1903-1915 I Pionieri del...Fubal
PIONIERISMO
pionierismo s. m. [der. di pioniere]. - L'attività, la mentalità del pioniere, dei pionieri. Per estens., spirito di iniziativa, coraggio e tenacia nell'intraprendere nuove strade, nel ricercare nuove [...] esperienze, nell'avviare nuove forme di attività, e sim.: un audace p., un p. avventuroso; essere animato da pionierismo
"La primissima squadra dell'Hellas nel 1903"
Tutto nasce da una foto pubblicata su una rivista mensile del 1928, chiamata Le Tre Venezie. La foto è riportata in un articolo dal titolo "Lo Sport a Verona", scritto da A.E. Kessler.
La didascalia fa uscire gli occhi dalle orbite perché recita: "La primissima squadra dell'Hellas nel 1903".
Ora, voi come me e come noi di Hellastory, sapete benissimo che sulle origini del Verona o, meglio, dell'Hellas in questo caso, resiste una cortina di fumo impenetrabile. Ripetiamo la storiella assieme: l'Hellas nasce sui banchi del Liceo Maffei per la volontà di un gruppo di studenti e il nome viene dato su suggerimento del professor Corrubolo in onore all'antica Grecia. Storiella finita.
In quale anno tutto questo sia accaduto di preciso non si sa. Ora siamo praticamente certi che sia il 1903, ma poteva essere anche il 1904, come si è detto, per anni. Qualcuno addirittura azzardava 1905. Ma la data esatta la sappiamo? Si parla di ottobre ma forse è più probabile in primavera quando le giornate si allungano e c'è più desiderio di fare sport all'aria aperta. Oggettivamente riteniamo possa essere assai improbabile stabilire la data esatta di fondazione. I ragazzini (perché di questo si tratta) si trovano a fare attività assieme, fanno partite contro altri ragazzi, in squadre da 6, da 7 o da 8, poi ad un certo punto si decide di formalizzare il tutto e di darsi un nome che caratterizzi il proprio gruppo e costituiscono una squadra.
È difficile far capire ai genitori che c'è questa voglia di andare a tirare pedate ad un pallone. In altre città lo sport è già praticato a livello più o meno ufficiale ma le altre città sono lontane, Verona è diversa, è una città militarizzata, dove al di fuori delle possenti mura non si può costruire a causa della servitù militare e l'esercito è ancora la prima "azienda" della città. I ragazzi che frequentano il Ginnasio e poi il Liceo sono figli di nobili, professionisti, militari di carriera. Sono destinati a lavorare con la testa, non certo con i piedi, eppure l'attività fisica in varie forme trova sempre più spazio e i giovani ne sono assolutamente attratti in maniera fatale. Ma cos'è esattamente che genera in loro questo desiderio? Innanzitutto, lo sport "di squadra" era una novità e permetteva ai ragazzi di fare società. Era sicuramente molto bello fare ginnastica alla Bentegodi, molto nobile tirare di scherma, oppure fare tiro a segno sui piccioni o correre in bici ma si trattava sempre di sport individuali. Questa nuova attività sportiva invece permette di unirsi in gruppo, in squadra. I ragazzi sono loro contro altri e devono calciare una palla di cuoio dentro lo spazio creato da tre pali di legno. Questi avevano le stesse motivazioni di fondo che ha sempre avuto e che tutt'ora conserva chi si mette a giocare a calcio. Noi contro di voi, ragazzi di un quartiere contro ragazzi di un'altra zona. Studenti di una scuola contro studenti di un'altra. "Noi siamo quelli del Liceo e studiamo il greco, voi no" .
C'è una abissale differenza però tra un adolescente odierno e uno di inizio '900: quello che oggi è uno sport omologato, sovra-praticato, quasi dato per scontato, nel 1903 rappresentava l'avanguardia e il puro desiderio di provare qualcosa di innovativo, qualcosa di provocatorio, qualcosa di fuori dal comune.
Un azzardo di prima sfida calcistica era già avvenuto nel 1899. Squadra Bentegodi Verde contro squadra Bentegodi Rossa. Poi per il resto si gioca in strada, gli echi del calcio che arrivano da Genova, dal Piemonte, da Milano rimbalzano timidamente su rare riviste sportive, a volte illustrate che arrivano anche a Verona, erano giornalini che raccontavano di biciclette, di corse campestri, di scherma, di tiro al piccione, di primi incredibili aerei e dirigibili. Poi se avanzava spazio anche di "palla al calcio" . Tra le varie squadre spontanee ce ne sono innumerevoli costituite da bambini ma questi sono troppo piccoli per sfondare. I ragazzi meno abbienti sopra i dodici-tredici anni hanno già iniziato a lavorare, non c'è più tempo per giocare. Gli adulti (e a 20 già lo eri) non facevano certe cose. La scrematura è praticamente fatta e nasce l'identikit del "calciatore pioniere": maschio, ceto sociale elevato, studente, over 13, under 19. Primo punto di aggregazione naturale è la scuola. Il Liceo, il collegio oppure una scuola tecnica.
