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GIALLOBLU ai MONDIALI


Introduzione
Mexico 86
Italia 90
Corea/Giappone 2002
 

Gialloblu ai Mondiali: Corea/Giappone 2002

Gialloblu Ruolo Presenze Reti
Ruslan Karimovic NIGMATULLIN Portiere 3 -4
Anthony SERIC Difensore / Centrocampista - -

Gli anni Novanta, che si erano aperti con il Verona in serie B dopo l'amara retrocessione della stagione 89-90, sono avari di soddisfazioni per i colori gialloblu. E' un decennio nel quale l'Hellas milita più in serie B che in serie A, con l'inevitabile scomparsa dalla rosa di giocatori di valore mondiale. Di conseguenza le edizioni dei mondiali USA 1994 e Francia 1998 scivolano via senza che si possa vedere fra i convocati alcun giocatore gialloblu. Per rivedere un giocatore del Verona in una competizione mondiale occorre attendere l'edizione del 2002. Edizione che i tifosi scaligeri guardano peraltro con scarso entusiasmo: il campionato si è dappoco concluso con una sanguinosa retrocessione, al termine di un campionato vissuto sempre sopra la linea di “galleggiamento”, ma chiusosi con un evidente affanno fisico e tattico. E pensare che, nella rosa del Verona 2001-02, sono presenti ben 3 giocatori che alzeranno la coppa del mondo in Germania solo quattro anni dopo: Alberto Gilardino, Mauro German Camoranesi, Massimo Oddo. Con loro, in Germania, altri 2 ex gialloblu: Filippo Inzaghi e Angelo Peruzzi.

L'inglorioso finale del campionato 2001-02 è tale da sbarrare le porte della Nazionale italiana anche a qualche giocatore che poteva essere fra i papabili per una convocazione. Su tutti, Massimo Oddo, che a febbraio 2002, quando ancora lo spettro della crisi era distante e il Verona poteva vantare una serie record di 6 vittorie casalinghe consecutive, Malesani caldeggiava apertamente a Trapattoni.

Tuttavia, anche se nessuno dei gialloblu italici veste la casacca azzurra, la rappresentanza del Verona nel mondiale 2002 è assicurata da due stranieri: il terzino croato Anthony Seric e il portiere russo Ruslan Nigmatullin, vero oggetto misterioso della stagione, sul quale si sarebbe probabilmente scatenata l'ironia del tifoso gialloblu, se solo l'esito finale del campionato fosse stato diverso. Nigmatullin arriva in riva all'Adige il 3 gennaio 2002, dopo essersi svincolato dal Lokomotiv Mosca, con un contratto di 4 anni. Foschi lo presenta dichiarando che non è un'operazione destinata ad un “guadagno immediato” con la cessione a giugno, ma che “Nigmatullin dovrà rimanere all'Hellas almeno due stagioni prima di essere eventualmente ceduto”. Complice forse anche una querelle con la Lokomotiv che comporta un prudenziale rinvio del suo impiego, Nigmatullin figura fra i convocati gialloblu per la prima volta alla 21ma giornata, il 3 febbraio 2002. Con la maglia numero 74 siede in panchina occupando il posto di rincalzo di Ferron che, fino alla settimana prima, era appartenuto a Pegolo. La sua occasione arriva il 17 febbraio 2002: al 19' minuto di Verona – Inter, Ferron in uscita si scontra con Dainelli ed è costretto a chiedere il cambio. Entra Nigmatullin che, nonostante un'ottima prestazione, non riesce ad evitare un pesante passivo: finisce 0-3 per l'Inter fra le polemiche per la mancata concessione di un calcio di rigore ai gialloblu per fallo di Georgatos su Cossato. I giornali sportivi premiano il portiere russo con ottimi voti, ma Malesani dà prova della sua imprevedibilità preferendogli nuovamente Ferron la domenica successiva. Nell'estate del 2002 tuttavia, nonostante la parentesi tutt'altro che felice al Verona, Nigmatullin mantiene il ruolo di portiere titolare della Russia, con cui aveva disputato praticamente tutte le gare di qualificazione.

Il difensivismo russo non paga

La Russia è alla sua seconda partecipazione alla competizione mondiale, dopo lo smembramento dell'URSS.

