
1903-1915 I Pionieri del...Fubal

Ettore Aldo Kessler, in un suo autoritratto
Ci focalizziamo sulla foto di cui inizialmente non sapevamo molto e iniziamo col raccontarvi di chi ha scritto l'articolo di cui parlavamo nell'incipit della puntata precedente. Aldo Ettore Kessler, veronese d'origine tedesca, giornalista, artista, attivista e politico radicale. Scrive per l'Adige e poi ne diventa direttore, scrive per L'Arena ma sotto la dittatura fascista, essendo "non allineato", viene scientemente dirottato verso la redazione sportiva dove potesse fare meno danni possibile. Eppure, lui quale penna sopraffina, farà di tutto per usare quanti più termini anglofoni possibile, ereditati dalle cronache calcistiche albioniche, senza che nulla gli si potesse imputare. Vuoi sgridarlo perché scrive "half-back", "corner" o "shoot"?
Dovete considerare che nel 1913 l'Hellas vive un momento turbolento che approfondiremo nelle puntate successive. La presidenza viene assunta dal Conte Bellini Carnesali mentre la vicepresidenza dallo stesso Kessler. Il personaggio in questione è un appassionato, un giornalista sportivo e vive da dentro la società. Il Kessler, quindi, scrive con piena cognizione di causa nel 1925 un articolo con foto di 20 anni prima. Lo scritto delle didascalie non è perfetto ma la sua attendibilità resta comunque alta. Per questo motivo possiamo dubitare con molta parsimonia di quanto troviamo indicato. Che possa essere una delle prime formazioni è visibile a colpo d'occhio. Così come è altrettanto improbabile che potesse essere esattamente del 1903. Poco importa in realtà dell'anno esatto perché si tratta di un documento incredibile e inedito per i tempi moderni col Kessler che dà per scontato nel 1925 che, se fosse davvero possibile fotografare la "primissima" formazione dell'Hellas, questa avrebbe potuto essere tranquillamente del 1903. Non è poco perché certifica la nascita della squadra proprio nel 1903!
Ma torniamo a guardare i nostri ragazzi ritratti.

"La primissima squadra dell'Hellas nel 1903"
La divisa che vediamo è formata da un paio di calzoncini bianchi e da una maglia che altro non è che una camicia abbastanza larga. Qualcuno è molto composto e abbottonato, qualche altro porta le maniche tirate sul gomito e il colletto aperto. Le magliette sembrano ancora nuove o usate pochissimo. Uno dei ragazzi ha il colletto stranamente bianco mentre gli altri lo portano tutti nero. Sulla sinistra compare un singolare taschino, non ci sono simboli o stemmi. I colori? Naturalmente sono quelli della Bentegodi: nero e bianco. Banalmente quello che vedete in camicia completamente bianca e con le "tirache" è il portiere.
L'adulto coi baffoni è Guido Vivi, nella foto ha circa 35 anni. È già stato campione di ginnastica e di lancio del disco, nel 1903 arriva a Verona e nel 1904 diventa direttore della Bentegodi, fa l'insegnante di Ginnastica negli istituti superiori di Verona, seppur non al Liceo Maffei. Sarà allenatore dell'Hellas nella prima stagione ufficiale 1910-11 e poi continuerà a collaborare a più riprese con la società nella "commissione tecnica". E' considerato uno dei grandi padri dello sviluppo sportivo veronese.
I ragazzi contiamoli, sono in nove. Sufficienti per giocare a foot-ball in maniera informale ma non in una amichevole ufficiale contro qualche squadra blasonata del circondario quindi per forza di cose qualcuno quel giorno non è entrato nella foto.