Per giocare si gioca, non ci sono problemi di spazio perché fuori Porta Nuova, quindi a due passi dalla città, c'è un enorme spiazzo libero che è la Piazza d'Armi. Tutta terra battuta, ci puoi fare quel che vuoi, dalle esercitazioni militari fino alla pratica di qualsiasi attività sportiva, addirittura luogo ideale per le manifestazioni aeree, anche quelle regno incontrastato dei coraggiosi pionieri, questa volta del volo. Alla domenica il piazzale si riempiva di giocatori di tamburello, di bocce, di parroci coi ragazzini dell'oratorio. Considerate che la Piazza d'Armi si estendeva per tutto lo spazio occupato dallo scalo ferroviario di Porta Nuova, delimitato a nord dai bastioni e a sud da Stradone Santa Lucia. L'attuale stazione non c'era ancora mentre la primissima stazione di Porta Nuova era posizionata dove ora sorgono i giardini in fondo a Viale Piave. Quello spazio che ora si vorrebbe destinare ad un ipotetico "Central Park", fino ad un secolo fa era già utilizzato dalla popolazione di Verona come luogo di aggregazione e di svago. Quindi se volete sapere dove è nato "sportivamente" il nostro Hellas, quando scendete dal cavalcavia di Viale Piave e andate verso la città, volgete lo sguardo alla vostra sinistra. In quel luogo ci si allenava e si sono giocate anche le prime partite ufficiali, con pubblico ovviamente non pagante.
Mappa della città di Verona del 1910 con indicata in verde la zona del circuito aereo che coincide con Piazza d'Armi
Immaginate quindi questi ragazzotti studenti che da poco avevano iniziato a portare i calzoni lunghi come gli adulti, incamminarsi in gruppo dopo le lezioni per andare ad allenarsi in compagnia. Sul loco si cambiavano e indossavano non certo una divisa vera e propria ma quanto meno i pantaloncini corti e scarpe usate prima chissà per quale scopo. Di sicuro non potevano girare per la città conciati a quella maniera, sarebbero parsi ridicoli. Ma chi gliela aveva messa in testa quella strana mania che per loro era pura passione? È strano da dirsi ma sono stati i professori. Decio Corubolo, insegnante di greco del Maffei fu colui che ispirò ai ragazzi il nome Hellas, questa è storia nota. Ma le memorie dell'epoca raccontano che fu il professore di italiano a spingere i ragazzi a giocare. Si chiamava Antonio Belloni e anche lui insegnava al Maffei. Il Pollorini rammenta una sua lezione nella quale il professore citava un autore del Cinquecento, il Bardi, che raccontava delle onorevoli disfide di calcio che già all'epoca si tenevano a Firenze. Concludeva poi con buona dose di patriottismo post-unitario dicendo: "Come vedete si tratta di foot-ball. Niente di nuovo anche nella società degli svaghi, sotto il sole d'Italia. Prelevatoci dall'Inghilterra, a questo giuoco si deve restituire dagli italiani, il buon diploma delle origini. A Milano infatti va rapidamente diffondendosi. Bellissima competizione che tornerà ad avere fortuna in Italia" .
Il Conte Fratta Pasini ai tempi del liceo
Ora il materiale umano ce l'hai, i professori ti danno il nome, ti danno anche la motivazione e pure la giustificazione, cos'altro ti serve?
In effetti hai tutto quello che idealmente occorre allo spirito ma il problema resta sempre quello: servono i soldi perché altrimenti oltre alla Piazza d'Armi non ci vai. È vero che i ragazzi sono sicuramente tutti benestanti ma i genitori non approvano queste pratiche sportive sconvenienti da perdigiorno. Sono anche attività pericolose e chi gioca rischia di farsi male seriamente. Se andiamo a scorrere le liste di leva dei nostri ragazzi è frequente trovare postumi da traumi come braccia e polsi rotti, flebiti ed edemi alle gambe e varie patologie che degli studenti non più in età da arrampicarsi sugli alberi si saranno procurati sicuramente in qualche fase accesa del gioco. Figuriamoci quindi se le famiglie possono sganciare anche solo un centesimo. Devi trovare qualcuno che oltre alla passione abbia anche disponibilità economica propria. Ad esempio, il conte Carlo Fratta Pasini. Gran parte del primo capitale sociale che, si dice, fosse di 32 lire, lo mette lui. Fratta Pasini nasce il 25 gennaio 1887, nel 1903 ha 16 anni. La vulgata parla di Hellas fondato in una seconda liceo, quindi dopo il ginnasio. Considerando che all'epoca si accedeva alla scuola superiore anche a 12-13 anni i... conti tornano.
