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HELLAS VERONA / Scudetto

21 Aprile 1985: MILAN - VERONA 0 a 0

dal nostro inviato Massimo

Riprende la caccia al Verona. La Sampdoria espugna facilmente l'Olimpico biancoceleste (0 a 3) e il Torino, rinvigorito dal successo al Bentegodi, supera agevolmente l'Avellino (2 a 0): sono loro le inseguitrici più tenaci e pericolose. Dietro di 1 punto la Juve pareggia ad Ascoli (1 a 1) impegnata duramente da una squadra in lotta per non retrocedere mentre l'Inter, molle e arrendevole, prende 3 pappine dal Napoli di Maradona e Bertoni. A questo punto è chiaro che la stagione nerazzurra è compromessa e Castagner è destinato a lasciare a fine stagione. Il Verona deve assolutamente uscire indenne da San Siro per dimostrare prima di tutto a se stesso, e poi agli altri, che la lezione subita la scorsa settimana è stata salutare, che la squadra è viva e decisa a non mollare. Ma di fronte ha un avversario esperto, astuto e pericoloso.

LUCI A SAN SIRO Comincia con questo verso una famosa e struggente canzone di Roberto Vecchioni di molti anni fa che ha poi lo stesso titolo. Ogni volta che l'ascolto mi sento stringere il cuore e mi si gonfiano gli occhi.

«Milano è nel tuo destino». Questo mi ha ripetuto spesso una persona molto importante nei momenti difficili della mia vita, quasi che fosse una consolazione. Ha avuto ragione, lei ha sempre ragione quando parla di me. Milano da anni è il mio presente e molto probabilmente continuerà ad essere anche il mio futuro insieme a lei e alle persone a cui tengo di più.

Non voglio assolutamente rinnegare né il mio lungo periodo romano né quello napoletano, molto impegnativo. Ma grazie alla maturità milanese sono diventato quello che sono. Anche se tutto ha contribuito, in un modo o nell'altro, comprese le costanti somministrazioni di veronesità in città e in val d'Illasi.

Adoro Milano, i suoi lunghi viali, l'atmosfera brulicante delle persone indaffarate, il continuo evolversi e cambiare, certi angoli che invece resistono ostinatamente al tempo e lasciano una suggestione unica, il clima schifoso, le zanzare estive e il cielo sempre malato. Riesci a nasconderti perfettamente in mezzo agli altri e anche a ritrovarti se lo desideri veramente. E' tutto diverso, qui a Milano. Persino le sconfitte quotidiane, alle volte, hanno un sapore diverso: sono come sospese, temporanee, in attesa di nuove opportunità.

21 Aprile 1985: MILAN - VERONA 0 a 0

Anche Bagnoli torna a Milano, casa sua. Ha una missione da portare a termine, ha un po' di ansia addosso perchè è grossa, grossa forte e lui deve rimanere lucido, non può sprecare tutto sul più bello. Oggi, l'Osvaldo della Bovisa ha addosso gli occhi di tutti.

LE ALCHIMIE DELLA GARA

Il mister decide di chiamare a raccolta i suoi uomini per serrare le fila. All'appello gli mancano Fontolan (squalificato), Briegel e Sacchetti infortunati e gli rimangono così solo 13 giocatori di movimento disponibili, più Spuri e i soliti Primavera Terracciano e Residori.

Di fronte ai giocatori elenca i suoi dubbi che sono tutti chiamati a risolverli.

Il primo problema è di ordine pratico: il Verona è oggi privo di un buon colpitore di testa in grado di contrastare il centravanti rossonero. Scopriremo più in là, durante la gara, come il mister ha in mente di risolvere la faccenda.

Il secondo problema è dovuto alla penuria di soluzioni a centrocampo: la coperta gialloblù è infatti troppo corta, privata contemporaneamente di Briegel, Sacchetti e Volpati (arretrato in difesa), ovvero di tutti i mediani titolari e gli manca quindi lo spessore agonistico per contrastare gente esperta e tecnica come Di Bartolomei, Wilkins e Battistini. Per questo, toccherà a Donà fare il suo rientro in campo dopo molta panchina: due mesi fa, il mediano vicentino giocò al Bentegodi contro l'Inter e riuscì a contrastare Brady, fonte del gioco nerazzurro, oggi deve ripetersi per frenare le puntate offensive di Battistini e Icardi sul fronte sinistro veronese. Una bella responsabilità.

Il terzo problema è dovuto alla gestione psicologica delle conseguenza di una eventuale sconfitta odierna per il morale della squadra: il rischio di compromettere emotivamente quanto di buono è stato fatto sino ad ora è alto. La città, durante la settimana, si è raccolta intorno ai propri beniamini spegnendo i televisori e rinnegando i giornali, già pronti a riscrivere nuovi clamorosi finali di Campionato.

