1903-1915 I Pionieri del...Fubal
"La primissima squadra dell'Hellas nel 1903"
Nelle precedenti puntate vi raccontavamo di una Verona ancora molto ottocentesca, chiusa tra le sue mura, schiava dell'esercito e delle servitù militari. Si fa presto a parlare di "Bell'Epoque" in Italia quando in realtà per alcune città, come la nostra, questo periodo di secondo rinascimento è arrivato con grave ritardo.
Possiamo fissare una data ideale che indica questo "arrivarci" seppur, appunto, in ritardo e questa data è il gennaio 1908. Ci sono alcuni accadimenti socioeconomici che riguardano Verona molto da vicino che d'un tratto fanno schizzare la città verso il futuro. Il primo fondamentale è l'allentamento del giogo posto dallo Stato sulla "Piazzaforte". La fortezza di Verona viene declassata dal punto di vista strategico e così facendo vengono meno tutta una serie di vincoli che riguardano tutta la zona che intercorre tra le mura cittadine e i paesi della cintura. Finalmente Verona può allargarsi come tutte le altre città venete e italiane hanno già fatto oltre i propri confini fortificati. La zona di Basso Acquar inizia a popolarsi di opifici. Le officine Galtarossa trovano la loro collocazione definitiva sull'omonimo Lungadige e a San Michele apre in questi anni la Tiberghien. Anche a Tomba nascono le prime fabbriche. Finalmente le opere idrauliche di fine ‘800, coi canali Camuzzoni, Biffis e Milani trovano senso e l'energia elettrica che producono può iniziare ad alimentare anche lo sviluppo industriale.
Il vecchio tram a cavalli di Verona
Il salto di qualità, simbolico, della nostra città arriva però all'inizio del 1908: il vecchio tram trainato su rotaia dai cavalli viene sostituito dal moderno "tram-way" o "tranvài" come lo chiamano i più pratici veronesi. I cittadini salutano questa novità con sommo gaudio e con grande sollevazione d'animo. A Padova e a Brescia il tram elettrico esisteva già da anni ed era un'onta per la nostra città insistere ancora con carrozze trainate da poveri quadrupedi. Il tram a cavalli era scomodo e lento, sapevi quando partivi ma non sapevi quando saresti arrivato. Ora tutto cambia perché le linee sono molto più funzionali, collegano la grande stazione di Porta Vescovo alla ancora piccola stazione di Porta Nuova ma mettono in comunicazione anche Avesa e Quinzano al centro, così come San Zeno e Veronetta.
La città si sta sviluppando e attira lavoratori da fuori città, sia dai paesi vicini come Santa Lucia e San Michele sia dalla Bassa. In fondo per arrivare in centro basta prendere uno dei treni che arrivano fino alla ancora piccola e periferica stazione di Porta Nuova e poi stiparsi su una delle nuove, comode, veloci e puntuali carrozze del Tranvài.
Il nuovo tram-way elettrico di Verona
Più gente arriva in città più ne beneficiano le strutture ricettive, tra queste il ristorante che la famiglia Masprone gestisce appena fuori Porta Vescovo. Al Commendator Masprone, padre del nostro Alberto, gli affari vanno talmente bene che poi sposterà l'attività in pieno centro all'Accademia. Questi sono dettagli che ci interessano relativamente ma quel che più conta per noi, a cui sta a cuore la storia della nostra squadra, è che questo nuovo afflusso di persone extra-moenia, destinato ad aumentare sempre più negli anni, porterà anche un nuovo afflusso di giovani lavoratori che trovano anche la possibilità di misurarsi nella pratica sportiva assieme ai coetanei cittadini.
In buona sostanza, al Professor Vivi e al suo staff non pare vero di poter contare su forze nuove da inserire non solo nella Bentegodi ma anche nell'Hellas dando così nuova linfa e vigore alla squadra che era rodata ma alla quale serviva un cambio deciso di marcia.