All'edizione del 2002 arriva da vincente del gruppo 1 dell'Europa, dove con 23 punti in 10 gare si lascia alle spalle Slovenia, Jugoslavia, Svizzera, Far Oer e Lussemburgo. Nelle 10 partite di qualificazione, Nigmatullin gioca sempre da titolare e subisce appena 5 reti. Ai Mondiali, la Russia viene inserita nel gruppo H con Belgio, Giappone e Tunisia. Un girone tutto sommato abbordabile, anche se i padroni di casa del Giappone sono tutti da scoprire e, come spesso capita ai Mondiali, potrebbero anche godere di favori arbitrali (di cui godrà eccome l'altra nazione ospitante, la Corea, nelle gare con Italia e Spagna). La Russia, benché erede della tradizione calcistica sovietica, si presenta ai Mondiali di Corea e Giappone senza grandi aspettative e praticamente ignorata dalla stampa mondiale. E' una squadra solida in difesa, ma non ha molto talento davanti. A centrocampo si può affidare invece ad un manipolo di buoni giocatori, fra cui Karpin e Mostovoi, entrambi in forza al Celta Vigo. La stella della formazione è la mezzala Dmitri Alenichev che, tuttavia, non ha sfondato in Italia, dove ha giocato a corrente alternata con Roma e Perugia.

L'esordio con la Tunisia è promettente: nella gara di Kobe, la Russia si impone per 2-0 grazie alle reti di Titov al 59' e di Karpin su rigore al 64' Nel secondo incontro i russi sfidano i padroni di casa nipponici nello stadio International di Yokohama, di fronte a circa 70.000 spettatori. Il Giappone, nel primo incontro, ha pareggiato 2-2 con il Belgio; per la Russia, una vittoria significherebbe qualificazione anticipata. I russi pagano invece la tattica attendista del CT Romantsev, che aveva dato buoni risultati nel girone di qualificazione europeo, ma deleteria in questa gara con i padroni di casa, senz'altro inferiori tecnicamente ma sorretti da un grande entusiasmo. Al 51', su cross proveniente da sinistra, Yanagisawa fa sponda per Inamoto che, sul filo del fuorigioco, controlla palla e batte Nugmatullin in uscita con un tiro sotto la traversa: è il gol che decide l'incontro. La Russia è costretta a giocarsi il tutto per tutto nell'ultimo incontro con il Belgio, reduce da 2 pareggi con Giappone e Tunisia. Il 14 giugno, allo stadio Nagai di Osaka, la Russia ha a disposizione 2 risultati su 3: le basta un pareggio per accedere al secondo turno. La gara si mette subito in salita: dopo appena 7' il Belgio passa in vantaggio con una punizione di Walem che si infila all'incrocio. Nigmatullin forse non ci arriverebbe in ogni caso ma, invece di tuffarsi, si muove goffamente verso il palo di sinistra finendo “catturato” nella rete della porta insieme al pallone. Le telecamere mondiali lo fissano impietosamente. Romantsev corre ai ripari e già nel primo tempo toglie il centrocampista Smertin inserendo la punta Sychev che, a inizio ripresa, impegna il portiere belga De Vlieger in una disperata uscita: sul rimpallo si avventa Beschastnykh che fa 1-1. Ma nel finale succede di tutto: al 78', su corner, la statica difesa russa si fa sorprendere da Sonck che infila di testa il pietrificato Nigmatullin. Passano 4 minuti e il capitano belga Wilmots segna il gol del 3-1 con un tiro dal limite. La palla viene leggermente deviata da un difensore, fatto sta che Nigmatullin subisce la terza rete della partita senza aver praticamente mai tentato la parata. La rete di Sychev all'88' non fa altro che aumentare il rammarico dei russi che, sconfitti per 3-2, escono dal torneo senza attenuanti. Il CT Romantsev, a termine gara, rassegna le dimissioni. Per Nigmatullin si chiude l'avventura mondiale con 3 presenze e 4 reti subite, e si chiude anche la carriera in Nazionale. La discesa in B a Salerno sarà solo il primo passo verso un rapido declino che lo vedrà di lì a pochi anni riciclarsi come DJ.