Il nuovo edificio del Maffei era adiacente alla vecchia palestra dell'associazione Bentegodi, dove il presidente ed allenatore era Guido Vivi e vi si allenava Alberto Masprone, un atleta a cui interessavano tutti gli sport perché lui era effettivamente bravo in tutti gli sport. Masprone, classe 1884, di estrazione borghese, figlio di ristoratori, all'epoca è già uno sportivo affermato e anche lui vuole giocare a calcio. La passione delle persone con Fratta Pasini e i suoi ragazzini da una parte, l'Istituzione con Masprone e Vivi dall'altra, fanno fidanzare fin da subito Hellas e Bentegodi. Una proficua unione sarebbe presto diventata matrimonio ufficiale e che continuerà tra alti e bassi fino al 1913.
Guido Vivi e Alberto Masprone nella Bentegodi
Ora che ci sono quattro soldi in tasca c'è modo per i ragazzi anche di farsi venir fuori quattro pali di legno ben colorati sui quali tirare una corda, in modo da creare due belle porte da piantare in Piazza d'Armi, facili poi da smontare e riportare nel magazzino abusivo ricavato dentro Porta Nuova. Magazzino che, se non fosse stato per la garanzia messa dal rispettabile Conte Fratta Pasini, sarebbe stato requisito dalle guardie in breve tempo. Vogliamo dire che la Porta sammicheliana è stata la prima sede dell'Hellas? Diciamolo pure.
Se ci sono le porte, il campo da calcio è praticamente fatto e tu, squadretta di studenti con quattro soldi in tasca e qualcuno che ti segue dal punto di vista tecnico-sportivo, ti elevi rispetto alle altre oneste povere compagini di praticanti pedatori e sali di un gradino. Anche perché ci sono persino ragazzini e adulti che alla domenica vengono a vederti giocare quindi lo stimolo aumenta.
La prima partita ufficiale è una trasferta nel 1906 a Vicenza dove l'Hellas se le prende da una squadra più avanti nella preparazione e già avviata verso competizioni più importanti. Nel febbraio 1907 arriva la prima svolta: su spinta del professor Vivi, nel contesto dell'Istituzione Comunale Bentegodi, la quale seguiva già la scherma e la ginnastica con ottimi profitti anche a livello nazionale, viene creata la Federazione Sportiva Veronese Bentegodi. Questa Federazione aveva lo scopo di allargare il più possibile il bacino d'utenza per i vari sport includendo su vari livelli anche società della provincia e compagini scolastiche. L'Hellas, che già aveva guadagnato una propria onorabilità, viene inserita nella seconda fascia, assieme al nuoto, al ciclismo, al podismo e al tiro a segno, un gradino sotto alle più nobili sezioni di scherma e ginnastica. L'Hellas, si legge nelle cronache, rappresenta la "Sezione Giuochi" nella Federazione Sportiva Veronese Bentegodi e nel consiglio di federazione trova posto col presidente Alberto Masprone (presidente anche della sezione Ginnastica) e col consigliere "anziano" (!) il diciottenne Giano Brivio. Il Foot-ball e l'Hellas ricevono quindi un grandissimo riconoscimento cittadino e la spinta di Masprone diventa assolutamente determinante.
La follia collettiva cittadina per il giuoco del calcio, detto palla al calcio, detto anche foot-ball ma che i veronesi in Piazza d'Armi chiamano più cordialmente Fubal, è praticamente iniziata.
Tra il 1906 e il 1908 l'Hellas inizia a fare selezione dei giocatori. Il nocciolo duro è ancora costituito da studenti del Maffei ma a questi si aggiungono studenti di altri Istituti e collegi, c'è anche qualcuno che lavora. Già nel 1907 l'Hellas ha una seconda squadra e nel 1908 ha addirittura due squadre di allievi. Nella seconda squadra troviamo i giovani più bravi e anche qualche ex-pioniere non più all'altezza della situazione. Negli allievi giovanotti di 13-14 anni che presto diverranno titolari. Le partite restano sempre a livello di amichevole. Nella primavera 1907 va alla grande una tripla sfida, pensate un po', contro il Collegio Pindemonte. La prima persa, le altre vinte. Il livello è ancora basso, il Vicenza è geograficamente vicino ma tecnicamente lontanissimo, ci risolleviamo il morale contro il Mantova che mettiamo sotto regolarmente, una volta durante le manifestazioni della Bentegodi in Arena e un'altra in trasferta sul campo del Te. Ad aprile l'Hellas è atteso a Pavia per una amichevole contro la squadra universitaria locale ma la prima edizione della Milano-San Remo blocca i treni e i nostri arrivano in ritardo e per giunta perdono 4-2.
Come avete capito, dall'origine al 1907 si sono gettate le basi per il futuro ma a livello sportivo è ancora un periodo interlocutorio, dobbiamo attendere almeno il 1908 e il 1909 per vedere qualcosa di più interessante e iniziare a pensare in grande.
Valeriano
Approfondimenti:
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[continua]Qual è stato il miglior gialloblu in campo in
Genoa-H.Verona?
Riepilogo stagionale e classifica generale
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