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HELLAS VERONA / Scudetto

25 Novembre 1984: TORINO - VERONA 1 a 2

dal nostro inviato Massimo

Mentre la Sampdoria conferma l'ottimo stato di forma evidenziato anche al Bentegodi e batte il Milan a San Siro 1 a 0 con rete di Francis su calcio di rigore, l'Inter pareggia a Firenze 1 a 1 (Monelli e Marini). L'attenzione del Campionato però si focalizza a Torino, dove i granata secondi in classifica ad 1 solo punto dal Verona, devono assolutamente vincere per poter balzare in testa alla classifica. Dalla loro, oltre il fatto di giocare in casa c'è anche uno stato di forma a dir poco eccezionale: vengono da due vittorie consecutive avendo sconfitto corazzate come il Milan e la Juventus e non conoscono altra sconfitta oltre quella inopinata subita a Cremona alla 2a giornata. Dall'altra parte, gli uomini di Bagnoli arrivano in Piemonte ancora imbattuti ma con qualche problema di formazione. Insomma, concentriamoci su questa gara perché ho l'impressione che potrà essere determinante per il proseguo del campionato.

RADICE vs BAGNOLI. Quante volte avete visto il Gigi di Cesano e l'Osvaldo della Bovisa camminare fianco a fianco, ridere di loro e degli altri, parlandosi in quel modo che solo due amici veri sa fare? Un pezzo di calcio e di storia del calcio. Sicuramente, due uomini veri.

Ricorda di sé Bagnoli con le parole tratte da un memoriale del grande Gianni Brera: «Giocavo interno e mi servivo del destro piè: con il sinistro montavo sul tram. Compagni miei di nome: Luis Radice, Giusepin Marchioro e Bean, che in inglese significa fagiolo. Radice e Bean arriveranno alla nazionale. Io sono chiuso da Liedholm e Ricagni, per tacere di Schiaffino, insigne paradigma.»

Radice sta al Torino come Bagnoli sta al Verona. Arrivò al Torino una prima volta nel 1975 vincendo in quella stagione il primo e unico scudetto del post-Superga e vi rimase 5 stagioni. Dopo lo scudetto raggiunse in granata il 2º, 3º, 5º posto. Tornato quest'anno dopo l'esperienza con l'Inter, vi resterà per altri 5 campionati

Radice e Bagnoli condividono la stessa età (classe 1935), una stupenda amicizia personale – frutto dei campionati giocati insieme nelle giovanili del Milan – e una sana e prolungata sfida professionale.

Al momento, i precedenti da allenatore non sono affatto favorevoli per il nostro: finora si sono incontrati solo 4 volte con 3 successi di Radice e 1 solo di Bagnoli, mai un pareggio tra i due. La prima volta è accaduta nel lontano '76, con il grande Torino di allora che regolò il piccolo Como di Bagnoli al Sinigaglia per 1 a 0; Osvaldo pareggiò il conto in Coppa Italia nel 1981 con il Verona quando liquidò il Milan grazie a una doppietta di Penzo; infine lo scorso Campionato, con la doppia sfida tra Verona e Inter risolto con altrettanti successi nerazzurri (1 a 0 a San Siro e 1 a 2 al Bentegodi). A questo punto è chiaro che questa sfida ha un significato particolare, soprattutto per Bagnoli.

LE ALCHIMIE DELLA GARA Radice sta tentando a Torino un nuovo miracolo dopo il mezzo fallimento dello scorso campionato a Milano, sponda interista (solo un 4° posto). Dopo aver vinto lo splendido Campionato del 1975/76, oggi il suo Torino presenta una formazione di tutto rispetto: 14 punti conquistati, 14 reti segnate (miglior attacco della serie A) e solo 6 quelle subite. Ambiente e squadra ricostruita intorno a questo grande tecnico, spogliatoio ricompattato, tifoseria entusiasta. Il Torino c'è ed è una formazione da non sottovalutare assolutamente.

