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HELLAS VERONA / Scudetto

14 Ottobre 1984: VERONA - JUVENTUS 2 a 0

Hellastory: Scudetto

dal nostro inviato Massimo

Siamo arrivati a Verona – Juventus, una partita memorabile per i tifosi gialloblu. Nel frattempo il Milan alza la testa regolando 2 a 1 la Roma, Torino e Inter impattano tra loro 1 a 1 e la Sampdoria – altra sorpresa del campionato - punisce la Fiorentina 2 a 0 con reti di Renica e autogol di Passarella raggiungendo così quota 8 in classifica. I Campioni d’Italia, in leggero ritardo di classifica scendono al Bentegodi con l’imperativo di vincere. Mettetevi comodi, è una domenica piena di emozioni, recriminazioni e polemiche. Insomma, una domenica da ricordare.

UN DUBBIO LEGGITTIMO. Grosso modo, la torta che individua il tifo in Italia è suddiviso in 3 fette. Da una parte ci sono quelli che tifano la squadra della propria città, indipendentemente dalla categoria di appartenenza. Questi trovano la loro realizzazione nell’identità culturale con la terra dove vivono e da questa traggono orgoglio e giustificazione per la loro passione. A questa nobile categoria, ad esempio, apparteniamo noi veronesi che amiamo l’Hellas. Per comodità, ci definiamo «patriottici».

La seconda categoria, più numerosa, è formata da quei tifosi che si identificano con un grande club ricco e spesso vincente. Sono per lo più juventini, milanisti e interisti. Completamente disaggregati dal loro contesto territoriale, concepiscono il calcio esclusivamente come lotta per il successo, sognano un mercato aperto tutto l'anno per arrivare a campioni incredibili, si confrontano solo tra loro e le corazzate europee. Non sanno mai decidersi tra uno scudetto e una coppa internazionale. Tutto è possibile per la loro amata squadra. Potremmo collocare questi supporter tra i «nobili». O presunti tali.

Chiudiamo con il gruppo più sparuto, quello composto da chi ama una squadra diversa da quella della propria città e non appartenente al gruppo delle grandi. Esempio tipico, un fiorentino che tifa Hellas. Perché mai dovrebbe farlo? E’ facile immaginare che si tratta di un «poeta» o di un «matto».

Fin qui nessun problema. Le complicazioni nascono quando i «nobili» si confrontano con i «patriottici» con quegli atteggiamenti di fastidiosa superiorità, giustificata esclusivamente dalla base di una supremazia teorica della loro squadra (ad esempio la Juventus) nei riguardi di una piccola ma agguerrita Verona. Superiorità, il più delle volte, solo teorica e presunta. Ma tant’è.

Chi fra noi, tifosi gialloblu, non ha mai avuto a che fare con situazioni simili? Tutto ciò non accade invece nel confronto tra le varie tifoserie «patriottiche», al di là dell’acceso campanilismo e dei contrasti di natura extracalcistica. Li si danno mazzate e lanciano sfottò che si distribuiscono alla pari. E c'è rispetto verso la passione.

Ecco perché manifesto un certo disagio quando, al Bentegodi, prima della partita, mi trovo di fronte, butto lì, l’agguerrito «Milan club Santa Lucia» o «Juventus club Bovolone» o «Inter club Grezzana». Perché, mi chiedo, un veronese dovrebbe mai tifare Juventus?

Con questo stato d’animo mi reco allo allo stadio a vedere questa benedetta partita. L'ottimo pareggio in casa dell'Inter e, anche se lascia il tempo che trova, l'incredibile testa della classifica sono ottimi auspici, ma di fronte ci sono pur sempre i Campioni d'Italia e numerosi e fastidiosi tifosi avversari che reclamano diritti di successo che provengono dai privilegi e attributi che portano la loro classe di appartenenza.

14 Ottobre 1984: VERONA - JUVENTUS 2 a 0

LE ALCHIMIE DELLA GARA. La Juventus di Rossi, Platini e Boniek è in ritardo di classifica (5 punti contro i 7 del Verona) a causa della preparazione tecnica. Dopo aver vinto lo scudetto, gli uomini di Trapattoni puntano soprattutto alla conquista della Coppa dei Campioni. Per la verità, i bianconeri sono stati rinforzati per vincere sempre e tutto. E per questo, durante l’estate, Giuliano ha provveduto a rinforzare la panchina con arrivi illustri: Favero dall’Avellino, Pioli dal Parma e Briaschi (12 gol quest’anno per lui) dal Genoa. I primi due diventeranno, più in là, giocatori del Verona.

