Ovvero Brescia e Verona, le due squadre con più partecipazioni al campionato cadetto (50 e 49). Due squadre che andranno ad affrontarsi, in competizioni ufficiali, per l'82^ volta. Da sempre partite condite da accesa rivalità e più di una volta accompagnate da episodi censurabili.
Ho passato a ritroso, sull'Almanacco, la lunga teoria di risultati, cercandone uno eclatante e che fosse di buon auspicio.
3 Maggio 1987 – 28^ giornata del campionato di A: VERONA-BRESCIA 4-1.
Pochissimo di primaverile quel giorno, anzi, nella fase finale dell'incontro, un violento acquazzone, che se non ha influito sul risultato, di sicuro è servito a sbollire la rabbia degli incazzatissimi tifosi bresciani, bastonati nel risultato e con la prospettiva di una retrocessione che si sarebbe concretizzata nelle ultime due partite.
“Un grande Verona nei pascoli della zona UEFA” sentenziava il Guerin quella settimana “trascinati da De Agostini (un gol e due assist vincenti), gli uomini di Bagnoli affondano il Brescia, in cui si salva solo Beccalossi. Verza segna una doppietta di gran lusso, Di Gennaro firma il poker. Per le mosce rondinelle il gol della bandiera è realizzato con gran classe dall'ex Sacchetti.
Leggo in questi giorni sul guestbook, di meteore, di “promesse” non mantenute, di ossi colossali: in quel match, di quasi vent'anni fa, i mattatori sono stati due giovanotti, che di sicuro non avete citato nelle vostre “nomination”: Gigi De Agostini e Vinicio Verza.
In quel Verona. che a detta di Bagnoli, è stato il migliore dopo quello dello scudetto, i due hanno avuto gran merito nel raggiungere quel quarto posto che ci avrebbe spalancato, ancora una volta, nel giro di pochi anni, le porte dell'Europa.
Il buon Gigi era decisamente su di giri in quel periodo. Vicini lo aveva convocato per la prima volta in Nazionale per un'amichevole di lusso con la Germania Ovest, in quell'occasione non gioca, ma il debutto avviene la gara successiva, ad Oslo, altra amichevole con la Norvegia: 0-0 il 28/05/1987.
30 partite su 30 per lui in Campionato, quell'anno, accompagnate da tre gol. Una sola stagione è bastata a collocarlo nella galleria dei “grandi” dell'Hellas, il terzino friulano ha trovato qui la definitiva consacrazione e il trampolino di lancio verso la Juventus.
Verza, invece, la Juventus, l'aveva “assaggiata”qualche anno prima e dopo Cesena e Milan arriva a Verona a coprire il vuoto lasciato da Fanna: eredità pesante, ma lui, con la sua intelligenza e la sua cocciutaggine, riesce comunque a lasciare un buon ricordo di sé. Positiva anche per lui l'annata, decisamente la migliore delle tre disputate in gialloblù, con 28 presenze e 5 gol.
CARLO