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HELLAS VERONA / Scudetto

7 Ottobre 1984: INTER – VERONA 0 a 0

Hellastory: Scudetto

7 Ottobre 1984: INTER – VERONA 0 a 0

dal nostro inviato Massimo

Il pomeriggio sportivo inizia con la Formula 1: al Nurburg Ring Alain Prost precede Alboreto, Piquet, Lauda, Arnoux e Patrese. L’austriaco della McLaren è sempre più vicino al titolo: gli basta conquistare un altro quarto posto per vincere il titolo. Per il campionato, questa è la giornata di Juventus – Milan, finita in parità 1 a 1 (gol di Briaschi e Virdis) e di Inter – Verona. Le grandi, al momento, sono tutte lì. Colpisce la vittoria esterna del Torino a Udine (Serena); la Fiorentina – unica formazione che non ha ancora subito gol dall’inizio del Campionato - schiaccia l’Atalanta rifilandogli 5 reti mentre Roma e Sampdoria pareggiano tra loro su calcio di rigore. Per l’Inter, in leggero ritardo, questa è l’occasione giusta per recuperare punti in classifica e dare un freno alle ambizioni del Verona. Tutti a San Siro dunque, ad assistere a una grande partita.

LE ALCHIMIE DELLA GARA. Non esiste una grande tradizione gialloblù a Milano contro l’Inter: 8 sconfitte e 5 pareggi, 20 gol subiti in tutto e solo 3 segnati. Quando il Verona è riuscito a non perdere, lo ha fatto per lo più grazie a striminziti 0 a 0 e solo una sola volta con un dignitoso 1 a 1 (stagione nel 1982/83, gol di Guidetti). Per il resto solo brutte figure e una caterva di reti incassate nel pieno rispetto del ruolo di vittima sacrificale. Del resto, esiste una grande differenza tra la struttura organizzativa e le potenzialità dei nerazzurri - in termini di bacino di utenza e disponibilità economica - e quella dei gialloblu. Assolutamente confermata anche dagli investimenti fatti in questa stagione dal presidente Pellegrini.

L’Inter, infatti, è stata costruita per vincere tutto. Rinforzata durante l’estate grazie agli arrivi di stranieri di lusso come Brady (Sampdoria) e Rumenigge (Bayer Monaco), può contare anche sulla classe e l’esperienza di Causio (ex Juventus e Udinese) e il temperamento di Mandorlini (Ascoli). In più, ha una vecchia guardia di tutto rispetto composta da giocatori del giro della Nazionale come Zenga, Bergomi, Collovati, Altobelli, Marini e Muraro. Il tecnico Castagner, amante di un calcio coinvolgente e spettacolare, ha a sua disposizione tutta la potenza e la tecnica di cui può aver bisogno.

Sul campo di gioco assistiamo ad un Verona spigliato e sicuro di sè, mentre l'Inter scopre alcune lacune di manovra che, a gioco lungo, risulteranno fatali: tutto poggia sull'asse Brady-Rummenigge, manca però il sostituto di Bagni e la classe di Causio risente dell'età. Tra l'altro, Brady ha un'autonomia limitata e questo si fa sentire di fronte ad un Hellas agguerrito.

Formazione tipo per entrambe le squadre. Bagnoli, in versione di trasferta, utilizza Volpati al posto di Bruni; Ferroni, che risulterà il migliore in campo, ha il difficile compito di limitare Rumenigge; Fontolan se la vede con Altobelli mentre Marangon ha la meglio sul Barone Causio.

Una parola a parte merita, a questo punto, Mauro Ferroni, un giocatore del quale si parla troppo poco. Ma a torto. Piccolo difensore, velocissimo e grintoso. A lui toccano gli attaccanti più tecnici e scattanti. Palla a terra, Mauro non ha rivali. Magari qualcuno lo può superare nel gioco aereo o in potenza. Ma se ha lo spazio giusto per poter recuperare, diventa insuperabile. Rumenigge, un talento incredibile, ha molta esperienza, potenza e classe. Ma qui, oggi, il nostro difensore farà una delle più belle partite della sua carriera. Solo vestendosi da campione infatti avrebbe potuto fermare un talento simile.

MINUTO PER MINUTO. Verona in completo giallo con bordi blu e San Siro gremito in ogni ordine di posto per assistere a una gara che promette scintille.

L’Inter parte subito in gran carriera. Ferri da lontano prova una gran botta dopo pochi secondi dall’avvio della gara, ma Garella è attento e para con sicurezza.

Capovolgimento di fronte: Briegel scende sul centrosinistra ma è steso da Baresi. Fanna pennella una punizione per la testa di Elkjaer e strepitosa risposta di Zenga in angolo. Della serie: attento biscione, non siamo mica venuti in gita a Milano!