La difesa granata è coriacea e conta su un buon portiere, Martina - considerato a torto però, l'erede naturale di Castellini - e su l'eccellente comportamento di calciatori fantastici come Danova, Francini, Galbiati e Ferri che sono praticamente insuperabili. Il centrocampo poi è il loro punto di forza: si passa dalla tecnica del nazionale brasiliano Junior, all'esperienza di Zaccarelli, un fedelissimo di Radice e unico reduce del Torino campione d'Italia, aggiungendo il talento e la grinta di giocatori come Sclosa, Pileggi e Caso. In più c'è il regista Dossena, avversario in nazionale del veronese Di Gennaro, giocatore di grande spessore. Ma al di là dei nomi, è soprattutto lo spirito e il modo di stare in campo che impressiona: una squadra molto mobile in grado di pressare in maniera asfissiante e di tenere palla, di rilanciare lungo in contropiede gli attaccanti. In avanti poi, Serena è il centravanti vecchia maniera: fortissimo di testa, opportunista e lottatore, sa farsi rispettare in area di rigore; al suo fianco l'austriaco Schachner, velocissimo e in possesso di un buon dribbling è l'arma vincente per il gioco di rimessa granata. Serena e Schachner: c'è parecchio lavoro per i nostri dietro oggi.

Il Verona arriva a Torino purtroppo senza due titolari: Ferroni, che dovrà rimanere fermo per almeno 2 o 3 mesi a causa dell'infortunio subito domenica scorsa contro la Sampdoria e Elkjaer, anche lui infortunato. In loro sostituzione, Bagnoli arretra Volpati terzino dandogli l'ingrato compito di trattenere Schachner e inserisce col numero 11 Turchetta in campo finalmente dal 1° minuto di gioco a far coppia con Galderisi. Meno male che ritorna Di Gennaro, che ha scontato la sua giornata di squalifica, a sistemare il centrocampo.

Il Verona in questa occasione mostra la preoccupante limitatezza della sua rosa: in panchina ci sono il portiere Spuri, il terzino Fabio Marangon, i due mediani Donà e Sacchetti e un giovane centrocampista prelevato dalla primavera, Terracciano classe 1966. Come si può notare, manca un difensore centrale di riserva e un altro attaccante puro. Per fortuna, in squadra c'è un certo Briegel che può giocare in qualunque ruolo, ma qui si sfiora il paradosso. Speriamo che non ci siano più nuovi infortuni o squalifiche in futuro, perché altrimenti Bagnoli dovrà inventarsi soluzioni davvero estreme.

Tre gli ex in campo: da una parte Zaccarelli, che giocò tutte 30 le partite nel Verona del 1973/74, un'annata tristemente famosa perché decretò la retrocessione a tavolino dell'Hellas da parte della CAF per colpa della famosa telefonata tra Garonzi e Clerici; dall'altra Volpati, autore di 2 bellissime stagioni granata alcuni anni fa, prima di arrivare a Verona via Brescia; infine Garella, nato da queste parti e cresciuto calcisticamente con la maglietta del Toro dove ha esordito in serie A nel lontanissimo campionato 1972/73. E uno in panchina: Ciccio Mascetti, direttore sportivo gialloblu, con 50 presenze nel Torino di Fabbri tra il 1973 e il 1975.

Radice mette in campo la sua formazione migliore, contando sul fatto che questo gruppo compatto demolirà sicuramente la capolista sostenuto anche dall'incredibile tifo granata. La stampa, del resto, è tutta favorevole al Torino (e quando mai…) ed è certa che riuscirà nell'impresa di fermare il Verona, considerando anche le gravi assenze gialloblu. Bagnoli, dal canto suo, vuole giocarsi la partita a metà campo: contro Junior, Zaccarelli, Sclosa e Dossena il nostro tecnico schiera un centrocampo a 3 con Bruni, Di Gennaro e Briegel molto vicini tra loro e chiede a Turchetta di rimanere molto largo sulla fascia laterale pronto a trasformarsi in centrocampista aggiunto: Fanna invece viene liberato dal compito di supporto delle punte ed è trasformato per l'occasione punta aggiuntiva: anzi Pierino oggi deve partire al centro e Nanu gli si muove intorno.