C'è un particolare, che è bello raccontare. Nel corso della tribolata settimana Fanna, Tricella e Volpati hanno deciso di uscire insieme e cenare in una trattoria situata in prossimità di Veronello, l'Arizona. Racconta l'episodio Pierino in un'intervista rilasciata all'Arena: «Per mangiare, ma più che altro per guardarci in faccia, per capire se quello era un segnale di pericolo o fosse solo un episodio. Lasagnette e vino rosso, per tornare quelli di prima e tornare a vincere.» Stupendo, semplicemente stupendo.

Sul fronte rossonero, Liedholm, reduce dalla sconfitta di misura a Genova, vuole conquistare almeno il secondo posto. Il Milan, sornione, sa come addormentare ad arte il gioco per poi lanciare Hateley, il gigante inglese fortissimo nel gioco aereo e Virdis, grande opportunista difficile da marcare. Al Bentegodi, a dicembre, questo Milan riuscì a fermare un Verona baldanzoso e grintoso, ora vorrà molto di più per metterlo sotto. Viste le numerose assenze ospiti, toglie un cursore di fascia con spiccate doti difensive (Evani), inutili per la circostanza, e inserisce il più offensivo Scarnecchia, un giocatore che preferisce gli spazi lunghi e garantisce una buona quantità di cross per i due davanti.

MINUTO PER MINUTO Verona in completo giallo, quello dei grandi momenti e San Siro gremito. C'è una cosa che non ho mai capito: perché l'Hellas, contro il Milan, è stato sempre costretto a cambiare la sua maglietta tradizionale, quella blu con bordi gialli, mentre invece al Bentegodi entrambe le squadre si affrontano sempre con i loro colori abituali. Il disturbo e la confusione cromatica di Milano sono così diversi da quelli che si riscontrano a Verona?

Milan subito in attacco. Al 3' minuto Virdis pennella una punizione la testa di Hateley, nessuno dei nostri ci arriva e Garella rimane inchiodato in porta. L'inglese si alza e colpisce con precisione verso l'incrocio dei pali, per fortuna il nostro portiere con un eccezionale colpo di reni devia sul palo. Questo avviso è micidiale: dobbiamo trovare prima possibile una soluzione per fermare Hateley.

21 Aprile 1985: MILAN - VERONA 0 a 0

Bagnoli risolve in maniera bizzarra il problema, e introduce una nuova regola difensiva, rivoluzionaria: poiché Hateley è immarcabile nel gioco aereo per un nanerottolo come Ferroni, e poiché Tricella e Volpati sono sì buoni colpitori di testa ma di posizione e non di potenza, esiste un solo altro modo per arrivare prima di lui sui cross alti che catapultano numerosi dalle corsie laterali rossonere: Garella. Il portiere gialloblù ha il preciso ordine di uscire costantemente dalla porta, allungare i suoi trampoli fino a centro-area e respingere di pugno o agguantare in presa tutti i palloni che spiovono prima che raggiungano il centravanti trattenuto in qualche modo dal capitano, mentre Mauro, sganciandosi dalla marcatura, copre come ultimo baluardo la linea di porta. Se funziona, alla fine questo sarà un esercizio frustrante per i milanisti, visto il vantaggio che ha Garella in termini di centimetri potendo usare anche le sue braccia. Ma certo che, se il portiere non è perfetto in ogni intervento, allora sarà un gol sicuro. In questo, il Verona rischia moltissimo. Pertanto, tutto o quasi oggi dipenderà dal tempismo del nostro portierone.

Hateley però non è solo un fromboliere. Al 10' minuto brucia nello scatto Ferroni e anziché sparare su Garella in uscita, passa la palla al centro dove Battistini si impappina clamorosamente. Così non va, ragazzi! Sveglia!

Il duello Hateley-Garella si ripete poco dopo: Icardi centra dalla destra, il centravanti ci arriva con un pallonetto in controbalzo e il portierone salva anche questa volta con un bellissimo colpo di reni. Sono passati solo 17 minuti.

Finalmente si vede il Verona 1 minuto dopo: Fanna fugge sulla destra, fa fuori un paio di rossoneri, e centra alla perfezione per Galderisi. Galli, nel tentativo di anticiparlo, rischia l'autogol.

Al 35' Scarnecchia crossa per la testa di Hateley che anticipa Garella in uscita alta ma sfiora il palo. 4 minuti dopo, legnata da fuori di Wilkins di un soffio sopra la traversa.

Il tempo si chiude qui. Con il nostro cuore che esce fuori dal torace e il vantaggio rossonero che sembra venire da un momento all'altro.

