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ATALANTA - VERONA


ATALANTA - VERONA

Bando alla scaramanzia

Dici Bergamo e la memoria vola al 12 maggio 1985, alla saetta di Elkjaer che gonfia la rete, a Osvaldo Bagnoli portato in trionfo, ai cavalcavia dell'autostrada A4 trasformati per una sera in avamposti di curva Sud. Sul pomeriggio trionfale in cui il Verona vinse lo scudetto sono stati versati fiumi di inchiostro, per cui la presentazione della gara di Bergamo passerà, almeno per stavolta, per episodi meno epici. C'è un precedente in cui Atalanta – Verona si giocò in serie A alla prima giornata: era il campionato 1989-90. Chi è lontano da sguardi indiscreti può pure portare a scopo scaramantico la mano in zone pubiche: difatti il campionato 1989-90 si concluse con la retrocessione dell'Hellas in serie B. Era l'ultimo anno di Bagnoli in panchina, la fine dello splendido ciclo degli anni Ottanta in cui il Verona aveva conquistato lo scudetto, sfiorato la Coppa Italia per ben 2 volte, e partecipato a 16 gare di Coppe Europee. Con una società sull'orlo del fallimento, e una rosa raccolta su in qualche modo dopo aver ceduto tutti i giocatori, fu già un successo arrivare a giocarsi la salvezza fino all'ultima giornata. Basti pensare che la prima vittoria di quel campionato arrivò soltanto alla 14ma giornata sul campo di Marassi contro il Genoa, grazie ad una rete del difensore Bertozzi.

Il tutto però ebbe inizio a Bergamo, il 27 agosto 1989, quando la formazione nerazzurra sconfisse il Verona 1-0 con una rete di Madonna. Si giocò su un campo decisamente pesante, anche a causa della partita di Coppa Italia di serie C fra la Virescit e l'Orceana disputata la sera prima. Mondonico, mister dei nerazzurri, non la prese particolarmente bene e si lamentò di non aver potuto esprimere il proprio potenziale "tecnico" su un campo pieno di buche. Dal canto suo, Bagnoli mise in campo il meglio che poteva, affidando la cabina di regia a Prytz, ex atalantino che in estate aveva fatto il percorso inverso di Caniggia. Lo svedese fu protagonista di un simpatico siparietto ai microfoni della Domenica Sportiva quando Amedeo Goria gli fece l'intervista del secolo, chiedendogli come mai avesse preferito il Verona ad una squadra svizzera: "Mia moglie abita in Bardolino... so... adesso bene". Sul campo, l'Atalanta sbloccò il risultato ad una manciata di minuti dal riposo: palla filtrante di Stromberg per Bordin che si infila in area da sinistra; il futuro vice di Mandorlini perde l'attimo per concludere e rimette al centro dove Madonna, con un tiro dal basso in alto, trova un pertugio quasi impossibile infilando Peruzzi. E' il gol partita: il Verona, povero di contenuti tecnici ma generoso, non riuscirà nella ripresa a raddrizzare il risultato.

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Meteore gialloblu

Facendo un salto indietro, la prima volta in assoluto a Bergamo in serie A risale al 6 aprile 1958: era il primo campionato del Verona nella massima serie. L'Atalanta si impose per 2-1, infliggendo ai gialloblu la quinta sconfitta consecutiva. La partita segnò l'esordio in maglia gialloblu di Luigi Amicarelli e Aldo Gaiga. Il primo, centrocampista di Napoli, classe 1929, aveva già diverse stagioni da professionista alle spalle. Aldo Gaiga, invece, nato il 2 settembre 1936 a Verona, era al debutto nel calcio che conta. La sua esperienza a Verona si concluse quella stagione con appena 5 presenze: oltre che nella gara di Bergamo, Gaiga fu schierato a Firenze e nelle gare interne contro Spal, Genoa e Padova. L'anno successivo fu ceduto alla Lucchese neopromossa in serie C, dove disputò 17 partite con una rete (fonte Lucchese amore rossonero). Finì in modo prematuro anche la prima avventura del Verona in serie A: l'entusiasmo dell'esordio lasciò man mano spazio ad una crisi di risultati insanabile, tant'è che, dopo la sconfitta di Bergamo, arrivò un pareggio a Firenze, seguito da uno sconfortante filotto di 6 gare con 5 sconfitte e 1 sola vittoria in casa contro il Torino. Dal 2 marzo 1958 (sconfitta interna 0-1 contro la Roma) al 24 luglio 1958 (spareggio di ritorno con il Bari) il Verona disputò 14 gare raccogliendo la miseria di un pareggio, una vittoria e ben 12 sconfitte! Era inevitabile il ritorno immediato nella cadetteria. Alla fine retrocesse pure l'Atalanta che, pur avendo raccolto 2 punti in classifica in più dei gialloblu, fu declassata all'ultimo posto per il noto “caso Azzini”, lasciando quindi al Verona la chanche (praticamente un prolungamento di agonia) di giocarsi lo spareggio con il Bari. Per chi ha voglia di saperne di più, rimandiamo alla lettura dello speciale di Hellastory sul campionato 57-58.

