dal nostro inviato Teo

A dire il vero, parlare di un qualsiasi Verona-Bari, non può prescindere dalle mie personali reminiscenze negative che riecheggiano dalla fine degli anni ottanta, nate dall'equazione Bari=Matarrese=calcio poco limpido.

Almeno per la mia mente di pre adolescente, il fatto che un Matarrese fosse proprietario di una squadra nostra antagonista, e che un altro Matarrese in veste di top manager della Federazione Italiana Giuoco Calcio (sic!) prometteva un giorno si e un giorno no di punire Verona e il Verona per i più svariati motivi, non mi andava assolutamente giù.

Detto questo, da Mutu a Bjelanovic, da Osmanovskj a Bojinov, posso dire che le partite coi galletti non sono mai state banali. Quasi sempre inserite in snodi cruciali, in contesti delicati per i nostri tornei più appassionanti. Proprio come quella di stasera, marchiata a fuoco da Pazzini.

Tralasciando la goleada di tovalierana memoria, ascoltando in una lanciatissima versione di Coming Down i Five Finger Death Punch (qualcuno mi spiega chi sono?), sorseggiando un caffè nel mio solito buen ritiro in un posticino piccolo piccolo in riva all'Adige, posso solo constatare i ricordi che riaffiorano di alcuni precedenti.

99-00. Alla quarta di campionato, uno svedese moro e bassetto che sembra il quinto ABBA, ci infila di testa, certificando che il campionato con Cesare in panchina non sarà affatto facile. Partita brutta e tesa. La reazione veemente porta al nulla di fatto. La difficoltà palese riscontrata nella differenza tecnica dalla B alla A si farà sentire ancora per un intero girone, quando con una spettacolare girata volante Morfeo regalò un pareggio al San Nicola che infuse coraggio e diede il classico LA ad un finale di stagione esaltante.

Anno successivo. Prima di ritorno. Un Verona smarrito riceve un Bari derelitto e destinato all'ultimissimo posto, che comunque ha in Neqrouz un intercettatore di palle eccezionale e un eccellente esponente del riempire gli spazi avversari.... Partita ribaltata dal genio rumeno facente nome Mutu, nella sua più bella prestazione in quell'anno triste e malandato per lui. Novello sposino, forse per questo distratto e poco partecipe delle avversità di Perotti. Noi ci salviamo anche se il suo apporto è stato deludente. L'anno dopo ahimè accade l'esatto triste e deflagrante opposto.

Qualche anno dopo, un doppio Bjelanovic chiudeva un match dominato anche nello svantaggio, segnando il giorno più bello di Sasa in gialloblù, smorzato però subito dalla morte negli stessi minuti di Morosini, amico ed ex compagno del feticcio mandorliniano.

Qualche mese più tardi, un Verona obbligato a vincere sempre e comunque e ad andare in A, si trascina col Bari in un languido match a reti bianche. Ma ecco l'imponderabile; un abulico e involuto Bojinov regala la vittoria a pochi minuti dalla fine con una stoccata degna del Re del primo palo, su assist teso e ad altezza testa del buon Cacciatore. Un fino a quel momento evanescente Valeri, sembra pronto a portarci in A. Invece di lui più niente. Per alcuni colpa della guida tecnica, per altri per colpa di una testa ormai da ex giocatore. Per altri alla fine è stato meno utile di tal Carcuro.

La partita di stasera, mi riporta ad assaporare il soave gusto della vittoria sofferta, dopo i nove-gol-nove presi in cinque giorni; mi regala una certa dose di fiducia nel vedere la squadra lottare col coltello tra i denti, e mi consegna una guida tecnica rincuorata e accorta che, forse fatta esperienza di quanto accaduto tra Novara e Tombolato, difficilmente ripeterà errori di superficialità e sufficienza.

In fede. Matteo

P.s.: Un breve accenno agli avversari mai «nemici» rivisti stasera: di Moras, oltre a sottolineare le tante cose belle che ha fatto, dimostrato e detto qui a Verona dentro e fuori dal campo, posso sicuramente affermare che la sconfitta di stasera per lui sarà dolce. Per quanto riguarda un altro ex, da alcuni venerato, da altri per niente rimpianto, altri ancora lo volevano maramaldeggiare assieme alla Zanzara e soci stasera sull'erba del Bentegodi per poter dire «avete visto a cosa hanno rinunciato....» posso dire che se tanto bene ha fatto a Verona e meno bene ha fatto in giro per lo stivale, un perché ci sarà. Forse perché in altri contesti non ha innamorati ?

foto Lapresse da gazzetta.it