Il 1908 vede quindi nascere la seconda squadra dell'Hellas. Nella prima resiste la prima guardia, oramai arrivata quasi al limite fisico che evidentemente all'epoca giungeva molto prima di adesso vista la completa impreparazione degli atleti calciatori. A marzo dello stesso anno si parla di grandi giochi organizzati dalla Federazione Sportiva Bentegodi con dimostrazione di tutti gli sport. Per il foot-ball si racconta di una sfida tra la prima e seconda squadra dell'Hellas con quest'ultima particolarmente agguerrita e di poco inferiore rispetto alla prima. Il risultato sarebbe stato a favore delle nuove leve se non fosse stato per Giano Brivio che, si dice, da poco ha iniziato a ricoprire il ruolo di portiere e che in più occasione salvò la porta dei veterani. Quindi, Giano Brivio che ha 20 anni ed evidentemente fatica a reggere i ritmi del gioco di movimento, con molta umiltà ma conservando pur sempre l'innato animus pugnandi, retrocede verso i pali e studia da portiere.
Nel mese di maggio arriva una doppia sfida, quasi una classica dell'epoca, tra le prime due squadre dell'Hellas e le due squadre del Vis et Virtus Mantova e Mantua Foot-Ball Club. La prima volta si gioca a Mantova, la seconda si gioca a Verona. Nella prima sfida i nostri senior vincono 2-1 nonostante nel secondo tempo tale Carrer prenda una brutta botta alla gamba e Masprone esca per crampi. Nell'altra partita, la prima gara seria della seconda squadra, i nostri vincono per due reti a zero e iniziano a leggersi alcuni nomi dei giovanotti che poi ci porteremo fino allo scoppio della Prima Guerra Mondiale: Benini, Vigevani, Rossi Italo (fratello minore di Carlo), Cavallaro, Bianchi, tutti dai 17 anni in giù. Anche Fratta Pasini spesso si aggrega alla seconda squadra, sia per portare la propria esperienza sia probabilmente perché anche lui fisicamente arrivava fino ad un certo punto. Masprone invece come un vero atleta persiste a giocare con ottimi risultati in prima squadra.
Il 1908 si chiude con la sciagura del terremoto di Messina e tanto fu il clamore che fece l'incredibile distruzione portata dalle scosse e dal maremoto che in tutta Italia si impegnarono per fare qualcosa. Anche l'Hellas a fine gennaio organizza una partita di beneficenza con il solito Mantova. L'Hellas schiera la seconda squadra e vince per due reti a zero. Arbitra Bascheni e le cronache raccontano di un bello spettacolo ma con poco pubblico a causa della scarsa pubblicità data dalla società all'evento. Si raccolgono comunque Lire 100 che non sono poche.
Il divario tra prima squadra e seconda va via via sempre più assottigliandosi e i giovani di 16-17 anni portano nuovo entusiasmo. L'Hellas inizia a sentirsi più forte e vuole provare a fare un ulteriore salto in avanti.
Nel marzo del 1909, in occasione delle manifestazioni per la settimana della Fiera, l'Hellas si arrischia ad invitare ad un torneo ufficiale le migliori squadre della Federazione Italiana Football. Viene messa in palio dal Comune una coppa d'argento che rimarrà poi in possesso della squadra che riuscirà a vincerla per almeno tre edizioni, anche non consecutive. Pro Vercelli e Internazionale prima accettano ma poi declinano l'invito accampando scuse. Restano in lizza il Milan e il Vicenza più l'Hellas con prima e seconda squadra. L'estrazione delle semifinali dice Vicenza-Milan e le due squadre dell'Hellas a combattere tra loro. Il Milan senza troppa fatica elimina i vicentini mentre la nostra prima squadra assiste riposata visto il tattico ritiro della seconda squadra dalla competizione. La finale, quindi, sarà Milan contro Verona e la formazione ufficiale recita: Orlandi Nino in porta; Brivio e Benini back; Cavallaro, Valeri, Fratta Pasini come half; Cavallaro A., Bascheni, Mezzano, Bianchi e Fiorio come forward. Arbitro Recalcati di Milano.