La Juventus è esperta e compatta. Ottima dietro grazie a giocatori come Cabrini, Brio e Scirea, quadrata a centrocampo con Bonini e Tardelli, formidabile davanti grazie al talento del regista francese, divenuto Pallone d’Oro, all’opportunismo di Paolo Rossi e alla potenza del polacco Boniek. Con un certo Vignola sempre a disposizione in panchina … Nelle ultime 4 stagioni i bianconeri hanno vinto 3 scudetti: sono considerati i padroni assoluti del calcio italiano. Solo la Roma di Liedholm è riuscita nell’intento di interrompere momentaneamente l’egemonia bianconera nel 1982/83. E dopo l’impresa del Verona, l’anno prossimo, la Signora riprenderà la sua striscia vincente. Nel frattempo però hanno vinto pure la Coppa dei Campioni!

Bianconeri al Bentegodi con il tridente Briaschi – Rossi – Boniek; Caricola, un difensore, spostato a centrocampo per contrastare Fanna secondo i sani principi di Trapattoni e Pioli stopper al posto di Brio infortunato; Platini, in non perfette condizioni fisiche, parte invece dalla panchina. Bagnoli risponde con la medesima formazione imbattuta a Milano. Ci sono anche 2 ex che non hanno avuto sufficiente fortuna a Torino: Fanna e Galderisi. Per loro sarà una partita speciale. Arbitra, ed è molto importante questo, Bergamo da Livorno.

MINUTO PER MINUTO. Uno splendido sole d’ottobre accende lo Stadio Bentegodi gremito in ogni ordine di posto, 43.000 persone. Il Verona parte subito forte cercando di sorprendere gli avversari. Fin dall’inizio gli uomini di Bagnoli mettono alle corde la Juventus, costretta ad arrancare di fronte alle efficaci trame avversarie, magistralmente dirette da Di Gennaro.

All’11 Volpati, imbeccato da Briegel, costringe Tacconi a un prodigioso intervento di piede.

Al 17’, doppio intervento del portiere juventino che respinge prima una conclusione di Briegel e subito dopo la ribattuta di testa di Fontolan spintosi in attacco.

Al 19’ Di Gennaro, servito da Galderisi, si presenta tutto solo davanti alla porta juventina ma calcia fuori. Peccato.

Al 21’ Scirea stende Elkjaer in area di rigore. L’arbitro fa cenno di proseguire e viene giù il Bentegodi.

La Juventus non c’è e il Verona imperversa. Dalla panchina Trapattoni non si dà pace. Di questo passo, i gialloblu prima o poi segneranno almeno un gol. Soprattutto, non convince Caricola su Fanna: l’ex ala juventina, fa il bello e il cattivo tempo muovendosi a tutto campo. Per noi, tifosi veronesi, invece è davvero un rammarico chiudere il primo tempo sullo 0 a 0. E' un peccato non riuscire a concretizzare tanta superiorità.

Si ricomincia con Platini al posto dell’abulico Rossi: Briaschi accentra e Boniek passa a destra. La Juventus vuole vincere.

Ma al 62’ il Verona passa meritatamente in vantaggio: da Volpati a Fanna, Tacconi cerca di intercettare la palla ma è in agguato Galderisi che segna di testa il gol dell’ex. Verona 1, Juventus 0. Alè!

Trapattoni mette subito in campo l’ex Vignola al posto dello stralunato Caricola e arretra Tardelli in difesa. Adesso la Juventus cerca disperatamente il pareggio e il Verona arretra.

All’80’ Garella si esalta respingendo prima un tiro di Tardelli e poi parando la ribattuta di Platini da due passi. Il nostro portiere, abbrancata la palla, rilancia lungo a favore di Elkjaer che si gira e salta prima Pioli e poi Scirea, entra in area, elude la disperata uscita di Tacconi e scarica in rete a piede nudo. Nel corso della travolgente azione personale, infatti, un difensore juventino gli aggancia il piede con l’intenzione di fermarlo e gli fa perdere la scarpa di gioco. Indimenticabile: viene giù il Bentegodi!