Chi fra i due allenatori-amici avrà ragione? E la stampa, tutta schierata contro di noi, è sempre così competente come crede?

MINUTO PER MINUTO. Verona in completo giallo, Torino in maglietta granata e pantaloncini bianchi. I padroni di casa partono subito all'assalto e Volpati è in difficoltà contro lo scattante Schachner. Dopo 8' Junior costringe Garella a una parata eccezionale. Poco dopo ci provano a raffica prima Serena, poi Junior e infine Schachner.

Al 15' palo di Junior, indemoniato, su calcio di punizione. È un assedio!

Il Verona all'inizio stenta a ritrovare se stesso a causa della forte pressione dei padroni di casa ma, col passare dei minuti, visto anche che il Torino non riesce a sbloccare la situazione, comincia ad organizzare il suo pericoloso gioco di rimessa esaltando in questo modo le qualità di Fanna. Al 20' minuto, Hans Peter Briegel tira una sventola al volo di sinistro da fuori area, raccogliendo una respinta di Danova: niente da fare per Martina, palla che si infila nell'incrocio. Gran gol: Torino 0, Verona 1, alè!

Radice cambia subito un difensore piuttosto statico come Ferri e in seria difficoltà contro il velocissimo Pierino con Beruatto, un cursore di fascia, spostando così Sclosa a destra: granata in trazione anteriore. Su Fanna si piazza adesso Francini, altra faccenda.

Il Toro dopo soli 4' pareggia: Serena tiene palla spalle alla porta e allarga per Schachner sulla destra, scatto e cross in mezzo dove è pronto Dossena ad inserirsi per la deviazione vincente di testa. Nulla da fare per Garella battuto dopo 238':1 a 1. Peccato!

La sfuriata iniziale, culminata con la botta e risposta, acquieta le due contendenti. Il gioco a tutto campo del Verona adesso comincia ad avere la meglio sull'attacco granata troppo accentrato. Il tempo si chiude in parità e c'è bisogno di recuperare un po' di energie e concentrazione per poter vincere la gara. Radice da una parte e Bagnoli dall'altra sono costretti a trovare nuove soluzioni.

Si riparte con un gran Verona: il gioco sulle fasce di Bruni (a destra) e Marangon (a sinistra) migliora sotto la regia e i ritmi dettati da Di Gennaro. Il risultato di parità viene così interrotto al 60': Luciano Marangon entra in scivolata su un traversone di Galderisi e infila nuovamente Martina con un diagonale che il portiere riesce solo a sfiorare in tuffo. Appena segnato, Bagnoli inserisce Sacchetti al suo esordio assoluto in questa stagione: l'applauso dei tifosi gialloblu dura 1 minuto intero. Lascia il campo Turchetta che ha fatto pienamente il proprio dovere.

Adesso però comincia una nuova battaglia: Fanna non molla la posizione di centravanti per tenere impegnata la retroguardia di casa mentre Gigi rinforza la barriera di centrocampo. La rabbia del Toro sbatte contro i nostri gladiatori e perde in lucidità.

Al 71' il Torino sfiora però il pareggio con Sclosa, incredibilmente solo in area, ma il pallone viene calciato nuovamente sul palo e poi finisce tra le braccia di Garella. Verona fortunato questa volta!

Ma il finale è tutto di marca gialloblu: prima Briegel sfiora il terzo gol e poi Galderisi, stupendo, chiama Martina ad un miracolo. I ragazzi di Bagnoli diventano padroni assoluti del campo e per il Torino non c'è più storia: il sorpasso non solo è rinviato, ma adesso il Verona va addirittura in fuga con ben 3 punti di vantaggio sulle inseguitrici Torino e Sampdoria. Una delle più belle partite della Storia del Verona! Citando di nuovo Bagnoli, «un gioco da paradiso, una squadra perfetta

Per la cronaca, 1 minuto prima della fine, Donà fa fiatare Bruni.

