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LA NUOVA RUBRICA


LA NUOVA RUBRICA
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Due parole su questa nuova iniziativa. Tutto nasce quando si è pensato di raccogliere i risultati che il nostro Verona ha ottenuto nelle competizioni ufficiali dal suo sorgere. Ne è uscita una quantità di dati e di documenti veramente notevole. L'Almanacco che li racchiude, da voi tanto apprezzato tra l'altro, viste le numerose richieste di iscrizione, non poteva essere, nello scarno linguaggio di numeri e tabelle, bastante per la completezza dell'indagine. Ecco la necessità di portare a galla e quindi di far conoscere a chi ci leggerà, piccole curiosità, aneddoti, spigolature, riscontri statistici e quant'altro ci passerà per la testa. Pillole di «saggezza gialloblù», insomma, senza nessuna pretesa.

E a questo punto, non posso esimermi dal menzionare, colui che dell'Almanacco è il vero motore, il nostro webmaster, l'amico Andrea, che costantemente lo aggiorna con la sua creatività e la sua fantasia.

Ciò premesso, da qualche parte si deve cominciare. Succede che, chi scrive, ha una fissa morbosa per gli anniversari, i numeri «tondi», le coincidenze e scorrendo un libro sull'Hellas del nostro archivio, mi soffermo su una data: 12 gennaio 1966. Caspita, giusto oggi quarant'anni fa. Cosa successe? E' in questo giorno che nascono a Verona i primi Calcio Club. Ecco ho voluto partire parlando di quella parte del mondo del calcio, che ritengo la meno malata: i tifosi.

La conosceva bene Helenio Herrera, il «Mago» delle fortune dell'Inter con le sue idee stravaganti e tanto innovative, l'importanza dei tifosi per i successi di una squadra, fu lui a insistere affinché si riproducesse anche a Milano il modello degli «Aficionados» spagnoli che aveva avuto modo di apprezzare a Barcellona.

Sono gli anni sessanta, quelli della ripresa economica, che vedono la nascita e la diffusione di massa dell'associazionismo sportivo. In pochi anni, infatti, partendo da quella esperienza pionieristica milanese, il tifo organizzato si affermò un po' ovunque. A dire il vero, nella nostra città, già nella stagione 1957/58, quella della prima promozione in Serie A, la passione dei tifosi scaligeri si manifestò in momenti di grande effervescenza ed entusiasmo, per esaurirsi contestualmente alla retrocessione della squadra. Morale: a Verona gli sportivi aumentavano o diminuivano a seconda della posizione in classifica.

Apro una parentesi. Non è questo sicuramente il caso della mitica Curva Sud, sempre e ovunque a fianco dell'Hellas. Ma tutto questo avviene più tardi, deve arrivare il 1971. A questo proposito segnalo che c'è in ristampa un libro di Silvio Cametti che è diventato ormai un «cult», «I guerrieri di Verona», che ne racconta mirabilmente la storia.

E ora diamo la parola a Luigi Bertoldi, decano del giornalismo sportivo veronese e gran conoscitore di fatti gialloblù, che ci dice come a Verona, all'epoca, mancasse il «tifo organizzato», capace cioè di trascinare gli sportivi e i dirigenti verso traguardi più adeguati al prestigio di una piazza estremamente competente, ma altrettanto esigente e critica. Il 12 gennaio del 1966 – prosegue il racconto – in un locale dell'Albergo «Antica Porta Leona» ecco sorgere i primi Club ufficiali. Quei benemeriti sportivi facevano capo all'avvocato Barcelli, riconoscendosi nello scopo di «riunire in un cordiale sodalizio tutti coloro che per pura passione sportiva, al di fuori di ogni interesse economico, intendevano dare all'A.C. Hellas Verona il loro appoggio morale e fattivo e infondere calore e coraggio ai calciatori e dirigenti per conseguire i maggiori risultati possibili».

Venne costituito il primo direttivo, a presidente del quale fu eletto il dottor Silvio Rigon. Altre piccole note di cronaca: la sede storica, la prima sede in assoluto era il Bar Zanetta, in via Leoni e le prime due «sezioni» staccate, o Calcio Club che dir si voglia – come annota meticolosamente Bertoldi – sono quelle di Lavagno, costituita presso il Bar Sport l'11 agosto del 1966, con presidente Silvio Cambioli e, cinque giorni dopo, a Casaleone, presso la Trattoria Commercio, con Fulvio Cagalli presidente.

Mi fermo con questa visione romantica di un tempo ormai lontano, tralasciando le divisioni, le lotte intestine, i personalismi esacerbati che nel tempo hanno lacerato la tifoseria organizzata. Ma questa è un'altra storia.

La conclusione la lascio al capitano dello scudetto. L'ho tratta dal libro «1903-2003 HellasVerona… passione di una vita» a cura del Centro Coordinamento Calcio Club. Il Trice, invitato a buttar giù due righe sulla sua esperienza veronese, così si esprime: «Quando entravo in campo per primo, con la fascia di capitano e vedevo il manto verde dell'erba con l'adrenalina al massimo e alzavo lo sguardo verso la curva del Verona sentivo emozioni difficili da esternare. Vorrei ringraziare i tifosi per l'incoraggiamento e l'affetto che in tutti quegli anni mi hanno dimostrato. Risento gli slogans, i cori che ancora ricordo benissimo, rivedo visi che tanti viaggi hanno fatto con noi per sostenerci e negli occhi avevano le stesse gioie e le medesime inquietudini che abbiamo condiviso negli anni, per me più felici, della mia carriera».

CARLO



Nelle foto: uno dei primissimi striscioni del «Club Calcio Verona» sfila sul campo del Bentegodi mentre il presidente Garonzi si aggrega ad una delle trasferte organizzate.
Tratte da «Alè Verona» del Luglio 1968.
Grazie a Francesco «FranzCesco» Padovani.



Hellastory, 12/01/2006

MASTER OF NONE


L'inizio del terribile calendario di febbraio offre un paio di impressioni a caldo: 1) che il Verona è vivo e combatte, 2) che però è stato indebolito in attacco dal mercato di gennaio perché giocatori come Ngonge e Djiuric non sono facili da sostituire. A bocce ferme, quindi con maggior consapevolezza, possiamo invece realizzare che nel corso di gennaio abbiamo assistito a 3 eventi importanti, 2 dei quali francamente inusuali. In primo luogo, l'importante cessione di talento finalizzata a sistemare i conti societari. In secondo luogo, una serie di operazioni di mercato volte essenzialmente a lasciar andare quei giocatori che non si sentivano più parte del progetto. In terzo luogo, la bocciatura del sequestro delle azioni del Verona in sede di appello. Se però i primi due li abbiamo metabolizzati dal punto di vista affettivo oltre che tecnico costringendo i tifosi ad affidarsi completamente alla bontà del lavoro di Sogliano e Baroni e alla speranza che i nostri avversari non si siano adeguatamente rinforzati nel frattempo, il terzo apre a scenari che non riusciamo a valutare nella sua complessità.

[continua]

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