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HELLAS VERONA / Carl Attacks!

LE GIORNATE NERE


LE GIORNATE NERE
LE GIORNATE NERE

E sgombriamo subito il campo da ogni equivoco politico e di qualsiasi altra natura. Parliamo di quelle giornate, nelle quali, per una serie di circostanze, siamo stati testimoni di fatti, che mai avremmo voluto vedere e di comportamenti sicuramente biasimevoli. Le giornate che hanno visto il tifoso gialloblù finire dietro la lavagna.

Non occorre andare tanto indietro nel tempo per cominciare: 11/03/2006 e 13/05/2005. Il trattamento riservato, da alcuni spettatori, a Asamoah Gyan, attaccante ganaense del Modena e a Ferdinand Coly, difensore senegalese del Perugia, non è dei più ortodossi, con conseguente obbligo di giocare la successiva partita interna a porte chiuse, come da sanzione. Bentegodi inibito al pubblico dunque. Ma c'è stato anche un Bentegodi squalificato, e per ben quattro domeniche: la punizione più pesante subita dall'Hellas nella sua storia più che centenaria.

La stagione è quella 1967/68, ennesimo campionato in Serie B. L'anno prima il Presidentissimo Garonzi, per evitare una probabile retrocessione, sostituisce l'allenatore Tognon e ingaggia Liedholm, con Pozzan preparatore. A salvezza avvenuta i due vengono confermati. L'organico, ora, è decisamente più tonico: gli acquisti di Bui, Mascetti e Maddè, che vanno ad integrare i già collaudati Savoia, Petrelli, Bonatti e Sega, indicano il Verona, alla vigilia, come la grande favorita. In effetti la promozione arriverà, ma sarà una conquista molto sofferta perché si alterneranno incontri di buon livello, sconfitte brucianti e prove piuttosto opache.

Si arriva comunque alla quart'ultima giornata: è il 2 Giugno 1968. In cartellone c'è l'incontro col Lecco, che è in lotta per non retrocedere. Con la vittoria si metterebbe una buona ipoteca per salire in Serie A, ma la partita non decolla. I gialloblù sono, tra l'altro, in formazione d'emergenza per le assenze di Sega e Flaborea e dopo un infortunio toccato a Tanello, subiscono anche l'espulsione di Ranghino, per una gomitata a Saltutti a gioco fermo. Il risultato non si schioda e alla fine è 0-0. Il pubblico fischia, ce l'ha con la sua squadra che insegue il sogno della A e ha appena pareggiato una partita contro una pericolante. C'è in atto anche un tentativo di invasione, da parte dei tifosi, con assalto agli spogliatoi per arrivare fino all'arbitro. La tensione è alta e mentre i giocatori infilano il sottopassaggio, il terzino del Lecco, Vinicio Facca, viene colpito dalle schegge di vetro di una bottiglia lanciata dalle gradinate e frantumatasi sulla ringhiera. Poi è il finimondo. Facca si ritrova a terra, tutt'intorno sangue, urla, spintoni, terrore. Si porta le mani sul viso pieno di schegge. Viene portato giù, disteso sul lettino. Quindi la corsa all'ospedale, le prime cure, la prima diagnosi dei medici. L'indomani viene operato a Milano e dopo venti giorni di inutili speranze, perde l'uso dell'occhio destro. La sua storia di terzino coraggioso finisce a Verona quel giorno. Una mano vigliacca, non si è mai saputo chi è stato, scrive in questo modo una pagina tristissima, che ancora pesa su una città intera.

Per la cronaca, come detto, il Bentegodi viene squalificato per quattro turni e il Verona si trova a giocare gli ultimi due incontri «casalinghi» a Ferrara. Non va bene il primo con il Genoa (1-1), ma dopo l'imprevisto successo di Bari (2-1), al «Paolo Mazza» si compie il miracolo: è il 23 Giugno 1968, Bonatti trafigge il Padova (1-0) e regala dopo undici anni la Serie A al Verona, per la gioia delle migliaia e migliaia di tifosi che l'avevano seguito in terra estense.

Ma ci sono altre due date che non voglio e non posso dimenticare.

La prima è il 28/04/1996. Campionato di Serie B, Attilio Perotti ci sta portando alla promozione con i gol di Totò De Vitis e in calendario c'è il derby di ritorno col Chievo, già battuto all'andata. D'improvviso la macabra messinscena: dagli spalti penzola un manichino nero appeso ad un cappio davanti ad uno striscione che in dialetto scaligero ammonisce l'allora presidente Alberto Mazzi che corteggiava l'olandese Ferrier: «El negro i ve là regalà. Dasighe el stadio da netar!!».

L'altra è il 07/04/2002, siamo a Brescia, quint'ultima giornata del campionato maledetto: sono passati poco più di due mesi dalla tragica scomparsa di Vittorio Mero, difensore della squadra locale, a causa di un incidente stradale. C'è stato chi, quel giorno, ha pensato che la cosa più intelligente da fare fosse offenderne il ricordo.

CARLO

P.S.: Gli altri due incontri, per chiudere la penitenza, si disputarono a Vicenza l'8/09/1968 contro il Modena (4-1) nel primo turno eliminatorio di Coppa Italia e a Brescia il 6/10/1968 contro il Milan (1-3) nella 2^ giornata del campionato di Serie A.

Hellastory, 20/04/2006

LA GUERRA DI TRINCEA HA FUNZIONATO


Il confronto diretto del Verona con l'Empoli è la sintesi di questo girone di ritorno. Una squadra rognosa la nostra, difficile da affrontare, disposta a concedere pochissimo all'avversario di turno. Sulla salvezza, onestamente, ero abbastanza sereno. Troppe combinazioni negative si sarebbero dovute verificare contemporaneamente. Ma vincere ad Empoli non l'avevo proprio messo in conto. Sogliano conquista la sua terza salvezza consecutiva. Era stato chiaro, durante la settimana: mentre altri fanno le celebrazioni per lo storico scudetto (che Dio benedica quegli eroi!), e altri ancora si lasciano andare a fantasie intorno ad un nuovo stadio (a questo punto, ipotizzo di proprietà), noi dobbiamo pensare unicamente alla salvezza. E non è affatto vero che tutto, nel mondo del calcio, sia scontato o già scritto in partenza: la Lazio, che aveva imposto il pareggio all'Inter in casa sua, non è riuscita a battere il Lecce all'Olimpico pur giocando un tempo intero in superiorità numerica. Perdendo, di conseguenza, anche l'opportunità di un piazzamento nelle coppe europee. Per non parlare del tracollo interno dell'Atalanta, evidentemente sazia, ad opera del Parma capace di fermare prima il Napoli campione d'Italia e di ribaltare il risultato a Bergamo nel secondo tempo. Ma anche il successo dei nostri ragazzi ha dell'incredibile vista la stanchezza emotiva con la quale sono arrivati a giocarsi la partita.

[continua]

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