Questa rete, memorabile nell’esecuzione, verrà contestata dagli juventini che giudicano irregolare il tiro calciato senza lo scarpino. In effetti, a norma di regolamento, l’arbitro avrebbe dovuto fermare l’attaccante gialloblu invece non ha fischiato. Due le teorie: 1) ha dato la regola del vantaggio non fischiando il fallo da tergo del difensore juventino oppure 2) non se ne è proprio accorto. Lo spettacolo del gol, la feroce critica anti juventina e il fatto che questa realizzazione è avvenuta a soli 10 minuti dalla fine con il Verona già in vantaggio per 1 a 0, hanno messo a tacere le polemiche juventine. Anche se, da allora, non si è più tollerato in campo un’azione di un giocatore che perde le scarpe di gioco.

La Juventus, a questo punto, è stordita e Galderisi, al 85’ su lancio di Fanna, colpisce la traversa in contropiede legittimando così una supremazia nettissima. Obiettivamente, amici juventini, oggi si è vista una sola squadra in campo e quella era il nostro Verona.

Negli ultimi minuti, Bruni fa uscire tra gli applausi Fanna e Donà l’altro ex Galderisi. Ma è una gioia incredibile che coinvolge tutti i gialloblu, anche oggi semplicemente perfetti.

I SIGNIFICATI DELLA PARTITA. Il Verona supera l’ostacolo Juventus in maniera netta e spavalda. Le recriminazioni sul gol di Elkjaer, fatto senza la scarpa di gioco, servono più per giustificare Platini e compagni per la loro scadente prestazione.

Il fatto è un altro: il Verona continua a guidare la classifica in perfetta solitudine con 9 punti, è imbattuto, ha il miglior attacco (9 gol fatti) e la migliore difesa (2 con Sampdoria, Fiorentina e Avellino). E’ una squadra che fa gioco, e che ha appena messo sotto i Campioni d’Italia. Giocando alla pari anche con l’Inter. Alle sue spalle c'è un’altra grande rivelazione: la Sampdoria di Eugenio Bersellini e dei giovani Fausto Pari, Fausto Salsano, Roberto Mancini e Gian Luca Vialli.

Ma le prove sono appena iniziate. Domenica prossima, la difficile trasferta all’Olimpico, contro la Roma, potrà confermare o mettere subito in discussione la consistenza della formazione di Bagnoli. E poi, prima della pausa della nazionale, verrà a Verona la Fiorentina, un’altra bella squadra con una tradizione per noi sfavorevole. Insomma due test davvero probanti.

Intanto però gustiamoci lo spunto di testa di Nanu Galderisi e la cavalcata vincente di Elkjaer. Tutti davano per scontata una facile vittoria juventina, invece hanno scoperto un grande Verona. Speriamo che anche qualche veronese che tifa altro, da oggi abbia scoperto la bellezza di una vittoria «patriottica» : sono più rare, è vero, ma indimenticabili. Come le perle.

Hellastory, 12/10/2004
Serie A 1984/85 | 5a giornata | 14/10/1984
AC VERONA HELLAS
AC VERONA HELLAS
2
  JUVENTUS FC
JUVENTUS FC
0
62' G.Galderisi, 81' P.Elkjær Larsen marcatori -
C.Garella; M.Ferroni (I), S.Fontolan (I), L.Marangon (I), R.Tricella; H.Briegel, A.Di Gennaro, D.Volpati; P.Elkjær Larsen, P.Fanna (87' L.Bruni), G.Galderisi (89' D.Donà)   Tacconi S.; L.Favero, Cabrini, Caricola II (65' B.Vignola), Scirea; S.Pioli, Briaschi I, Tardelli, Bonini, Boniek; P.Rossi (46' Platini).
O.Bagnoli ALL Trapattoni

Arbitro
P.Bergamo (Livorno - LI)
Note
SPETTATORI: paganti 24.455, abbonati 17.500. I GOL. 1-0: Dialogo Elkjaer - Di Gennaro - Fanna, Tacconi tenta l'uscita sul traversone ma viene anticipato di testa da Galderisi; 2-0: Assolo di Elkjaer, che perde anche uno scarpino in un contrasto, e diagonale vincente.



BRAVO ZANETTI!


Quanto di buono avevamo visto a partire da metà febbraio (l'Atalanta ha dato evidentemente la scossa decisiva) si conferma in queste ultime partite con una difesa finalmente compatta e autoritaria e un centrocampo duttile. Fateci caso, ora tutti i gialloblù si sentono molto più a loro agio. Sanno cosa fare, non mollano mai. E il tutti di cui sopra va riferito davvero alla rosa allargata perché in questo momento il Verona fa punti e prestazioni pesanti anche senza Serdar, Tengstedt, Suslov che sono poi i giocatori più rappresentativi.

[continua]

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