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HELLAS VERONA / Le Ultimissime

A VOLTE RITORNANO


A VOLTE RITORNANO

Lo spunto per riproporre le storie degli allenatori mi è arrivato qualche giorno fa leggendo affiancati i nomi di Ventura e Ficcadenti sulle pagine sportive del quotidiano locale. L'ultima volta che in contemporanea si parlò di loro due fu a riguardo della stagione 2006/2007 quando con una staffetta guidarono l'Hellas Verona verso l'ignominia della retrocessione in serie C. Da allora sono passate 12 stagioni e vorrei raccontare ai tifosi gialloblu cosa ne è stato dei 12 allenatori che a partire da quella disgraziata annata si sono alternati sulla panchina gialloblu. Qualcuno di loro è ancora in attività e si barcamena nei vari campionati; qualcuno ha spiccato il volo per una carriera di successo mentre qualcun altro passa le giornate in attesa di una chiamata che però nel calcio frenetico di oggi alla continua ricerca di nuovi protagonisti spesso non arriva.

A VOLTE RITORNANO

In ordine cronologico iniziamo da Massimo Ficcadenti esonerato da Arvedi nel dicembre 2006 dopo una clamorosa sconfitta interna per 0-3 ad opera del Mantova. L'anno successivo prova a Reggio Calabria in serie A dove però resiste 10 giornate; si rivede a Verona nel gennaio 2009 però in veste di consulente di mercato del presidente Martinelli fino a giugno; torna poi ad allenare e, salvando il Piacenza in B ritrova la A col Cesena portato anch'esso in salvo a maggio 2011. Prosegue poi sempre in A con il Cagliari vivendo un periodo burrascoso con il presidente Cellino che lo esonera, e lo richiama a volontà. A dicembre 2013 prende la decisione della vita e si trasferisce in Giappone dove con l'FC Tokyo sfiora il titolo nazionale nel 2015. Prosegue poi altre 3 stagioni col Sagan Tosu allenando anche due vecchie conoscenze del campionato italiano come Canini ed Ibarbo. E' notizia della settimana scorsa il suo esonero lasciando la squadra al penultimo posto della classifica del massimo campionato nipponico.

Ben altra sorte è toccata a Giampiero Ventura che a giugno 2006 non riuscì a salvare l'Hellas dalla C nello spareggio con lo Spezia; subito dopo è ripartito da Pisa in B con due stagioni positive che gli hanno fatto guadagnare una panchina la panchina di Bari in serie A dove ha contribuito al lancio di Ranocchia e Bonucci subito partiti per lidi più importanti. Riceve poi nell'estate 2011 la chiamata del Torino dove resterà 5 anni (il primo in B con promozione ed i successivi in A) mietendo successi e lanciando giovani come Immobile, Belotti , Cerci e Darmian. Il premio ad una lunga e spesso vincente carriera è la chiamata addirittura della Nazionale per il post mondiale 2016; la dirigerà per 16 partite maturando 3 sconfitte con Francia, Spagna e purtroppo Svezia che lo condannerà come capro espiatorio di tutti i mali del nostro calcio in quanto ci precluderà la partecipazione a Russia 2018. Curiosamente come nel confronto tra Hellas e Spezia del 2007 gli sarà fatale il pareggio interno nella partita di ritorno per 0-0 dopo aver perso la partita di andata . Dopo essere letteralmente sparito dalla circolazione per circa un anno è clamorosamente ritornato in sella pochi giorni fa chiamato dal Chievo per tentare una difficile salvezza; a settant'anni avere un'altra chance non è da poco.

Nel mio articolo «I protagonisti della C» pubblicato da Hellastory nel novembre di quattro anni fa avevo citato i destini degli allenatori che ci avevano condotto nel nostro «buio» periodo di terza serie; vediamo se per alcuni di loro le cose sono cambiate: Franco Colomba dopo aver concluso nel 2014 la sua esperienza al Pune in India è tornato su una panchina nella primavera del 2016 a Livorno in B non impedendo la retrocessione dei toscani. Poi più nulla. Ora, a 63 anni, di tanto in tanto commenta le vicende del Napoli sulle radio campane.

A VOLTE RITORNANO

Davide Pellegrini a 52 anni calca ogni giorno i campi di calcio; dopo qualche esperienza in serie D negli anni scorsi fa ancora parte dell''organico dell'Hellas Verona come responsabile degli Under 16.

Chi invece è quotidianamente su tutti i giornali è Maurizio Sarri. L'aver salvato l'Empoli nella stagione 2014/2015 gli ha fatto meritare il Napoli dove , tra lo scetticismo iniziale di molti, ha portato a termine nello scorso giugno un triennio fantastico fatto di due secondi ed un terzo posto nel massimo campionato italiano. Meritatissimo il premio della Panchina d'oro nel 2016 e poi quest'estate la chiamata inglese del Chelsea dove lo aspetta un ambiente ricco, esigente e pieno di campioni. I primi mesi londinesi sono già stati positivi ma dovrà ricordarsi di presentarsi in maniera impeccabile alla stampa e di controllare la sua fin troppo schietta lingua toscana che lo ha fatto conoscere anche per gli insulti omofobi rivolti al suo collega Mancini.