Come potete leggere della vecchia prima squadra restano solo Orlandi, Brivio, Fratta Pasini, Mezzano e Bascheni mentre tutti gli altri sono i giocatori che fino a poco prima facevano parte della seconda.
La cronaca dell'epoca sembra raccontare una delle tante gare giocate in affanno dal nostro Hellas Verona contro gli squadroni. Il Milan passa in vantaggio quasi subito, il colossale (dicono) portiere milanista Radice para l'impossibile ma Mezzano con un tiro insidioso riesce a portarci in pareggio. Nella ripresa ancora il Milan si riporta in vantaggio e poi segna anche il terzo gol. La pioggia cade incessante e il campaccio di Piazza d'Armi è una risaia, Bianchi riapre la partita ma alla fine la chiude ancora il Milan segnando una quarta rete. Encomiabile l'impegno dei nostri che paiono però non all'altezza dell'avversario. Il pubblico invece era particolarmente partecipe e tifava a gran voce per la squadra della propria città e contro i milanesi. Scrive il De Ceschi che questo fu il primo vero germoglio del tifo calcistico a Verona e non stentiamo a crederci. Un torneo abbastanza sgangherato ma pur sempre la prima competizione ufficiale alla quale partecipa l'Hellas.
Tornando per un attimo a quando accadeva all'epoca in città e in Italia in generale, dobbiamo annotare che circa un anno dopo l'inaugurazione del Tranway a Verona venne prolungata la tratta della ferrovia Verona-Caprino aggiungendo l'ultimo tratto che portava fino Garda passando per Bardolino. Questa innovazione portò i cittadini a godere con più facilità delle bellezze del Lago di Garda visto che in sole due ore era possibile passare una giornata spensierata in un clima e in un paesaggio molto più ameno di quello cittadino. Da queste località si poteva poi prendere comodamente il battello per attraversare il lago e addirittura arrivare in...Austria, ovvero fino a Riva del Garda.
A tal proposito vale la pena ricordare che sempre in quel periodo, e più ci avviciniamo al 1914, in Italia teneva banco la questione di Trento e Trieste. Come ben saprete, i due territori erano di lingua e cultura italiana ma dopo la terza guerra d'indipendenza erano rimasti sotto il dominio austriaco. In tutta Italia ma soprattutto nelle zone di confine come la nostra, fiorivano associazioni che promuovevano l'annessione e auspicavano l'unificazione con quei territori. Allo stesso tempo nella Venezia Giulia così come nella Val Lagarina e nel Trentino il movimento italianista era molto forte e non mancano episodi di ribellione e insofferenza all'autorità asburgica.
In questo quadro generale il Conte Fratta Pasini con i suoi baldi giovanotti (che da bravi studenti vivevano appieno le passioni politiche contemporanee con puro spirito patriottico) decide di organizzare una bellissima gita proprio a Riva del Garda, allora chiamata Riva di Trento. A quanto si racconta, Fratta Pasini noleggia di tasca propria un intero piroscafo per fare in modo che ci sia posto per tutti i propri giocatori e per il seguito. Il valore simbolico di quella "gita" è altissimo tanto che merita spazio sui giornali, sia su L'Arena che su l'Eco del Baldo, il giornale della zona trentina di Riva e Rovereto. Prima di riportarvi quanto scrisse la stampa in merito vale la pena ricordare anche che, se da una parte il giogo austriaco su quella zona era stato di recente allentato permettendo il libero passaggio delle persone e di alcune merci senza troppi controlli di dogana, dall'altro lato la propaganda filo italiana era ancora pesantemente osteggiata tanto che in quegli anni almeno un paio di direttori de L'Eco del Baldo vennero sollevati dall'incarico ed espulsi dall'Impero per attività rivoluzionaria.
