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Angelo Piccioli al Verona
Protagonista dell'estate del 1957 e del calcio mercato gialloblu è il nostro Allenatore nel Pallone, Angelo Piccioli, che deve mettersi in azione in prima persona per reclutare un calciatore oriundo in Brasile. Se oggi il mondo è nelle case di tutti grazie ai telefonini e ai social, e se Oronzo Canà poteva tentare improbabili telefonate alla moglie Mara Canà in teleselezione dal Maracanà, il nostro Piccioli poteva al massimo inviare cablogrammi per riferire al Presidente Mondadori...
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Alla fine, non è partito nessuno. O meglio, sono andati via quelli che a giudizio di Sogliano (e nella percezione di gran parte dei tifosi) avevano concluso il loro percorso sia tecnico che motivazionale con il Verona: Veloso, Ceccherini, Lasagna, Verdi, Tameze. Forse, l'unica rinuncia importante è stata Depaoli, ma il riscatto a 2,5 mln era eccessivo. Tanto vale allora puntare su un Tchatchoua qualunque e vedere come va. Di conseguenza, l'unica plusvalenza è stata Sulemana, in ottica restyling di bilancio al 30 giugno. Indubbiamente qualcosa è cambiato gli ultimi giorni. Il direttore sportivo, già contro la Roma giustificava la mancata rivoluzione di rosa promessa a Baroni, per «le difficoltà in uscita». Difficoltà che evidentemente sono venute a mancare a causa della fallita triangolazione Berardi > Juventus e Ngonge > Sassuolo e per la volontà, piuttosto evidente, di non rinunciare a Hien.
[continua]Qual è stato il miglior gialloblu in campo in
Milan-H.Verona?
Riepilogo stagionale e classifica generale
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