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«VINCEREMO A GRAZ» - 30 anni dopo


«VINCEREMO A GRAZ» - 30 anni dopo
«VINCEREMO A GRAZ» - 30 anni dopo

Si freme per il secondo turno e quando dall'urna di Ginevra esce il semisconosciuto Sturm Graz («sturm» in tedesco vuol dire tempesta), i tifosi sono soddisfatti. Le cose però, stavolta, non andranno come previsto. Il Verona deve giocare ancora una volta la prima partita in casa, e ancora una volta il Bentegodi si colora di gialloblu.

È il 19 ottobre 1983. Lo Sturm Graz fa sicuramente meno paura della Stella Rossa, ma al contrario degli slavi non snobba affatto il Verona presentandosi all'appuntamento armato di concentrazione e di uno schieramento tattico frutto di un attenta analisi degli avversari. Si può dire, col senno di poi, che la sfida tra le due squadre dura solo 45 minuti: il primo tempo della gara di andata. Il Verona infatti va in vantaggio al 13' con Fanna ma, forse sottovalutando gli avversari, commette qualche ingenuità di troppo e si fa infilare per ben due volte al 18' e al 26'. Prendere due gol in casa, nelle coppe europee, è un handicap pesantissimo. Il Verona tenta di raccapezzarsi ma è stordito, e anche un po' troppo nervoso: sul finire del tempo Marangon si fa cacciare. Sembra proprio la fine e invece, proprio al 45', Galderisi segna il gol del 2-2. Nella ripresa, nonostante l'inferiorità numerica, il Verona si avvicina al gol, ma rischia anche di subire la terza rete. Finirà con un pareggio che per per gli austriaci vale oro: nel ritorno, infatti, il Verona dovrà per forza vincere o pareggiare almeno 3-3 per passare il turno. Per quanto visto sul campo lo Sturm Graz è una squadra solida, ben messa tatticamente, molto accorta in difesa e in grado di giocare bene di rimessa. Un risultato positivo in Carinzia è sicuramente alla portata dei gialloblu, ma è chiaro che il pronostico, visto il risultato dell'andata, è favorevole ai bianconeri di casa.

La trasferta di Graz è completamente diversa da quella di Belgrado. I tanti veronesi che valicano le alpi per seguire il Verona non trovano certo una capitale, ma una grossa cittadina che sembra uscita della cartoline. Lo stadio è piccolissimo, neanche da confrontare con il Maracanà di Belgrado e gli spettatori di casa spesso si fanno sovrastare dai cori veronesi.

È il 2 novembre 1983, una brutta data non solo per la ricorrenza, ma anche perché il Verona, nonostante una gara tutto sommato buona, non riuscirà a passare il turno. I padroni di casa si chiudono bene in difesa, cercando di giocare di rimessa. Alla fine le occasioni migliori le avrà il Verona, ma la partita si chiuderà sullo 0-0.

L'avventura europea finisce lì. L'Hellas paga quei 2 gol presi in soli 10 minuti, all'andata, da un avversario che era sicuramente alla portata della truppa di Bagnoli; paga soprattutto l'inesperienza. Resta l'amaro in bocca perché si esce dalla coppa imbattuti.

Comunque il Verona in campionato vola, e si pensa già alla prossima avventura europea che però non sarà l'anno dopo, e non sarà nemmeno in U.e.f.a.: il Verona tornerà in Europa dalla porta principale nell'edizione 1985-'86 della Coppa dei Campioni, ma questa è un'altra storia.

Davide

Hellastory, 19/10/2013
Coppa Uefa 1983/84 | | 19/10/1983
AC VERONA HELLAS
AC VERONA HELLAS
2
  SK STURM GRAZ
SK STURM GRAZ
2
13' P.Fanna, 45' G.Galderisi marcatori 18' Szokolai, 26' Jurtin
C.Garella; M.Ferroni (I), S.Fontolan (I), L.Marangon (I), R.Tricella; A.Di Gennaro, D.Volpati; P.Fanna, G.Galderisi (46' M.Storgato), J.Jordan, L.Sacchetti   Saria; Freier, Schauss, Thonhofer (81' Marko), Steiner, Breber, Bakota, Pichler, Szokolai, Huberts, Jurtin.
O.Bagnoli ALL Fraydl
39' L.Marangon (I) espulsi -

Arbitro
J.Quiniou


LA GUERRA DI TRINCEA HA FUNZIONATO


Il confronto diretto del Verona con l'Empoli è la sintesi di questo girone di ritorno. Una squadra rognosa la nostra, difficile da affrontare, disposta a concedere pochissimo all'avversario di turno. Sulla salvezza, onestamente, ero abbastanza sereno. Troppe combinazioni negative si sarebbero dovute verificare contemporaneamente. Ma vincere ad Empoli non l'avevo proprio messo in conto. Sogliano conquista la sua terza salvezza consecutiva. Era stato chiaro, durante la settimana: mentre altri fanno le celebrazioni per lo storico scudetto (che Dio benedica quegli eroi!), e altri ancora si lasciano andare a fantasie intorno ad un nuovo stadio (a questo punto, ipotizzo di proprietà), noi dobbiamo pensare unicamente alla salvezza. E non è affatto vero che tutto, nel mondo del calcio, sia scontato o già scritto in partenza: la Lazio, che aveva imposto il pareggio all'Inter in casa sua, non è riuscita a battere il Lecce all'Olimpico pur giocando un tempo intero in superiorità numerica. Perdendo, di conseguenza, anche l'opportunità di un piazzamento nelle coppe europee. Per non parlare del tracollo interno dell'Atalanta, evidentemente sazia, ad opera del Parma capace di fermare prima il Napoli campione d'Italia e di ribaltare il risultato a Bergamo nel secondo tempo. Ma anche il successo dei nostri ragazzi ha dell'incredibile vista la stanchezza emotiva con la quale sono arrivati a giocarsi la partita.

[continua]

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