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“Ex” a confronto

Il primo successo in terra orobica arriverà poi nel campionato 1972-73, per la precisione alla quarta di campionato, il 29 ottobre 1972. Il Verona approfittò di un'Atalanta ancora stordita dal pesante 9-3 con cui era uscita sconfitta dal Milan a San Siro soltanto 7 giorni prima. A firmare la vittoria fu Busatta con un tiro al volo su passaggio di Luppi, al 24' del primo tempo. Rete propiziata da quello che alcune cronache del tempo raccontano come un "liscio" del libero atalantino Savoia, più preoccupato di fermare Zigoni che di trovar palla. Giancarlo Savoia, di Bussolengo, prima di approdare all'Atalanta aveva disputato 9 stagioni in gialloblu, diventando uno dei giocatori più presenti di tutti i tempi. E' ricordato come uno degli inventori del ruolo del "libero moderno", quello - per capirci - che esce palla al piede per impostare, e che ebbe come massimo interprete Gaetano Scirea cresciuto proprio nelle giovanili dell'Atalanta all'ombra di Savoia. Fra gli ex della partita, a sponde invertite, va citato anche il portiere gialloblu Pierluigi Pizzaballa, 4 stagioni in A con l'Atalanta prima di approdare a Roma e infine al Verona nel campionato 1969-70 per raccogliere la maglia numero 1 da De Min. Pizzaballa, a differenza di Savoia, entrò nei tabellini di quella gara come uno dei migliori in campo, blindando il successo con 2 formidabili parate su conclusioni di Ottavio Bianchi e Gian Piero Ghio.

* * *

Il resto è storia dei nostri giorni. La seconda vittoria gialloblu a Bergamo è infatti piuttosto fresca nella memoria: 19 aprile 2014, reti di Donati e Toni. Quest'anno la squadra di Mandorlini non potrà contare sull'effetto "sorpresa", poco male. Anche l'Atalanta non potrà più affidarsi a(lla) Madonna.

Buon campionato, Hellas Verona!

Paolo

Hellastory, 29/08/2014

Bergamo, 27.08.1989. Serie A, Giornata 1

Atalanta 1

ATALANTA BERGAMASCA CALCIO
  43' Madonna

F.Ferron, Contratto, Pasciullo, Bordin, Progna, Bonacina, Stromberg, M.Bortolazzi (46' Barcella), C.Caniggia, Nicolini (79' C.Prandelli), Madonna.
ALL. Mondonico

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LA STRATEGIA DI PRESIDIO E UN MERCATO FATTO DI PRESTITI


Povero Verona ... Prima la fragilità (tecnica e mentale) dimostrata all'Olimpico che conferma che anche quest'anno dovremo soffrire. Poi i rifiuti di mercato (Baldanzi, Richardson, Faivre) che, per motivi diversi, hanno tutti snobbato il Verona. Verona è una piazza poco appetibile o offre troppo poco? Comunque sia, per i tifosi del Verona ogni stagione è un continuo succedersi di momenti di passione con alternati picchi depressivi (molti) ed esaltati (pochi): si parte in estate con l'allestimento di una squadra decente in grado di salvarsi e si finisce con il riscontro sul campo. Il problema è che questo stress si risolve sempre solo negli ultimi giorni di trattativa e nelle ultime partite di campionato. Se questa è una situazione alla quale non finiremo mai ad abituarci, anche vedendo come si muovono nel frattempo le nostre avversarie dirette, credo che debbano essere rivisti i criteri che guidano le linee guida societarie e delle quali subiamo ansiogene conseguenze. Il Verona fa di un vanto la propria gestione oculata in termini di ingaggi e contenimento di costi. Corretto. Aggiungo che l'autofinanziamento nel mercato (compro sulla base di quanto riesco a vendere) è una regola quasi decennale introdotta da Setti che aveva un capitale limitato e anzi sosteneva se stesso con il risultato economico positivo della società. L'alternativa è prendere a prestito, magari con l'opzione del riscatto. Il Verona ha una struttura fragile e non può permettersi di sbagliare mercato, per questo punta su giocatori potenzialmente interessanti, magari provenienti da stagioni sfortunate. Spendere 10 milioni per un potenziale talento che poi o si infortuna o non riesce ad esprimersi sarebbe deleterio per il bilancio. Riuscire invece a strappare un'opzione ad una cifra prefissata aiuta la gestione societaria nel valutare l'opportunità di un successivo riscatto. Un buon esempio è stato il Cagliari che quest'estate ha riscattato Piccoli, Gaetano e Caprile spendendo subito 26 milioni e successivamente ha ceduto Piccoli alla Fiorentina per 25 ripagandosi di fatto l'intera operazione con il vantaggio di aver acquisito 2 giocatori (per loro) importanti.

[continua]

Qual è stato il miglior gialloblu in campo in

H.Verona-Cremonese?



H.Verona    Cremonese


Akpa-Akpro J.

Al-Musrati M.

Belghali R.

Bella-Kotchap A.

Bernède A.

Bradaric D.

Frese M.

Gagliardini R.

Giovane S.

Montipò L.

Nelsson V.

Niasse C.

Nunez Gestoso U.

Orban G.

Sarr A.

Serdar S.


 


Riepilogo stagionale e classifica generale




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