IL SIGNIFICATO DELLA PARTITA. Verona in fuga dunque. In un campionato a 16 squadre e con i 2 punti a disposizione per partita, 3 di vantaggio sulle inseguitrici sono un messaggio forte agli avversari. Tra l'altro, gli uomini di Bagnoli oggi hanno il miglior attacco del campionato (15 gol come il Torino) e la migliore difesa in assoluto (solo 4 quelli incassati).

Critici e giornalisti sono stati nuovamente messi a tacere e obbligati a riscrivere articoli già pronti: il sorpasso, lo vadano a fare in autostrada…se ci riescono.

Sapete che differenza c'è tra il Verona e il Torino? Il valore della rosa a disposizione. E' vero, i granata hanno colpito 2 pali e Garella ha fatto almeno un paio di parate importanti. Ma il Verona, senza elementi importanti come Ferroni e Elkjaer, ha tenuto benissimo il campo mostrando un calcio spettacolare, ha segnato 2 bellissimi gol con giocatori che vengono dalle retrovie, ha avuto ottime occasioni per aumentare il risultato finale e ha concluso la partita in attacco. Sbaglia poco davanti, è insuperabile dietro, sa adattarsi a ogni circostanza in mezzo imponendo alla lunga i propri valori tecnici. Vedendo come si sono mossi oggi in campo i vari Bruni, Turchetta e Sacchetti, si capisce l'esatto significato della parola «squadra». Cosa si può chiedere di più?

Domenica prossima arriva al Bentegodi il Milan dietro di 6 punti in classifica. Che stia attento il Diavolo, abbiamo già imparato a raffreddare i suoi bollenti spiriti facendogli perdere campionati dati per vinti… Anche se sono convinto che il barone Liedholm, oggi nella panchina rossonera, ha una gran voglia di combinarci uno scherzetto. Nell'interesse del Campionato, si capisce.

Hellastory, 25/11/2004
Serie A 1984/85 | 10a giornata | 25/11/1984
TORINO CALCIO
TORINO CALCIO
1
  AC VERONA HELLAS
AC VERONA HELLAS
2
24' Dossena marcatori 20' H.Briegel, 60' L.Marangon (I)
S.Martina, Danova, Francini, Galbiati, Junior, Ferri (22' Beruatto), R.Zaccarelli, Sclosa, Schachner, Dossena, Serena.   C.Garella; S.Fontolan (I), L.Marangon (I), R.Tricella; H.Briegel, L.Bruni (89' D.Donà), A.Di Gennaro, D.Volpati; P.Fanna, G.Galderisi, F.Turchetta (61' L.Sacchetti)
Radice ALL O.Bagnoli
- ammoniti A.Di Gennaro, C.Garella, G.Galderisi

Arbitro
P.Bergamo (Livorno - LI)
Note
SPETTATORI: paganti 38.176, abbonati 11.549. LE RETI. 0-1: corta respinta di Danova e siluro di Briegel; 1-1: cross di Schachner e testa vincente di Dossena; 1-2: Galderisi per Marangon che fulmina Martina.



BRAVO ZANETTI!


Quanto di buono avevamo visto a partire da metà febbraio (l'Atalanta ha dato evidentemente la scossa decisiva) si conferma in queste ultime partite con una difesa finalmente compatta e autoritaria e un centrocampo duttile. Fateci caso, ora tutti i gialloblù si sentono molto più a loro agio. Sanno cosa fare, non mollano mai. E il tutti di cui sopra va riferito davvero alla rosa allargata perché in questo momento il Verona fa punti e prestazioni pesanti anche senza Serdar, Tengstedt, Suslov che sono poi i giocatori più rappresentativi.

[continua]

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