Da L'Arena di Lunedì-Martedì 20-21 luglio 1909:
"Domenica 18 la nostra squadra dell'Associazione Hellas si è recata a Riva di Trento per una partita di calcio.
Dopo una magnifica traversata del nostro splendido Garda, arrivò a Riva verso mezzogiorno. La popolazione di Riva e specialmente il gentil sesso era ad attendere i veronesi al porto.
Appena i nostri sbarcarono una triplice salva di evviva scoppia da tutti i presenti. La fanfara della Società Sportiva Benacense dalla quale i nostri erano stati invitati, intona l'Inno di Mameli fra l'entusiasmo generale. Notato un gruppo di signorine con parasoli bianchi, rossi e verdi.
Si forma il corteo e passando per il Municipio si arriva alla sede della Società Benacense, ove viene offerto il vermouth d'onore e il presidente di essa sig. Bresciani con indovinate e cortesi parole porge il saluto di Riva e brinda allo sport, a Verona e alla patria italiana. Il discorso è salutato da grandi applausi.
Risponde il vicepresidente dell'Hellas sig. Brivio, ringraziando dell'accoglienza. Dopo il pranzo si fece una passeggiata alla splendida cascata del Varone, sempre preceduti dalla fanfara della Benacense. Poscia si giocò una partita di Foot-Ball. Il numero pubblico che assisteva applaudiva spesso la nostra squadra, che si fece ammirare per l'eleganza con cui giocò. Si fece pure ammirare la squadra di Riva. Vinse Verona.
Si ripartì verso le sette di sera, salutati dalla popolazione e dai soci della Benacense. Durante tutta la giornata regnò il più schietto entusiasmo da parte dei veronesi e dei rivani. Al ricevimento vi erano le rappresentanze del Comune, del Touring, di varie altre società, della stampa per mezzo del redattore dell'Eco del Baldo. Prima della partenza un socio della Benacense tenne un applauditissimo discorso patriottico.
Sulle colonne de L'Eco Del Baldo del 20 luglio i toni sono comprensibilmente ancora più trionfalistici:
"L'annunciata partita di gala al gioco del calcio ebbe luogo domenica in Piazza d'Armi alla presenza di una vera folla di spettatori. I giocatori veronesi della Sportiva Hellas arrivarono tra noi a mezzogiorno con una lancia-automobile del loro Presidente Conte Fratta, ricevuti allo sbarcadero del molo Catena dall'intera Società Sportiva Benacense con a capo la propria Fanfara.
Dopo scambiati i saluti e le presentazioni, i gitanti, accompagnati dai collegi di Riva e da molta folla mossero in corteo per le vie cittadine sostando anzitutto davanti al Palazzo Municipale pel saluto di prammatica.
Fra continue acclamazioni a Verona, il simpatico corteo si portò quindi al Caffè Maroni, dovebbe luogo il Vermouth d'onore offerto dalla Sportiva Benacense agli ospiti della sorella Scaligera. Dopo un cordialissimo saluto del Presidente Bresciani ai colleghi di Verona a cui rispose brillantemente il Vice Presidente della Società Hellas, gli ospiti si portarono a colazione all'Albergo S. Marco. Alle 13.30 si effettuò la gita a piedi fino alla cascata del Varone, fra la più schietta e la più viva animazione, accentuata dalle marcie brillanti della brava fanfara. I giovani e baldi fratelli vennero continuamente fatti segno a dimostrazioni della più viva simpatia. Alle 16.00 il campo di piazza d'armi era insolitamente e straordinariamente affollato. Quando giunsero le due squadre sportive, un applauso le accolse e queste subito si disposero per incominciare la partita. Al fischio dell'arbitro sig. Carli (il nostro Fulvio nds), si iniziò il gioco che si svolse animato e con ordine sul principio; ma la poca "scuola" dei nostri, dava presto occasione a quelli di Verona di un primo calcio di rigore, difeso con esito dal goalkeeper della squadra rivana. Più tardi altri due calci