Sembra momentaneamente fuori dal giro Gianmarco Remondina che conta quasi 300 panchine in terza serie; l'ultima sua apparizione a Pistoia risale alla primavera 2017. La stessa sorte è capitata a Giovanni Vavassori che dopo un paio di partite col Pavia nel 2015 è tuttora fermo e, probabilmente complice l'età (66 anni), rassegnato a non più allenare.

Nonostante sia relativamente giovane, è nebuloso anche il futuro di Giuseppe Giannini che avevamo lasciato alla guida della nazionale del Libano. Dopo l'esonero ad aprile del 2015 per lui soltanto 4 partite col Racing Fondi (serie C) due anni dopo poi più nulla.

Il calendario di serie B ci ripropone fra qualche giorno il ritorno di chi ha fatto la storia all'ombra del Bentegodi; con la sua Cremonese rivedremo con piacere Andrea Mandorlini che ha ripreso lo scorso anno nella città lombarda la sua carriera. Dopo Verona si era limitato ad una breve e negativa esperienza col Genoa nella massima serie (esonerato da Preziosi dopo 6 partite) per poi scendere di categoria e portare in salvo i grigiorossi. Tornando per la prima volta toccherà con mano l'affetto dei tifosi Hellas che non hanno certamente dimenticato i numerosi successi ottenuti nella sua permanenza.

A fianco di Mandorlini sulla panchina gialloblu si è seduto tantissime volte Roberto Bordin in qualità di vice allenatore ma a partire dal 2016 la sua carriera ha preso una svolta improvvisa; dopo aver salvato in D la Triestina accetta di allenare in Moldavia la squadra dello Sheriff Tiraspol. Sembra una decisione azzardata ma sarà un trionfo; vince per due anni la coppa moldava e nel 2017 il campionato nazionale che gli schiudono le porte dell'Europa League 2017/2018. Con la squadra balcanica stupisce l'Europa e solo per la differenza reti non supera la fase a gironi; quest'estate gli viene offerto un ricco contratto per allenare il Neftci Baku in Azebaijan e anche qui sta mietendo successi; dopo 7 giornate domina la massima serie azera con 6 vittorie ed un pareggio. Per lui qualche mese fa anche il premio speciale 'Panchina d'oro' per gli allenatori italiani all'estero. Anche se non è mai stato ufficialmente un allenatore Hellas l'ho voluto considerare visto il particolare legame che ha avuto con la nostra squadra.

Anche se avanti con l'età (68 anni) non sembra aver chiuso con il calcio Luigi Del Neri ex di molte squadre e anche dell'Hellas Verona che non ha evitato la nostra retrocessione in B del 2016. E' ripartito da Udine che ha condotto sino alla fine del 2017; sicuramente sarà uno dei candidati per subentrare ad un collega nei prossimi cambi di panchina.

E veniamo ai giorni nostri parlando di Fabio Pecchia che, arrivato a fine contratto con Setti lo scorso giugno, viene talvolta chiamato a commentare le partite su Sky. Forse il parlare forbito da avvocato è la sua arma migliore ma qui a Verona è stata la causa probabile dell'antipatia dei tifosi nei suoi confronti. Il suo raccontare cose diverse dalla realtà ha fatto imbestialire il popolo gialloblu che ancora lo condanna forse oltre i suoi demeriti. Non dimentichiamo che solo sulla panchina Hellas ha concluso un campionato (quello di B che ci ha visto promossi) ed in quello successivo è anche stato uno dei pochi casi di allenatore che non è stato esonerato a fronte di risultati veramente scadenti. Solo recentemente ha ammesso che la scorsa stagione o si falliva o si retrocedeva e con una rosa già debole in estate a gennaio se l'è vista ulteriormente depauperata (se ne sono andati Pazzini, Caceres, Bessa e Zuculini senza degni sostituti) . Tra l'altro era l'allenatore meno pagato della A quindi è difficile non dargli qualche attenuante. Scarso lui o soltanto aziendalista e incapace di ribellarsi ai vincoli di Fusco e Setti? Lo vedremo nel futuro ( in fondo ha solo 45 anni) e chissà che non diventi anche lui un top allenatore come quelli che ho da poco menzionato. In ogni caso si spera capiti lontano da qui.

Arturo



Hellastory, 01/11/2018

MASTER OF NONE


L'inizio del terribile calendario di febbraio offre un paio di impressioni a caldo: 1) che il Verona è vivo e combatte, 2) che però è stato indebolito in attacco dal mercato di gennaio perché giocatori come Ngonge e Djiuric non sono facili da sostituire. A bocce ferme, quindi con maggior consapevolezza, possiamo invece realizzare che nel corso di gennaio abbiamo assistito a 3 eventi importanti, 2 dei quali francamente inusuali. In primo luogo, l'importante cessione di talento finalizzata a sistemare i conti societari. In secondo luogo, una serie di operazioni di mercato volte essenzialmente a lasciar andare quei giocatori che non si sentivano più parte del progetto. In terzo luogo, la bocciatura del sequestro delle azioni del Verona in sede di appello. Se però i primi due li abbiamo metabolizzati dal punto di vista affettivo oltre che tecnico costringendo i tifosi ad affidarsi completamente alla bontà del lavoro di Sogliano e Baroni e alla speranza che i nostri avversari non si siano adeguatamente rinforzati nel frattempo, il terzo apre a scenari che non riusciamo a valutare nella sua complessità.

[continua]

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