sconfitta a San Siro minerebbe in maniera definitiva il morale della squadra e gli eventuali 2 punti di vantaggio sulle avversarie dirette sarebbero troppo pochi da conservare nelle 4 gare che rimangono. Quindi è obbligatorio resistere, in un modo o nell'altro.
Torniamo alla partita odierna. Elkjaer, così commentò la gara. «Abbiamo giocato male. Il Torino ha meritato la vittoria. Il Verona non è stato quello che piace a me, è mancata la determinazione, la voglia di vincere e di soffrire.» Poche parole che però sono come una sassata in faccia. Faccio notare che Preben non fa alcun cenno né al rigore sbagliato, né al palo colpito a pochi minuti dal termine, eventi decisivi che avrebbero certamente cambiato l'esito dell'incontro: nel DNA di un Campione, non esiste la sfortuna. O vinci perché sei il più bravo, o perdi perché qualcuno è stato più bravo di te. Amen.
Al di là di questo, qualcosa oggi non ha funzionato; inoltre questa sconfitta inaspettata, ha stordito molto più di quanto effettivamente doveva. Però nello scoramento che vedo in giro, sembra addirittura che niente più possa funzionare, che tutto sia andato perduto. Nessuno riesce a recitare frasi di circostanza del tipo: ok, abbiamo perso, ma di fronte avevamo una grande avversaria e poi abbiamo ancora molti punti di vantaggio. Pare quasi che il Verona sia capitato in testa alla classifica per puro caso o per mera fortuna e che finalmente qualcuno se ne sia accorto, cacciandolo via da lì. Ma noi sappiamo bene che non è stato così: il primato di classifica ce lo siamo sudato sul campo e conquistato giocando meglio di tutti gli altri, non mollando mai e vincendo partite memorabili! Dobbiamo assolutamente reagire e crederci, adesso più di prima. Oggi abbiamo perso solo una maledetta partita, ed è capitato finora solo 2 volte su 25.
Ci vorrà del tempo per ricomporre tutti i tasselli. Bagnoli però ha solo una settimana per restituire serenità all'ambiente, capire come si fa ad affrontare il fortissimo Milan in lotta per un posto in Coppa e cercare di non perdere per strada altri punti preziosi. Proprio ora che tutti vedono il Verona in bilico, dimostreremo sicuramente di che pasta è fatto questo Verona. E i veronesi.
Lazio e Torino, che peraltro sono formazioni superiori, hanno evidenziato un tema già affrontato durante l'estate: la difesa. È innegabile che Sogliano abbia lavorato con maggiore attenzione alla scoperta prima e all'arrivo poi di giocatori di qualità a centrocampo e in attacco, in ottica plusvalenze. E si vede. Ogni partita scopriamo un gesto tecnico superiore alla media da parte di Harroui, Kastanos, Tengstedt, e perfino di Livramento e Mosquera. Altri ne arriveranno da nuovi giocatori che al momento non conosciamo bene perché si stanno ancora integrando. Per non parlare dell'evoluzione esponenziale di Belahyane che creerà non pochi, ma piacevoli, problemi di turnover al mister al rientro di Duda e Serdar. Sulla difesa invece non si è lavorato. O non abbastanza. Gli arrivi nel finale di Daniliuc e Bradaric non sembrano decisivi in un reparto dove Frese e Okou faticano ad adattarsi al livello del nostro campionato. E neppure i ritorni di Faraoni (bloccato a Verona solo a causa di un ingaggio pesante) e Ghilardi (mai veramente preso in considerazione) sembrano essere un valore aggiunto.
[continua]Qual è stato il miglior gialloblu in campo in
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Riepilogo stagionale e classifica generale
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