di rigore vennero inflitti alla squadra di Riva così che quella di Verona in breve tempo marcava già due goals. Nel primo tempo di giuoco dopo una lotta compatta e sicura da parte dei veronesi, sostenuta con vigoria ma senza un sufficiente ordine da parte dei Rivani, i bianco-neri della Hellas contavano 6 goals mentre i bianco rossi della nostra sportiva ne avevano uno, che fu dichiarato offside e quindi annullato. Nel secondo tempo si combattè con miglior esito anche da parte dei nostri che giuocarono con più energia e più tattica. La difesa della squadra rivana sostenne meglio la sua parte e i backs ebbero dei buoni e lunghi shoots; lo stesso goalkeeper difese con ardore e talvolta anche con esito brillante la porta e se la superiorità dell'attacco veronese segnò altri due goals questi furono però notevolmente contrastanti. Allo spirare dei secondi 45 minuti l'arbitro diede il segnale della fine ed un triplice hip hip hurrà! cui rispose un clamoroso applauso della folla, chiuse il match lasciando vincitrice la Sportiva Hellas di Verona con 8 goals a zero. A partita conclusa i componenti le due squadre si strinsero la mano e si portarono poi all'Albergo S. Marco dove fra il suono degli inni patriottici e le acclamazioni alle città sorelle si chiuse la brillante giornata.
Ai fratelli di Verona porse un fervidissimo saluto ispirato a nobili sensi lo studente Lucillo Lutterotti. Fra i nuovi applausi le due squadre mossero quindi per le vie cittadine precedute dalla fanfara. Alle ore 18 la squadra Hellas di Verona salutava entusiasticamente dai colleghi di Riva e da una gran folla. "Armava la prora e salpava verso il...Regno".
La foto ricordo dell'incontro amichevole a Riva di Trento del 1909
Di quella bellissima trasferta in terra straniera ci resta anche una bellissima foto, di proprietà degli eredi di Fratta Pasini, considerata fino a poco tempo fa la più antica foto dell'Hellas.
La foto in questione presenta tutta la nostra squadra assieme alla squadra rivana e ai dirigenti. Al centro vediamo il Conte Fratta coi suoi baffi vicino ad un dirigente rivano (Bresciani, immaginiamo). Tra i giocatori possiamo riconoscere quasi tutte le facce e c'è qualche sorpresa. Partendo da sinistra, col berretto bianco il portiere Nino Orlandi, sotto di lui con le gambe accavallate un giovanissimo Enrico Benini.
Alla destra di Fratta Pasini c'è probabilmente Naldo Nicolis, mentre dietro, in piedi, Cavallaro. Sotto il conte vediamo, vestito da arbitro per l'occasione l'ex giocatore Fulvio Carli. Alla sua sinistra l'onnipresente Alessandro Bascheni e di seguito Ferrari e Carlo Rossi. In centro in basso il vicepresidente e giocatore Giano Brivio. Mentre in piedi vicino a dei dirigenti vediamo Silvio Ruberti.
Come vedete la maglia che viene usata in quest'occasione è ancora bianco-nera come i colori della Bentegodi e sarà una delle ultime volte che verrà indossata. Questa casacca è in tutto e per tutto identica a quella che vi avevamo mostrato nella puntata precedente ma a differenza di quella presenta lo stemmino gialloblu del nostro gonfalone comunale sul petto. Se ricordate invece la precedente maglietta sul petto riportava un taschino. Aguzzando ulteriormente la vista però potete vedere che sul petto dei giocatori più "anziani" come Fratta, Bascheni e Rossi, lo stemmino gialloblu è applicato sopra il vecchio taschino mentre nei giocatori della nuova leva lo stemma sembra invece parte integrante della casacca.
Infine, mentre Benini e Cavallaro facevano parte già della seconda squadra e da questo momento possono dirsi aggregati in pianta stabile ai titolari, Nicolis, Ferrari e Ruberti sono tre nomi completamente nuovi. Volete sapere da dove arrivano?
