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PROSSIMO IMPEGNO
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Devo ammettere che sono stato fortunato. Due volte fortunato, direi. Prima di tutto perché ho vissuto, patito e sofferto in prima persona tutti gli episodi che ho descritto, poi perché ho avuto l'opportunità di riviverli nuovamente venti anni dopo raccontandoli e ritrovando le stesse suggestioni di allora.
Il fatto di essere sorpreso dalla propria squadra del cuore, a seguito di un successo insperato, è quanto di più bello possa capitare a un tifoso. Sono sensazioni alle quali non ci si abitua mai. Come l'emozione che si prova davanti a un film che si è già visto mille volte, ma che piace proprio per quegli attimi indimenticabili che si srotolano, così auspicati, davanti a noi. Non è facile, lo capisco, e per questo mi sento davvero un favorito: infatti, non c'è nulla di peggio che lasciar guidare i propri sentimenti dal cinismo o dalla certezza di sè, dalla paura di emozionarsi o da quella peggiore di temere di esserlo. Nella passione più accesa poi – e il Verona è per me una passione autentica – tutto questo diventa addirittura inopportuno.
Per questo motivo ho rivissuto tutti i momenti del « Campionato più bello del mondo» attimo dopo attimo, imponendomi di spiegarli a me stesso prima di tutto e agli altri poi come se fossi quasi all'oscuro di ciò che sarebbe accaduto in seguito. E così facendo è stato più facile rallegrarmi, sorprendermi, soffrire, sperare e infine gioire. Di una gioia immensa, quella che solo la squadra del cuore può offrire. Non c'è stato niente, che non abbia provato oggi, che non mi abbia ricondotto nuovamente a 20 anni fa di fronte agli stessi eventi con lo stesso stato d'animo.
Niente tranne il fatto che sono cresciuto e cambiato, maturato forse, sicuramente trasformato dal tempo. Infatti, queste 32 puntate sono state qualche volta il pretesto per allargare l'orizzonte di una particolare stagione agonistica verso altre forme di espressione e riflessione, più personali e persino intime, a rappresentare una vita intera. Anche se non c'entrano molto con lo scudetto del Verona. Per questo, oltre alle trepidazioni che mi ha portato ogni singola partita e al meticoloso recupero storico di ciò che è accaduto, ho trasferito in queste pagine anche l'evolversi di una serie di pensieri, considerazioni, meditazioni assolutamente personali. Spero che queste intromissioni non abbiano disturbato più di tanto chi voleva leggere solo di calcio, ma non ho potuto esimermi dal farlo: per me raccontare un pezzo di storia gialloblu e degli uomini che l'hanno prodotta è potuto avvenire solo in questo modo, parlandone cioè come una persona qualunque. Ecco perché il narratore, raccontando i fatti, ha finito inevitabilmente per raccontare anche parte di sè.
Del resto non sono né un giornalista professionista, né uno scrittore ma solo un profano che scarica sulla tastiera del proprio pc esclusivamente quello che si sente. Aggiungendoci, di conseguenza, ciò che ha ricevuto in cambio dalla vita. Gratis.
I RINGRAZIAMENTI A questo punto, mi sento in dovere di ringraziare tutti coloro che, direttamente o indirettamente, mi hanno consentito la realizzazione di questo lungo e faticoso percorso. Ma alla fine anche esaltante.
Comincio con le fonti ufficiali, quelle che mi hanno aiutato nella ricerca e nella documentazione dettagliata di tutti gli avvenimenti storici e sportivi. Devo tutto o quasi agli amici dell'Arena, fonte inesauribile, della Gazzetta, del Touring Club, gli archivi RAI e la raccolta delle figurine Panini. E poi gli innumerevoli trafiletti di vari giornali, conservati per affetto e ritrovati qua e là.
Ovviamente, non posso non ringraziare gli amici di Hellastory che mi hanno dato ampia disponibilità di espressione e mi hanno sempre incoraggiato, anche nei momenti difficili. In particolare, i richiami storici di Carlo ed Enrico; il supporto tecnologico e l'infinita pazienza dimostrata verso le mie (spesso assurde) pretese di Andrea; il contributo fotografico e il continuo sostegno morale di Davide e Francesco.
Concludo con il ringraziamento alle persone a me più vicine, quelle ne hanno subito le conseguenze più fastidiose del lavoro visto il tempo strappato a loro e dedicato ad altro. Mia moglie Federica, sempre lucida e presente; i miei bambini Edoardo e Vittoria, cui ho poco sportivamente barattato la mia scarsa disponibilità nei loro riguardi con film in cassetta e DVD; il mio foxterrier Wallace, sempre al mio fianco, ispiratore di tutti i momenti belli e terapeuta di quelli brutti.
IL MIO AUGURIO E' chiaro che il miglior augurio che mi sento di fare a tutti gli sportivi gialloblu è quello di vivere di persona, un giorno, un altro scudetto del Verona. Quella appena raccontata è stata un'esperienza unica e indimenticabile, ma quella che forse un giorno avremo il privilegio di vivere sarà sicuramente diversa, entusiasmante, pazzesca. E non confrontabile con nessun'altra emozione, perché vissuta da noi direttamente.
Ma ho anche un altro augurio, molto più semplice e sicuramente più immediato. Mi auguro che tutti coloro che hanno avuto la pazienza e il tempo di seguirmi lungo tutte queste 32 puntate, siano riusciti a ricordare con un po' di nostalgia se stessi venti anni fa davanti agli stessi episodi. Oppure, se giovanissimi, abbiamo sentito l'orgoglio di appartenere a una stretta cerchia di fortunati.
E così, tutti insieme, si siano tutti ancora più legati all'amore verso questa squadra proprio adesso che certi risultati appaiono così lontani e impossibili da raggiungere.
Certe emozioni non si possono spiegare con delle semplici parole: o si sentono o non si sentono affatto. La mia speranza è quella di essere riuscito un pochino a rompere la rigidità di questa regola. Con l'aiuto della predisposizione di tutti, della fantasia e della potenza di quanto è effettivamente accaduto.
Un abbraccio gialloblu a tutti,
Massimo
Lazio e Torino, che peraltro sono formazioni superiori, hanno evidenziato un tema già affrontato durante l'estate: la difesa. È innegabile che Sogliano abbia lavorato con maggiore attenzione alla scoperta prima e all'arrivo poi di giocatori di qualità a centrocampo e in attacco, in ottica plusvalenze. E si vede. Ogni partita scopriamo un gesto tecnico superiore alla media da parte di Harroui, Kastanos, Tengstedt, e perfino di Livramento e Mosquera. Altri ne arriveranno da nuovi giocatori che al momento non conosciamo bene perché si stanno ancora integrando. Per non parlare dell'evoluzione esponenziale di Belahyane che creerà non pochi, ma piacevoli, problemi di turnover al mister al rientro di Duda e Serdar. Sulla difesa invece non si è lavorato. O non abbastanza. Gli arrivi nel finale di Daniliuc e Bradaric non sembrano decisivi in un reparto dove Frese e Okou faticano ad adattarsi al livello del nostro campionato. E neppure i ritorni di Faraoni (bloccato a Verona solo a causa di un ingaggio pesante) e Ghilardi (mai veramente preso in considerazione) sembrano essere un valore aggiunto.
[continua]Qual è stato il miglior gialloblu in campo in
H.Verona-Venezia?
Riepilogo stagionale e classifica generale
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