Nino Orlandi "I"
Abbiamo due Orlandi che però non risultano fratelli ma lo stesso vengono identificati come "primo" e "secondo". Uno è giovanissimo, si chiama Ettore, ha dei baffetti "matti", come si dice quando la peluria è ancora adolescenziale e di lui le notizie si fermano a questa foto e ad un paio di tabellini di amichevoli. L'altro, quello più maturo, Orlandi I, all'anagrafe si chiama Nino, classe 1885, ha fatto il portiere con continuità tra il 1908 e il 1910 quindi quasi a ridosso dell'esordio nel primo campionato ufficiale 1910-11. Di lui nelle cronache si dice sempre un gran bene e spesso viene nominato come "il forte portiere Orlandi". Non lo troviamo in almanacco perché non ha partecipato ai campionati ufficiali, probabilmente per un soffio visto che compare anche in una foto del 1911 con tutti i titolari dell'epoca. In quella foto, ha circa 25 anni e ha perso tutti quei capelli che vedete nella prima foto. Al momento di lui sappiamo solo che muore il 17 maggio 1915 a Tarhouna, in Africa, durante una delle azioni della Campagna di Libia.
Non solo di Orlandi II non sappiamo praticamente nulla. Di Besençon, ad esempio, abbiamo solo il cognome e qualche citazione di Paganella figurando tra i nomi storici dei primi nostri giocatori. Più spesso indicato con l'italianizzazione Besenzoni o Besenzon ma figuriamoci se il Kessler non ha approfittato per rispolverare il cognome originario francese. Lo stesso discorso vale per Mezzano, il nobile Fietta e Carli. Quest'ultimo, con una faccia caratteristica è sicuramente tra i più vecchi del gruppo, lo perdiamo come giocatore molto presto nella linea temporale dell'Hellas, probabilmente già nel 1909, però lo ritroviamo nelle fotografie della squadra tra il 1910 e il 1914 vestito da dirigente accompagnatore, piccolino, col cappello da signore, in giacca e cravatta e i baffoni, mentre spunta a malapena dietro gli atleti messi in posa. Scopriamo che si chiama Fulvio, ragioniere, e il suo nome lo ritroveremo anche più avanti.

Giano Brivio
In alto a sinistra invece troviamo una figura fino a poco tempo fa quasi sconosciuta ma della quale ora possiamo raccontarvi qualcosa. Si tratta di Giano Brivio, classe 1888, inquadrato come portiere nella stagione 1910-11 ma anche giocatore di movimento in qualche amichevole. Nelle stagioni successive non fa più parte della squadra ma diventa arbitro e contribuisce a fondare la sezione AIA della città di Verona. In un almanacco di quegli anni lo troviamo alle prese col pubblico imbufalito di una amichevole del Bologna perché ha convalidato un gol che in realtà è stato deviato in rete da un bambino che sostava vicino alla porta. Situazioni frequenti all'epoca. Bisognava avere certamente le spalle grosse e un bel carattere già allora per fare l'arbitro. Brivio ce l'ha e si arruola volontario nella Prima Guerra Mondiale come tantissimi altri ragazzi dell'epoca rivestendo il ruolo di tenente medico, dato che si era laureato proprio in quel periodo in medicina a Bologna. Resterà nell'esercitò ancora per un periodo e verrà congedato col grado di Capitano Medico per poi aprire uno studio medico in città (in Piazza Erbe prima e in Via Marsala poi). Risulta anche nell'elenco dei partecipanti veronesi alla marcia su Roma del 1922 ma successivamente non si annoverano altre attività in quell'ambito. A questo punto di Giano Brivio perdiamo tutte le tracce.
Veniamo infine ai due piccolini del gruppo. Rossi I (Carlo) e Bascheni (Alessandro). Sono entrambi classe 1890 quindi in questa foto potrebbero avere tra i 14 e i 16 anni, non certo di più. Sono loro che fanno retrodatare la foto quasi al limite: il Ginnasio secondo i regolamenti scolastici dell'epoca ospitava ragazzini a partire dai 12-13 anni. Scartando proprio questa casistica estrema e regolandoci sull'età che possono dimostrare dalla foto, soprattutto Rossi che pare particolarmente imberbe, potremmo ipotizzare di essere circa nel 1906.
Rossi Carlo lo ritroviamo ancora per qualche anno nelle foto, poi lascia spazio al fratello minore Italo, molto più alto, anche di questi ne riparleremo.