Circa un mese prima di questa trasferta l'Hellas organizza un paio di sfide con alcune squadrette cittadine, tra le quale la Elide e molto probabilmente lo scopo di queste amichevoli era proprio quello di visionare e di reclutare i migliori prospetti. Il forward Ferrari e i bravi back Ruberti e Nicolis arrivano da questa selezione e sono a tutti gli effetti i primi esperimenti di "calciomercato" dell'Hellas.
Nel 1909 si riscontra quindi un ulteriore passo in avanti nello sviluppo del calcio cittadino e uno stimolo in più viene dato ancora una volta dalla trasformazione della nostra città. Viene sempre più insistente l'esigenza di ampliare la piccola e secondaria stazione ferroviaria di Porta Nuova per creare uno scalo più funzionale e vicino al centro cittadino che colleghi in fretta la città alla parte di provincia posta a sud. Grazie anche all'allentamento delle servitù militari fuori dalle mura si libera quindi il grandissimo spazio finora dedicato a Piazza d'Armi, prima culla del movimento calcistico e sportivo cittadino.
Su quella zona inizieranno tra il 1909 e il 1910 i lavori per la costruzione della nuova Stazione di Porta Nuova col relativo scalo ferroviario, ancor'oggi presente e che di fatto divide Verona dalla sua zona industriale e fieristica. Quale sia la causa e quale sia l'effetto non l'abbiamo ancora capito, fatto sta che in concomitanza con questa opera colossale di urbanizzazione ne corrisponde un'altra di pari importanza nella zona posta tra le Stimmate e l'Educandato agli Angeli: la costruzione del nuovo "Stadium" comunale, il Marcantonio Bentegodi.
L'anno 1910 spalanca le porte ad un nuovo grande capitolo della nostra storia.
La prima stazione di Porta Nuova con il capolinea del Tramway (sito AMT)
"continua prossimamente..."
Valeriano
Hellastory, 11/07/2024
LAVORI IN CORSO - seconda parte: FINE LAVORI O CANTIERE SEMPRE APERTO?
Sintetizza così mister Zanetti l'avvio di Campionato gialloblù:Non neghiamo che era un sogno iniziare con due vittorie così.. Ed ha perfettamente ragione: i 6 punti conquistati contro Napoli e Genoa e, aggiungo, la prima mezz'ora contro la Juventus hanno evidenziato non solo la caratterialità che tanto ci piace ma anche una duttilità tattica sorprendente e che merita di essere affrontata perché non ha nulla di casuale. C'è una logica aziendale ben precisa. Il Verona di Sogliano ha potenzialmente due rose: alla prima, che disputa il Campionato di serie A, se ne aggiunge una seconda, che potremmo definire Verona B Fantasma composto dalla generazione di ex Primavera che sono andati a fare esperienza in Lega Pro avendo concluso il loro ciclo, più tutta una serie di giocatori a margine della prima squadra finiti in prestito in serie B e nei campionati esteri. Siamo all'evoluzione del progetto Mantova (poi concluso anche a seguito delle nuove normative federali sulla doppia proprietà). Potenzialmente Setti potrebbe tranquillamente iscrivere una squadra in Lega Pro come Atalanta, Milan e Juventus avendo quasi 50 giocatori sotto contratto. Kallon, Tavsan e Braaf sono arrivati a Verona, hanno avuto a disposizione le giuste opportunità, poi sono stati dirottati nel Verona B Fantasma come sviluppo potenziale della società non potendo contribuire alla crescita della prima squadra. Se non ci fossero limiti di età per un Hellas New Generation, nella nostra simulazione potrebbero rientrare anche i vari senatori (Lasagna, Henry e Gunter) che, per motivi tecnici e peso degli ingaggi, non fanno più parte del progetto.
[continua]Qual è stato il miglior gialloblu in campo in
Genoa-H.Verona?
Riepilogo stagionale e classifica generale
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