Finalmente si parte. Abbiamo tutti voglia di calcio giocato. E' passata la sbornia mondiale, e siamo subito pronti a perder la testa, come sempre, per i nostri colori.
E i gialloblù incontrano subito i ….. gialloblù. E' una sfida classica, per la serie B, quella che ci vede opposti ai «canarini». Delle 21 squadre, che andremo ad affrontare, il Modena è secondo solo al Brescia. Sabato sarà nostro avversario per la 28^ volta, con le «rondinelle», alla quarta giornata, arriveremo a 30.
Un breve cenno ai numeri. Al Braglia l'1 è uscito 13 volte, altrettante l'X e solo una volta s'è fatto bottino pieno, era il 1956 (sic), cinquant'anni fa. Giusto il doppio le reti fatte dai modenesi 46 a 23.
Un inciso, a questo punto. Invito gli amanti dei numeri e non a consultare l'Almanacco nella sezione «Archivio avversarie» e verificare la veste grafica e la mole di dati messi insieme dal nostro inarrivabile webmaster, Andrea, al quale rivolgo, da appassionato statistico, un pubblico encomio.
Nel cercare uno spunto storico che mi collegasse a Modena, ho dovuto risalire agli anni '20. L'episodio è buffo e se vogliamo beneaugurante.
Si era concluso il campionato 1922/23 e l'Hellas Verona è invitato a Modena a partecipare a un mini-torneo per l'assegnazione della Coppa d'Oro. Sono ammesse cinque squadre: Pro Vercelli, Genoa, Bologna, Cremonese e Hellas Verona. I gialloblù debuttano con un pareggio striminzito, ma prendono quota strada facendo. I giornali emiliani parlano di un portiere imbattibile e si riferiscono a Carra I che fra i pali sembra uno scoiattolo. Anche il terzino Zuppini merita notevoli segnalazioni, ma è tutta la squadra che gira a meraviglia e sa imporre un suo gioco veloce e ricco di fantasia. Con i gol di Chiecchi II e Porta la compagine scaligera diventa la rivelazione del torneo, anche se tutti i pronostici della vigilia davano il Genoa sicuro vincente. Vince invece l'Hellas Verona che ritorna in sede con l'ambito Trofeo d'Oro.
Ad ogni giocatore è stata assegnata una medaglia d'oro. La soddisfazione è grande, pari alla commozione. In treno, nel viaggio di ritorno però si registra una piccola-grande sorpresa. L'accompagnatore ufficiale è Cattini, un orefice che, spinto da legittima curiosità, soppesa, guarda e valuta le medaglie conquistate dai giocatori. «Ma questo non è oro – sobbalza nel treno –ci hanno fregati». Una breve inchiesta conferma che per un banale errore le medaglie d'oro erano state date ai giocatori della Cremonese, classificatisi al secondo posto, mentre quelle che avrebbero dovuto essere vanto dei veronesi erano coniate in volgare vermeil (argento dorato). Il generale Vaccari, dirigente della squadra, fa sentire la sua voce e scrive una lettera risentita agli organizzatori modenesi e per conoscenza alla società Cremonese. Per tutta risposta riceve una lettera di scuse. Qualche tifoso avrebbe voluto correre a Cremona per chiedere giustizia, ma poi non se ne è fatto nulla. E' rimasto solo il ricordo di una grossa conquista finita con l'oro tramutato in vermeil, come se un mago avesse imposto la bacchetta magica sulle preziose medaglie.
Queste le cronache dell'epoca: anche allora non siamo riusciti ad ottenere giustizia, consoliamoci col «successometro» di Andrea.
Buon Campionato.
CARLO