Nella ripresa ci si mette anche il vento. Dopo 4 minuti, un tiraccio di Virdis sembra essere decisivo, corretto appunto dal vento di quel tanto da mettere fuori causa Garella. Ma anche questa volta, non sappiamo come, lui ci arriva. Incredibile! Dopo altri 5 minuti, nuovo duello Virdis-Garella e nuovo miracolo del nostro portiere.

Col passare dei minuti però cala Hateley perché i nostri riescono a chiudere con maggiore risolutezza le corsie laterali e Ferroni e Tricella lo anticipano con precisione e continuità. Adesso i pochi palloni che spiovono in area sono morbidi ed è più facile per Garella trovare il tempo giusto per intercettarli.

Show di Elkjaer che parte in contropiede e, giunto contro il portiere avversario, lo beffa con un pallonetto. Peccato che il gioco era stato fermato da tempo. Fischi dello stadio per lui, sorrisi beffardi tra i compagni di squadra. E' chiaro a tutti che lo ha fatto apposta anche se giura all'arbitro di non aver sentito il fischio. Grande Preben.

21 Aprile 1985: MILAN - VERONA 0 a 0

Mischia furibonda in area gialloblù al minuto 68: Hateley riesce a servire Battistini che, a due passi dalla porta, si vede respingere il tiro nuovamente dall'insuperabile Garellik.

Il Milan adesso rallenta, gli sforzi si infrangono nelle fitte maglie veronesi e i pochi palloni giocabili diventano preda di quell'assatanato di un portiere. Liedholm sostituisce Icardi con Evani per intensificare la sua fascia sinistra, ma non cambia nulla. Così Bagnoli, minuto dopo minuto sempre più sereno, nel finale dà spazio a Fabio Marangon (per Fanna) e Turchetta (per Bruni). Sono sostituzioni che servono solo per perdere un po' di tempo e far tirare il fiato al grande lavoro di contenimento fatto dalla squadra.

Al fischio finale, tutti abbracciati, felici e contenti. Il Verona, ha combattuto con onore e affrontato le avversità. Lascia Milano sollevato: la ferita aperta dal Torino si è rimarginata, il centro della strada è stato riconquistato. Ora possiamo riprendere a correre.

I SIGNIFICATI DELLA PARTITA Verrebbe da dire: il Verona, a Milano, perde un altro punto nei confronti delle dirette inseguitrici che diventano solo 3. Ma io, al contrario, dico che il Verona oggi ha «conquistato» un pareggio importante e «strappato» un punto a Torino e Sampdoria. Le prossime 2 partite saranno entrambe giocate al Bentegodi contro la Lazio e il Como ed è plausibile conservare questo «notevole» margine di vantaggio.

Ecco cambia la prospettiva: il dato numerico è il medesimo (sono sempre e solo 3 i punti che distanziano il primo dal secondo posto), ma l'interpretazione è praticamente opposta. Chi ha ragione? Visto l'abbraccio e il sorriso dei giocatori a fine gara, non ho dubbi.

Milano ci ha spremuto per bene ma è stata onesta alla fine e ha riconosciuto la fatica, l'impegno e il coraggio messo in campo. Le luci a San Siro, questa sera, non sono un rimpianto per ciò che poteva essere e che non è stato, come nel testo del nostro cantautore; sono un saluto e un onore al merito da parte di chi non ti regalerà niente, ma non è nemmeno disposto a rubarti nulla. Proprio come piace a me.

Hellastory, 21/04/2005
Serie A 1984/85 | 26a giornata | 21/4/1985
AC MILAN
AC MILAN
0
  AC VERONA HELLAS
AC VERONA HELLAS
0
Terraneo, Baresi, Galli, Tassotti, Di Bartolomei, A.Icardi (70' Evani), Scarnecchia, Wilkins, Hateley, Battistini, Virdis.   C.Garella; M.Ferroni (I), L.Marangon (I), R.Tricella; L.Bruni (89' F.Turchetta), A.Di Gennaro, D.Donà, D.Volpati; P.Elkjær Larsen, P.Fanna (82' F.Marangon (II)), G.Galderisi
N.Liedholm ALL O.Bagnoli
Di Bartolomei, Hateley ammoniti R.Tricella

Arbitro
C.Longhi (Roma - RM)
Note
SPETTATORI: paganti 37.542, abbonati 29.287.



BRAVO ZANETTI!


Quanto di buono avevamo visto a partire da metà febbraio (l'Atalanta ha dato evidentemente la scossa decisiva) si conferma in queste ultime partite con una difesa finalmente compatta e autoritaria e un centrocampo duttile. Fateci caso, ora tutti i gialloblù si sentono molto più a loro agio. Sanno cosa fare, non mollano mai. E il tutti di cui sopra va riferito davvero alla rosa allargata perché in questo momento il Verona fa punti e prestazioni pesanti anche senza Serdar, Tengstedt, Suslov che sono poi i giocatori più rappresentativi.

[continua]

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