L'imprevedibile Croazia batte l'Italia ma esce al primo turno

Anthony Seric, convocato con la Croazia, prende parte al Mondiale da spettatore, difatti il CT Jozic non lo impiegherà nemmeno per un minuto. Nato a Sidney in Australia, Seric ha doppio passaporto. Prende già parte ai Mondiali del 1998 con la maglia croata quando, a soli 19 anni, è considerato uno dei terzini più promettenti al mondo e il Parma di Malesani lo acquista per 15 miliardi. Arriva a Verona nel 1999-2000, ma la prima stagione (con Prandelli in panchina) gioca solo 10 volte; non va molto meglio con Perotti: 12 presenze. Malesani gli dà infine spazio e colleziona 25 presenze guadagnandosi nuovamente la convocazione per Corea e Giappone 2002.

La stagione 2001-02, nonostante la retrocessione finale, è la sua miglior stagione a Verona. Seric viene convocato il 10 maggio 2002, all'indomani della sconfitta di Piacenza che segna la retrocessione del Verona.

La Croazia si è qualificata per il Mondiale vincendo da imbattuta il gruppo 6 di qualificazione dell'Europa, davanti a Belgio, Scozia, Lettonia e San Marino. Viene inserita nel gruppo G insieme all'Italia di Trapattoni, a Messico ed Ecuador. Girone sicuramente ostico ma non impossibile per una nazione che è pur sempre reduce da un esaltante terzo posto a Francia -98. La Croazia esordisce a Niigata il 3 giugno contro il Messico di Rafa Marquez, e viene sconfitta per 1-0. Al 59' Zivkovic provoca un rigore e viene espulso, dal dischetto realizza Blanco. Sabato 8 giugno è già partita da ultima spiaggia contro l'Italia, che nella partita inaugurale ha battuto 2-0 l'Ecuador con doppietta di Vieri. Vieri va a segno anche nella gara contro la Croazia, al 55'. L'Italia sembra viaggiare sul velluto ma non ha fatto i conti con l'orgoglio e l'imprevedibilità dei croati che, nel giro di 4 minuti, capovolgono il risultato con le reti di Olic e di Rapaic. Finisce 2-1 per la Croazia, successo inutile dato che nella sfida decisiva con l'Ecuador, ultimo a 0 punti e già eliminato, la Croazia perde per 1-0 mostrando tutti i suoi limiti. Dopo lo splendido mondiale del 1998, la Croazia torna a casa al primo turno. Per Seric nessun minuto in campo.

Seric è detentore di un record nella storia dei Mondiali: è stato convocato in ben 3 edizioni (1998, 2002 e 2006) e non ha collezionato nemmeno un minuto in campo. Zero presenze su un totale di 13 partite giocate dalla sua Nazionale in queste edizioni dei Mondiali.

Paolo

MASTER OF NONE


L'inizio del terribile calendario di febbraio offre un paio di impressioni a caldo: 1) che il Verona è vivo e combatte, 2) che però è stato indebolito in attacco dal mercato di gennaio perché giocatori come Ngonge e Djiuric non sono facili da sostituire. A bocce ferme, quindi con maggior consapevolezza, possiamo invece realizzare che nel corso di gennaio abbiamo assistito a 3 eventi importanti, 2 dei quali francamente inusuali. In primo luogo, l'importante cessione di talento finalizzata a sistemare i conti societari. In secondo luogo, una serie di operazioni di mercato volte essenzialmente a lasciar andare quei giocatori che non si sentivano più parte del progetto. In terzo luogo, la bocciatura del sequestro delle azioni del Verona in sede di appello. Se però i primi due li abbiamo metabolizzati dal punto di vista affettivo oltre che tecnico costringendo i tifosi ad affidarsi completamente alla bontà del lavoro di Sogliano e Baroni e alla speranza che i nostri avversari non si siano adeguatamente rinforzati nel frattempo, il terzo apre a scenari che non riusciamo a valutare nella sua complessità.

[continua]

Qual è stato il miglior gialloblu in campo in

H.Verona-Udinese?



H.Verona    Udinese


Bonazzoli F.

Cabal J.

Centonze F.

Coppola D.

Duda O.

Folorunsho M.

Lazovic D.

Magnani G.

Mitrovic S.

Montipò L.

Noslin T.

Serdar S.

Silva D.

Suslov T.

Swiderski K.

Vinagre R.


 


Riepilogo stagionale e classifica generale




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