Al 9’, Garella mette in angolo un bel colpo di testa di Collovati su perfetto cross di Causio.

Si gioca da una parte all’altra del campo a viso aperto. Entrambe le contendenti vogliono superarsi. Piace soprattutto il brio dei veronesi, che non hanno alcuna intenzione di farsi mettere sotto.

Alla mezzora, Altobelli, servito da Rumenigge, svirgola una facile occasione. Meno male!

Al 36’ Briegel fa il vuoto sulla trequarti e serve Di Gennaro: gran sventola da venti metri con Zenga fuori dai pali e palla alta di un soffio.

Al 40’ l’Inter prova a passare: Brady lancia Rumenigge, il tedesco anticipa Ferroni per la prima volta dall’inizio della partita ma Garella c’è e risponde da campione.

Al ritorno in campo, i padroni di casa partono nuovamente in avanti a testa bassa: Rumenigge pesca Altobelli vicinissimo a Garella e prodezza del nostro portiere che lo anticipa di un soffio.

Al 62’ stessa scena: Altobelli di testa chiama in causa ancora Garella e nuova risposta da campione del numero 1 gialloblu.

Al 70’ però il Verona sfiora l’impresa. Di Gennaro alza per Volpati un bellissimo pallone che il mediano schiaccia in rete, Zenga compie un miracolo ribattendo la palla, irrompe Elkjaer che scarica di forza in rete. Ma nuovamente il portierone nerazzurro e anche il palo dicono di no opponendosi al sicuro vantaggio veronese. Incredibile!

Al 79’ l’Inter inserisce forze fresche: entrano Marini e Muraro al posto di Sabato e Altobelli, ma oramai la partita è incanalata nel più classico dei pareggi. Negli ultimi minuti, in casa gialloblu, c’è spazio per Bruni e Turchetta, ma questi cambi servono solo per guadagnare tempo e chiudere in questo modo le ostilità.

Al fischio finale i tifosi applaudono le due formazioni. Buon Inter e gran bel Verona a San Siro!

I SIGNIFICATI DELLA PARTITA. Per la prima volta i gialloblu non segnano – anche se ci sono andati vicini con il palo di Elkjaer – e non vincono. Tuttavia i ragazzi di Bagnoli conservano il primato in classifica in perfetta solitudine. Questo è merito anche del fatto che le grandi sono ancora intorpidite e in ritardo di condizione.

L'equilibrio generale si manifesta anche con le poche reti realizzate: solo 13 reti (di cui 5 a Firenze), una miseria. Il campionato deve ancora ingranare evidentemente e vive in uno stato di attesa. Ma quanto potrà durare? Domenica prossima il calendario metterà di fronte le prime otto della classifica e sarà fondamentale essere pronti. Per quanto ci riguarda, al Bentegodi verrà la Juventus Campione d’Italia.

La gara odierna con l’Inter testimonia che il Verona non è più solo una squadra sbarazzina da prendere con le molle, sa stare in campo e si sa adattare ad ogni tipo di avversario. Oggi, pareggiare a Milano era difficile. Motivi di natura ambientale e lo spessore dell’avversario lasciavano molti dubbi sulla tenuta dei gialloblu. Eppure, in campo le due squadre hanno giocato alla pari.

Hellastory, 06/10/2004
Serie A 1984/85 | 4a giornata | 7/10/1984
FC INTERNAZIONALE
FC INTERNAZIONALE
0
  AC VERONA HELLAS
AC VERONA HELLAS
0
Zenga, Bergomi, Baresi I, A.Mandorlini, Collovati, Ferri II, Causio, Sabato (79' Marini G.), Altobelli (79' Muraro C.), Brady, Rummenigge.   C.Garella; M.Ferroni (I), S.Fontolan (I), L.Marangon (I), R.Tricella; H.Briegel, A.Di Gennaro, D.Volpati; P.Elkjær Larsen, P.Fanna (86' L.Bruni), G.Galderisi (90' F.Turchetta)
Castagner ALL O.Bagnoli
Bergomi ammoniti S.Fontolan (I)

Arbitro
C.Longhi (Roma - RM)
Note
SPETTATORI: paganti 40.561, abbonati 22.644.



BRAVO ZANETTI!


Quanto di buono avevamo visto a partire da metà febbraio (l'Atalanta ha dato evidentemente la scossa decisiva) si conferma in queste ultime partite con una difesa finalmente compatta e autoritaria e un centrocampo duttile. Fateci caso, ora tutti i gialloblù si sentono molto più a loro agio. Sanno cosa fare, non mollano mai. E il tutti di cui sopra va riferito davvero alla rosa allargata perché in questo momento il Verona fa punti e prestazioni pesanti anche senza Serdar, Tengstedt, Suslov che sono poi i giocatori più rappresentativi.

[continua]

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