Alessandro Bascheni
Colui che invece ci farà da pilota, da traghettatore dagli albori fino alla Grande Guerra è Alessandro Bascheni. Una figura onnipresente nel periodo pionieristico dell'Hellas. Il suo nome compare sempre nei variabilissimi elenchi dei "primissimi giocatori" che potete trovare nei vari testi o articoli. La sua faccia, inconfondibile, compare sempre nelle fotografie mentre il suo nome è onnipresente nei tabellini. Probabilmente è il primo giocatore "bandiera" dell'Hellas. Continueremo a parlarvene nelle prossime puntate ma potete approfondirne la figura nella scheda linkata sotto.
Nella foto di cui abbiamo parlato e assieme alla quale abbiamo ripercorso i primissimi, misteriosi, anni dell'Hellas manca però una figura importantissima: quella del Conte Carlo Fratta Pasini ma è naturale che sia così! In fondo il fotografo non compare mai nella foto di gruppo.
Quindi nella foto i giocatori sono già 10, Vivi allenatore, uno strano buco tra lui e Brivio fa sospettare che dovesse esserci anche l'undicesimo ma questo è destinato a restare un mistero.
Valeriano
Approfondimenti:
La scheda di Alessandro BASCHENI
Postilla: vi sarete accorti che i personaggi nelle fotografie singole sono in posizione leggermente differente rispetto alla foto principale de Le Tre Venezie. È capitato che, mentre studiavamo per questo speciale, sia comparsa miracolosamente un'altra foto, quasi identica ma scattata poco prima o dopo.
L'avevamo già pubblicata nell'Introduzione, potete divertivi a confrontare le diverse espressioni dei ragazzi e le due diverse pose "marziali" del prof. Vivi.
Per la prima foto ringraziamo l'Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere di Verona e la Biblioteca del Comune di Trento mentre per la seconda foto, ma anche per altro materiale, ringraziamo di cuore i discendenti Bascheni.
Hellastory, 08/07/2024


LA GUERRA DI TRINCEA HA FUNZIONATO
Il confronto diretto del Verona con l'Empoli è la sintesi di questo girone di ritorno. Una squadra rognosa la nostra, difficile da affrontare, disposta a concedere pochissimo all'avversario di turno. Sulla salvezza, onestamente, ero abbastanza sereno. Troppe combinazioni negative si sarebbero dovute verificare contemporaneamente. Ma vincere ad Empoli non l'avevo proprio messo in conto. Sogliano conquista la sua terza salvezza consecutiva. Era stato chiaro, durante la settimana: mentre altri fanno le celebrazioni per lo storico scudetto (che Dio benedica quegli eroi!), e altri ancora si lasciano andare a fantasie intorno ad un nuovo stadio (a questo punto, ipotizzo di proprietà), noi dobbiamo pensare unicamente alla salvezza. E non è affatto vero che tutto, nel mondo del calcio, sia scontato o già scritto in partenza: la Lazio, che aveva imposto il pareggio all'Inter in casa sua, non è riuscita a battere il Lecce all'Olimpico pur giocando un tempo intero in superiorità numerica. Perdendo, di conseguenza, anche l'opportunità di un piazzamento nelle coppe europee. Per non parlare del tracollo interno dell'Atalanta, evidentemente sazia, ad opera del Parma capace di fermare prima il Napoli campione d'Italia e di ribaltare il risultato a Bergamo nel secondo tempo. Ma anche il successo dei nostri ragazzi ha dell'incredibile vista la stanchezza emotiva con la quale sono arrivati a giocarsi la partita.
[continua]





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